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Autore: telesette    31/10/2011    5 recensioni
Ranma, Akane, Ukyo e Ryoga: una "tranquilla" gita nel bosco, un tuffo fuori programma nelle rapide di un fiume, il rischio di cadere vittime di una cascata e...
Non posso dirvi altro, eccetto che questa fanfic ha come scopo la coppia Ukyo/Ryoga!
Genere: Fluff, Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki, Ukyo Kuonji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le dolci labbra di Ucchan

Immagine di: ~CassyG su deviantART

 

Ukyo si fermò in cima ad un’ampia salita, così da contemplare quello spettacolo meraviglioso, stirandosi le braccia dietro la schiena e respirando a pieni polmoni.

- Il bosco è veramente magnifico in questa stagione - commentò lei con un sorriso. - E’ stata davvero un’ottima idea venire qui tutti insieme per il fine settimana!
- Che stranamente è venuta ad Akane - osservò Ranma, stringendo gli occhi a due fessure sottili.

Subito un ciottolo grande quanto un pugno lo beccò in pieno dietro la nuca e, mentre si fermò a massaggiarsi il grosso bernoccolo appena spuntato, Akane gli passò accanto col naso per aria facendo finta di niente.

- Ci sono zanzare fastidiose qui in giro, non è vero Ranma?

Ranma fremette furibondo per qualche istante, dopodiché sbuffò rassegnato e si rimise in marcia.
Akane aveva proposto a tutti di trascorrere un paio di giorni in compagnia: lei, Ranma, Ucchan e… Dal momento che Ryoga era giunto a casa dei Tendo, la sera prima della loro partenza, ad Akane sembrava scortese non invitare anche lui. Come era ovvio, dopo essersi bombardato la testa di sogni e fantasie riguardo quei due giorni insieme ad Akane, Ryoga aveva del tutto dimenticato che sarebbero venuti anche Ranma e Ukyo. 
Adesso stavano camminando tutti e quattro in fila lungo lo stretto sentiero: Ukyo in testa, con l’inconfondibile spatola per le okonomiyaki sulla schiena; Akane con indosso il top, i bermuda da esploratrice e il cestino da pic-nic stretto tra le mani; Ranma che si trascinava lento, con l’enorme zaino sulle spalle e… una fune legata dietro ?!?
Eh sì, spostando lo sguardo da Ranma a un paio di metri più indietro, c’era appunto Ryoga legato come un cagnolino al guinzaglio. Akane era forse l’unica del gruppo a non sapere che il ragazzo mancava completamente del senso dell’orientamento; ragion per cui Ryoga aveva accuratamente evitato di parlarne, così da evitare figuracce;  tuttavia questi non voleva certo rischiare di “perdersi” lungo un sentiero di montagna, e girovagare chissà dove lontano da Akane. Nonostante l’idea gli ripugnasse non poco, Ryoga si era addirittura abbassato nel chiedere a Ranma di dargli una mano in qualche modo. Purtroppo l’unica idea che il suo amico/nemico era riuscito a trovare fu di legargli quella corda attorno alla vita, per evitare che si perdesse lungo la strada. La parte più imbarazzante poi era stata spiegare ad Akane il motivo di quella stranezza ma, data la monumentale ingenuità della ragazza, Ranma riuscì ad abbindolarla con una scusa affrettata.

- Vedi Akane, il fatto è che Ryoga è un tipo, come dire… “Molto prudente”… Per questo preferisce camminare in cordata, dice che è molto più sicuro!

La spiegazione improvvisata, per quanto assurda suonasse lungo un sentiero di montagna ad appena cento metri dal livello di Tokyo, alle orecchie di Akane non faceva una piega… Ma il povero Ryoga, rosso in viso per quella situazione a dir poco ridicola, provava tuttora il muto desiderio di scomparire sottoterra dalla vergogna. Anche con le migliori intenzioni del mondo, Ranma riusciva sempre immancabilmente a farlo passare come uno stupido; ma a dirla tutta in realtà, sembrava proprio la sorte ad averlo preso in antipatia.
Dopo circa un paio d’ore di marcia, il gruppetto si ritrovò costretto a fermarsi in prossimità di un fiume. L’unico modo di oltrepassarlo, costituito da un sottile ponticello di legno marcio, non sembrava molto sicuro. Sia Ukyo che Ranma manifestarono apertamente le proprie perplessità nell’attraversarlo ma, incurante delle loro osservazioni, Akane si accinse tranquilla ad attraversarlo come se niente fosse.

- Allora, venite? - domandò loro la ragazza, una volta ferma al centro del ponte.
- Ma cosa fai - replicò Ranma. - Non lo vedi in che condizioni è questo rottame? Torna subito indietro, cretina!

Il pugno poderoso di Ryoga non perse tempo nel punire a modo suo la mancanza di educazione di Ranma.

- Non osare rivolgerti ad Akane in quel modo!
- Ma che fai, idiota - replicò Ranma furioso, guardandolo storto. - Non lo vedi dove sta camminando? Quel mucchio di tavole marce non può reggere il peso di una persona normale, figuriamoci quello di Akane…
- Ranma, ma come ti permetti ?!?

Subito dopo aver colto la sua allusione, Ryoga gli si avventò contro inferocito mentre Akane batté i piedi stizzita. Purtroppo la preoccupazione di Ranma si rivelò fondata: mentre i due ragazzi erano occupati ad azzuffarsi infatti, il ponte cominciò a scricchiolare sotto i piedi di Akane; la ragazza osservò inorridita le tavole che cedevano e, con un terribile schianto, la struttura si sfasciò completamente facendola precipitare nell’acqua sottostante.

- Aaahhh !!!

Come si resero conto della situazione, Ranma e Ryoga smisero subito di azzuffarsi e insieme a Ukyo si preoccuparono di soccorrerla. La testa di Akane era appena fuori dall’acqua, con le braccia che annaspavano freneticamente, nel vano tentativo di restare a galla.

- Accidenti a lei - imprecò Ranma. - Non sa nuotare!
- Dobbiamo sbrigarci - fece notare Ukyo. - Qui vicino ci sono delle fortissime rapide!
- Oh, no…

Mentre Akane veniva trascinata via dalla corrente, i tre amici rimasti a riva poterono chiaramente intravedere le forti creste spumose che conducevano pericolosamente ad una cascata e alle rocce sottostanti. A quell’altezza e a quella velocità, Akane rischiava di morire o, nella migliore delle ipotesi, di farsi comunque molto male.

- Vieni, Ucchan - urlò Ranma, tuffandosi prontamente in acqua.
- Arrivo!

Entrambi nuotarono rapidamente verso Akane, cercando di trarla in salvo, ma Ryoga si ricordò improvvisamente che non poteva seguirli ( era ovvio che, sotto forma di porcellino nero, avrebbe potuto far poco contro le rapide ). Maledicendo la sua condizione, non poté fare altro che minacciare Ranma di morte se non fosse riuscito a salvarla. Ignorando le sue parole, Ranma e Ukyo riuscirono ad afferrare Akane ma, a causa della forte corrente, si resero conto tutte e due che difficilmente avrebbero potuto riguadagnare la riva…
Data la situazione disperata, Ukyo decise dunque di ricorrere alla sua enorme spatola e alla corda che aveva preso dallo zaino di Ranma, subito dopo che questi se l’era sfilato per gettarsi al salvataggio. Assicurando la fune ad Akane e l’altro capo alla spatola, urlò a Ryoga di tenersi pronto ad afferrare l’oggetto al volo.

- Prendila Ryoga, svelto!

La grande spatola metallica, scagliata con forza da Ukyo, fu afferrata prontamente dal giovane a riva. Questi la conficcò saldamente al suolo e, tenendo la corda con entrambe le mani, cominciò a tirare a riva i tre amici che vi erano aggrappati. Nonostante il loro peso e l’impeto della corrente, le forti braccia di Ryoga riuscirono a trarre in salvo tutti quanti. Ranma e Akane uscirono dall’acqua bagnati fradici ma, prima che Ukyo potesse seguirli, un grosso pezzo di legno trascinato dalla corrente la investì in pieno. La ragazza fece appena in tempo a vederselo arrivare addosso che si ritrovò sbalzata all’indietro, nuovamente in balia della corrente.

- Aaah!
- Ucchan, no!

Lasciando Akane in ginocchio sulla riva, Ranma si ributtò in acqua per raggiungere l’amica in difficoltà. Purtroppo adesso la cascata era troppo vicina e, senza più l’ausilio della corda che li aveva tratti in salvo prima, non avevano speranze questa volta. Akane li guardò inorridita e guardò Ryoga, supplicandolo.

- Ti prego Ryoga, fa qualcosa!
- Ma io…
- Per favore, aiutali !!!

Ryoga era confuso, non sapeva cosa fare: poteva tuffarsi ma non sarebbe servito a niente; se voleva salvarli, doveva trovare per forza una soluzione e in fretta anche…
Di colpo gli venne in mente un’idea a dir poco folle. Urlando come un pazzo, corse verso la parete di roccia di fianco alla cascata e ne afferrò la solida estremità con entrambe le braccia. Akane osservò sbalordita il volto paonazzo e i muscoli in tensione di Ryoga, mentre questi si accingeva a “staccare” un pezzo di montagna con uno sforzo a dir poco titanico.

- Yeeeaaarrrggghhh!

Con un ruggito disumano, Ryoga sollevò sopra la testa un frammento di roccia grande quanto un elefante; dopodiché lo scagliò nel fiume per ostruirlo, bloccando così il flusso di rapide che stava precipitando Ranma e Ukyo verso la cascata. Entrambe dunque si aggrapparono alla roccia, tirando il fiato, e finalmente poterono nuotare fino a riva. Qui Ukyo si accasciò sfinita, probabilmente a causa dello shock e del freddo improvviso, e tutti si accorsero che stava respirando a fatica.

- Ucchan, ma tu scotti - esclamò Ranma, tastandole la fronte. 
- Poverina, deve avere la febbre alta - fece eco Akane preoccupata. - Dobbiamo trovare il modo di riscaldarla!

Senza perdere tempo dunque, tirarono fuori tutte le coperte disponibili dallo zaino e l’avvolsero completamente. Subito dopo si occuparono di accendere un fuoco ma, una volta che ebbe preso, si accorsero che non c’era legna sufficientemente asciutta per alimentarlo.

- Sarà meglio che vada a cercare dell’altra legna - disse Ranma.
- Vengo anch’io - si offrì Akane. - In fondo è tutta colpa mia, non posso restare con le mani in mano…
- Allora vengo anch’io!
- Tu no - protestò Ranma energicamente. - Qualcuno deve restare qui, per prendersi cura di Ucchan!

Ryoga strinse gli occhi dubbioso e, assicurandosi che Akane non potesse sentirli, afferrò la rossa col codino per parlarle all’orecchio.

- Di’ un po’, tu - sussurrò. - Non avrai intenzione di “approfittarne” per restare da solo con Akane, vero?
- Ma sei scemo - replicò Ranma stizzita. - Ti sembra il momento di pensare a queste sciocchezze?
- E allora perché non vuoi che venga anch’io a cercare legna con voi ?
- Cerca di ragionare, zucca vuota - proseguì l’altra. - Se ti allontani da qui, novantanove su cento finisci chissà dove; oltretutto Ucchan non può stare da sola in queste condizioni; cerca di renderti utile per una volta, invece di blaterare stupidaggini come al solito!
- Si può sapere che avete da mormorare, voi due? - domandò Akane.
- Nulla - rispose Ranma, mollando una leggera gomitata tra le costole di Ryoga. - Semplicemente stavamo valutando se era il caso di fare i turni per ravvivare il fuoco questa notte… E Ryoga si è gentilmente offerto di stare sveglio tutta la notte per permetterci di riposare!
- Ma che cavolo di… 
Hmmpff !!!
- Preferisci forse che riveli ad Akane il “vero motivo” di quella corda ?!?

Ryoga impallidì di colpo ma non osò ribattere.

- Ehm… Eh eh, effettivamente è giusto che vi riposiate, dopo un simile spavento!
- Grazie Ryoga, sei veramente gentile - fece Akane con un sorriso.
- M… Ma no, figurati… E’ il minimo che possa fare, davvero!
- E’ vero Ryoga, è veramente carino da parte tua, lasciar riposare delle “povere ragazze indifese” - chiocciò Ranma con voce effeminata, prendendolo in giro.

Ryoga lo fulminò con lo sguardo ma, temendo che Akane scoprisse del suo problema con l’orientamento, si sforzò di mostrarsi sorridente e si sedette rassegnato vicino al fuoco. Ranma e Akane si allontanarono a cercare un po’ di legna secca nei dintorni e lui sospirò davanti alle fiamme che scoppiettavano.

- Sporco ricattatore che non è altro - esclamò, riferendosi ovviamente a Ranma. - Ma quando mi capita l’occasione, io lo…

In quella, il respiro affannoso di Ucchan lo distolse istintivamente dai suoi pensieri. Malgrado il pensiero di Ranma solo con Akane, non poteva certo dimenticare che la fanciulla alle sue spalle stava soffrendo seriamente in preda a una febbre altissima. Subito si affrettò a inumidire della stoffa nell’acqua del fiume e gliela adagiò sulla fronte; Ucchan era quasi completamente incosciente, la fronte imperlata di sudore, e ansimava in un dormiveglia agitato.

- Ah… Anf…

Preoccupato per le sue condizioni, Ryoga si accinse a sistemarle meglio le coperte. In quel momento, la mano di Ukyo cadde a sfiorare la sua stringendola appena. Ryoga arrossì fortemente ma, dal momento che la ragazza non era consapevole di ciò che faceva, non ebbe il coraggio di ritrarre le dita. Tante volte, durante i suoi viaggi in giro per il mondo, aveva sperimentato cosa vuol dire sentirsi male quando si è soli; sapere che c’è qualcuno accanto a tenerti la mano è la migliore medicina in questi casi, per questo Ryoga non se la sentiva di negarle quel piccolo tepore rassicurante. 
Ryoga osservò il volto di Ucchan che, malgrado l’aspetto febbricitante, esprimeva tutto il suo indiscutibile fascino. Non lo aveva mai notato prima ( anche perché, da quando aveva conosciuto Akane, difficilmente gli capitava di guardare altre ragazze ) ma ugualmente non poteva fare a meno di riconoscere che era davvero bella. Caratterialmente era molto diversa da Akane, incapace di mostrare assieme il lato dolce e il lato forte della sua personalità; il fascino di Ukyo risiedeva appunto nel fatto che entrambi questi aspetti erano inscindibili in lei; la dolcezza di questa ragazza, assieme alla sua forza e alla sua determinazione, era il suo costante modo di essere e di apparire. Quando Akane si era trovata in pericolo, lei non aveva esitato a tuffarsi e aveva dato anche prova di grande ingegno e coraggio. Adesso invece, stanca e indebolita dalla febbre, sembrava molto più vulnerabile: la sua mano si strinse ancora di più a quella di Ryoga, il suo corpo era scosso da violenti brividi e le sue labbra… Le sue labbra, appena socchiuse, erano bellissime a vedersi; Ryoga si ritrovò a guardarle ipnotizzato, quasi senza rendersene conto, ma un attimo dopo si costrinse a volgere l’attenzione altrove.

- Ma a che diavolo vado pensando - esclamò tra sé, scuotendo la testa. - Vergognati, Ryoga Hibiki, come puoi fare certi pensieri su una ragazza che NON sia Akane ?

Ma nonostante gli ottusi pensieri su Akane, non poteva rifiutare di ammettere la verità con sé stesso: Ucchan gli piaceva, o quantomeno si sentiva attratto da lei e dalle sue labbra in particolare. Stando lì assieme a lei, tenendole la mano e osservandola, provò un fortissimo impulso di avvicinarsi a quelle labbra. Ryoga accostò dunque il volto a pochi centimetri da quello della fanciulla, con il cuore che gli batteva forte, e si fermò a contemplare la sua dolce espressione così indifesa. Un attimo dopo chiuse gli occhi e… 
Un bacio, il suo primo bacio, ed era la sensazione più bella che avesse mai provato in vita sua. Purtroppo la sensazione durò solo un attimo perché, rammentando che era una ragazza malata, si pentì immediatamente di essersi approfittato così di lei. Non solo aveva “tradito” Akane ( fissato! ) ma non aveva neppure mostrato alcun rispetto per i sentimenti di una ragazza che conosceva appena; se Ucchan fosse stata in grado di intendere, probabilmente lo avrebbe preso a schiaffi e se lo sarebbe pure meritato. D’istinto fece per rimettersi a sedere ma, con sua grande sorpresa, l’altra mano della fanciulla gli accarezzò il volto.

- U… Ucchan, ma cosa…

Lei sorrise debolmente, troppo stanca per rispondere, tuttavia il suo sguardo languido era fin troppo eloquente. Per un attimo Ryoga pensò che, nel delirio della febbre, costei lo avesse scambiato per Ranma. Tuttavia quello che disse lo spiazzò completamente.

- Grazie, Ryoga - mormorò.
- Pe… Per cosa?
- Per questo!

Così dicendo, Ucchan si tirò su appena per restituirgli il bacio con un altro. Laddove il primo era stato appena uno sfiorarsi di labbra, questo era assai diverso; laddove il primo era stato solo un impulso istintivo, questo era qualcosa di molto più importante. In quel momento Ryoga comprese che anche Ucchan sembrava provare qualcosa nei suoi confronti. Questa volta decise di non scostarsi da lei e anzi, cingendole la schiena col braccio per sostenerla, rispose con grande passione. Nella sua mente pensieri contrastanti, nel suo cuore emozioni fortissime e sentimenti appena conosciuti, e le dolci labbra di Ucchan a contatto con le sue… Il resto non aveva alcuna importanza adesso.

FINE

   
 
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