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Autore: DuediCuori    29/10/2011    3 recensioni
“Vorresti dire qualcosa al tuo fratellone, Arthur caro?”
Come prevedibile, a Francis giunge come risposta un mezzo grugnito, seguito da un secco e perentorio ‘No!’.
“Sicuro sicuro sicuro?”
“Guai a te, – Arthur sibila – guai a te se provi a dire qualcosa in giro…”
“Cosa dovrei mai dire in giro, cherie?”
Arthur salta sulla poltrona, stringendo le labbra fino a farle diventare bianche, mentre lo sforzo per evitare di farsi mangiare dall’imbarazzo diventa sempre più ovvio.

Ci sono tante cose che Arthur odia di Francis. Così tante che fa fatica a ricordarsele tutte. Ma di sicuro, tra le più fastidiose, c'è quella sua dannatissima capacità di essere sempre al posto giusto, al momento giusto, per coglierlo in castagna.
E quando la rana lo ha beccato addirittura nella compromettente compagnia di un certo mister Macaroni, be', ditemi se Arthur non avrebbe dovuto commettere come minimo un omicidio quel giorno.
[Arthur/Feliciano, con la sgradevole presenza di Francis e le risate sguaiate di Antonio e Gilbert] [Maneggiare con cura]
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'UkIta - In my fantasy, fabolous world'
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*Autore: Prof
*Titolo: Un segreto per tre   
*Fandom: Axis Powers Hetalia
*Personaggi: Prussia, Spagna, Francia, Italia, Inghilterra
*Genere: generale, commedia
*Avvertimenti: shonen ai (sottinteso), flashfic, raccolta
*Rating: verde
*Disclaimer: Hetalia di Hideakazu Himaruya. L'immagine base per il banner appartiene al rispettivo proprietario. Banner realizzato da Prof.
*Prompt: Sai tenere un segreto? 
*Note: 1) raccolta scritta per la sfida contro Rota.
            2) Con quest'ultima raccolta, si chiude (per ora) l'avventura Ukita dell'associazione a delinquere firmata DuediCuori. Mai io e la mia esimia collega Rota avremmo immaginato che questi due insieme ci avrebbero preso tanto, e soprattutto, mai avremmo potuto immaginare che la coppia potesse riscuotere un discreto successo. Per questo mi sento in dovere di ringraziare tutte le lettrici che ci hanno seguito e ci hanno stupito con i loro commenti entusiasti. Grazie di cuore. Le vostre opinioni sono importanti.
A fondo della pagina potrete trovare un pratico schema riassuntivo ordinato cronologicamente di questa piccola mini-serie che vede protagonisti Arthur e Feliciano.
Non mi resta che augurarvi buona lettura. :)
 










Arthur posa con un ennesimo grugnito le stoviglie della colazione nel lavello, per poi costringersi a raggiungere i due (sgraditi) ospiti in salotto, strascicando i piedi e sbuffando. Non tutte le mattine si ha voglia di fare il gentleman. Specialmente in ‘certe’ mattine.
Francis e Feliciano stanno amabilmente – a dire il vero più Feliciano – chiacchierando seduti sul divano. Con disappunto, Arthur si ritrova recluso alla solitaria poltrona, dove si lascia cadere a peso morto senza che nessuno noti la sua stizza.
Non gli resta che osservarli parlare, e parlare, e parlare ancora, e più il tempo passa, più può sentire l’irritazione crescere e farsi sempre più pressante dentro di lui. Lenta e inesorabile sale come la marea, insidiandosi in ogni suo pensiero, velenosa e implacabile. Paradossalmente, non è che sia determinata tanto dall’essersi svegliato nello stesso letto dell’italiano idiota, o perché era stato colto in castagna proprio dalla rana. No, l’irritazione cresce ad ogni occhiata che Francis, casualmente, gli lancia, breve, fugace, muta.
Eppure quel guizzo azzurro, ogni volta che lo scopre intento a fissare gli occupanti del divano, sembra rubargli qualche segreto molto più intimo della semplice consapevolezza di aver passato una notte ‘in compagnia speciale’.


*


L’impressione – sgradevolissima – è che a Francis basti solo quell’occhiata veloce per scavargli nell’animo e nella mente, e arrivare a verità più profonde che lo stesso Arthur si rifiuta di prendere in considerazione – o forse è la stessa mente di Arthur che vede cose che non esistono e si sta bellamente inventando tutto, attribuendo al francese capacità di lettura del pensiero superiori alla media, anche se loro sono Francis e Arthur, e Dio solo sa come Francis ci può azzeccare quando si tratta di rubargli segreti di quel senso e maledetto Francis che non si fa mai una montagna di fatti suoi!  
Di nuovo, per un solo istante, gli occhi di Francis si incontrano con i suoi. Senza un reale motivo, le guance di Arthur si fanno appena più calde. Merda.
Francis gli rispode con un quasi impercettibile movimento degli angoli della bocca all’insù, stirando le labbra in sorriso complice. Poi, come nulla fosse, torna a rivolgersi a Feliciano.
Arthur sbuffa, seccato.
Al diavolo quegli occhi azzurri supponenti, il proprietario di suddetti occhi azzurri con sorrisetto malizioso in dotazione, le circostanze sfavorevoli, e la sua incapacità cronica di mantenere una parvenza (si sarebbe accontentato anche solo di quella!) di segreto riguardo certe materie, quando si trattava di avere a che fare con un certo viscido francese.


*


Al fine, Feliciano si congeda da loro verso quelle che devono essere circa le dieci e mezzo del mattino, saltando in piedi come se sotto il cuscino del divano sia scattata una molla, e scusandosi con un esagitato “Devo correre a prepararmi per andare a fare la spesa!”, per poi scomparire su per le scale.
Arthur, arroccato sulla sua poltrona, lo fissa saltellare fino a raggiungere il piano superiore, sperando con tutto il cuore che a questo giro si ricordi di pantaloni e mutande – dopotutto lui mica è Ludwig, e di certo non c’è tra i suoi compiti fare il babysitter di una nazione frivola e sciocca come Italia.
Solo quando i passi allegri di Feliciano spariscono fra le stanze del piano superiore, Arthur si costringe a prendere atto della situazione in cui è stato lasciato. Se fino a cinque secondi prima non aveva desiderato che da un momento all’altro le due nazioni latine sparissero in una nuvola di fumo, adesso l’allontanamento improvviso dell’italiano lo ha gettato a sorpresa in uno stato di leggera inquietudine, sempre più tangibile quanto più si rende conto di provare tale sensazione. Dare colpa alla sola colazione sarebbe troppo semplicistico.
Con riluttanza, deve accettare di dividere la medesima stanza con la sgradevole presenza della persona di Francis, che, all’altro capo del divano, accavalla le gambe, congiunge le mani attorno al ginocchio e gli offre il sorriso di chi ha già capito tutto, ma che per forza vuole torturarti facendoti confessare tutto, fino all’ultima sillaba.


*


“Vorresti dire qualcosa al tuo fratellone, Arthur caro?”
Come prevedibile, a Francis giunge come risposta un mezzo grugnito, seguito da un secco e perentorio ‘No!’.
Ma ci vuole ben altro per far capitolare l’insistenza francese, e, modestamente, Francis ha secoli e secoli di esperienza riguardo al relazionarsi con quella nazione scorbutica.
“Sicuro sicuro sicuro?” persevera con voce più zuccherina del previsto, sbattendo un paio di volte in più le palpebre. Dio, se non lo uccide in quel preciso istante, si potrà considerare salvo per tutto il resto della giornata.
Invece, al contrario di ogni previsione, Arthur non gli salta alla gola, ma incrocia le braccia al petto con un gesto secco e sputa un irritato “Sicuro!”.
Sarebbe negare la palese evidenza dire che Francis non si stia divertendo un mondo. E, in quella stanza, lo sanno entrambi.
All’improvviso Arthur fa scattare la testa in direzione dell’indesiderato ospite, distraendolo per un attimo dalla formulazione della prossima domanda atta a procurare semplice fastidio, e gli punta addosso un’occhiataccia così tagliente che per un attimo Francis ha paura di aver calcolato male i tempi di un possibile attacco omicida.
Per la seconda volta, si sbaglia. Arthur non si stacca dalla sua poltroncina, ma continua a fissarlo come se fosse l’incarnazione del diavolo – cosa che è abbastanza sicuro pensi veramente, di tanto in tanto.
“Guai a te, – sibila – guai a te se provi a dire qualcosa in giro…”
“Cosa dovrei mai dire in giro, cherie?”
Arthur salta sulla poltrona, stringendo le labbra fino a farle diventare bianche, mentre lo sforzo per evitare di farsi mangiare dall’imbarazzo diventa sempre più ovvio.
“Francis, non fare il furbo con me! Lo sai a cosa mi riferisco!”
“Credo che tu stia fraintendendo.”
“Bastardo vinofilo! Vedi di tener la tua boccaccia chiusa o giuro che…”
E poi zampetta giù dalle scale un allegro Feliciano, pantaloni (e si suppone anche mutande) munito, e la discussione è chiusa lì.  


*


Francis si concede tutto il tempo necessario per godersi le espressioni di puro stupore dei suoi due compari preferiti. Antonio lo sta fissando con due occhi così sgranati che pare un pesce lesso, mentre sembra che Gilbert da un momento all’altro debba perdere la mascella tanto è rimasto a bocca aperta. In entrambi i casi, le loro facce sono così devastate dalla sorpresa che si pente di non essersi portato dietro la macchina fotografica per immortalarle per i prossimi secoli.
Si costringe a non scoppiare a ridere di fronte alla loro reazione, riuscendo però malamente a celare un sorriso sornione.
Il primo a ridestarsi è Antonio. Gli ci vuole più di qualche tentativo per imbroccare la sillaba giusta per iniziare il discorso, aprendo e chiudendo la bocca senza emettere alcun suono.
“Tu… cioè…Italia e… quello? L’inglese? Dici sul serio?!”
Francis annuisce, sicuro, nascondendo il sorriso che si allarga sempre di più dietro al calice di pregiato vino rosso.
Oui. Proprio così”
A quel punto Gilbert scoppia in una risata così fragorosa, accompagnandola col gesto secco di una manata sul tavolino, da far girare tutto il bar nella direzione di loro tre.





-Fine-






- I - Alla guerra di Prof (genere: storico)
- II - Le labbra di Arthur di Rota (genere: sentimentale, fluff)
- III- Dolce Risveglio di Prof (genere: fluff, generale)
- IV - Pensieri molesti durante una semplice colazione inglese di Rota (genere: Fluff, Sentimentale, Erotico)
- V- Un segreto per tre di Prof (genere: generale, commedia)






   
 
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