Libri > Cronache del mondo emerso
Ricorda la storia  |      
Autore: Aesir    27/10/2011    2 recensioni
Questa storia è ispirata a Gli Eroi del Mondo Emerso - Un Nuovo Cavaliere di Bloody Honey
Racconto di ispirazione dal celebre fantasy "I Draghi del Crepuscolo d'Autunno". La permessa è che i vari personaggi si ritrovino in una locanda dopo cinque anni di separazione...
Elementi (ovviamente) di AsterxDubhe... in fondo, l'ho scritta io... 
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
(c) Gli Otto Eroi: Bloody Honey. Storia ripresa da: Gli Eroi del Mondo Emerso: Un Nuovo Cavaliere

 

Il Raduno degli Eroi

 Terra del Mare. Un luogo di crocevia commerciali, dove bastava avere i soldi e chi tu fossi non aveva importanza. Ma la figura avvolta nel mantello sapeva bene che lei avrebbe destato interesse anche in mezzo ad un deserto. E questo era proprio quello che non voleva. Si strinse le falde attorno a sè, inconsciamente, nonostante le sue orecchie non fossero più a punta come quelle degli elfi e i suoi capelli avessero un colore 'umano', nero.
I suoi occhi viola si spostavano rapidamente fra una via e l'altra, cercando l'indirizzo. Eppure lei aveva detto che doveva essere qui da qualche parte, pensò.
Alla fine posò gli occhi sulla locanda giusta. Il genere di luogo fatto per non dare nell'occhio, un posto decisamente alla buona. Spinse la soglia di legno pesante e un vociare l'avvolse, assieme ad un odore di cucina e birra. Si fermò un attimo frastornata dal passaggio dalla seppur relativa quiete serale a quella bolgia.
Infine entrò, chiudendosi prudentemente la porta alle spalle.
Adesso, doveva controllare se eventualmente era già arrivato qualcuno, e in caso contrario confermare la prenotazione: compito non facile, con quel casino. Dietro indicazione dell'oste, si recò in un separè, che, a differenza del resto del locale, appariva deserto, ma solo una parete di carta e legno di balsa non erano sufficienti ad isolarlo dal casino. Entrò in fretta e si spostò in un angolo, sperando di riuscire a ragionare: il frastuono era tale da farle dolere la testa. Osservò l'angolo della sala dove il caminetto scoppiettava, spargendo ogni tanto scintille quando un pezzo di legno saltava.
Era stato, evidentemente su ordinazione, spostato un grosso tavolo accanto al focolare, un tavolo a molti posti, ma occupato da una sola figura, che, seduta nell'angolo più lontano dalla luce, sembrava quasi fondersi con le ombre; dinnanzi a lei c'erano un calice e un cestino di pane, accanto quelli che sembravano dei grossi libri. Avvolta anch'essa in un mantello scuro, fece un gesto vago con la mano nella sua direzione. La viandante lo colse, ma non si fidò subito: poteva anche essere non rivolto a lei, oppure dettato dal caso, e quello poteva essere un qualsiasi altro avventore.
La figura ripetè il gesto, poi si scoprì per un secondo l'avambraccio; vi si colse un lampo di rosso; nella veste scostata, per un attimo scintillò quella che era inconfondibile, la lama di un pugnale.
Sollevata si avvicinò e si sedette davanti. La sua ospite gettò all'indietro il cappuccio, scoprendo il volto di una stupenda ragazza, di forse diciassette anni, un'espressione seria, gli occhi grandi, scuri, la pelle pallida, i capelli castani, legati come sempre in una lunga coda. “Salve, Nihal”, mormorò.
Ciao, Dubhe”, rispose lei. “I miei travestimenti non servono a niente con te, vero?”
Sembra di no. Sono una ladra, ricordi? Ci so fare con queste cose. Gli altri?”
Sono la prima.”
Rimasero un momento a guardare il fuoco scoppiettare, poi la mezzelfa indicò i libri e chiese: “Cosa stai leggendo di bello?” “Di bello?”, riprese le sue parole la ragazza, sarcastica. “Lavoro.” E mostrò uno dei titoli: Sulle spedizioni effettuate nelle Terra della Notte, del Fuoco, e delle Rocce (NON RIPRODURRE SENZA AUTORIZZAZIONE), e un marchio. Accanto c'erano un mucchi di appunti vergati con la sua calligrafia minuta e slanciata. “Sono documenti riservati”, osservò la mezzelfa. “Come te li sei procurati?” Dubhe le sventolò sotto in naso alcuni attrezzi da scasso, con aria fintamente orgogliosa, come una nobildonna ostenderebbe i suoi gioielli: “Te l'ho detto, sono una ladra, no?” “E cosa pensi di trovarvi?” “Spedizioni anomale. Lasciti di denaro. Spostamenti di grandi quantitativi di merce. Un po' di tutto ciò che non quadra.” Nihal annuì. Era sensato. “E come hai circoscritto l'area?” “Dunque, i nostri nuovi alleati chi hanno detto che le Terre su cui indago confinano con la Du Weldenvarden, che è in mano agli elfi. Ora, non mi fiderei troppo di loro, a quel che si dice, ma Eragon garantisce, e spero per lui che sappia ciò che fa.” Nihal concordò: “Gli ultimi elfi che ho incontrato mi hanno messa a morte, giudica un po' tu.” L'Assassina annuì e continuò. “La Terra delle Rocce è l'unico posto dove far passare traffici. Però si devono muovere nelle Terre Ignote, e non ho idea di quanto possano farlo. Comunque, ci sto lavorando”, concluse, scostandosi la frangetta dagli occhi.
La mezzelfa, vedendola seccata dalla mancanza di risultati, e ben conoscendo la tendenza dell'altra al pessimismo, ritenne opportuno cambiar discorso; indicò il boccale di Dubhe e chiese: “Cos'è?” La ragazza lo inclinò appena a mostrare il contenuto, un liquido trasparente rosato: doveva essere stato appena appena assaggiato, se non completamente ignorato. Anche il pane era nelle stesse condizioni. “Vino diluito”, rispose. “Cosa l'hai ordinato a fare se neanche lo bevi?” chiese Nihal con tono fintamente scandalizzato.
Le labbra dell'Assassina s'incresparono in un sorriso. “La notte scende presto, devono giungere tutti, ed è meglio che l'oste si contento, sarà meno propenso a ricordarsi di noi.” Le porse il bicchiere. “Vuoi?” offrì.
"
o, grazie.” Alzò la mano per fare la sua ordinazione, ma una voce roca la precedette. “Oste! Un boccale di birra! Anche per la bella ragazza qua! Che sia buona, eh!”
Nihal, riconosciuta all'istante la voce, fece per esclamare il nome dello gnomo, ma una stretta di Dubhe la trattenne. Dubhe, resa vigile e attenta da anni di allenamento da sicario, Dubhe, che mai si sarebbe tradita in quel modo stupido. La mezzelfa, datasi appunto dell'ingenua, si accontentò di abbracciare il nano. “Ido!”, disse a bassa voce. “Mi sei mancato!” “Anche tu, Nihal, anche tu.” Solo a quel punto lo gnomo notò l'altra ragazza: tanta era la sua abilità a rendersi apparentemente invisibile. “Sì, mi sei mancata anche tu, Dubhe!”, rise, poi la salutò, porgendole la mano. Quella dell'Assassina emerse dalle pieghe del mantello e gliela strinse. “Benvenuto, Ido.”
Lo gnomo quasi si soffocò con il boccale, che nel frattempo era arrivato, riempiendosi i baffi di schiuma bianca. Quando ebbe finito di tossire, sotto gli sguardi divertiti delle due, accennò al calice della ladra, chiedendole cosa fosse. E due!, pensò lei, rispondendo. Ido rise alla sua replica e ammiccò a Nihal. “Acqua colorata, in pratica. Vedi”, disse, “la regina non si degna a bere come noi comuni mortali!”
Dubhe scosse la testa. “Voglio restare lucida. Piuttosto, non ti da fastidio trovarti così vicino all'acqua, Ido?”, lo stuzzicò: era ben noto che gli gnomi preferivano restare con i piedi all'asciutto.
Non me ne parlare! E gli altri? Aster? Kiara?”
L'Assassina sbuffò: “Quei due proprio dovevi prendere d'esempio! Arriveranno ben più tardi... o sono già arrivati e sono andati a scoparsi in una camera di sopra, perchè io non li ho visti”, aggiunse maliziosa.
Di sopra?”, chiese Nihal. “Con tutto lo spazio che c'è qua?”
In effetti...”
In quel momento due mani si chiusero davanti agli occhi di Dubhe, mentre una voce rideva: “Da quant'è che parlate di cose così interessanti? Mi sono perso qualcosa?”
La ragazza con un gesto della mano colpì il nuovo venuto, 'trafiggendolo' con un grissino.
Ouch! Ma sei sempre così... aggressiva?”
Tu hai cercato di prendermi di sorpresa. Io ho reagito d'istinto”, rispose tranquilla la ladra. “E ringrazia che non avessi questo, in mano”, soggiunse, indicando il pugnale.
Lo mise via e inarcò il corpo sulla sedia per baciare sulla bocca Learco.
Salve, mio re!”, esclamò Ido, sollevato il boccale in un ironico brindisi e capitombolando per terra, e rialzatosi bestemmiando, con la barba fradicia di birra. A quel punto ridevano tutti, tranne Dubhe, ma il sorriso divertito che aveva era il massimo che si concedesse. “ido...”, scosse la testa Nihal e aiutando lo gnomo a sedersi, e mettendogli davanti un altro boccale. “Ecco, bevi e taci!”.
C'è qualcun altro?”, chiese il principe biondo. Le due guerriere si scambiarono un'occhiata alle 'glielo-dici-tu-o-glielo-dico-io-?', poi Dubhe sospirò ed enunciò: “Siamo solo noi. È stata avanzata l'ipotesi della presenza di Aster e Kiara... o a 'sto punto anche di Lonerin e Theana... nelle camere, ma per ora restano supposizioni. Bisogna attendere che arrivino loro e ce lo dicano.”
Vino?”, fece Learco indicando il calice di Dubhe. “Sì, diluito. Parecchio diluito. Vuoi?” “Diluito?!... se proprio non posso farne a meno... sì, grazie.” La ladra sorrise a Nihal: “Visto? Piazzato anche il vino. Adesso basta che arrivino tutti e potrò dichiararmi soddisfatta.”

 Due ore dopo, Dubhe si stava seriamente chiedendo che cosa avesse fatto di male per meritare tutto ciò. Il casino che si udiva era pari a quello proveniente dal resto del locale.
Ido, ormai quasi completamente andato, dato che la birra la reggeva senza problemi, ma era scorsa anche fiumi di parecchia altra roba, per la maggiore ad elevata gradazione, aveva intonato fra gli applausi alcuni canti tradizionali gnomici, con una stonatissima Nihal come accompagnamento, Kiara stava tenendo una lezione sul modo di cucinare i fagiolini tipico della Terra dell'Acqua, con Thena che dava consigli, Learco e Lonerin, a quanto pareva, parlavano proprio di lei, dato che bisbigliavano nella sua direzione, per poi tacere non appena li guardava, ridacchiando come ragazzini, Aires si era messa in testa di duettare con Ido, e nelle pause sfidava tutti a braccio di ferro, battendo tutti in quanto ormai avvezza a simili bevute, e a tali quantità d'alcol, che ormai non le facevano più tanto effetto. Aster... Aster era l'unico, a parte lei, ad avere sul volto un'espressione fra il divertito e lo scioccato, ed a non aver bevuto praticamente nulla. Si chinò verso di lei e sussurrò, sgranando teatralmente i magnifici occhi verdi: “Io... mi sarei fatto sconfiggere da... quella la?”, indicando la mezzelfa. Dubhe sogghignò.
All'improvviso le venne in mente qualcosa... qualcosa a cui, se fosse stata in grado di ragionare ignorando il frastuono, avrebbe dovuto pensare. Ma dopo che Ido, quello che aveva considerato un grande eroe, che l'aveva tanto aiutata nella sua lotta contro la Bestia, che le aveva saggiamente parlato sui bastioni di Laodamea, l'aveva, ormai fradicio, sfidata a duello nella saletta, ed era capitombolato al suolo tre volte su tre senza che lei facesse praticamente niente, per poi bofonchiare: “Ci sai fare, ragazzina”, e tornare a cantare... beh, un po' confusa aveva il diritto di esserlo, per Shevrar! Ad ogni modo, mancava una persona. Ma non la preoccupava la sua assenza quanto il fatto che...
Sennar!”, sibilò, prendendo Nihal, che aveva appena messo giù il quinto boccale, per il corpetto. “Lo sa quello sciagurato che dobbiamo passare inosservati? Si sarà ricordato che vi sono corsa dietro per dirvelo prima della partenza, che deve mollare Arget lontano da qui?” E ti sei ricordata, tu di quando ti sei ubriacata per la tua nomina a Cavaliere, come ti sei sentita la mattina seguente?, era sul punto di aggiungere, ma lasciò perdere. Il giorno dopo sarebbe stato un rimprovero più che adeguato.
Gli occhi di Nihal si spalancarono, la mezzelfa improvvisamente tornata lucida. “Cazzo, no!”
Lo temevo anch'io. Se ci fa beccare, 'cazzo, no!', sarà l'ultimo dei suoi, e dei nostri, pensieri. Ti giuro che sono pronta a dare le dimissioni e riprendere a fare la ladra!”
Dai, non è così cretino.”
Nooo... avevi Aster sottomano e proprio quello gnocco dovevi sceglierti?”
Nihal rise a quelle parole, segno che l'alcol stava avendo effetto, e le porse il boccale, che l'Assassina declinò. Aveva altro a cui pensare.
Aster!”, chiamò. Il mezzelfo si voltò verso di lei. “Riesci a metterti in contatto con Sennar?”
Perchè?!”
Perchè a Nihal dispiacerebbe parecchio se lo scuoiassi vivo, ed è precisamente ciò che farò se ci fa saltare la copertura! Digli di mollare il drago a qualche chilometro, e di ordinargli tassativamente di non seguirci. E di non fare scherzi”
Va bene, ora ci provo...” Aster divenne ancora più pallido di quel che era. “Troppo tardi.”
Cosa?!”

 Si udì un tonfo sul tetto. Fortunatamente la clientela era per la maggior parte completamente brilla, e gli altri lo erano a metà, perciò nessuno si preoccupò di indagare.
Il mago dai capelli rossi entrò nel separè, dopo aver ordinato un bicchiere di Squalo. “È permesso?”, chiese tenendo in mano il bicchierino viola. E poi, sgranando gli occhi: “Nihal?” La mezzelfa stava infatti concludendo il canto corale, condotto da Ido, in piedi sul tavolo, un piatto di resti dell'arrosto vicino ai piedi e un grissino per bacchetta.
Però non fu la sua ragazza a rispondergli. Un turbine vestito di nero lo agguantò per il colletto della veste da mago. Sennar, stupito, incontrò due occhi scuri e decisamente arrabbiati. “Cretino!” gli sibilò la furia. “Perchè?”, fece lui stupito. Dubhe si voltò verso la tavolata, ma probabilmente la sentì solo Aster, che guardava divertito il siparietto. “Perchè?! Perchè, mi chiedi?! Dobbiamo passare i-n-o-s-s-e-r-v-a-t-i... e tu fai atterrare il drago sul tetto, razza di deficiente! Un mese per trovare un luogo adatto e poi mi mandi tutto all'aria, maghetto da quattro soldi!” Gli picchettò col dito in testa: “Vi chiedono se sapete usarla, al Consiglio o vi tirano dentro così a casaccio? No, vero? Va a usare quel cavolo di poteri che ti ritrovi per barare a carte, va! Dovrei strapparti quelle con cui ragioni, al posto della testa, e neanche basterebbe!!! Manda via il drago...”
Si chiama Arget...”
Allora manda via Arget, i-d-i-o-t-a che non sei altro!!! E spera... no, prega che non vi abbia visti nessuno, altrimenti poi te le faccio i-n-g-o-l-l-a-r-e, dopo, condite con quello schifoso liquore!!!”
Inseguito dagli insulti dell'Assassina, sempre più sanguinosi, che gli ripetevano in termini quantomai vari e sempre più coloriti che razza di stupido era stato, Sennar disse al drago color diamante di trovarsi un posto più distante possibile per nascondersi la notte. Mi spiace, disse, ma Dubhe fa sul serio, non l'ho mai vista così arrabbiata, e....
E vorresti continuare ad andare a letto con Nihal anche in futuro, concluse il draghetto.
Già, fece il mago, imbarazzato.

 Learco e Lonerin intanto stavano guardando ll'Assassina, che con uno sbuffo tornò al tavolo. Aster sbirciò il libro e chiese: “Scoperto niente?” “Niente”, rispose lei. “Se vuoi provo a fare una ricerca con la magia...” “Se pensi possa essere utile, prova pure. E a proposito di magia... scusa se continuo a scocciarti, ti giuro che poi la smetto di romperti le scatole, però... non hai qualcosa per far passar loro l'ubriacatura?”
Mi dispiace”, sorrise il mezzelfo. “È che nessun mago ha mai affrontato un problema del genere. Non è facile come sembra inventami un abracadabra di punto in bianco.” E non mi dispiace affatto farmi rompere le scatole da te, pensò, ma visto l'umore della ladra, preferì saggiamente tacere.
“Non fa nulla, non preoccuparti. Peggio per loro! Bella compagnia di eroi!”, esclamò. “Se ci attaccano domani, combattiamo solo noi due. O meglio, solo tu. Io sono in sciopero.”

Sbuffò e tornò ad avvolgersi nel mantello nero.
Lonherin vuotò il bicchiere che aveva in mano e sussurrò a Learco: “Ma quanto sexy è quand'è così incazzata?!”
Il principe non staccava gli occhi da Dubhe. “A chi lo dici...”
 


_____________________________________________________________
Per Bloody: L'ho pubblicata, finalmente ^ ^
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Cronache del mondo emerso / Vai alla pagina dell'autore: Aesir