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Autore: Alyce_Maya    03/11/2011    8 recensioni
< C'è qualcosa che mi sfugge >, commentò Ryan all'improvviso.
Lui ed Esposito erano seduti alle loro scrivanie e fissavano inebetiti la scena che si parava davanti ai loro occhi.
Non era niente di ecclatante a dirla tutta, ma in qualche modo strana, diversa.
< Qui c'è più di un semplice qualcosa: guardali! >.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Javier Esposito, Kevin Ryan | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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BECCATI?

 

< C'è qualcosa che mi sfugge >, commentò Ryan all'improvviso.
Lui ed Esposito erano seduti alle loro scrivanie e fissavano inebetiti la scena che si parava davanti ai loro occhi.
Non era niente di ecclatante a dirla tutta, ma in qualche modo strana, diversa.
< Qui c'è più di un semplice qualcosa: guardali! >.
Indicando i diretti interessati, fece una smorfia simile al disgusto: Castle e Beckett stavano sorseggiando un caffè nella sala relax
convinti di essere esclusi dallo sguardo indiscreto di alcune persone, sfiorandosi di tanto in tanto.
Erano piccoli gesti: lui che le sistemava una ciocca ribelle dei capelli, un passarsi lo zucchero indugiando più del dovuto toccando la
mano dell'altro.
Ad un occhio esterno, il tutto sarebbe potuto passare per un comportamento normale, ma non per i due detective.
Conoscevano bene entrambi, e sapevano che c'era qualcosa sotto.
< Mamma e papà ci nascondono qualcosa >, concluse alla fine Esposito.
< Cosa dovremmo fare? >.
< Mi sembra ovvio: li spiamo! >, fu la sagace risposta dell'altro.
Scambiandosi uno sguardo complice, si alzarono e si diressero con fare casuale alla saletta. Si sistemarono all'entrata e aprirono un
fascicolo a caso facendo finta di esaminarlo.
Lentamente, Ryan allungò una mano alle sue spalle per aprire la porta della sala relax in modo da poter ascoltare i discorsi tra Rick e
Kate.
< E' ovvio che mi vedrai domani detective, e poi dopo domani, e il giorno dopo ancora... Io non posso stare lontano da te: ti amo! >, 
fu la prima cosa che sentirono pronunciare, dolcemente, dallo scrittore.
Con gli occhi fuori dalle orbite i due si guardarono allarmati.
Cosa stava succedendo?!
Una confessione d'amore di prima mattina?
< Allora, pensi vada bene per il finale del libro? >, chiese subito dopo Castle.
I due poliziotti sospirarono e si sistemarono in modo da non essere notati: quella che a loro era parsa una confessione, li aveva così
sconvolti da farli entrare nel campo visivo di Beckett. Cosa poco proficua per il loro fine.
< Non mi convince granchè, a dire il vero >, rispose Kate.
Lo scrittore sospirò e fece per dirigersi verso l'uscita ma, prontamente, la detective lo prese per un polso, fermandolo.
< Aspetta, non te ne andare, non voglio stare sola! >, disse sospirando. Sembrava tesa. < Sai, da quella notte di qualche settimana fa
non faccio che pensarti, non riesco neanche a concentrarmi sul lavoro. Penso di aver capito finalmente quello che provi per me e... Credo di provare lo stesso >, fece esitante mordendosi un labbro.
Per la seconda volta, Esposito e Ryan rischiarono un colpo.
< Sono andati a letto insieme? >, chiese il secondo esterrefatto.
< Oddio non ci voglio pensare, immagini il disastro? Al primo casino, Beckett gli spara! >, disse l'altro temendo per la vita dell'amico.
< E se lei fosse incinta? >.
< E se lui finisse in ospedale? >.
< E se il distretto disapprovasse e cacciasse Castle? >.
I due continuarono a fare congetture su congetture fino a quando una domanda comune uscì dalle loro labbra.
< E se si sposassero? >, chiesero fissandosi sconvolti.
Cercando di recuperare un po' del contegno perso, fecero qualche respiro profondo per calmarsi.
Appoggiandosi al muro, Esposito ruppe il silenzio: < Temo che in quel caso ci toccherà procurarci uno smoking per fare da
testimoni >.
L'altro, trovandosi d'accordo, annuì.
Erano ancora immersi nei loro pensieri quando la voce della detective attirò la loro attenzione: < Hey voi due, entrate un attimo >.
< Cavolo, ci ha scoperti >, sussurrò Ryan.
< Calmo, non ti agitare, assecondiamola e facciamo finta di niente >.
Sistemandosi le giacche, entrarono.
< Cosa stavate facendo? >, chiese sospettosa.
< Niente >, risposero in coro rovinandosi, probabilmente, la copertura.
< Abbiamo bisogno del vostro aiuto >, proferì a quel punto Castle.
Esposito fece un cenno con il capo e rispose: < Sappiamo tutto! E devo dire che siamo rimasti piuttosto sconvolti... >.
< Lo so, credetemi: lo sono quanto voi ragazzi >, fece lo scrittore piagnucolando.
< Sinceramente non sappiamo che pensare, insomma: avresti potuto dircelo prima >, si intromise Ryan.
< Mi dispiace davvero, ma mi vergognavo >.
< E di cosa?! Noi siamo tuoi amici, era ovvio che ti avremmo aiutato senza farci troppi problemi >.
< Grazie ragazzi, siete fantastici, posso contare su di voi allora? >, chiese Castle al settimo cielo.
< Ma certo >, dissero i due poliziotti annuendo.
< Perfetto! Allora ditemi: che finale scegliereste per il libro? Il mio o quello di Beckett? >.
Esposito e Ryan si guardarono confusi: di che diamine stava parlando?
< Eh? >.
< Massì, il finale! Sono in crisi perchè non so che finale scegliere, per quello mi vergognavo: non è da me!... Ma non avevate detto di
sapere tutto? >, chiese Castle esasperato.
< Si... >
< Beh, ecco... Certo! >.
I due presero a guardarsi intorno intontiti.
< Voi a cosa pensavate si riferisse? >, chiese sospettosa Kate.
< Noi? >, chiese Esposito.
Guardò l'amico in cerca d'aiuto non sapendo bene come destreggiarsi.
< Pensavamo esattamente a quello >, fece convinto Ryan.
Beckett li squadrò ancora per un po', per poi uscire dalla stanza e andare a sedersi alla sua scrivania.
< E' meglio il mio finale, vero? >, chiese a quel punto Castle sottovoce.
< Oh si! >
< Assolutamente! >.
Dando una pacca sulle spalle di entrambi, uscì anche lui.
Rimasti nuovamente soli, sospirarono pesantemente e si scambiarono un'occhiata perplessa.
< Mi sa che abbiamo preso un granchio, fratello! >, commentò Esposito.
< Abbiamo troppa immaginazione: stavano solo provando una scena del libro! >, concordò l'altro.
Proprio in quel momento, mentre i due si perdevano a leggere (veramente questa volta) un fascicolo relativo al loro ultimo caso, se
fossero stati attenti, avrebbero potuto vedere, dal vetro della saletta, la detective e lo scrittore scambiarsi un tenero bacio.
E, questa volta, non sarebbe stato per provare la scena finale di un libro.

   
 
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