Anime & Manga > Inuyasha
Ricorda la storia  |      
Autore: MoonlightShadows    03/11/2011    2 recensioni
La sua consorte aspettava un bambino, il suo primogenito, e a breve avrebbe partorito...Ma mai avrebbe pensato potesse succedere quella mattina...Mai si sarebbe immaginato che stava per consumarsi una tragedia... (Inutaisho/Sesshomaru/Nuovo personaggio)
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La giornata si preannunciava uggiosa e umida. Ampi nuvoloni oscuravano il cielo, impedendo ai raggi del sole di affacciarsi sulle terre circostanti.
Un forte vento si alzava da Nord, segnalando con il suo soffio gelido l’imminente arrivo dell’inverno.
 
Era solo con la sua concentrazione, al centro del campo d’allenamento.
Respirava profondamente, inspirando ed espirando ritmicamente .Tutto intorno a lui era fermo e in silenzio.
Eseguiva movimenti perfetti ed eleganti impugnando le sua spade.
Il sudore brillava, alla tenue luce del mattino invernale, sulla sua pelle bianca e priva di imperfezioni.
Nonostante le aspre condizioni del tempo e il freddo pungente si esercitava a torso nudo anche se sua moglie lo rimproverava sempre su questo fatto.
Ma lui non le prestava molta attenzione. La sua natura demoniaca gli permetteva di sopportare ogni tipo di intemperia e temperatura.
 
InuTaisho, Signore delle Terre dell’Ovest, ripeteva quella routine tutti i giorni da un’infinità di anni.
Ormai era un specie di rituale.
Chissà se l’avrebbe insegnato a suo figlio? Chissà se sarebbe nato un maschietto o una femmina.
Quello era l’unico pensiero che si concedeva durante l’allenamento.
La sua consorte aspettava un bambino, il suo primogenito, e a breve avrebbe partorito.
Ma mai si sarebbe immaginato potesse succedere quella mattina. una voce concitata interruppe la sua meditazione.
 
“ Mio signore”
Una voce concitata interruppe la sua meditazione.
“Mio signore InuTaisho, presto! Venite! Il momento è prossimo”
Il demone osservò per qualche secondo il servo, giusto il tempo per elaborare l’informazione e poi si precipitò verso il palazzo, intenzionato a raggiungere la sua signora il prima possibile.
 
***
 
Tutta la reggia era in subbuglio per il lieto evento.
Le donne di servizio entravano e uscivano dalla stanza in un via vai continuo, portando con sé teli, panni, acqua calda e quant’altro potesse risultare utile a ciò che stava per accadere.
Il curatore si avvicinò al letto su cui la donna stava affrontando le ultime fasi del travaglio.
Le sorrise, accarezzandole affettuosamente la fronte madida.
“Stai andando bene, Hideko. Continua così” 
Nonostante le fitte e lo sforzo a cui si stava sottoponendo, la demone riuscì a donare un piccolo sorriso al fratello maggiore.
 
Akimaru era un giovane molto attraente, dai lineamenti fini e dolci.
La somiglianza con Hideko era impressionante, sebbene lui non possedesse alcun marchio sul volto. Fatta eccezione della luna crescente sulla fronte.
I capelli castani erano tagliati appena sotto le spalle e lasciati sciolti, gli occhi di un color ambra intenso.
Secondogenito della famiglia, aveva deciso di non seguire le orme del padre e del figlio maggiore, preferendo invece dedicarsi alla complicata arte della medicina.
Era diventato un vero professionista, conosciuto in tutte l’Occidente. La gente lo stimava e rispettava per le sue abilità e il suo buon cuore, nonché per il titolo nobiliare che non aveva mai abbandonato.
Dopo il matrimonio della sorella, era stato chiamato dallo stesso Signore dell’Ovest a ricoprire l’incarico di curatore a palazzo, perché reputato il migliore.
Era stato accolto a braccia aperte, in particolar modo da InuTaisho, al quale si era affezionato nel giro di poco tempo; e ora, stava per far nascere il suo primo nipotino.
 
“Akimaru”  la voce flebile di Hideko richiamò la sua attenzione, “Dov’è InuTaisho?” 
“Lo stanno chiamando. Tranquilla, presto sarà qui”
La giovane demone annuì, ritornando ai suoi esercizi di respirazione.
Il suo cuore di madre batteva a mille per l’emozione: per nove mesi aveva sentito crescere, giorno dopo giorno, quella creaturina dentro di sé, ed era impaziente di poterla finalmente stringere tra le sue braccia.
 
Ma il Fato, spietato regolatore, aveva piani ben diversi.
 
Tutto sembrava procedere per il meglio, quando un dolore lacerante costrinse la donna a inarcare la schiena e le strappò un urlo di pura sofferenza, cogliendo i presenti impreparati.
Akimaru si avvicinò alla sorella.
“Cosa succede?” 
“Non lo so” Hideko si lasciò sfuggire un altro gemito, “Akimaru, ho sentito muovere il bimbo in modo strano”  
“Come sarebbe? ” chiese il fratello
“Come un calcio, verso il basso”
Il giovane curatore posò le mani sul ventre della donna, iniziando a premere in punti ben precisi.
In pochi istanti capì la causa di tanto dolore. Si allontanò dal letto con la scusa di sciacquare le mani.
Non voleva farsi vedere dalla sorella: era impallidito visibilmente e lei gli avrebbe di sicuro chiesto perché.
Non era il momento di allarmarla ma era necessario trovare subito una soluzione. Purtroppo però sapeva bene di non avere che una possibilità.
 
“Dottore!” qualcuno lo chiamò, “Ho infine trovato il signor InuTaisho, sarà qui a momenti”
Akimaru guardò il servo disperato.
“Infermiera” chiamò una donna vicino al letto, “Devo allontanarmi per alcuni momenti, occupatevi di lei”
La ragazza annuì e tornò al suo lavoro.
Il giovane demone si precipitò fuori dalla stanza per intercettare il cognato.
Si incrociarono quasi subito in un corridoio appena girato l’angolo.
Come InuTaisho lo vide, gli sorrise beato.
“Ci siamo finalmente?” domandò col fiatone
Evidentemente era giunto correndo e doveva aver abbandonato la sua attività in fretta e furia: aveva la casacca del kimono slacciata e aperta.
Akimaru lo guardò negli occhi serio, lo sguardo triste e preoccupato.
InuTaisho lo notò immediatamente e il suo umore mutò all’istante.
“Cosa succede? Perché quella faccia?” gli chiese allarmato
 
Il giovane curatore era in preda al panico, non sapeva come dirgli quel che aveva scoperto.
Ma doveva farlo, era suo dovere. Si voltò perché gli mancava il coraggio di fargli quella confessione guardandolo negli occhi.
“Quello che sto per dirvi non sarà piacevole, ma è fondamentale che manteniate la calma” il suo tono fermo malcelava  la sua preoccupazione, “Il bambino non si è girato, mio signore. Credo sia inutile dirvi come procederò per il parto”
Si voltò nuovamente per osservare la reazione del cognato.
InuTaisho era sbiancato, le braccia abbandonate lungo i fianchi, la disperazione dipinta sul volto.
“Ce la faranno?” riuscì solo a chiedere
La gola era chiusa da un groppo e la voce ridotta a un sussurro.
Akimaru si avvicinò e gli mise le mani sulle spalle.
“Non lo so InuTaisho, è un’operazione difficile e ad alto rischio. Potrebbe essere necessario fare una scelta dolorosa se qualcosa dovesse andare storto.Sappi che farò tutto quanto è in mio potere per salvare entrambi”
Si allontanò dal cognato, dirigendosi nuovamente nella stanza della donna.
Si fermò sulla soglia, rivolgendosi un’ultima volta al suo giovane signore.
 “Capisco il dolore, la tristezza che provi. Dopotutto, è mia sorella quella che sta rischiando la vita”
E poi scomparve, richiudendosi la porta alle spalle.
 
Rimasto solo, InuTaisho si trascinò lentamente fino alla porta.
Non credeva di aver mai sentito le membra così pesanti, nemmeno dopo interminabili ore di combattimento.
Sentì il bisogno di sedersi e così si lasciò scivolare a terra, appoggiando la schiena alla parete.
Inclinò la testa avanti, nascondendo il viso tra le braccia conserte, e sospirò.
Per un attimo gli sembrò di ritornare il ragazzino di un tempo, quando rattristato si raggomitolava in un angolo a rimproverarsi per la sua debolezza.
Impotente: ecco come si sentiva il grande guerriero. Impotente e spaventato di fronte alla possibilità di perderli. Quello avrebbe dovuto essere un giorno di festa, invece si stava trasformando in una tragedia.
Non si sentiva pronto ad affrontare il peggio se qualcosa fosse andato storto.
 
Con questi pensieri attese di ricevere notizie.
Le urla delle donna erano strazianti ma ad un tratto la stanza divenne terribilmente silenziosa.
Nessun lamento giunse più all’orecchio del demone, segno che qualcosa non andava e questa consapevolezza allarmò ulteriormente InuTaisho.
Quando credeva di non poterne più, la serratura della porta scattò facendolo balzare in piedi.
Dalla stanza uscì un gruppetto di donne, che con lo sguardo basso si allontanò lungo il corridoio.
Per ultima comparve una giovane infermiera, che invece gli fece un profondo inchino.
“Mi dispiace mio signore”
 
Fu appena un sussurro ma sufficientemente chiaro da essere udito dal demone.
InuTaisho credette di sprofondare: non poteva crederci, non voleva crederci.
Senza proferir parola, passò la ragazza ancora inchinata ed entrò: un odore nauseante lo investì.
Prese coraggio e lentamente si avvicinò al letto sul quale giaceva immobile la giovane donna.
Il suo corpo era coperto da numerosi teli, molti dei quali impregnati di sangue.
Tanto sangue.
I capelli argentei le ricadevano scompigliati e fradici sul viso e sul cuscino.
Gentilmente le prese una mano e se la portò al viso, tenendola stretta a sé.
Chiuse gli occhi, cercando di assaporare quel tocco caldo che presto sarebbe scomparso.
In quel momento desiderò fortemente che fosse solo un incubo, uno scherzo della sua immaginazione.
Che in breve si sarebbe svegliato e avrebbe visto la sua sposa accanto a sé, sorridente.
Ma quella mano ormai quasi priva di calore gli fece capire che era tutto reale.
Riaprì gli occhi, soffermandoli sul pallido volto dell’amata.
Il capo era inclinato da un lato, la bocca leggermente socchiusa e gli occhi serrati.
Per fortuna qualcuno aveva già provveduto a richiuderli: non avrebbe sopportato la vista di quelle pozze dorate, sempre vivaci ed espressive, spente per sempre.
Il demone avvicinò il proprio viso a quello della donna, sfiorandole le labbra in un dolce bacio.
L’ultimo.
A malincuore si scostò da lei, e subito dopo nascose il volto nell’incavo della  sua spalla.
Come tante volte aveva fatto in seguito a un momento d’intimità o solamente per ottenere qualche carezza.
La strinse maggiormente a sé, ripensando a quegli attimi che non avrebbe più vissuto.
Non si accorse neppure che la porta della stanzetta si era aperta fin quando una voce non lo richiamò.
Il demone sollevò il capo e lo voltò per vedere chi fosse entrato.
Akimaru si trovava sulla soglia, la sua divisa era completamente macchiata di sangue.
Fece qualche passo verso il cognato fermandosi a metà strada.
Da vicino, InuTaisho potè notare quanto il suo volto fosse provato dalla stanchezza e dal dolore.
Gli occhi gonfi e arrossati non lasciavano dubbi sul fatto che avesse pianto.
“Ho fatto tutto il possibile, ma” si morse un labbro per impedire ad un singhiozzo di uscire, “ Non è stato sufficiente”
 
Per lunghi e interminabili minuti nella stanza cadde il silenzio, presto rotto dal giovane curatore.
“Quasi dimenticavo. C’è qualcuno che credo tu voglia conoscere”
InuTaisho sgranò gli occhi, alzandosi di scatto.
Il bambino!
Come aveva potuto essere così egoista e dimenticarsi di lui.
“Io…. non l ho sentito piangere. Sta bene?”
“Perché non controlli tu stesso?”
Akimaru si avviò verso la porta e fece segno al suo signore di seguirlo.
 
Il demone entrò nella stanzetta dopo poco per raggiungere il cognato ma si bloccò non appena questi si voltò a guardarlo.
Il giovane reggeva tra le braccia un fagottino bianco e rosso.
“Come puoi vedere, è in buona salute” gli spiegò con un lieve sorriso
Preso coraggio, InuTaisho si avvicinò a passi lenti senza mai distogliere lo sguardo da quel batufolo colorato.
Akimaru gli sorrise con fare incoraggiante.
“Su, avanti. Non volete conoscervi?” 
E facendo molta attenzione, passò il piccolo fagotto al genitore.
 
Il neo padre rivolse tutte le attenzioni all’esserino che aveva iniziato a muoversi tra le sue braccia.
Lentamente sollevò un lembo della copertina per ammirare la sua creatua per la prima volta.
Un tenero visetto fece capolino, sciogliendo all’istante il cuore del possente guerriero.
Sulla fronte, nascosta da corti capelli d’argento, era disegnata una graziosa luna crescente, mentre due strisce color magenta gli ornavano le guancie paffute e le palpebre.
Trattene il respiro incredulo a quella visione.
Il bebè era stupendo!
Non credeva potesse esistere tanta bellezza in una creatura così piccola, eppure ne aveva la prova davanti a sé.
Il neonato si stiracchiò e portò i piccoli pugni al viso per strofinarsi gli occhietti, emettendo sonori vagiti.
E poi li aprì, mostrando due meravigliose pupille dorate.
InuTaisho fissò il proprio sguardo in quello del bebè che lo guardava curioso, sebbene gli occhi non fossero ancora del tutto limpidi.
Riuscì a sorridere di fronte a tanta tenerezza e strinse maggiormente a sé il suo angelo.
La sua nuova ragione di vita.
“Come è bella” non potè far a meno di commentare il demone, accarezzando la guancia striata con un dito
 
Una breve risata attirò la sua attenzione, facendogli voltare il capo verso Akimaru.
“Mi permetto di dissentire sul bella” gli fece notare divertito il giovane
 
InuTaisho lo guardò confuso.
Come poteva Akimaru affermare una tale eresia su sua nipote? Come poteva non accorgersi di tanta bellezza?
Stava per ribattere quando il dubbio lo colse.
Sollevò rapido l’intera copertina, rivelando così il corpicino nudo della bimba.
Fu tanto lo stupore nello scoprire ciò che non aveva notato fino a quel momento.
La sua principessa si era rivelata essere in realtà un maschio.
Akimaru si avvicinò al demone, che immobile stringeva ancora in mano il lembo di tessuto.
“Hideko ti ha lasciato in dono uno splendido erede, il frutto di tutto il suo amore per te”gli disse, volgendo poi lo sguardo sul piccolo
Il pargolo, sentendosi libero dal lenzuolo che lo avvolgeva, aveva iniziato a dimenare le gambe e i piedini contento mostrando a tutti le sue piccole grazie.
Fu impossibile per i due adulti non sorridere.
InuTaisho osservava il bebè incantato.
Mai avrebbe immaginato di poter amare così tanto qualcuno che aveva appena conosciuto.
Eppure amava suo figlio con tutto se stesso.
Sorrise maggiormente nel vedere quelle piccole braccia agitarsi per poterlo toccare.
“Benvenuto tra noi, Sesshomaru”
“Sesshomaru??” Akimaru non sembrava molto convinto, “è un nome…impegnativo da portare”
“È il nome scelto da Hideko”
“Capisco”
 
Trascorsero diversi minuti di silenzio. L’atmosfera si era fatta di nuovo pesante.
“Ascolta InuTaisho” prese parola il giovane curatore, “Sarà necessario chiamare una balia, qualcuno che lo nutra e si occupi di lui”
L’interpellato si incupì.
“Si, lo so”
“Io conosco una persona che potrebbe aiutarci, è una giovane demone che ho conosciuto in un villaggio non lontano da qui. Purtroppo ha perso il proprio bambino e quindi ha molto latte. Inoltre è molto in gamba, dolce e severa allo stesso. Sarebbe adatta a badare al bambino, anche in futuro” 
Il demone rifletté su quanto gli aveva detto il cognato e poi gli diede il proprio consenso.
“E sia, se pensi che questa fanciulla possieda i requisiti giusti, io non avrò nulla da obiettare. Mi fido del tuo giudizio”
Akimaru abbozzò un sorriso a quella dimostrazione di fiducia.
“ Voglio che qualcuno la mandi a chiamare e che venga immediatamente condotta a palazzo” 
“Consideralo già fatto, entro poche ore sarà qui” 
 
In quel momento la giovane infermiera di prima entrò nella stanzetta, recando con sé dei panni e una bacinella.
“Ecco l’acqua calda e il materiale che mi avevate chiesto”   
Il giovane dottore le fece segno di posarla a terra.
“Riferisci al capitano di mandare subito qualcuno nel villaggio ai confini nord e di cercare una certa Eiko. Se dovesse fare domande, digli di farle il mio nome. lei capirà. Puoi andare adesso” 
La ragazza fece un breve inchino ai due demoni e lasciò la stanza.
 
Akimaru affiancò nuovamente il cognato.
“È necessario fargli un bagno, prima non sono riuscito a ripulirlo adeguatamente”
Si arrotolò la maniche del kimono lungo i gomiti e tese le mani per accogliere il bambino.
Con fare premuroso InuTaisho gli mise tra le braccia il pargolo.
Il giovane demone andò a posizionarsi di fronte al catino, testò la temperatura dell’acqua e soddisfatto, spogliò del tutto il nipotino.
“È l’ora del bagnetto, piccolino” gli disse dolcemente, prima di immergerlo con delicatezza nella bacinella
 
A contatto con il liquido caldo il bebè corrucciò la fronte e agitò i piccoli arti, schizzando acqua tutt’intorno.
Lo zio gli sorreggeva la testolina attento a non farlo affondare mentre con la mano libera aveva iniziato a passare una morbida spugna sulla pelle rosea.
Il padre seguiva attentamente ogni movimento: i gesti del giovane erano gentili, premurosi e allo stesso tempo sicuri di ciò che stavano facendo.
Rimase ad osservare il corpo nudo del figlioletto: gli stessi marchi dipinti sulle gote e i polsi erano ben visibili lungo i fianchi e, sorrise nel notarlo, sul piccolo sedere.
Faceva fatica a credere che quell’esserino sarebbe diventato in futuro Signore delle Terre dell’Ovest e uno dei più grandi combattenti esistiti.
Era troppo grazioso ai suoi occhi di padre.
 
Akimaru bagnò i corti capelli del neonato accarezzandoglieli per rimuovere lo sporco.
Il piccolo iniziò a piangere infastidito, mostrando chiaramente di non gradire.
“Shhh, abbiamo quasi finito” gli sussurrò lo zio, sfoggiando espressioni buffe per distrarlo
 
“Ascolta Akimaru” il giovane interruppe il suo lavoro per guardare il cognato, “Ho tante cose di cui occuparmi… documenti, corrispondenze, il funerale. Perciò mi ritiro nel mio studio, preoccupati tu del resto”
Akimaru annuì comprensivo.
“ Vai tranquillo, ci penso io”
InuTaisho chinò appena il capo in segno di gratitudine e si avviò verso l’uscita.
Il cadavere della donna era già stato rimosso, e il demone non potè fare a meno di osservare il letto, vuoto.
Su di esso vi era ancora disegnata la sagoma del corpo e ben presto anche quella sarebbe svanita.
Con un groppo alla gola il Generale lasciò la stanza, percorrendo con passo spedito gli immensi corridoi che conducevano allo studio.
Diede l’ordine di non esser disturbato ed entrò, chiudendo a chiave la porta.
Avanzò verso la scrivania e una volta di fronte, si fermò.
Non seppe per quando tempo rimase immobile a fissare un punto indefinito davanti a sé, ma tutt’a un tratto la rabbia e la disperazione finora trattenute presero il sopravvento nell’animo di InuTaisho.
Con un movimento brusco del braccio, scaraventò sul pavimento tutto il materiale che si trovava sulla scrivania.
Una ad una, iniziò a strappare le pergamene finite a terra.
Sembrava impazzito, uscito di senno, ma al momento quello era l’unico modo per dar sfogo a tutto il suo dolore.
Quando capì di non aver più nulla da distruggere , si sedette su quel tappeto di carta stracciata.
Lì, le mani a nascondere il volto, si lasciò sfuggire un unico e disperato singhiozzo.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: MoonlightShadows