Non è poi stato certo
facile
tornare qui da te.
La
radio nel salotto brillante
diceva qualcosa a proposito della temperatura, nessuno dei due
capì molto bene
quale fosse l’argomento, mentre Sicilia si lasciava spingere
verso un divano
arancione e Beckah tratteneva il fiato, premendogli le mani sul petto.
« Tu vuoi farmi morire, vuoi
farmi morire!» gridò con voce acutissima,
strizzando gli occhi.
« Non saresti la prima, né la
centesima, a morire per me.» rispose lui, baldanzoso, contro
il dorso della sua
mano, e la lasciò andare. Beckah fissò per
qualche secondo una zucca
intagliata, posta al centro della tavola, la pelle del volto e del
collo in
fiamme.
Non so nemmeno perché
adesso sono qui davanti a te,
sarebbe meglio sparire ancor più lontano lasciando ogni cosa
com’è.
«
Tu…»
« Io non sono Nerita!» disse
a bassa voce, « Lo so, me ne rendo conto. Ma, ti prego tanto,
lasciami fare.»
Gli occhi di Beckah erano
enormi e liquidi e brillavano come stelle nella stanza buia. In
ginocchio sul
letto, le mani giunte in grembo, aspettava compostamente che Sicilia
prendesse
una decisione. Aspettava e bruciava con gemiti silenziosi, fissando ora
lui ora
il ritratto impietoso sopra la sua testa.
Ecco son pronto a sapere parlare
proprio adesso che voglio soltanto morir
su quelle tue labbra c’è ancora posto per me
e come d’incanto, dimentico tutto anche un bacio per tre.
Perché
la sua pelle era così
bianca e liscia, perché gli bastava sfiorarle il fianco con
la punta delle dita
per farla tremare ed affossarsi, la testa incassata tra le spalle, come
la
bambina timida che era stata molto tempo prima, quando ad Inghilterra
capitava
di spostare lo sguardo ebbro d’amore dalla testolina bionda
di America a lei,
con la stessa paura irrazionale di guardarlo negli occhi.
Perché le sue guance
profumavano di sole e di fumo, perché sorrideva come Spagna
e arricciava le
labbra, ogni tanto, come Francia, perché per una volta
voleva aver paura dei
suoi occhi, non di altri. Perché era innocente come Italia,
perché aveva mani
di mare come lei, perché continuava ad accarezzarla.
« Perché fai così?»
« Perché sei spaventoso.»
Ora ti accorgi di me
sulla bocca e negli occhi
e io mi accorgo di te
nelle tue mani insistenti.
«
Beckah, cosa stai
guardando?»
Un’improvvisa vampata scaldò
il volto della ragazza e l’aria attorno; Beckah si
voltò e sorrise, stringendo
la mano che Sicilia le offriva. E Inghilterra li stava guardando,
allibito, e
Sicilia la baciò sulla guancia e lei pensò, tra
le altre cose, che non era
stupido e che, Dio!, c’era tanto amore nell’aria.