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Autore: saraviktoria    01/11/2011    1 recensioni
"Garcia, non sono il tipo da trick or treat " ripetevi, tutti gli anni, con quel tono di voce da bambino.
Genere: Comico, Mistero, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Spencer Reid, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi non sono di mia invenzione, ma appartengono alla CBS. Tranne il personaggio di Laure, da me inventato e qui solo citato, protagonista della storia me and you http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=670092&i=1.

Happy Halloween!!

 

 

Era la sera di Halloween. Morgan avrebbe passato la notte in discoteca e, mascherato da principe delle tenebre, avrebbe cercato di rimorchiare qualche bella vampira, anche se non gli piaceva Halloween. Emily era a casa con la febbre, lei che adorava le feste e non perdeva occasione per mettersi in maschera. Laure le avrebbe fatto compagnia, la tua Laure, che cercava di sdebitarsi per il tempo che Prentiss aveva passato con lei in ospedale. 'una serata tra donne' aveva detto, quando aveva capito che stavi per chiederle se potevi stare con loro. JJ e Hotch avrebbero accompagnato i figli  a fare dolcetto o scherzetto, anche se Henry era troppo piccolo per mangiare caramelle e cioccolatini

"dai, Reid, vieni anche tu!" Garcia cercava sempre di tirarti dentro. Ma come sempre, riuscivi a rifiutare senza offenderla

"Garcia, non sono il tipo da trick or treat " ripetevi, tutti gli anni, con quel tono di voce da bambino. Halloween ti piaceva, prova ne era la maschera da Frankenstein con cui ti eri presentato quella mattina, facendo una figuraccia con la Strauss, ma proprio non eri il tipo da feste.

Avresti passato la sera a casa, da solo, a leggere.

Abitavi in un piccolo appartamento lindo e ordinato, perché non ti piaceva il disordine. Morgan ti aveva convinto ad accettare un passaggio, ma solo perché non ti piaceva guidare. Il SUV proseguì dritto, anziché svoltare a destra. Strano, ti ritrovasti a pensare, quella era una strada senza uscita, ma forse Morgan aveva solo sbagliato strada. Gli errori capitano, quando non sei un genio, quando non pianifichi la tua vita. Ok, a te errori non ne capitavano.

Non ti andava di accendere la luce e illuminare la stanza, perciò ti limitasti a premere il tasto della lampada da lettura sul tavolino, abbastanza vicino al divano per farti leggere. Senza sforzare troppo gli occhi, o ti sarebbe calata la vista.

Prestavi attenzione al libro, anche se sapevi che tra mezz'ora ne avresti avuto bisogno un altro. Era un trattato scientifico, tanto per cambiare. I tuoi occhi castani furono attirati da un ombra fuori dalla finestra.

Con un urlo degno di una donna e un salto che fece volare il libro oltre il divano, ti alzasti, scappando dalla finestra. c'era l'ombra di una donna, e la donna urlava.

Urlava? Sì, e più forte di te.

Avanti, Spencer, i fantasmi non esistono, ti ripetevi, sei un uomo di scienza, non puoi credere a queste cose. Nonostante tutto, fu la tua mente razionale a farti accendere le luci in tutta la casa, e ad andare a dormire in fretta e furia, nonostante la casa fosse illuminata -artificialmente- a giorno. Eri rannicchiato sotto il piumone, benché non facesse chissà quale freddo.

d'un tratto le luci si spensero. Strano, pensasti di nuovo, non c'era un temporale, e non avevano annunciato black out. Ma non avevi il coraggio necessario per alzarti e andare a controllare, perciò rimasi a tremare come una foglia, sotto le coperte. Il vento spalancò le finestre, facendo entrare qualche foglia secca, e tu saltasti sul letto, urlando a pieni polmoni. La sicura della finestra dev'essersi rotta, sbuffasti. Respiravi con calma, cercando di calmarti, dopo aver acceso la piccola luce sul comodino.

Sentendo suonare insistentemente alla porta, prendesti la pistola.

Avevi la faccia sconvolta, anche se non potevi saperlo, gli occhi spauriti, i capelli tutti arruffati, il pigiama storto. Con la pistola in mano, apristi la porta.

Erano JJ, con in braccio il figlio, Hotch e Jack, vestiti allo stesso modo. JJ ti guardò per bene, mentre suo figlio piangeva. Gli stavi puntando la pistola contro. Spencer, calmati

"Spence, tutto ok?" chiese la bionda, mentre, arrossendo, abbassavi la pistola. Tremavi, ma non di freddo. Avevi paura, stavi iniziando a temere i mostri.

 

 

Nel palazzo di fronte, una donna spegneva la luce, continuando a cantare. Non era intonata,lo sapeva e glielo dicevano tutti, ma a lei piaceva. Anche se la sua voce sembrava il grido di una posseduta. Ora che era al buio, non vedeva più la sua ombra riflessa sulla finestra del vicino.

 

Sul pavimento della camera di Reid, la sicura della finestra era per terra, il vesto forte di quella sera l'aveva rotta. Le foglie ,accumulate sul davanzale, stavano entrando in casa.

 

Molti piani più sotto, nelle cantine, un uomo con in mano una torcia elettrica si grattava la testa. Gli era saltato il salvavita, e poteva ripristinare la corrente solo lì sotto. Ma non era certo esperto in materia elettrica, tanto che si trovò a sperare di non aver tolto la corrente a nessuno.

 

Morgan, arrabbiato, era arrivato alla festa in ritardo, per essersi dimenticato che la via dove abitava Reid era un vicolo cieco. Il giorno dopo avrebbe rassicurato il collega che non intendeva fargli uno scherzo, quel ragazzo si spaventava per niente.

 

Emily e Laure parlavano e, come se niente fosse, la donna domandò alla bella bambina di Chicago come andassero le cose con Reid. E Laure si chiese perché non era stata a casa, con Spencer, mentre abbassava la testa, imbarazzata dalle domande dell'amica.

   
 
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