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Autore: LUNATICGIRL82    30/10/2011    1 recensioni
Monica, una ragazza di 31 anni, costretta a vendere il suo corpo per pagare un grosso debito lasciatole dai genitori ea avivere una vita che non le appartiene, che odia, un incontro con l amore piu importante della sua vita, forse l aiutera' ad uscire dal tunnel in cui sta per entrare, oppure quest incontro dopo 4 anni peggiorera' solo le cose?
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 No, non sono piu’ quella di una volta, tante cose sono cambiate in me, nella mia vita, nella mia persona, nel mio essere. Prima ero considerata la tipica brava ragazza da prendere come esempio, pulita,  semplice, senza troppe pretese, evitavo  le cattive compagnie, niente alcol, niente droga, niente sesso occasionale, ma poi la  vita ti mette davanti a improvvisi cambiamenti, e se vuoi sopravvivere devi cambiare anche tu insieme a loro.
Non ricordo da quanto tempo ormai abbia cominciato questo tipo di vita, ogni sera in un locale diverso, con uomini diversi, ero entrata nel giro per sbaglio, o per disperazione, avevo bisogno di soldi, e tanti, dovevo pagare un grosso debito se non volevo finire in carcere, cosi da li e’cominciato tutto.
Ho venduto la mia casa, insieme alla mia anima e a tutti i ricordi che erano custoditi la, ma me lo sono ripromessa, un giorno l avrei riavuta indietro, cosi come tutta la mia vita.
Una sera come le altre, mi stavo recando per “lavoro”, presso un locale, dovevo dare compagnia ad un grosso e importante uomo d’affari, avrei dovuto per l ennesima volta indossare una maschera, una per ogni occasione, dovevo essere disponibile, andare oltre i miei limiti, recitare una farsa sceneggiata in maniera subdola, si dovevo essere qualcun altro. Lo facevo e mi sentivo un vuoto dentro l'anima, sensi di colpa, mi sentivo inutile, incapace di vivere, mi sentivo imprigionata, rinchiusa in una maschera piu piccola di me, in un tunnel buio infinito senza via d'uscita. La mia vita era diventata tutta una finzione, ormai vivevano due persone differenti in me, mi sentivo rompere in mille pezzi ogni volta che dovevo nascondermi, guardarmi allo specchioe vedere l altra me mi faceva schifo. Indossare abiti che non mi appartenevano, si perche i miei clienti avevano anche la  liberta’ di poter farmi regali di tutti i tipi, dai vestiti che avrei dovuto indossare per loro, alla biancheria intima, fino a giochi perversi per il loro piacere. Dietro la mia maschera si nascondeva la noncuranza, insieme al desiderio di non essere scoperta, sotto quel punto di vista mi stava bene, la vera me in quelle occasioni non doveva venire mai fuori, quella era la mia scelta, era impenetrabile, nessuno era mai riuscito a togliermela e a scoprirmi..
Indossavo un vestito nero aderente senza maniche, le spalle nude, tacchi alti, capelli lunghi scuri erano sciolti con delle ciocche cadenti davanti al viso. Piu mi guardavo piu mi facevo schifo, o forse era tutta finzione?D’altronde a qualunque donna piaceva essere ricoperta da regali costosi, e essere desiderata da uomini importanti che pagherebbero oro per passare una serata con te.
Dovevo pensare che era solo un gioco, che tutto prima o poi sarebbe finito, quel pensiero faceva crescere in me la speranza che tutto cio’finisse al piu presto..
Arrivai al locale con una limousine, scesi sistemandomi bene il vestito che lasciava poco coperta la mia pelle,  guardai avanti ed entrai. Lui era gia seduto al suo tavolo insieme ad altri, lo raggiunsi sfoggiando il piu falso dei miei sorrisi per farmi entrare nelle sue grazie, mi saluto’ con un  bacio sulla guancia e mi sposto’ indietro la sedia per farmi sedere senza neanche presentarmi a coloro che avrebbero cenato con noi, ma probabilmente neanche si ricordava il mio nome…
Prese posto anche lui, sistemandosi bene la sedia accanto me, sussurrandomi “sei bellissima…”. Non lo guardai neanche , accennai un lieve sorriso spostando lo sguardo altrove. Per tutta la cena, non parlai, non ero li di certo per quello, ogni tanto lui mi sfiorava la guancia con la mano, oppure la posava sul mio ginocchio. “Scusa torno tra poco..”, gli dissi piano all orecchio..”dove vai?”, mi alzai prendendo la borsetta, “devo andare alla toilet..”, risposi quasi ignorandolo. Feci per allontanarmi ma lui mi prese per il polso, cosi davanti a tutti..”torna presto non farmi aspettare troppo!”, mi ordino’. Annui alzando un sopracciglio, quel gesto mi aveva infastidita..Percorsi la sala del grande ristorante di Los Angeles quasi come se intorno a me non ci fosse niente, ignoravo tutto e tutti, mi sentivo la testa vuota, ecco che il senso di colpa e di  rimorso stava tornando. Non riuscivo a fingere per troppo tempo, dovevo levarmi la maschera per qualche minuto e ritornare me stessa, cosi mi chiusi in bagno, sbattendo forte la porta dietro di me. Ero cosi presa da mille pensieri, che non mi accorsi che qualcuno da un tavolo mi stava osservando. Quel qualcuno era l uomo che mi aveva sconvolto la vita, l aveva resa meravigliosa e poi l aveva distrutta come se niente fosse. Vivevo di lui, la notte quando non era al mio fianco era un incubo,  la sensazione di immaginarlo dall altra parte del mondo, lontano da me, chissa’con chi, chissa’ a fare cosa mi distruggeva. Forse anche per colpa sua ero cambiata. Le storie importanti ti segnano dentro, ti fanno vedere il mondo in maniera diversa, ti possono rendere migliore, oppure la persona peggiore che possa esistere. Arrivai in  bagno,  posai la borsetta vicino il lavandino, rimasi in piedi di fronte allo specchio, tenevo la testa bassa, non avevo il coraggio di guardarmi, gli occhi erano chiusi, feci dei respiri profondi per riuscire a stare meglio. Passo’ qualche minuto prima che qualcuno busso’ alla mia porta, quel tocco mi fece sobbalzare, per un momento mi ero esternata dal mondo, alzai la testa, senza pensarci troppo, apri’il rubinetto e cominciai a buttarmi l acqua sul viso, anche un po sui polsi, dovevo calmarmi e rilassarmi, la serata era appena cominciata, non potevo sbagliare o quello mi avrebbe subito rimpiazzata con qualcun'altra. Con una mano mi portai i capelli dietro le orecchie, e cominciai ad asciugare il trucco sbavato che mi colava dagli occhi, con delicatezza e precisione mi truccai nuovamente, quando senti’il mio cellulare vibrare, mi era arrivato un sms..”dove sei?vieni subito qui, mi stai facendo fare la figura dello sfigato, sbrigati!”. Non persi tempo e rimisi tutto dentro la borsa, apri’ la porta e  mi fermai per guardarmi  un'altra volta allo specchio della stanza principale della toilet, poi presi un respiro profondo e raggiunsi la porta per uscire, alzai lo sguardo che prima era sul pavimento, ma mi fermai di scatto quando davanti a me mi ritrovai shannon ad aspettarmi, poggiato al muro..Il cuore mi salto’ in gola, comincio’ a battere forte, la gola divenne secca, ma riusci’ a controllarmi comunque, anche se dentro di me si era appena abbattuto un uragano di infinite emozioni. Lo fissai ancora e ancora, anche lui non distolse lo sguardo dai miei occhi verdi come smeraldi, la mia bocca era semi aperta, avrebbe dovuto uscire qualche suono, o qualche parola in quel momento, ma mi cadde la borsetta ai piedi, non ci feci caso, non m importava, lui se ne acccorse invece e si chino’ per raccoglierla, la prese e lentamente si rialzo’ davanti a me sussurandomi a voce bassa ”come stai Monica?”. Quel suo sorriso, quel suo fottutissimo sorriso che ogni volta mi faceva perdere il fiato, quando shannon sorrideva gli si illumnava il viso e io stavo bene, toccavo il paradiso, non avevo bisogno di niente in quei momenti, il suo sorriso era la mia felicita’. Continuavo a guardarlo, mi sentivo le gambe tremare, mi sentivo come la prima volta che lo incontrai, mi sentivo una ragazzina timida e impacciata, quando mi resi conto che grazie a lui ero diventata una donna. Finalmente dopo qualche attimo di esitazione riusci’ a parlare, mi leccai le labbra secche..”sto bene shannon…e tu?”, gli risposi abbassando lo sguardo. Lui mi porse la borsa e senti le sue dita sfiorarmi il dorso della mano…”anche io sto bene, cavolo quanto tempo e’ passato!!”, mi disse sorridendo. Quel tempo che non avrebbe mai dovuto trovare una fine, doveva rimanere per sempre…”si sono passati quattro anni?”, gli chiesi confusa. Lui annui fissandomi dalla testa ai piedi..”cavolo, certo che sei molto cambiata da allora monica!”. Si lo ero, prima non avrei mai indossato dei vestiti cosi corti e aderenti, neanche se me lo avesse chiesto lui, prima ero l esatto opposto, e questa cosa lo faceva impazzire perche era consapevole che soltanto grazie a lui riusci’ a scoprirmi veramente donna.
Sorrisi, non volevo dargli spiegazioni, non era nel il luogo ne il momento adatto, i nostri sguardi si attraevano come una calamita, stavo rivivendo la magia dei suoi occhi, tutti i momenti vissuti insieme a shannon mi tornarono in mente, quando all improvviso quella magia fu interrotta…”monica!ti sto ancora aspettando…”, mi voltai alla mia destra e vidi il mio cliente in piedi con una mano poggiata al muro e con la faccia alquanto incazzata. Shannon vide che si stava avvicinando e mi chiese a bassa voce chi fosse. Non risposi, non volevo dirgli niente,  avevo di nuovo indossato la maschera per non fargli capire , volevo dargli l impressione che quello fosse il mio fidanzato e che stessimo insieme, ma qualcuno parlo’ troppo presto..”cos’e’ hai gia adescato il tuo prossimo cliente?non perdi tempo Monica…ma ricordati che stanotte sei mia..”, disse avvicinandosi a me accarezzandomi la guancia. Io degluti’piu volte tenendo sempre lo sguardo fisso in un punto qualsiasi del pavimento, quando lo senti’allontanarsi, chiusi gli occhi,”ti aspetto di la, non tardare, la cena e’quasi finita!”. Pregavo soltanto che shannon non mi facesse domande..”cos’e’ questa storia del cliente?chi e’quello?”, attendeva una risposta che tardo’ ad arrivare. Rimasi zitta, con le lacrime agli occhi, non riuscivo a guardarlo..”perche non mi rispondi monica?”, mi chiese avvicinandosi tenendo le mani dentro le tasche…
Feci no con la testa, “scusa devo andare..”, risposi cercando di evitarlo, mi mossi di qualche passo e mi allontanai. Lui non mi chiese niente, e forse era meglio cosi, fui rincuorata per questo, non dovevo inventarmi nessuna scusa questa volta, non ne avevo piu nessun diritto, perche non stavamo piu assieme. Raggiunsi il tavolo e mi sedetti.
Ero nervosa, scossa, triste, e si vedeva..”cerca di contenerti”, mi disse Kevin, il cliente, asciugandosi gli angoli della bocca con il tovagliolo. Sospirai e andai avanti, quando ad un tratto vidi shannon passare proprio davanti al tavolo, guardo’ me, poi tutti gli altri, c’erano uomini con rispettive “compagne”, che non conoscevo, probabilmente facevano parte di un'altra agenzia. Capi’che era confuso, si fermo, un ultimo sguardo prima di sedersi al suo tavolo. Lo segui’con lo sguardo, non era poi cosi tanto lontano dal nostro. La serata sarebbe stata piu lunga del previsto e io non sapevo per quanto tempo sarei stata in grado di continuare a giocare…

  
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