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Autore: Eryca    28/10/2011    4 recensioni
Avevo 17 anni quando un ciclone improvviso fece il suo ingresso nella mia vita, e mi stravolse ogni piano e ogni certezza.
Avevo 17 anni quando finalmente capii che c’era un’alternativa.
Avevo 17 anni quando mi resi conto che potevo scegliere.

~
Per Amy Murray la vita significa fare ciò che è giusto. Ma qualcuno di molto particolare arriverà, e metterà in discussione tutte le sue tesi, facendole capire il vero significato della vita.
~
Attenzione: Questa non è la solita storiella d'amore, non fermatevi a questa presentazione.
***
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parental Advisory: The static age

 

Capitolo Quinto


So give me novacaine  


 


La mia mente prese a bombardarsi di domande riguardanti la coppia che mi stava dinanzi.

Billie-Joe e la Strafatta.
Non potevano che essere come quei tanti fidanzatini destinati a scoppiare.
E se Billie fosse stato realmente innamorato della Strafatta?
Eh, dai, Amy. Non essere sciocca.
Sicuramente il signor Armstrong aveva bisogno di una ragazza per soddisfare i suoi depravati istinti sessuali. Ma perché certi pensieri mi stavano balenando il cervello? Quelli non erano miei problemi, o comunque non mi sarebbero dovuti interessare.
E poi, era praticamente scontato che Armstrong uscisse con una ragazza così volgare.
Mi strinsi ancora di più nel cappotto, e attesi che la fresca brezza serale mi donasse una sensazione di conforto. La mia testa minacciava di esplodere.
Alzai la testa e trovai un Billie-Joe penzoloni sul tetto, che mi osservava con lo sguardo più strafottente che avessi mai visto in tutta la mia vita.
Quel ragazzo era davvero inafferrabile.
-Guarda chi c’è, amore mio! È la ballerina!- esclamò Miss Capelli Agghiaccianti quando si accorse della mia presenza.
“Amore mio”?
Quell’ochetta dai capelli tinti aveva chiamato Billie, “amore mio” ? Davvero pensava che Armstrong fosse il suo amore? 
Non riuscivo a capire perché me la prendevo tanto per gente del genere. Non avevo niente a che vedere con loro.
Allora perché mi infastidiva il fatto che la Strafatta fosse la ragazza di Billie?
Lanciai un’occhiataccia nella loro direzione, per poi alzare la mano in cerca di un taxi. Avevo il disperato bisogno di andare a casa e rinchiudermi in camera mia, in compagnia di una buona tazza di cioccolata calda.
Non avevo voglia di sentire la voce stridula di quella sgualdrina a perforarmi le orecchie. 
Indossavo un paio di scarpe con un poco di tacco, che mi slanciavano, rendendomi elegante senza essere volgare come la Strafatta dai Capelli Agghiaccianti.
Sentii un tonfo, come se qualcuno fosse appena atterrato da un’altezza.
Fa che non sia…
-Ehi, Barbie! Da quando in qua non si saluta più?-
Appunto.
Mi ritrovai faccia a faccia con due occhi verde smeraldo, che mi osservavano con fare divertito.
Come diavolo faceva ad essere così… intrigante?
Forse erano solo le sensazioni stupide di una ragazzina sognatrice, ma Armstrong aveva qualcosa di profondamente affascinante in lui. Qualcosa che la Strafatta dai Capelli Agghiaccianti sicuramente non riusciva ad afferrare.
Con i suoi jeans sbiaditi e strappati un po’ ovunque, Billie sembrava essere più ribelle del solito. O forse era solo la mia mente ottusa che, notando i suoi capelli arruffati e tinti, elaborava strani pensieri. I miei occhi presero a seguire il contorno del suo viso, memorizzando ogni piccolo particolare nel mio cervello. Ma perché diavolo stavo facendo una cosa simile?
-Ciao, Armstrong.- dissi con un tono seccato.
Lo schivai allungando il braccio alla ricerca di un tassista interessato ad una cliente.
Sembrava che nessuno a Rodeo avesse voglia di venire in mio soccorso.
Grandioso!
-è una mia impressione, oppure oggi sei più acida del solito?-
Mi girai verso di lui con le iridi infiammate.
-è una mia impressione, oppure oggi sei più petulante del solito?-
 Senza stupore, notai che Billie era scoppiato a ridere di buon gusto.
Il fatto che ogni volta che lo insultassi lui si mettesse a ridere era assolutamente irritante, ergo degno di Armstrong. Ormai decisa ad andarmene, gli scoccai un’occhiata infuocata, per poi scansarlo ed incamminarmi per le strade di Rodeo.
Se nessuno aveva voglia di darmi un passaggio a casa, allora me ne sarei andata a piedi.
Tutto pur di fuggire via da quell’idiota.
Tirai fuori dalla tasca il cellulare e notai che nessuno mi aveva cercata.
Fantastico. A nessuno interessava della mia vita.
Oh, Amy! Non fare la melodrammatica!
Sicuramente mio padre era in tribunale e non aveva il tempo di preoccuparsi di me. Era una cosa più che comprensibile, e non gliene potevo fare una colpa.
Ma mia madre?
Oh, quel giorno era alla riunione del Club di Lettura. Come avevo potuto non pensarci prima?
Ma Jake?
Piscina, giusto.
Sembrava esserci stata una coalizione di impegni contro di me. Ma in fondo nessuno si stava preoccupando per me poiché a quell’ora dovevo essere nel bel mezzo della lezione di danza.
Ma per colpa di qualcuno stavo arrancando verso casa.
Maledizione!
Di nuovo Billie-Joe era riuscito a farmi andare su tutte le furie. Non ero mai stata una persona irascibile, e ora quel completo idiota mi faceva impazzire. Sarebbe riuscito a far innervosire anche Gandhi, probabilmente.
Vidi che un Billie saltellante mi stava affiancando, con un fastidiosissimo sorriso stampato in viso.
-Che diavolo stai facendo?- chiesi sbottando.
Lo vidi rovistare nelle tasche dei logori jeans, per poi tirare fuori un pacchetto di sigarette.
Se ne accese una, intossicandosi i polmoni e l’aria che ci circondava.
Oltre che delinquente, idiota e fastidioso, era anche un fumatore.
Hai fatto il pieno, Amrstrong!
-Ti sto accompagnando, non credo sia una buona idea andartene in giro da sola per le strade di una città brulicante di criminali come Rodeo.-
Mi scappò una risata. Quello era davvero il colmo.
-L’unico malvivente che vedo nei paraggi sei tu.-
Si finse stupito e offeso, portandosi il palmo della mano alla bocca: una scena raccapricciante.
-Così mi ferisci nel profondo, Barbie.-
Oh, certo.
Il cielo andava annuvolandosi, e oltretutto si stava anche facendo buio; doveva essere praticamente ora di cena. Non potevo arrivare in ritardo a casa.
D’un tratto mi resi conto che una figura sgambettante ci stava rincorrendo.
Una figura dotata di una folta chioma color fucsia.
Oh, no. Non ancora lei.
-Billieee, amore! Che stai facendo?!-
Soffocai una risata, alla vista di un Billie-Joe sbuffante. Quella ragazza sembrava seccarlo. Si girò verso di me con occhi speranzosi, ma non avevo nessuna intenzione di aiutarlo.
-Celine, vattene.-
Oh, beh. Finalmente si scopriva il nome della Strafatta, che non era per niente scontato.
Ma la cosa non mi interessava più di tanto, perché ero rapita dall’espressione dura di Billie, che sembrava voler mandare via quella ragazza a tutti i costi.
Diavolo! Un comportamento degno di lui. Probabilmente si portava a letto Celine quando non aveva nulla da fare, per poi scaricarla quando non gli serviva più.
In quel momento provai compassione per quella ragazzetta. Chissà che diavolo aveva in testa.
Gli occhi di Celine si riempirono di lacrime.
Se non fosse stata una punk strafottente che mi aveva appena insultata, le avrei anche offerto il mio aiuto. Sembrava così affranta. Come poteva Armstrong essere così insensibile?
Dove diavolo lo teneva il cuore quel ragazzaccio?
-Ma Billie... Tu hai detto... Hai detto che io e te stiamo insieme... Che ci...- vidi la delusione dipingersi sul suo volto, coprendole i lineamenti come una maschera d’ombra. Non riuscivo a distogliere gli occhi dal suo viso dolorante.
-Io non ho mai detto che io e te siamo fidanzati, Celine.-
Il volto di Armstrong era impassibile come quello della mia professoressa di Arte durante le interrogazioni.
Non traspariva alcuna emozione dai suoi occhi, che di solito ne erano colmi.
In quel momento Billie era vuoto; si era nascosto dietro un muro di fortificazione, che gli avrebbe impedito di sentirsi in colpa per Celine, che gli avrebbe evitato i dolori.
Ecco qual era il segreto di Armstrong: una dannatissima maschera.
Solo così riusciva ad andare avanti.
-Me ne devo andare, vero, Billie?- domandò come un cucciolo obbediente.
Come poteva sottomettersi a lui in quel modo?
Come poteva essere così dipendente da un completo idiota che l’aveva appena umiliata davanti a tutti?
Qual era il suo problema?
Mi sentii così arrabbiata con lei, avrei voluto prenderla a schiaffi ed imporle di svegliarsi, di farsi una vita. Come poteva una ragazza della sua età ridursi in quel modo?
Grazie a Dio ho mio padre.
-Si, Celine, torna a casa.-
Questa volta il tono di Billie risultò quasi dolce e apprensivo. Le stava quasi consigliando docilmente di andarsene via, perché sarebbe stato meglio per lei.
Ma a me non piaceva l’idea di rimanere sola con Armstrong.
Celine diede un ultimo sguardo furtivo, per poi girare sui tacchi e allontanarsi barcollando.
Sicuramente aveva dei seri problemi fisici, oltre che psicologici; lo si poteva notare dalla corporatura minuta e troppo esile per una ragazza della sua età. Quando alzava le braccia si potevano notare le ossa.
Di certo non era in salute.
Il marciapiede su cui transitavamo, posto sulla sinistra della strada, era abbastanza largo e in ciottolato, e Celine sembrava trovarsi in difficoltà con gli altissimi tacchi.
-Non dovresti aiutarla? Sembra malata.- osservai dimenticando per qualche secondo dell’astio tra me e Billie.
Quest’ultimo si rigirò tra le dita la sigaretta con fare pensieroso. Billie-Joe sembrava realmente confuso, mentre perso nelle pieghe della sua mente, scrutava il nulla. Certe volte appariva profondamente intoccabile, come se dentro di lui si nascondessero chissà quali segreti e verità.
Era un mistero.
-La sua malattia non è curabile con dei farmaci.-
Che diavolo stava farneticando? Qualsiasi tipo di malanno poteva essere sconfitto con dei medicinali.
-Di che cosa stai parlando?- chiesi sempre più confusa.
Si girò verso di me con uno sguardo carico di dolore, che mi fece tremare le gambe.
Per quanto poco conoscessi Billie-Joe Armstrong, non lo avevo mai visto con un’espressione così addolorata. Sembrava così vecchio in quel momento..
Mi sorrise amaramente cercando di placare i miei timori, eppure mi fece ancora più preoccupare.
-La malattia di Celine si chiama eroina.-
Ci fu un istantaneo blocco totale del mio cervello.
Non poteva essere.
Ok, aveva tutta l’aria di essere una ragazza senza speranze con le sue occhiaie nere e le braccia magre, ma non poteva essere malmessa fino a quel punto.
Avevo pensato che magari si fumava qualche spinello, o magari anche qualcosa di più pesante, ma..
Eroina.
Come poteva davvero essere una tossicodipendente fatta e finita?
Non riuscivo ad elaborare pensieri sensati, o almeno un poco coerenti.
La droga era sempre stato uno degli argomenti più gettonati nel corso di Attualità, e ne sapevo parecchio sull’argomento... Ma ora che avevo visto come un drogato era ridotto mi sembrava di non averne mai sentito parlare.
Era così lontano dal mio mondo, che fu uno sconvolgimento totale per me.
Probabilmente impallidii perché Billie, inarcò un sopracciglio, osservandomi, per poi battermi su una spalla.
-Barbie, ti senti bene?-
Ma vai a quel paese, Armstrong! –Io.. Si, sto bene.-
Cercai di darmi una calmata e di acquisire un portamento degno della mia persona, ma probabilmente i risultati furono scarsi.
E comunque ero troppo sconvolta per preoccuparmene realmente.
-Celine è un eroinomane?- chiesi, speranzosa di una negazione da parte sua. Lo vidi solamente annuire, aspirando un grosso tiro dalla sigaretta. Non era nel mio mondo in quel momento, si stava nascondendo dalla vita.
-Non ci posso credere, è sconvolgente...- farfugliai più rivolta a me stessa.
-Questa è la vita di noi giovani di periferia, Barbie. Il mondo non è tutto rose e fiori. Quello è solo il tuo.-
Altro colpo basso, dritto nello stomaco.
Quel giorno sembrava non dover finire mai. E la colpa era solo esclusivamente di Armstrong.
Sembrava essere entrato nella mia vita per sconvolgerla. Non risposi alla sua provocazione, ormai priva di ogni voglia di controbattere, e mi accasciai al muretto.
Dio Santo, povera Celine..
-Ti va di fare due passi?-
L’invito suonò strambo alle mie orecchie. Billie non chiedeva qualcosa, lui te la imponeva in modo sgarbato. Cercai l’astio nelle sue parole, eppure non lo trovai.
Possibile che volesse solo fare quattro passi in mia compagnia?
Puntai i miei occhi nei suoi, e mi persi nel verde.
Abbozzai un sorriso.
-Andiamo.-
 
 
 
 
Il fiume che stava dinanzi a me era di piccola portata, eppure aveva un qualcosa di veramente affascinante.
La radura circostante era rigogliosa e colorata, quasi come se solo il ruscello avesse il potere di renderla così bella e lussureggiante.
Gli alberi erano alti e colmi di foglie verdi, segno che erano in salute. Il terreno era interamente ricoperto di aghi di pino, che gli donavano un’aria stranamente magica.
Ero seduta su un grosso masso, mentre Billie era in piedi poco distante da me, intento a lanciare sassolini nell’acqua. C’era un’atmosfera di accogliente intimità.
-Quando eravamo piccoli, io e Celine, venivamo spesso qui a lanciare pietre nel fiume. Lei si arrabbiava sempre perché sosteneva che io prendessi massi più grandi solo per schizzarla.-
La voce di Billie era distante di anni, e perso nel suo racconto passato sembrava una persona differente a quella che avevo conosciuto nei giorni precedenti.
Sembrava quasi fragile.
-Beh, sarebbe stato proprio un comportamento degno della tua persona.- cercai di sdrammatizzare.
Sfoderò un sorriso sghembo, che mi fece stare ancora peggio. Cercava di sorridere per non sembrare troppo debole. Ma allora perché si stava aprendo a me?
Nessuno glielo aveva chiesto, era stato lui ad invitarmi per una passeggiata.
Che diavolo aveva nella testa Billie-Joe?
-Touché.- sogghignò tornando il Billie che avevo conosciuto.
-Come mai ho accettato di fare un giro insieme a te?- chiesi con un tono scherzoso.
Avevo voglia di accantonare la rivalità che si era creata tra me e Billie; non sapevo perché, ma sentivo che avrei dovuto ascoltarlo almeno un po’.
C’era qualcosa in lui che mi affascinava più di ogni altra persona.
-Perché non puoi resistere al fascino di Billie-Joe.- ammiccò nella mia direzione.
-Se per fascino intendi jeans sudici e capelli color canarino, allora si.-
Lo vidi scoppiare a ridere, e il suo viso si illuminò trasmettendomi reale felicità.
Non mi sentivo così da... Mai?
Quel ragazzo avevo qualche dote nascosta, davvero.
-Questo era un colpo basso, Barbie.-
Guardai i suoi lineamenti resi più dolci dal sorriso, che aveva la sua sorgente negli occhi.
Riusciva ad ravvivare qualsiasi cosa con il suo splendido riso.
Come avevo potuto non accorgermene prima?
Alzò le mani in segno di resa, e si accomodò sull’erba accendendosi una sigaretta.
Aveva dei seri problemi con il fumo, dannazione! Si accendeva una sigaretta dopo l’altra.
-Fumare fa male, Armstrong.-
Lui si girò nella mia direzione sputando una nuvoletta di fumo dalla bocca, con fare molto strafottente.
Degno di Billie-Joe, certo.
-Anche fare tutto ciò che dice “paparino” fa male.-
Bam.
Ennesimo colpo basso della giornata.
Come cavolo faceva Armstrong a sapere che facevo tutto ciò che voleva mio padre? In fondo non mi conosceva, non avevamo avuto nessun tipo di rapporto. Erano passati solo pochi giorni da quando avevamo avuto l’onore di fare conoscenza.
Come poteva leggermi dentro in quel modo?
-Non faccio tutto quello che vuole mio padre.-
Lui inarcò un sopracciglio con fare scrutatore, poi buttò fuori il fumo dal naso sistemandosi meglio sull’erba, accanto a me.
Trattenni il respiro a quella vicinanza. Non sapevo realmente perché ma mi erano venuti tutti i brividi lungo la schiena, e avevo una strana sensazione in tutto il corpo.
Volevo che Billie si avvicinasse di più.
Finiscila, Amy!
-Conosco le ragazze come te, Barbie.- tirò una boccata dalla sigaretta –Voi siete le studentesse modelle che fanno parte del Comitato Studentesco e sono Rappresentanti di Classe. Frequentate la scuola di danza più prestigiosa della città, e siete fidanzate con il capo della squadra di Football. Fate tutto ciò che è meglio.-
Non riuscivo a dire una parola. Ero assolutamente spiazzata.
Mi guardò dritta negli occhi fulminandomi con le sue iridi verdi.
-Ma vi dimenticate di voi stesse.- concluse portando lo sguardo verso l’orizzonte.
Oh, Dio.
Le aveva azzeccate tutte.
Aveva appena fatto la dettagliata descrizione della mia persona, e dei miei impegni. Eppure nello stesso tempo mi sentivo offesa e minimizzata. Quelle erano state della considerazioni spudorate, aveva generalizzato su una categoria.
Io non era una “ragazza come quelle”.
-Hai dei pregiudizi, Armstrong.- dissi seccata.
Lui rise di gusto. –Senti chi parla.-
Bloccai il mio sguardo con il suo.
Occhi negli occhi.
-Bene, io sono molto più di quello che tu hai appena detto.-
Lo vidi diventare serio in un secondo, senza troppe storie.
-E io sono molto più del classico ragazzaccio di strada.-
Bene, Armstrong.
Con quelle dichiarazioni avevamo, inconsciamente, appena deciso di approfondire la nostra conoscenza.
Quello fu l’inizio vero e proprio del mio rapporto con Billie-Joe.
 

 
***********************
 
Angolo Snap:
 
Hola, chicos! ¿Que tal?
Ecco per voi il Quinto Capitolo ^^
Allora, non devo fare particolari precisazioni o cose varie.
Solo ci tengo a farvi sapere che questo è il capitolo –come scritto alla fine del capitolo- in cui Billie e Amy mettono da parte l’astio reciproco, e anche se continueranno a punzecchiarsi e a detestarsi, in fondo al loro cuore le cose saranno cambiate.
Questo è molto importante.
Celine è un personaggio puramente inventato dalla mia immaginazione, no ha nulla a che fare con il passato di Billie-Joe, ci tenevo a precisarlo.
E comunque è un personaggio molto importante, un po’ distrutto, che apparirà ancora nella storia.
Per chi si aspettava l’arrivo in scena di Tré e Mike, in questo capitolo, sarà rimasto un po’ deluso. Ma arriveranno e saranno potenti come al loro solito, non vi preoccupate.
Non li dimentico, stiamo scherzando? xD
Se avete bisogno di chiarimenti, se avete dubbi o consigli, o cose varie, fatemi sapere.
Mi farebbe piacere se recensiste, per farmi sapere il vostro parere!
Adios!
 
Snap.



   
 
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