Serie TV > Streghe
Ricorda la storia  |      
Autore: KikiWhiteFly    28/10/2011    2 recensioni
{A Noemi}.
Cole/Phoebe - raccolta di missing moments.
#5.
«Una vita senza te, Phoebe, non sarebbe mai stata una vera vita umana per me», diceva Cole, con il solito tono galante.
Poi la baciava, nel modo più passionale possibile, Phoebe perdeva la razionalità quando le loro labbra venivano a contatto.
«Io ti amo Cole Turner, non vorrei mai che ti accadesse qualcosa a causa mia».
«Troppo tardi, qualcosa è già accaduto».
Cole afferrò la sua mano e la mise sul proprio petto; Phoebe sembrò realizzare il senso del gesto solo in quel momento, il suo fidanzato era di poche parole ma sapeva ponderarle bene.
«Questo è un colpo basso», dibatté la strega, rubandogli l'ennesimo bacio.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cole Turner, Phoebe Halliwell
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



A Noemi, perché amiche come lei ormai non ne esistono quasi più.

Per le risate, le lacrime, le confessioni, i segreti e, sopratutto, tante,

tantissime, meravigliose conversazioni.

Mi sono dibattuta a lungo sulla scelta di questo regalo, alla fine ho deciso di

tornare ai vecchi amori: Cole e Phoebe, credo che sia il pair sul quale siamo più d'accordo.

Con affetto (un regalo di compleanno in ritardo) tesoro,

ti voglio bene. <3





Lès Misérables





#1.



Osservando il procuratore distrettuale procedere in sua direzione, Phoebe si sentì venire meno; poi, pensò, era una donna forte, una delle streghe più potenti, la sua reputazione non poteva uscirne lesa per un simile errore di calcolo.

Quindi frenò il cuore, fissò con espressione sorniona l'attraente figura di Cole Turner e cercò di imporsi un contegno decoroso.


«Come mai da queste parti?».

Phoebe coltivava l'illusione che, magari, lui si fosse recato all'università proprio per lei – sarebbe stato romantico, sì.

«Passavo qui per...».

«... me?».

Si accorse solo un attimo dopo della terribile gaffe, troppo tardi per rimediare.

«O-Oddio. Perdonami, io... ecco, devo proprio andare!».

Non avendo delle scusanti preferì fuggire, certa che Cole Turner avrebbe riso dietro le sue spalle.

Oh, bene, un altro tentativo di approccio fallito, l'ennesima magra figura.

Agli occhi di Cole, effettivamente, lei non era altro che una ragazzina, tutt'al più un altro cliente da difendere oppure un testimone oculare da proteggere.

«Phoebe!», correva così velocemente da non essersi accorta di stringere la mano di Cole, era talmente arrabbiata con se stessa da non badare più a nulla, «A dirla tutta, non passavo qui proprio per caso».



#2.



La prima volta che si svegliò accanto a Phoebe si sentì solamente un essere umano qualunque, il quale si era innamorato di un altro essere umano qualunque.

Nulla di più semplice, no?

Il problema era che loro non erano “esseri umani qualunque”: bisognava guardare alla realtà dei fatti, fare i conti con il sangue che scorreva nelle loro vere e che, pur volendo, non avrebbero mai potuto rinnegare.

Stringendola tra le braccia, però, Cole vedeva una ragazza che chiedeva solamente di essere amata – e, in tutta coscienza, poteva davvero negarsi a quella richiesta?


In quel momento si sentiva un essere umano, sì, alle prese coi postumi dell'amore.

Sentendo il getto d'acqua calda scorrere sulla sua forte muscolatura, Cole non era altro che un uomo: aveva appena vissuto una notte intensa, una delle più importanti della sua vita, al suo fianco c'era una donna che riusciva a renderlo più vivo di quanto lo fosse mai stato in cento anni.

Phoebe lo raggiunse quatta, sorprendendolo alle spalle: Cole sentì le sue lunghe unghie pizzicargli lo sterno, dopodiché si voltò e la vide di fronte a sé.

Erano gli occhi di Phoebe ad averlo reso davvero umano, nulla più.




#3.



Cole avrebbe dovuto ucciderla, solo così avrebbe messo fine al suo dolore.

Si sarebbe dovuto attenere al copione: avrebbe dovuto stringere Phoebe tra le braccia – un'azione deplorevole per un demone, giusto? –, poi, nel momento più opportuno, inferirle il colpo mortale.

E avrebbe dovuto godere alla vista del suo sangue, sì, il potente Beltazor avrebbe assistito alla fine del trio.


Invece, le sue difese parevano venire meno: Phoebe Halliwell se ne stava tra le sue braccia, debole e fragile, non chiedeva altro che il suo conforto. E, cosa ben più importante, Cole non riusciva a tirarsi indietro – la sua metà umana era inspiegabilmente più forte dell'impulso demoniaco –, stringerla tra le sue forti braccia era quasi... piacevole, possibile?

Cole afferrò il suo mento senza applicare troppa pressione, osservò la sua espressione affranta dal dolore e ne fu quasi afflitto in prima persona: in quel momento abbandonò ogni riserva demoniaca e lasciò che fosse lei, invece, ad accoltellarlo.

Magari la metà demoniaca avrebbe provato un'incommensurabile piacere ad infliggerle dolore ma la metà umana si opponeva con tutte le sue forze e, Cole dovette ammetterlo con se stesso, quella notte non aveva fatto quanto poteva – voleva? – per frenarla.




#4.



«Ci incontreremo nel mausoleo, è il secondo posto sicuro che conosco».

«Quale sarebbe il primo?».

«Qui con te».


Quando Cole la liquidava con quelle frasi, Phoebe temeva sempre che sarebbero state le ultime che avrebbe sentito in sua presenza – non sapeva spiegarsene razionalmente il motivo, era solo una sensazione.

Lo attendeva al mausoleo da oltre due ore, il nervosismo cresceva ogni istante di più; Phoebe iniziava a pensare che lasciarlo andare fosse stato uno sbaglio, farlo rientrare nella Confraternita era un suicidio.

Non solo per l'incolumità di Cole, bensì per una cosa molto più importante: il suo sangue.

Sì, il sangue, non poteva negarlo: nelle sue vene il demone non vedeva l'ora di prevalere, magari di uccidere una strega e provare nuovamente emozioni perdute.

Era quello che preoccupava Phoebe, benché difendesse il fidanzato a spada tratta di fronte a Prue e Piper, il loro futuro era sempre all'orlo di un precipizio.


Quei pensieri la mandavano in confusione, indubbiamente, l'unico rimedio sarebbe stato quello di rinnegarli. O, magari, di rinunciarvi finché era ancora in tempo – sebbene avesse l'impressione di esserne troppo coinvolta per uscirne, il pensiero di una vita senza Cole la distruggeva mentalmente.

Quindi, l'unica cosa che poteva fare era attendere fiduciosamente.

Lui si sarebbe fatto vivo, l'avrebbe abbracciata e rassicurata con le sue parole.


#5.



Ora che Cole non possedeva più i suoi poteri Phoebe temeva per il loro futuro ancora di più.

Quando era un mezzo demone poteva difendersi, perlomeno.

Ora che era un essere umano era vulnerabile e Phoebe non era sicura che vivere insieme a tre streghe ed un angelo bianco avrebbe rappresentato una situazione ottimale per Cole.

Subentrava il senso di colpa, allora, la convinzione che Cole avrebbe vissuto una vera vita umana lontano da lei. Quando nella sua mente germogliavano pensieri così tristi, però, il suo fidanzato provvedeva subitaneamente a rassicurarla.


«Una vita senza te, Phoebe, non sarebbe mai stata una vera vita umana per me», diceva Cole, con il solito tono galante.

Poi la baciava, nel modo più passionale possibile, Phoebe perdeva la razionalità quando le loro labbra venivano a contatto.

«Io ti amo Cole Turner, non vorrei mai che ti accadesse qualcosa a causa mia».

«Troppo tardi, qualcosa è già accaduto».

Cole afferrò la sua mano e la mise sul proprio petto; Phoebe sembrò realizzare il senso del gesto solo in quel momento, il suo fidanzato era di poche parole ma sapeva ponderarle bene.

«Questo è un colpo basso», dibatté la strega, rubandogli l'ennesimo bacio.

Cole lasciò che le loro mani si cercassero per infiniti minuti, poi la spinse contro il materasso.

«Mi avvalgo della facoltà di non rispondere», rispose lui, prima di amarla nuovamente senza riserve.



#6.



Doveva sentirsi sollevata, le tre streghe del trio erano riuscite a sconfiggere uno dei demoni più leggendari. Per non parlare del fatto che, almeno per un po', nessun essere malvagio le avrebbe minacciate, si poteva dire che con la morte del potente Beltazor avevano conquistato la gloria.


Una sensazione di vuoto dimorava nel cuore di Phoebe, però, ormai aveva pianto così tanto che le lacrime sembravano avere un antiquato sapore sulle sue labbra.

Cole aveva commesso tanti sbagli, a partire dal fatto che l'aveva ingannata: Phoebe non poteva fare a meno di pensare a quanto sarebbe potuta andare assai diversamente la loro vita se avessero preso le scelte giuste nel momento più adatto.

Eppure, nonostante tutto, i sentimenti di Cole erano autentici: la sua metà umana l'amava, l'aveva sempre amata, non era mai riuscito a cedere all'istinto di uccidere. Viveva sotto lo stesso tetto della Sorgente di tutti i mali e mai come in quel breve ma intenso periodo si era sentita protetta.

Sì, il suo matrimonio con Cole si sarebbe potuto definire “travagliato” per alcuni versi; pur tuttavia Phoebe non avrebbe mai covato un ricordo amaro, almeno riguardo i primi tempi.


Erano stati i primi, probabilmente, ad aver commesso un passo tanto azzardato: nessuno avrebbe scommesso circa una relazione duratura tra due universi così opposti ma, tuttavia, complementari.

Il loro amore era stato una piccola vittoria, si potrebbe dire, alla fine.

Peccato che in quel momento sulle labbra di Phoebe restasse solo il sapore agro della sconfitta e, quel che era peggio, della perdita.



#7.



Phoebe indugiò lo sguardo su una curiosa scatolina di velluto, comparsa di fronte ai suoi occhi proprio in quel momento – credeva di aver accantonato il suo doloroso passato, pensava di aver messo una pietra miliare sulla “questione Cole”.

Si avvicinò quatta, coltivando l'illusione che un demone – chissà, magari un mezzo demone nostrano – potesse apparire da un momento all'altro. Aprì la preziosa custodia, quindi, osservò con un po' di malinconia la fedina dorata che, a distanza d'anni, luccicava ancora come il primo giorno.

Non senza un leggero tremolio prese in mano l'anello, Phoebe ricordava perfettamente quel giorno: sembrava che nulla potesse turbare la sua felicità, tutto pareva andare per il verso giusto per una volta nella sua vita.

Poi, come da copione, il suo cuore ne era uscito distrutto.



Tuttavia, con il passare degli anni, non aveva potuto fare a meno di ripensare a Cole Turner – ai suoi occhi era ancora il procuratore distrettuale nonché, sotto mentite spoglie, un mezzo demone che cercava la sua vera identità –, alla passione che li aveva inevitabilmente travolti e, in egual maniera, distrutti.

Forse il vero amore era proprio quello, anche se non l'avrebbe mai ammesso a voce alta: valeva la pena essere travolti dalla passione più vorace e, se necessario, morire in nome della stessa.

Poiché, a conti fatti, amarsi significava accettare di essere uno, duplice e molteplice: un unico corpo, due anime nello stesso, molteplici le forme che potevano assumere.



Molti anni dopo, Phoebe avrebbe raccontato quella storia ai suoi figli – forse romanzandola, magari apportando delle modifiche –, che avrebbero riso di gioia, pregandola di narrare nuovamente dall'inizio.


«E così il demone cattivo si innamorò della strega buona. Lei gli preparò una pozione e lo trasformò in un magnifico principe!».

«E vissero felici e contenti, mamma?», chiese una delle due bambine, con gli occhi colmi di curiosità.

«Sì, vissero felici e contenti».


Phoebe sorrise, poi si voltò in direzione della finestra per osservare il cielo stellato: da qualche parte, magari in una realtà alternativa, Cole era accanto a lei come un essere umano qualunque – forse raccontava la medesima storia ai loro bambini, chissà.





~






Note, varie ed eventuali.



Dunque, alcune spiegazioni: le sette flashfic si riferiscono alla terza, quarta e quinta stagione di “Streghe”.

L'ultima flash, invece, è di mia inventiva: magari qualcuno non sarà d'accordo ma, comunque, io credo che Cole sia stato il “grande amore” di Phoebe. Ed il fatto che nell'ottava stagione lei ammetta di “aver conosciuto l'amore solo grazie a Cupido”, ultima puntata, mi è sembrata un'affermazione esagerata. Comunque, sono personali interpretazioni. u__u

Spero abbiate gradito il mio “percorso”, annoto qualche spiegazione in più per chiarire qualche – possibile – dubbio:


#1. Storia collocata, grossomodo, dopo la 03x01 – il primo incontro tra i due, insomma.

Ovviamente: il dialogo è di mia totale inventiva.

#2. La prima volta di Cole e Phoebe, post-risveglio. Lei non sa ancora che lui è un demone – non ricordo quale episodio fosse, sicuramente uno dei primi dieci della terza stagione.

#3. La famosa scena in cui Cole stava per uccidere Phoebe ma, in ultimo, si ricrede e la lascia andare. (<3)

#4. Episodio 03x19, nella versione italiana “Doppio gioco”. È la puntata in cui Cole si finge “rimpatriato” tra i demoni, aiutando in gran segreto le sorelle.

#5. Quarta stagione, in generale, poco prima che Cole diventi la Sorgente di tutti i mali. Per intenderci: il breve intermezzo in cui è umano.

#6. Ho preferito inserire la morte di Cole nella 04x20 – anziché la morte della quinta stagione –, poiché ho trovato quella scena molto più toccante rispetto a quella della quinta stagione.

#7. Totalmente di mia invenzione: concedetemi almeno il lusso di sognare Phoebe e Cole felici nei miei sogni... ditemi, quanto sarebbero stati perfetti i loro figli? ;A; – no, vabeh, non si nota proprio che Cupido non mi va granché a genio. XD



Bon, fine. <3

A proposito dell'ultima flash, prossimamente potrei scriverci qualcosa – una “What If”, senza alcun dubbio –, ho un'idea che mi è venuta in mente e ve la anticipo solamente.


Grazie per aver letto,

Kì.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Streghe / Vai alla pagina dell'autore: KikiWhiteFly