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Autore: annalisaechelon    02/11/2011    3 recensioni
"Non potevamo fermarci, dato che lui era armato. Una pistola e qualche colpo, credo. La nostra vita era a rischio. Dovevo portarla in salvo, poi io, sarei pure potuto morire."
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Corri, amore, corri.. – continuavo a gridare.
Era da un bel po’ che cercavamo di seminare l’uomo che ci seguiva, lo stalker di Anne, la mia ragazza. Il sudore grondava dalle mie tempie, l’affanno si faceva sentire, tant’è che il cuore pulsava forte, così forte da riuscirlo a sentire in gola. Lei invece, magra com’era, non riusciva più a starmi dietro, ormai ero io a tirarla avanti. Non potevamo fermarci, dato che lui era armato. Una pistola e qualche colpo, credo. La nostra vita era a rischio. Dovevo portarla in salvo, poi io, sarei pure potuto morire.
Eravamo insieme da ben cinque anni ormai, l’amavo da morire. Finalmente avevo trovato la donna che cercavo e nessuno sarebbe mai riuscito a portarmela via. Questo era quello che speravo, questo era quello che credevo. Io sono Jared, lui era William. Un pazzo maniaco. Era ossessionato da lei. L’aveva intravista per caso in un locale e da quel giorno non aveva fatto altro che starle dietro, in ogni modo. Pedinandola, rubando il suo numero di telefono, appostandosi sotto casa sua. Le toglieva l’ossigeno, le privava di vivere e nonostante avesse ricevuto più di una volta qualche denuncia, non si era arreso, per niente, direi. Questi pensieri continuavano ad affogarmi la mente, mentre insieme ad Anne, attraversavo il lungo viale buio per sparire in un angolo e non farci più trovare. La città era vuota, lampioni spenti rendevano l’aria ancor più macabra e le luci fioche provenienti dalle case spingevano ad illudersi di una salvezza che non ci sarebbe stata. Correvamo a perdifiato, cercando un’inesistente via d’uscita. Ogni tanto lanciavo qualche occhiata dietro di noi, per vedere a che punto si trovava l’uomo vestito di nero, ed era distante, di molto. Si era fermato, sentendo dolore al fianco. Un classico di chi non è abituato a correre. Approfittammo di quell’occasione per sparire nel buio e raggiungere la mia auto. Salimmo dentro, chiudemmo le sigure e misi in moto. Sfrecciai via, convinto che in poco tempo l’avrei seminato. Lanciai un’occhiata ad Anne, che terrorizzata, iniziò a piangere.
- Io.. – tossì forte – credo di arrendermi.. – si strisciò la mano sugli occhi, sporchi di sudore mischiato al mascara.
- Che significa?! – chiesi con un sibilo.
- Non voglio più scappare, credo questo sia il mio destino.. – disse senza nemmeno prender fiato, quasi soffocando le parole.
Mi feci scappare una risata isterica, preso dal nervoso.
- Non scherzare. – dichiarai poi con tono fermo.
- Non sto per niente scherzando.. – mi rimproverò lei – guarda qui.. – mi mostrò un biglietto macchiato di nero che recitava qualcosa.

“Lei sarà mia e tu sarai morto.”

Lo reggeva tra le mani tremanti, i singhiozzi le logoravano l’anima e gli occhi erano stati risucchiati dal dolore.
- E’ finita.. – si chiuse il viso tra le mani.
Non mi sarei arreso, magari lei l’aveva già fatto, ma io, io no. Non avrei mai permesso una cosa del genere. Sarei potuto scappare ovunque, con lei, a costo di cambiare continente ogni giorno. Ma per me no, non era finita. Continuavo ad accelerare in mezzo alla strada, quando tutto d’un tratto una sagoma nera spuntò da un piccolo viale sul lato sinistro. Non sapendo chi era, mi fermai di getto, ma sbagliai. William era lì, che impugnava la sua pistola. Sferrò un primo colpo, bucando un finestrino. Corsi via di nuovo, ma lui, sfruttando un altro sparo, mi bucò una ruota. La macchina cominciò a rallentare, cedendo pian piano. Mi girai verso Anne, e vidi un po’ di sangue scenderle sul viso. Preso dal panico, mi nascosi con la macchina e le presi il viso tra le mani. Iniziai a baciarla ovunque, chiedendole perdono. Non era colpa mia, ma sapevo che non meritava tutto quello che le stava succedendo. Le pulì il capo, notando una leggera ferita sulla fronte, credo fosse dovuta a qualche scheggia di vetro. Perdendomi in quelle attenzioni, mi dimenticai di William che era già dietro la nostra auto.
Come diavolo faceva?!
Tutto d’un tratto lui aprì il portabagagli e in quel momento mi sentì un perfetto idiota, perché avevo dimenticato di chiuderlo con la sicurezza. Preso dal panico, tirai Anne fuori dalla macchina e cominciammo a correre, ancora. Ci raggiunse. Non si preoccupò di me, ma si fiondò su di lei. Le prese il viso, sbattendola vicino ad un muro. Cercai di proteggerla, sferrandogli un pugno in faccia, ma fu prima lui a colpire me, facendomi perdere i sensi. Notò che io non potevo più difenderla e così prese il comando del suo corpo, non essendo lei in grado di reagire.
Fermandole nuovamente il collo, cominciò a baciarla con violenza, rubando la sua dignità. Poggiava il suo tocco sui suoi seni, sulle sue gambe, passando all’inguine, violandole l’intimità. Le bloccò gli arti superiori e con veemenza le tirò i capelli, facendo sporgere il capo all’indietro. Le sbottonò i pantaloni, infilandole una mano negli slip. Solo quando sentì Anne urlare per il dolore, ripresi i sensi, aprendo piano gli occhi. Stava violando la mia donna, stava usufruendo del suo corpo, di quel piccolo fiore indifeso. Non potevo sopportarlo. Mi alzai di scatto, consumando le mie ultime forze per spingerlo a terra e rubargli la pistola, ma ancora una volta mi fermò. Mentre cadeva a terra, esaurì i suoi due ultimi colpi per spararmi. Voleva uccidermi.
Mi mancò ma prese lei.
Osservai le pallottole fiondarsi velocemente sul suo corpo e non potei far niente per evitarlo.
Buttandomi a terra, cominciai a piangere lacrime strazianti. Vedevo il suo corpo sanguinare, l’aveva colpita proprio al cuore. Non volli reagire, non volli fargli del male, non era degno di nessuna mia reazione, quell’animale. Prese la mia auto e scappò via, codardo.
Io rimasi lì, a fissare la mia vita morire davanti ai miei occhi.
La luce di ogni suo colore si stava spegnendo.
Ansimava, il dolore la uccideva.
Sanguinava, la morte la stava portando via.
- Credimi, io.. io ti amo.. e continuerò a farlo.. – biascicò queste ultime parole.
- Anch’io.. – provai a dire, ma ancora oggi non so se riuscì a sentirmi.
Chiuse gli occhi, spirando. Tra le mie braccia non restò altro che il suo corpo inerme.
Anne se n’era andata, per sempre. 

  
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