Film > Pirati dei caraibi
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Autore: LordBeckett    31/10/2011    14 recensioni
Questioni d’affari? No, affatto. La mia vita è rimasta nel mistero troppo a lungo. Questa è una questione di principio. Dovete sapere che cosa si nasconde nel mio passato; quali eventi mi hanno spinto a dichiarare guerra alla pirateria; come io e Jack Sparrow ci siamo conosciuti, il suo ammutinamento, la sua presunta morte… È giunto il momento che sappiate ogni cosa, ma voglio essere io a raccontarvi la vera versione dei fatti.
Spero che comprenderete la mia posizione, e vi ringrazio.
Lord Cutler Beckett, Presidente della EITC
***nel caso qualcuno fosse interessato, sappiate che ciò che state per leggere (a differenza di tutte le palle che racconta Jack -quando inizia con una tartaruga marina non credetegli in partenza!! è un consiglio-) è stato confermato dalla Disney, e in particolare in un libro uscito da poco. Se volete informazioni a riguardo chiedete pure (farò il possibile)***
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jack Sparrow, Lord Cutler Beckett
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bentrovati amici pirati (tanto lo so che siete tutti contro la EITC)!
Ancora una volta sono costretto a scusarmi per il clamoroso ritardo… prometto che non si ripeterà! Cercherò di rispettare la scadenza “un capitolo alla settimana” (anche perché Sua Maestà il Re d’Inghilterra si sta iniziando a spazientire e al prossimo ritardo temo proprio che affiderà la presidenza della EITC a un altro Lord).
Piccola premessa: questo capitolo parlerà più di pirati che di me, e inoltre ci sarà un personaggio che pochi hanno sentito nominare (compare unicamente in un libro della serie). Spero che la cosa non vi dispiaccia troppo, e per ogni chiarimento/informazione extra sono qui a vostra completa disposizione.
Ora non voglio rompervi troppo le scatole con queste premesse, quindi ringrazio come sempre Jacky e la mia amica capitana e vi auguro buona lettura!

 
Cutler lasciò lo straccio e interruppe per un attimo di pulire. Da quando era rimasto il solo prigioniero a bordo di Le Requin il lavoro si era come minimo triplicato e lui non riusciva proprio a starci dietro.
Probabilmente se avesse avuto uno specchio non si sarebbe riconosciuto. Erano bastati pochi mesi per renderlo un'altra persona.

Estrasse dalla tasca l’anello da cui non si era mai separato. Se lei ci fosse stata le cose sarebbero andate diversamente, ma la verità era che Jonathan non avrebbe pagato. Doveva rassegnarsi a una vita da schiavo.
Rassegnarsi? No, non era da lui. Non credeva nella salvezza eterna, mentre l’inferno… quello esisteva, certo, ma era già nel mondo reale, e lui lo stava vivendo. Qualunque cosa sarebbe stata meglio di servire un pirata.

Proprio in quel momento, Capitan Rapier entrò nella cabina sbattendo la porta < Mon amiiiiii!!!! > esclamò rivolto verso il suo prigioniero, che intanto aveva ripreso a pulire il pavimento.

Cutler fece finta di nulla, deciso a non prestare attenzione all’ennesima presa in giro da parte del francese.

Christophe gli si avvicinò sporcando tutto ciò che il ragazzo aveva appena reso lucido. Gli prese il viso con entrambe le mani ingioiellate e lo sollevò < Bonjour petit!!! Siamo di cattivo umore oggi? > s’informò cercando di assumere un tono comprensivo. Si divertiva a stuzzicare la pazienza delle sue vittime. Infondo era così che andava il mondo: vigeva la legge del più forte. Tempi addietro era stato lui ad essere il debole.

Cutler continuò a non rispondere, pur sostenendo lo sguardo del pirata che gli stava distruggendo la vita.

I due si fissarono per alcuni istanti, poi il capitano sbuffò e lasciò la presa < Sei così antipatico che quasi quasi non ti do la buona notizia per cui sono venuto qui > gli fece segno di ripulire quanto aveva appena sporcato con i suoi stivali infangati e si sedette alla scrivania. Imitando le movenze aggraziate tipiche dei nobili britannici, estrasse un foglio e cominciò a leggere.

Cutler non smise di lavorare, cercando d’ignorare il pirata. Al suono della parola “riscatto”, però, lasciò lo straccio e si voltò verso Rapier.

< Sorpreso, eh? > ridacchiò Christophe notando l’improvviso interesse del suo prigioniero < Pensa un po’, io ci avevo rinunciato. Ormai ero più che convinto che avrei dovuto venderti. E trovare qualcuno disposto a spendere soldi per uno schiavetto sottomisura e imbranato come te non sarebbe stato facile neanche per un uomo astuto come me >.

< Quindi mi state dicendo che…? >.

< Che come schiavo fai proprio schifo! > esclamò divertito dalla piega che stava prendendo quella conversazione. Poi notò l’espressione seccata dell’inglese < Ok, ok, d’accordo, non è necessario che mi fissi in questo modo: sto anche dicendo che proprio un’ora fa mi è arrivata questa bella lettera > dichiarò sventolando la busta con eccessiva enfasi.

L’aveva fatto. Jonathan aveva deciso di mettere da parte i passati rancori per…

< Porta il sigillo della Compagnia Britannica > proseguì il pirata passandosela da una mano all’altra.

Cutler sgranò gli occhi. La EITC?? Che cosa centrava in tutto ciò?

< A quanto pare un certo Lord Perwell… >

< Penwallow > lo corresse continuando a non capire cosa fosse successo.

< Sì, sì, come hai detto tu. Beh, questo Lord ha deciso di buttare via un po’ di soldi e pagare ciò che il caro Mr. Beckett non ha pagato > aprì la busta e rilesse mentalmente quanto c’era scritto < Sai, non dev’essere particolarmente furbo PenWALLOW > concluse ponendo particolare enfasi sul cognome del Lord. Prese la borraccia che portava sempre legata alla cintura e bevve un sorso del suo amato rhum < Non immagini quanto mi convenga questo affare, petit > proseguì dirigendosi verso la porta < Nemmeno un ubriaco deciso a suicidarsi investirebbe tanto denaro per uno come te> uscì dalla cabina senza voltare le spalle a Cutler < Ricorda, però, che per qualche giorno sei ancora mio! Se sgarri non ci metto niente… snip snip: eunuco! > lo ammonì prima di richiudere la porta dietro di sé. Quel giorno capitan Rapier era molto impegnato e non poteva perdere altro tempo con lui.

Cutler rimase immobile, in ginocchio. Era davvero tutto finito? Chiuse gli occhi, mentre sul suo volto si dipingeva un sincero e sollevato sorriso. Era libero. Libero di continuare la sua carriera, di andare dove avrebbe voluto di… la sua attenzione si focalizzò su un singolo pensiero. Non sarebbe mai stato davvero libero con quel debito. Doveva ripagare tutto, ogni singola moneta, fosse stata l’ultima cosa che faceva.
 
**********************
 
Capitan Rapier camminava a passi spediti cercando di passare inosservato in mezzo alla folla. Arrivato al punto stabilito, si voltò a sinistra. Nella penombra di una viuzza secondaria c’era il corpo senza vita di un soldato spagnolo. Era il segnale. Imboccò la strada, scavalcò il cadavere con noncuranza e proseguì, certo che l’uomo con cui doveva incontrarsi fosse già lì.

< Ahoy Chris > bisbigliò una voce profonda e dal famigliare accento russo.

< Ahoy a voi, mon ami >

< Se mi chiami ancora in quel modo ti faccio diventare plancton, intesi? > da dietro un angolo sbucò un pirata imponente. Aveva lineamenti marcati e parecchie cicatrici, di cui alcune molto recenti.

Rapier si bloccò, giunse le mani e accennò un inchino di scuse. Poi si avvicinò all’uomo che aveva di fronte < Perché mi hai chiesto di venire? > domandò nel poco inglese che conosceva.

< Credi che non me ne sia accorto?! Hai cercato di parlare con Hector! > gli puntò contro la pistola e tolse la sicura.

Christophe deglutì e indietreggiò di qualche passo < Non ci vedo nulla di male: infondo siete grandi amici… >.

< Zitto > sibilò gelido il pirata senza abbassare l’arma < Non fare il finto tonto, Rapier! >.

Christophe chinò il capo e rimase in silenzio. Sapeva dell’amicizia che aveva legato quell’uomo a capitan Barbossa, così com’era al corrente degli ultimi dissapori tra i due, o, meglio, era al corrente di come la presenza di Hector lo infastidisse.

< Mi dispiace > mormorò serissimo dopo alcuni momenti di riflessione < Non si ripeterà, Boris. Te lo giuro sul mio cappello!!! E sai che non scherzo mai sui... >.

< Vuoi smetterla di dire stupidaggini? Che razza di pirata sei?! > si avvicinò a Christophe e gli appoggiò una mano sulla spalla < Per stavolta passa, ma se provi di nuovo a spifferare quello che faccio al mio ex-amico Hector ti converrà scaricarti la pistola in testa prima che possa raggiungerti, intesi? >.

< Sei stato chiarissimo, amico >. In effetti doveva aspettarsi una reazione simile da parte sua: rivelare a Capitan Barbossa le molteplici infrazioni del Codice di Boris era stata una mossa troppo subdola anche per Rapier.

< Adesso voglio che tu segua a distanza i suoi movimenti > continuò il pirata russo stringendo con forza la spalla di Christophe < Quado sarà il momento buono, io stesso controllerò Hector e affonderò quella specie di scialuppa che si ostina a chiamare nave >.

< Sarà fatto, signore! > il francese fece un inchino in segno di saluto e si allontanò. Improvvisamente si ricordò di una faccenda a cui teneva molto < E Jack? > domandò voltandosi di nuovo verso l’altro pirata < Che fine ha fatto il falso figlio di Capitan Teague? >.

Boris si strinse nelle spalle e scosse la testa < Fuggito, da poco recuperato e riportato dalla nonna sadica… Edward dice che è un perfetto idiota >. Contrariamente agli scrittori russi, quell’uomo aveva un vero talento per le sintesi.

Christophe sgranò gli occhi, chiedendosi se avesse capito correttamente < Ha davvero avuto la faccia tosta di scappare? >.

< Ti sembro un tipo che scherza? > fece una breve pausa di silenzio, poi proseguì < Jack Sparrow si è improvvisato capitano di un peschereccio per alcuni mesi, portandosi dietro quattro ragazzini e un gatto come ciurma > aspettò che Rapier facesse segno di avere compreso < Edward si sbaglia su di lui: un giorno suo figlio sarà un ottimo pirata nobile >.

Christophe gli lanciò un’occhiata perplessa < Se lo dite voi, capitano >. In realtà non ne era molto convinto.

< Peccato solo che la tua influenza sia pessima: adesso parla di eunuchi, cappelli e tartarughe marine >.

Il francese sorrise, lusingato di essere l’idolo di quel giovane pirata. Salutò di nuovo e s’incamminò in direzione del suo vascello. Forse Boris aveva ragione: Jack Sparrow sarebbe presto stato un grande capitano.

 
Rieccomi.
Per chiunque abbia letto i libri sull’infanzia di Jack: il VI capitolo era ambientato qualche settimana prima del I volume, mentre questo è appena successivo a “The sins of the father”. Quindi, Jack ha 16 anni e mezzo, mentre Hector più o meno 39. 
   
 
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