-Su ragazzi andiamo in palestra…Oggi dobbiamo fare una partita!-
Mattina. Quinta ora…ginnastica. Sono stanca, abbiamo fatto due verifiche oggi e sono stata interrogata…per fortuna è andato tutto bene, ma è stata una giornata orribile… adesso posso sfogarmi giocando un po’ a pallavolo…l’altra squadra non avrà scampo, vincerò io.
La partita inizia, sono alla battuta. Faccio direttamente punto con le prime tre battute, siamo già in vantaggio.
Abbiamo vinto, come mi aspettavo, ma ho notato un po’ di nervosismo in una mia compagna di classe, anche se ha giocato bene, non sono affari miei, ma sembra scossa.
Sono a casa nel mio letto…ho finito tutti i compiti e mi godo il silenzio della mia stanza…che tranquillità.
Ieri la mia compagna di classe era strana, non faccio che ripensarci.
Mentre faccio algebra (visto che ci sono anticipo un po’ di compiti) accendo la tv…mi concentro meglio se sento qualcosa ciarlare, riesco a focalizzare meglio i numeri e le operazioni da fare.
Mi piace algebra.
Dalle televisione sento delle parole orribili, che non mi sarei mai aspettata di sentire.
Quattordicenne uccisa
in una scuola della città, è stata ritrovata
nella palestra della scuola ieri
notte. A quanto pare le è stata staccata la pelle dal volto,
uno spettacolo
orribile. L’assassino non è ancora stato
ritrovato…la polizia sta indagando sul
caso.
La penna mi cade dalle mani quando fanno vedere la foto della ragazza uccisa…è lei…conosco quella foto, l’ho già vista.
Non voglio vedere le immagini del cadavere, ma sposto automaticamente lo sguardo verso la massa di pelle lacerata ed i muscoli facciali in evidenza.
Osservai per alcuni istanti quello spettacolo rivoltante.
Poi mi voltai e tornai ai miei esercizi.