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Autore: Light Lynx    28/10/2011    1 recensioni
Ghecis come sì sà ha un occhio finto...
un occhio che nessuno sà come sia potuto sparire del nulla...
ecco la mia ipotesi
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
- Questa storia fa parte della serie 'Creepy pasta Pokèmon'
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Aveva 10 anni, si chiamava Ghecis. Un nome insolito per un bambino, i suoi genitori gli avevano detto che quel nome apparteneva a uno dei 3 antichi cavalieri dei draghi leggendari, Reshiram, Zekrom e Kyurem.
Viveva a Soffilieve, quel giorno sarebbe andato a prendere il suo starter, non ne voleva uno, li voleva tutti. Aveva passato le ultime due settimane solo a pensare a come fare per rubare tutte le tre pokèball. Per farlo voleva vestirsi da ninja, aveva un vecchio mantello del nonno un mantello viola e giallo con due occhi. Se lo mise a mo di tuta ninja e si diresse verso il laboratorio.
A quel tempo il professore era un certo Alessandro Aralia, suo fratello minore era il suo assistente, Gasparago Aralia.
Aveva deciso di entrare segretamente nel alboratorio e prendere le pokèball.
Tutto stava filando liscio, stava per uscire con le tre pokèball, quando sentì una voce dietro di sé: -Ghecis, che ci fai qui piccolo?- era Alessandro. Ghecis neanche ci pensò prese un coltello che aveva sempre con sé e lo infilzo nello stomaco di Alessandro, poi rendendosi conto di ciò che aveva fatto, estrasse il coltello e scappo via.
Era ormai lontano, si mise il mantello a posto, gli stava un tantino grande, in più aveva delle macchie di sangue addosso, avrebbe dato troppo nell'occhio.
Fece uscire i tre starter, li guardò, poi li rimise nelle pokèball senza dire una parola.
Da quel momento in poi il suo viaggio era iniziato.
Non sì sa nulla su come Ghecis abbia attraversato Unima inosservato.
Cambiava pokèmon spesso, i pokèmon che non voleva più li abbandonava.
Dopo la caduta del team plasma, la giovane capopalestra Animone ha deciso di raccontare un fatto che quando aveva 5 anni ha visto con i suoi occhi, queste sono le sue parole testuali: -Avevo 5 anni, mia mamma era la capopalestra. Io stavo spesso in palestra a guardare mia mamma battere gli allenatori che la sfidavano, oppure giocavo con woobat, il mio attuale swoobat.
Un giorno un allenatore è entrato nella palestra urlando di 3 allenatori vestiti in modo strano che erano finiti sotto una frana nella torre cielo.
In quel momento mia madre stava lottando con un ragazzo di circa 17 anni, aveva i capelli verdi e uno strano mantello viola e giallo. Mi rendo conto solo ora che era Ghecis. Mia madre aveva appena finito il combattimento con Ghecis es entrambi si precipitarono sul luogo.
Andai anche io per capire che cosa stesse succedendo, in quel periodo il mio woobat si era evoluto da pochi giorni, ma riusciva comunque a volare.
Mi portò alla torre, vidi mia mamma in ginocchio accanto a delle macerie, le mani in crociate e le lacrima le bagnavano il volto.
Spostai lo sguardo sulle macerie, avevano macchie scarlatte, ma sopratutto fresche.
Il ragazzo di prima aveva il capo chino e teneva i pugni chiusi, tremava.
Vidi una lacrima scendere dal suo volto.
Poi senza preavviso fece uscire un pokèmon della sua pokèball e gli disse di spostare la macerie, poi urlò: “questo è un cimitero per pokèmon! Non voglio vedere un umano morire qui mentre dava un saluto a un suo pokèmon!” aveva le lacrime agli occhi. Poi tirò fuori tutti i suoi pokèmon e insieme iniziarono a spostare le macerie. Non posso credere che la stessa persona che ha salvato la vita a altri tre esseri viventi sia riuscito a fare ciò che ha fatto.
Ghecis trovò i corpi. Incredibilmente, i tre allenatori erano ancora vivi, non riuscivo a crederci.
Io stavo guardando tutto dall'alto, dal dorso di swoobat.
Salvò la vita di quella tre persone.
Erano ninja specializzati nello tutti e tre in qualcosa di diverso, uno nello spionaggio, uno nella mimetizzazione e uno nell'infiltrazione.
Dopo un po mi giunsero notizie del ragazzo e dei ninja. Stavano tutti bene.-
Anemone concluse il suo discorso con le lacrime che le rigavano il bel volto.
Un po di anni dopo il racconto di Anemone, Ghecis era arrivato alla lega pokemon, stava per entrare, ma prima disse a i tre ninja di non seguirlo e di non proteggerlo da lì in poi.
Ghecis entrò da solo nella via vittoria, si fece strada in essa.
Stava zoppicando tranquillamente, zoppicava perchè un pokèmon si era ribellato a lui dopo che aveva visto il suo padrona menare una altro allenatore per avere dei soldi, così il pokèmon lo attaccò alla gamba.
Ghecis li uccise senza il minimo rimorso, lui e l'allenatore.
Zoppiacava lasciando una scia di sangue dietro di lui.
All'improvviso sentì un rumore dietro una roccia, -Probabilmente, un pokèmon attirato dal sangue.- pensò.
Aveva ragione, era uno Zweilous.
L'odore di sangue aveva attirato il pokèmon, aveva un aspetto strano, era magro, molto amgro, probabilmente non mangiava da molto tempo, e Ghecis doveva essere il suo spuntino.
Il pokèmon uscì dall'ombra e andò verso Ghecis che lentamente stava tentando di allontanarsi dal luogo.
Il pokèmon con una codata lo fece cadere a terra.
Lo attaccò con le due possenti mascelle, con la coda gli spezzò il la spina dorsale, e una zampata gli arrivò dritto in faccia colpendo un occhio.
La faccia gli sanguinava pericolosamente, in poco tempo aveva la faccia bianca come un lenzuolo, e la schiena gli impediva qualunque movimento.
Il pokèmon mise le zampe sul petto di Ghecis e iniziò a leccare il sangue dalla ferita sulla faccia. Ghecis sentiva le viscide lingue entrargli nella faccia e mangiare un po per una un l'occhio.
Avevano talmente fame che non riuscivano neanche a litigare per il cibo.
Ghecis prese una pokèball, e ne estrasse il pokemon, e lo mandò contro Zweilous che però uccise il pokèmon senza molte difficoltà nonostante la debolezza dovuta alla fame.
Zweilous sì spostò sulla carcassa del pokemon lascinado in pace Ghecis. Non gli dispiaceva del pokèmon anzi tentò di mandare contro Zweilous anche gli altri pokèmon che aveva con sé sperando anche un po di vendicare il suo pokèmon.
Ma vennero tutti uccisi come il primo.
Ghecis svenne, ma poco prima di svenire disse poche semplici parole: -Venite miei servi.-
Il trio oscuro era accanto a Ghecis, erano in un ospedale.
L'occhio di Ghecis era bendato.
-Cosa volete fare lord Ghecis?- disse il trio appena videro che il loro capo ricominciava a prendere sensi “vendicarmi” rispose lui.
-E come volete fare?cercherò un erede, lo accetterò come mio figlio, oppure metterò in cinta una donna, chi lo sa?, poi resusciterò i tre draghi e mi vendicherò di quel pokèmon che ha distrutto il mio sogno di diventare campione, anzi... mi vendicherò di tutti gli allenatori di tutti i pokèmon che hanno distrutto il mio sogno, questo è e sarà il mio obbiettivo.-
-Come lei vuole Lord Ghecis, signore tenga questa.- disse un membro del trio porgendo una lastra rossa a Ghecis. -Cosè?-
-Una lastra che le permetterà di continuare a vedere, signore.-
-Grazie.- rispose -Ma ora andiamo.-
-Subito signore.-
COME LA STORIA VÀ AVANTI TUTTI LO SAPPIAMO... BASTA GIOCARE A POKÈMN NERO O BIANCO, MA...

-È ormai da 9 mesi che sono in prigione, mi sento solo.-
Parlava da solo, era in prigione da nove mesi per aver tentato di dominare il mondo per molestia su minore e per aver distrutto la vita a due poveri gemelli.
-Signore simo qui per lei-
-Oh... trio da quanto tempo, ma cosè questo odore?-
Nell'aria aleggiava un odore di sangue. -Abbiamo ucciso le guardie signore, la faremo evadere.-
-Finalmente-
-Ora cosa farete Lord Ghecis?-
-Andrò a Hoen e lì continuerò il mio piano, ho dei vecchi amici lì...-
-Come lei vuole signore...-
   
 
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