Brucia.
Erano
mesi che desiderava farlo, erano mesi che la guardava con desiderio. Alexander
la prese per le spalle e la appoggiò con forza al muro del sotto scala,
avrebbero potuto scoprirli in qualsiasi momento, avrebbero potuto sospenderli
per ciò che stavano facendo.. ma a lui non importava, l’unica cosa importante
era baciarla e toccarla, placare quel desiderio e quell’ossessione che aveva per
lei. D’altronde, Emma non era di certo meno ossessionata e ansiosa di ricevere
quel contatto e quelle avances da parte del ragazzo, anche se ne era al contempo
intimorita. Sapeva che era sbagliato, sapeva che non doveva lasciarsi andare
perché Alexander non era altro che un bastardo irrecuperabile, impossibile da
addolcire. Ma il suo corpo, già scosso da brividi, non voleva saperne di
allontanarsi da quello del compagno di classe.
-
Alex, smettila e fammi accendere la sigaretta. – Sussurrò Emma, provando a
mantenere basso e calmo il tono di voce. Incastrò la sigaretta che teneva in
mano tra le labbra tremolanti e aspettò che Alex le accendesse quel
veleno.
La
prima boccata fu un sollievo, la fece rilassare e calmare. Ma dopo pochi attimi
il ragazzo tornò a torturarla, tuffandosi sul suo corpo e baciandole il collo.
Le sue mani le cingevano in fianchi, le sue labbra sfioravano l’orecchio in
maniera dannatamente impossibile da sopportare.
-
Smettila. – Ripeté lei, racimolando l’ultima briciola di
autocontrollo.
-
Fermami. – Le rispose lui, con il suo solito ghigno canzonatorio, un ghigno di
chi sa sempre tutto, di chi è consapevole.
- Sm.. – La parola le si bloccò in gola quando le labbra del ragazzo scesero a baciarle il confine della maglia scollata. Le venne la pelle d’oca, all’istante. E dei brividi incredibilmente forti la scossero diverse volte, le labbra di Alex erano troppo perfette.
Alexander alzò immediatamente la testa e provò a baciarla in bocca ma prontamente Emma si spostò, lasciandolo ancora una volta insoddisfatto. Alex non si arrese, provano e fallendo diverse volte, le accarezzò la guancia e lei si irrigidì ancora di più.
Non
poteva, lo sapeva questo. Lei era fidanzata, aveva un ragazzo che l’amava e la
rispettava da mesi.. e non meritava di essere tradito. Ma Alex era davvero
diventato la sua più grande ossessione e lei non poteva più
rinnegarlo.
- Non fare così. Se non volessi baciarmi non saresti venuta qui con me. Un bacio, solo un bacio e ti lascio andare. – Le propose lui, muovendo appena le labbra rosee e perfettamente carnose. Emma annuì, arrendevole, era stanca di combattere i suoi istinti e i sentimenti che lui aveva risvegliato. Gli si avvicinò insicura, andandogli incontro e iniziò il conto alla rovescia. 3..2.. 1..
Il
bacio fu veloce, vorace e dannatamente eccitante. Fu affamato e
violento.
Le
loro lingue girarono e danzarono insieme per due minuti o giù di lì. I loro nasi
si sfiorarono parecchie volte e poi.. non ci fu più nulla. Lentamente Emma sentì
le labbra di lui abbandonarla e per un attimo le
dispiacque.
Alex si allontanò, affannato e visibilmente in difficoltà. Non l'aveva mai visto così eccitato né così sconvolto.
-
Nessuno dovrà mai venire a sapere di questo. – Proruppe Emma, dopo aver
respirato affondo. Stringeva forte i pugni, segno che si stava trattenendo dal
colpirlo o dall’assalirlo. I sensi di colpa la divorarono subito e le lacrime
cominciarono ad affiorare. Perfino la paura di essere scoperti dai professori o
dagli amici del suo ragazzo scomparve. Stava male solo per due motivi. In primo
luogo, voleva piangere per ciò che aveva appena fatto. In secondo luogo per ciò
che non aveva continuato a fare. Alex la faceva impazzire, la smania di averlo
non la faceva dormire la notte.. ma
William non si meritava d’essere tradito, William si meritava amore
incondizionato e fedeltà, lei non era stata capace di dargli ciò che gli
spettava. Ciò che si era ripromessa
di dargli.
-
Sta tranquilla. – Disse lui, dopo minuti di silenzio. – So bene che altrimenti
la tua farsa andrebbe a puttane. – Immediatamente Emma capì che la farsa a cui
Alex si stava riferendo era la sua relazione.
-
Non è una farsa. Will ed io ci amiamo, Alex. – Rispose acida, quasi a voler
convincere anche se stessa. Scoppiò subito una fragorosa risata, lo sguardo
malefico di Alex riapparve ed Emma non tardò a riconoscerlo, era sempre il
solito stronzo.
-
Sai bene che è una farsa. – Detto questo le si avvicinò di nuovo, mettendole una
mano sulla pancia, poco sopra i jeans. Emma si paralizzò e trattenne il respiro,
in attesa di una sua mossa.
-
Lui non ti ha mai fatto provare questo. – Le infilò rapidamente la mano dentro
le mutandine e iniziò a toccarla intimamente, Emma spalancò gli occhi e non fu
capace di muoversi e respingerlo, nemmeno sta volta.
Il
dito di Alex scorreva su e giù tra i suoi riccioli umidi e lei era
impassibile.
Le
labbra di lui le stuzzicarono gli angoli della bocca e poi parlò di
nuovo.
-
Lo so che ti piace. – le sussurrò all’orecchio, presuntuoso e sicuro di
sé.
-
Non ti trattenere. – per Emma fu troppo difficile continuare a stare zitta,
quindi liberò un gemito nell’aria, che risuonò lungo la rampa di
scale.
Il dito di Alex non voleva saperne di fermarsi, ed Emma sentì di stare per impazzire, quando poi il ragazzo le scostò la maglia ed il reggiseno per baciarle un capezzolo credé addirittura di stare per svenire o morire. Alex le prese gentilmente la mano e la infilò dentro i suoi pantaloni, Emma la mosse, toccando e masturbando il membro del ragazzo.. stavano entrambi per avere un orgasmo. Emma si mosse sopra la mano di Alex che meticolosa continuava il suo lavoro e nel frattempo continuò a toccarlo.
-
Basta, ti prego. – Lo implorò diverse volte, ma sembrava quasi che lui soffrisse
di sordità, la verità era che non l’avrebbe mai lasciata andare a meno che non
li avessero scoperti. Dopo altri secondi ed un bacio, Alex si svuotò sulla mano
di Emma e lei fece lo stesso, gemettero e si baciarono sulla bocca, quasi
ridendo della pazzia che avevano appena compiuto.
- C’E’ QUALCUNO QUI SOTTO? – Dei passi sulle scale li fecero allontanare e ricomporre, la bidella spuntò dopo qualche secondo, con una faccia incredibilmente arrabbiata. Per fortuna non si erano spogliati più di tanto. Ricordarono finalmente che si trovavano a scuola, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. Sarebbero dovuti essere in classe, col prof di matematica.
-
QUANTE VOLTE VI HO DETTO CHE QUI NON SI FUMA? –
I
ragazzi si guardarono e ridacchiarono sommessamente, solo allora Emma si accorse
di avere ancora la sigaretta in mano, si era consumata senza che lei se ne
accorgesse, proprio come la loro ossessione.
THE
END.
Oddio ma cos'è questa cosa? Non so nemmeno come mi sia venuta in mente, o perché la stia pubblicando. Datemi una qualsiasi opinione, vi saluto con un bacio.
Stefy.