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Autore: aquariusff    03/11/2011    5 recensioni
Questa Fanfic l'ho scritta nel 2007.
“e queste cosa sono?”
“non hai mai visto un paio di scarpette da danza?”(….ma in quale parte del mondo vive questo tipo?!)
“ah allora sei una ballerina!”
Cecilia era perplessa.
Lo guardò un pò meglio: era molto alto e magro, il viso ovale, il naso dritto e le labbra ben disegnate.
Sotto le labbra aveva un neo piuttosto evidente e durante la breve conversazione, aveva notato un pircing sulla lingua.
Era vestito in maniera un pò eccentrica: jeans attillati, stivali a punta ed un giubotto di pelle aderente; per non parlare delle sue mani…..le dita lunghe ed affusolate erano piene di anelli dalle forme più strane; e le unghie? Ricoperte dallo smalto nero!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                             by aquarius      
 
 
CAPITOLO I
  Era una splendida mattina di marzo, il cielo era limpido e l’aria profumava di primavera.
Il sole tiepido scaldava la terra dopo il lungo inverno.
Colonia era un tripudio di colori in quel periodo dell’anno: le aiuole erano tutte fiorite e sui davanzali, sotto le tendine di pizzo bianco, facevano bella mostra di sè primule e violette.
 
Come al solito Cecilia era in ritardo.
Aveva parlato a telefono con la sua amica Giulia più del dovuto ed ora cercava di recuperare il tempo perso camminando velocemente.
 
Indossava un paio di jeans aderenti e gli stivali col tacco basso, un dolcevita nero, che ora a causa della corsa le sembrava fin troppo caldo; la sciarpa colorata e il cappotto nero.
Il viso bello e delicato era incorniciato da lunghissimi capelli castani legati in una morbida treccia; gli occhi verdi, grandi e luminosi e le labbra morbide e carnose avevano un’espressione un pò triste.
 
Giulia le mancava tantissimo; da quando era a Colonia non aveva fatto molte amicizie;
era sempre troppo impegnata e la maggior parte del suo tempo libero lo impiegava a migliorare i suoi movimenti di danza e a prendersi cura del suo minuscolo appartamento formato da un unico ambiente che fungeva da cucina, sala da pranzo e salotto e dalla camera da letto.
 
Si infilò le cuffie dell’ i-pod nelle orecchie e lo mise a tutto volume per scacciare la nostalgia e per non sentire il rumore del traffico che a quell’ora era sempre caotico; guardò l’orologio e affrettò ulteriormente l’andatura.
 
Era talmente immersa nei suoi pensieri che non aveva fatto caso al gruppo di persone che camminava proprio davanti a lei.
 
All’improvviso si sentì afferrare alle spalle  e scaraventare all’altro lato della strada. L’impatto fu così violento che Cecilia si ritrovò a terra e la grossa borsa con tutto quello che conteneva si era riversata sull’asfalto. Aveva gli occhi sgranati dallo stupore  e il cuore che le batteva forte.
 Quando realizzò cos’era successo  si voltò come una furia :” ma che razza di modi!!! ma come …….” proprio mentre stava pronunciando queste parole alzò lo sguardo e vide un omone, una specie di armadio alto quasi 2 metri con 2 grosse mani che stringevano una trasmittente. La guardava con sospetto e teneva sotto controllo ogni suo piccolo movimento. Le parole le morirono in gola…. era veramente in preda al panico, ma chi era quell’ uomo e cosa voleva da lei??
 
Respirò profondamente cercando di riprendersi dallo spavento.
Le occorse qualche minuto, poi in preda alla rabbia, scattò in piedi, si avvicinò all’uomo e cominciò ad inveire contro di lui in italiano. Gli rivolse ogni genere di insulto e gli augurò ogni sorta di accidenti. L’uomo la guardava impassibile mentre ascoltava qualcosa dall’auricolare che aveva all’orecchio destro.
Cecilia guardò di nuovo l’orologio, era davvero tardi. Indispettita ed imbronciata cominciò a raccogliere le sue cose borbottando qualcosa di assolutamente irripetibile.
 L’uomo continuava a porsi davanti a lei e le impediva di muoversi; come si sarebbe liberata di quel gigante? cercava una  soluzione, ma ,quel tipo aveva una mole tale da sovrastarla e quindi pensare di scappare sarebbe stato inutile.
 Era sul punto di mettersi ad urlare.
 
” Scusalo…..a volte è un po’ eccessivo nel fare il suo lavoro, ma è un’ ottima guardia   del corpo”.
Un ragazzo moro con un cappellino ed un paio di occhiali scuri, le si era avvicinato e le stava parlando in maniera gentile.
” Ti sei fatta male?” continuò;
“ci mancherebbe altro! ” disse Cecilia in tono tagliente
” che disastro! si è anche rotto lo specchio……” riguardò l’orologio, era fuori tempo massimo, addio lezione…..il professor Sippel sarebbe andato su tutte le furie! arrivava sempre in ritardo alla sua lezione; ed ora?
 alzò gli occhi al cielo e sbuffò stizzita, battendo forte i piedi a terra.
Il ragazzo guardando Cecilia scoppiò in una fragorosa risata;
Lei lo fulminò con uno sguardo e, con una smorfia ,  gli voltò le spalle ed incrociò le braccia; ripensandoci bene la situazione era talmente assurda da sembrare quasi comica e la sua risata, così allegra e sincera a poco a poco contagiò anche lei.
 
 
 
“Mi chiamo Cecilia” e istintivamente gli porse la mano.
Il ragazzo la guardò un pò incerto sul da farsi,poi strinse la sua mano con con una leggera pressione;
“Tzezilia?”
“no, Cecilia, è un nome italiano proprio come me”
“ah complimenti! parli molto bene il tedesco”e si chinò per aiutarla a recuperare i libri.
“grazie” commentò seccamente, infastidita dal fatto che lui ancora non le avesse detto il suo nome.
“e queste cosa sono?”
“non hai mai visto un paio di scarpette da danza?”(….ma in quale parte del mondo vive questo tipo?!)
“ah allora sei una ballerina!”
Cecilia era perplessa.
 
 Lo guardò un pò meglio: era molto alto e magro, il viso ovale, il naso dritto e le labbra ben disegnate.
Sotto le labbra aveva un neo piuttosto visibile e durante la breve conversazione, aveva notato un pircing sulla lingua.
Era vestito in maniera un pò eccentrica: jeans attillati, stivali a punta ed un giubotto di pelle aderente; per non parlare delle sue mani…..le dita lunghe ed affusolate erano piene di anelli dalle forme più strane; e le  unghie? ricoperte dallo smalto nero!
Parlava in modo molto particolare: faceva buffe smorfie e quanto gesticolava!
dire che era stravagante, era dire poco!, di sicuro non era un tipo che passava inosservato………………
però……..guardandolo meglio, era proprio carino, se solo si fosse tolto gli occhiali!
 
Più lo guardava e più si convinceva di averlo già visto da qualche parte, ma dove?
 
Mentre pensava a queste cose, un ragazzo biondo con i rasta ed i vestiti di 2 misure più grandi chiamò il ragazzo moro:
 ”Bill, hei Bill sbrigati dobbiamo andare!” (mmmm si chiama Bill……….)
Bill guardò in direzione dell’altro ragazzo e fece un cenno con la mano, poi le disse sorridendo:
“devo andare, scusa ancora per l’incidente”e andò via così in fretta che Cecilia non riuscì nemmeno a dirgli ciao.
Prima di raggiungere gli altri, Bill, si fermò a dire qualcosa al bodyguard che nel frattempo non l’aveva mai persa di vista.
Quell’uomo le dava sui nervi! anche adesso continuava a guardarla e ad annuire.
Cecilia chiuse la borsa, guardò l’uomo in cagnesco, gli fece una linguaccia ed entrò di corsa all’Accademia Della Danza e Dello Spettacolo.
 
 
                                                  …………….continua 
  
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