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Autore: marguerite_murcielago    31/10/2011    1 recensioni
[OC!Guernsey/OC!Sicilia][10. Romance]
Perché la sua pelle era così bianca e liscia, perché gli bastava sfiorarle il fianco con la punta delle dita per farla tremare ed affossarsi, la testa incassata tra le spalle, come la bambina timida che era stata molto tempo prima, quando ad Inghilterra capitava di spostare lo sguardo ebbro d’amore dalla testolina bionda di America a lei, con la stessa paura irrazionale di guardarlo negli occhi.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Mille e una notte'
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Non è poi stato certo facile
tornare qui da te.

La radio nel salotto brillante diceva qualcosa a proposito della temperatura, nessuno dei due capì molto bene quale fosse l’argomento, mentre Sicilia si lasciava spingere verso un divano arancione e Beckah tratteneva il fiato, premendogli le mani sul petto.
« Tu vuoi farmi morire, vuoi farmi morire!» gridò con voce acutissima, strizzando gli occhi.
« Non saresti la prima, né la centesima, a morire per me.» rispose lui, baldanzoso, contro il dorso della sua mano, e la lasciò andare. Beckah fissò per qualche secondo una zucca intagliata, posta al centro della tavola, la pelle del volto e del collo in fiamme.

Non so nemmeno perché adesso sono qui davanti a te,
sarebbe meglio sparire ancor più lontano lasciando ogni cosa com’è.

« Tu…»
« Io non sono Nerita!» disse a bassa voce, « Lo so, me ne rendo conto. Ma, ti prego tanto, lasciami fare.»
Gli occhi di Beckah erano enormi e liquidi e brillavano come stelle nella stanza buia. In ginocchio sul letto, le mani giunte in grembo, aspettava compostamente che Sicilia prendesse una decisione. Aspettava e bruciava con gemiti silenziosi, fissando ora lui ora il ritratto impietoso sopra la sua testa.

Ecco son pronto a sapere parlare
proprio adesso che voglio soltanto morir
su quelle tue labbra c’è ancora posto per me
e come d’incanto, dimentico tutto anche un bacio per tre.

Perché la sua pelle era così bianca e liscia, perché gli bastava sfiorarle il fianco con la punta delle dita per farla tremare ed affossarsi, la testa incassata tra le spalle, come la bambina timida che era stata molto tempo prima, quando ad Inghilterra capitava di spostare lo sguardo ebbro d’amore dalla testolina bionda di America a lei, con la stessa paura irrazionale di guardarlo negli occhi.
Perché le sue guance profumavano di sole e di fumo, perché sorrideva come Spagna e arricciava le labbra, ogni tanto, come Francia, perché per una volta voleva aver paura dei suoi occhi, non di altri. Perché era innocente come Italia, perché aveva mani di mare come lei, perché continuava ad accarezzarla.
« Perché fai così?»
« Perché sei spaventoso.»

Ora ti accorgi di me
sulla bocca e negli occhi
e io mi accorgo di te
nelle tue mani insistenti.

« Beckah, cosa stai guardando?»
Un’improvvisa vampata scaldò il volto della ragazza e l’aria attorno; Beckah si voltò e sorrise, stringendo la mano che Sicilia le offriva. E Inghilterra li stava guardando, allibito, e Sicilia la baciò sulla guancia e lei pensò, tra le altre cose, che non era stupido e che, Dio!, c’era tanto amore nell’aria.

   
 
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