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Autore: MoonMin    03/11/2011    1 recensioni
Chi non ha mai sognato di partire per un viaggio, in cerca dell’avventura? Beh, lei lo ha fatto! Questa è la storia di Monica, una ragazza che ha sempre sognato di andare in America, e che finalmente riuscirà a realizzare il suo sogno. Ma una volta arrivata, qualcosa di inaspettato l’attenderà…il fatidico incontro con il destino? Non vi resta che scoprirlo insieme a lei, siete pronti a partire!?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ultima chiamata, volo per New York”.          
Cavolo, devo correre se voglio arrivare in tempo sull’aereo!! Sono qui, ho a mia disposizione un biglietto di sola andata per New York, e sto correndo come una pazza inseguita dai miei genitori che hanno voluto accompagnarmi a tutti i costi, mi sembra di essere nel film “mamma ho perso l’aereo!” 
Sono  arrivata in ritardo, per colpa di quella stupida sveglia che non ha suonato! Oh no, tutti quei poliziotti al check-in, devo cercare di eludere la sicurezza se no perderei un sacco di tempo e non farei in tempo a salire sull’aereo, bene sono pronta: super rincorsa con triplo salto mortale e per finire lancio delle valigie! Muahahah!             Tsk un gioco da ragazzi, superati tutti senza la minima complicazione … a parte le valigie che hanno leggermente sfondato i carrelli.
Bene ecco finalmente quella dannata porta!! Cavolo, le porte si stanno chiudendo, ci mancava anche questa, ma niente e nessuno mi potrà impedire di partire! <> e anche questa è fatta,  appena in tempo!        
Sto finalmente salendo a bordo, non ce la faccio più, giuro che non mi alzerò mai più tardi.
Beh perlomeno sono arrivata sana e salva sull’aereo, meglio che mi sieda e mi rilassi un po’, anche se sento di aver dimenticato qualcosa. Chi sa cosa? Va bene, ci penserò più tardi ora voglio godermi il decollo! Fantastico ho il sedile vicino al finestrino, per quanto riguarda la compagnia, avrei preferito un ragazzo affascinante, uno di quelli da farti perdere la testa, invece mi trovo seduta vicino a un vecchio maniaco. La mia solita fortuna. Da cosa capisco che è un maniaco vi starete chiedendo!? Ebbene sta sbavando mentre legge un giornalino porno nascosto dietro ad un giornale, e come se non bastasse mi sta fissando, ma non il viso. Vecchio porco!
L’aereo sta per decollare, si parte! La vista da qui è meravigliosa. Vedo le case e le persone diventare sempre più piccole, sento già la mancanza di casa, ovviamente questa è una bugia, non vedevo l’ora di liberarmi dei miei genitori! Oh cavolo, ecco cosa mi ero dimenticata, i miei genitori!! Chi sa che fine avranno fatto, scommetto che si saranno arrabbiati, ma che potevo fare, di certo non avrei rinunciato a salire su questo aereo! Li chiamerò appena arrivata, sperando che non si siano alterati sul serio! Comunque sembra un sogno, sono diretta in America, che emozione, è tutta la vita che sogno di essere su questo volo, ed ora sì, il mio sogno si sta avverando! 
Ehi, pensandoci non mi sono ancora presentata, che sbadata! Io sono Monica, ho 17 anni, sono bionda ed ho gli occhi azzurri; sono magra e abbastanza alta, la prima cosa che si nota di me?! Almeno per quanto mi dicono gli altri, è il mio seno, imbrazzante da dire, vero? Per il resto sta a voi giudicarmi!
                                                                                                                                     
È già passato molto tempo ormai, quanto ci vorrà ancora?! Dal finestrino si intravede l’oceano, con il suo colore cristallino e i riflessi del sole, sotto questa immensa distesa di nuvole simili a zucchero filato; nel cielo color cobalto si intravedono volare liberi dei gabbiani. Sapete, ho sempre desiderato essere come un aquila, per poter volare libera alta nel cielo, senza nessuno che ti dicesse cosa fare o chi essere! Comunque per passare il tempo ascolto la musica dal mio inseparabile i-pod, mentre, indovinate? Il signore accanto a me si è addormentato abbracciando un poster di avete capito cosa! Sto pensando a cosa succederà quando sarò arrivata, magari troverò l’avventura, del genere: “Ragazza straniera avventuratasi fra le immense strade della città e ad un tratto trova il ragazzo dei suoi sogni, si sposano e vivono per sempre felici e contenti!” hmm troppo banale.
Mi sembra che siamo arrivati, dal finestrino  si iniziano a vedere degli edifici altissimi.                           “allacciare le cinture, siamo pronti per l’atterraggio”;
 “e vai!!!!” oh no, l’ho detto ad alta voce, più che altro l’ho gridato! Che figura! Ora mi fissano tutti come se fossi una malata di mente, tutti eccetto il maniaco che continua a sorridermi con la bava alla bocca. Che schifo!   
                                                                                                                                           Bene, a quanto pare siamo atterrati, si scende! Ah, sarà la mia impressione ma sento aria di libertà! Sulla facciata di questo aeroporto c’è una “calorosa” scritta di benvenuto: “Welcome to USA”! ora sto prendendo le valigie, le mie sono le ultime come c’era da immaginarsi, perlomeno sono arrivate sane e salve, anche se hanno lasciato un bel buco nell’altro aeroporto! 
Prima che me ne dimentichi chiamerò i miei genitori, anche se non ne sono tanto convinta! Buona fortuna a me! “Tuu…tuu…ciao mamy! Sono arrivata!”; 
“Amore, meno male stai bene, ero così preoccupata! E comunque SI SALUTA PRIMA DI PARTIREEE!!” mi sembrava strano che non mi avesse ancora sgridato;
“Se voi siete così lenti non è colpa mia!! E comunque non chiamarmi AMOREE!! Ci sentiamo dopo, ora devo andare!!” l’ho fatto di nuovo, ho gridato in mezzo a tutta questa gente, bel modo per farsi conoscere, e come se non bastasse le ho chiuso il telefono in faccia. Dopo sarà ancora più arrabbiata! Che pasticcio!!   
La mia avventura sta iniziando, camminando sola con due grandi valigie alle mie spalle, senza una meta precisa, inseguendo forse quello che è il mio destino. 
Auch, che botta! Sono andata a sbattere contro qualcosa e sono caduta col sedere a terra; alzo lo sguardo e davanti a me vedo un ragazzo alto, fisico atletico, castano, e con gli occhi verdi, e subito penso “questo è amore a prima vista!”, ma questo prima che aprisse bocca.  
“Ehi, ma guarda dove vai!” dice lui;      
“Scusa tanto ma ero con la testa fra le nuvole, e comunque anche tu potevi evitare di venirmi a dosso!” gli rispondo.    
“Ah ma davvero? Va bene, lasciamo stare, è meglio! Dammi la mano ti aiuto a rialzarti … * atteggiamento scocciato * … A quanto pare sei italiana” dice lui.   
“Si e comunque non sono affari tuoi, brutto arrogante!” gli dico facendogli la linguaccia. 
“Potresti essere più gentile con me, sai? Visto che ti ho anche aiutato a rialzarti!” mi risponde arrogantemente lui. 
All’improvviso si sente lo squillo di un telefono, qualcuno lo sta chiamando, lui risponde e  poi mi dice “devo andare”;
“nessuno ti trattiene” dico io.
Mentre si allontana grida <<è stato un piacere conoscerti, scimmietta!!>>;
 “Ehi ma come ti permetti?!?” gli grido, e lui con sorrisetto sulle labbra mi risponde “Comunque il mio nome è Jack! Spero di rivederti SCIMMIETTA!”  e detto ciò si allontana e scompare fra la folla. Però, chi lo avrebbe mai detto che avrei incontrato un tipo del genere;  a dir la verità era carino, anche se abbastanza arrogante! Anche per me è ora di andare, meglio incamminarsi se voglio trovare almeno un taxi!
Eccomi fuori, pronta a iniziare un’atroce battaglia per riuscire ad accaparrarmi un taxi, okay sono pronta, strisciando mi faccio strada fra la folla finche non arrivo sull’orlo del marciapiede dove mi infilo con uno dei miei salti sui sedili di un taxi, che probabilmente stava già aspettando un’altra persona, ma sapete come si dice: chi tardi arriva male alloggia!
“Park Central New York Hotel, please!” dico al taxista con il mio favoloso accento inglese! Eh via, si parte! Wow, ancora non riesco a crederci, sono davvero a New York. Vedere questo spettacolo di luci fuori dal finestrino è fantastico, dal vivo è tutta un’altra cosa, tutti quei negozi, quei ristoranti! Non vedo l’ora di iniziare a fare shopping! Ho la bava alla bocca al solo pensiero!      
Siamo quasi arrivati all’albergo, chissà come sarà? È a due isolati da 5th avenue (una delle strade più importanti del mondo per quanto riguarda lo shopping),  Central Park, e molto altro ancora, che avrò l’opportunità di visitare in questi giorni!!
  Oh, sono arrivata! * occhi brillanti * sono senza parole è altissimo per non dire poi l’eleganza! Credo che mi sentirò come una principessa qui dentro, servita e riverita! Non mi resta che andare a registrarmi e a prendere la chiave della mia stanza. A quanto parte è la n°930 all’ultimo piano! Ora sto salendo su in camera. 
Le porte dell’ascensore si sono aperte e sto percorrendo un corridoio enorme, <>. Sono super-emozionata non ho il coraggio di aprire la porta. Okay, conto fino a 3, chiudo gli occhi ed entro. “1 – 2 – 3” tum! (il rumore della porta che si è chiusa), ora devo solo aprire gli occhi lentamente, lentamente …                   All’improvviso un brivido mi percorre la schiena, davanti a me c’è un corridoio che porta alle varie stanze, una di queste è un piccolo soggiorno con tre divanetti, un tavolino e un televisore al plasma, una finestra molto grande con un balcone, tutto in stile classico; l’altra stanza invece è il bagno, sembra molto confortevole con una vasca molto grande. C’è la camera da letto che ha un letto enorme come mi piacciono tanto, un televisore al plasma e per finire una finestra proprio davanti al letto, con vista fantastica e per giunta c’è anche il balcone, con tavolino e sedie, per prendere un aperitivo all’aperto, bene io esco perché non resisto ad una vista del genere!
Infatti da qui il panorama è bellissimo, sono così in alto, e in lontananza si vedono tutti quegli edifici altissimi! Ormai è già sera, la città è piena di luci, il vento soffia fra i miei capelli, mi sento così rilassata e soprattutto stanca. Non vedo l’ora che arrivi domani per visitare tutta la città! Ora però è meglio che mi riposi, ovviamente dopo aver fatto un bagno rilassante in quella vasca enorme!
 <  “Hello Mamy!! Sei ancora arrabbiata con me?? Che ci posso fare se quando mi fai innervosire, non riesco più a controllarmi!”
 “Ciao Minnie! Parli già inglese?? Lasciamo stare il fatto di stamattina, giusto perché sei lontana da casa, ma se eri qui … Comunque com’è andato il volo? Sei in albergo? Che stai facendo?”;
“Puoi evitare di farmi il 3° grado!!? Sì, sono in albergo e il viaggio è andato bene, ora sto facendo il bagno e voi che fate?”;
 “A dir la verità stanno dormendo tutti, se non te ne sei resa conto qui sono le 4 del mattino “;
“Ah già, è vero! Me ne ero completamente scordata del fuso orario! La forza dell’abitudine! “;
“Forza dell’abitudine?!? Più che altro è che sei sempre con la testa fra le nuvole”;
“Che ci posso fare! Sei tu che mi hai fatto così!”;
 < “MA VI DIVERTITE COSì TANTO A CHIAMARMI COSì!?”;
 “VI??”;
“NO NIENTE! CIAO Mà!”.
C’è mancato poco. Chi sa se rivedrò quel ragazzo? * mi immergo lentamente nell’acqua, pensando al momento in cui ho incontrato quel ragazzo e riemergo velocemente scuotendo la testa *
“Ma a che sto pensando!! Meglio dimenticare, sì, non è successo niente!!”.
Bene, è meglio se ora vado a dormire, domani mi aspetta una giornata impegnativa e spero piena di emozioni. * mi lancio sul letto *
“BANZAI!!” è morbidissimo, credo che non mi alzerò mai più;
soffice … soffice … soffice … sembra una nuvola soffice, soffice, soffice.  * mi addormento * 
 
II° giorno
Toc! Toc! “colazione in camera!”
Ma che ora è? Sono già le 8 cavolo! Meno male che avevo richiesto il servizio in camera, ma ora che faccio, mi presento in “pigiama” (sempre se può definirsi tale)!? Non può neanche aspettare fuori! Okay, che sarà mai? Ho solo una maglietta molto larga e mi si vedono le mutandine. “Entri pure!”.
La porta si sta aprendo, sorriso disinvolto, sorriso disinvolto! <>, dalla porta entra un cameriere bellissimo, che avrà all’incirca la mia età o 1-2 anni in più, alto, magro, biondo e occhi azzurri più color del ghiaccio direi, che mi saluta dicendomi: “salve signorina le ho portato la colazione” con una voce così sexy! Okay, mi sto lasciando andare un po’ troppo forse! Comunque gli rispondo: “S-sì, g-grazie! La lasci pure qui!” troppo impacciata, mancava solo che gli sbavavo a dosso!
“Sarò al suo servizio per tutta la durata del suo soggiorno nel nostro hotel, per qualsiasi cosa mi chiami. Il mio nome è Sebastian, ora tolgo il disturbo, e si goda la sua colazione!” mi dice andandosene con uno strano sorrisetto sulle labbra. “G-grazie. Comunque io sono Monica” dico io. “certo, questo lo sapevo già!” …*”O.O* Accertato! Ho fatto una delle mie solite gaff. Andiamo avanti … la colazione a letto, ho sempre desiderato farla, vediamo cosa c’è … succo d’arancia, latte e caffè, su un piatto cornetti, doughnuts, waffle e pancake con sciroppo d’acero e sull’altro uova con bacon; più che una colazione sembra un pranzo reale! Ebbene, pancia mia fatti capanna!
Ho deciso di dare un morso a tutto, così assaggio tutto e non ho rimpianti! Per prima cosa assaggio i famosi pancake con sciroppo d’acero, poi waffle e doughnuts con contorno di latte, ed infine uova e bacon con succo d’arancia! Aah, sono sazia!  Giudizio sui piatti: pancake con sciroppo d’acero non sono quello che mi aspettavo, anzi non sono un gran che, a differenza dei waffle (senza sciroppo) e delle ciambelle che sono paradisiaci; le uova di prima mattina non fanno per me, però il bacon è troppo buono per rinunciarci! Bene, è arrivato il momento di vestirsi … dilemma cosa mi metterò?     * sfilata di moda *
Deciso: pantaloncini, converse, maglietta larga e code.
Eccomi qui, davanti all’hotel, pronta per andare in 5th avenue! Sto camminando e vedo tantissime vetrine diverse, stupende! Cosa vedono i miei occhi!? Il negozio della lindt, buonooooo!! Fantastico, laggiù c’è un cubo enorme di vetro, che se non sbaglio è un Apple Store! Certo che c’è moltissima gente per strada, diventa al quanto difficile camminare. Non ci posso credere! cosa vedono i miei occhi in lontananza? Quello è un disney store!! Adoro tutti i peluche e gli oggetti che ci sono lì dentro!

Sono già le 12, e ho camminato molto, quindi penso proprio che farò una pausa merenda e andrò proprio in quello Starbucks! Allora prendo un frappuccino vanilla cream e un muffin ai mirtilli, che sono buonissimi!
Si riparte, io continuo a camminare sempre dritto, vado dove mi porta il vento.
Sono arrivata al Lincoln’s Building, un edificio abbastanza vecchio ma altissimo, e più avanti c’è il Chrysler Building; ma quello dove voglio salire è l’Empire State Building! Bene, dopo aver fatto tutta questa strada, voglio andare a Central Park. Eccomi arrivata, è enorme e tutto verde, con qualche laghetto qua e là; laggiù c’è uno scatolone, vado a vedere. Che carino! C’è un cucciolo di husky, sembrerebbe essere solo, di certo non posso lasciarlo qui, guardate come scodinzola e  che musetto dolce! Bene, verrai all’albergo con me. Però prima di tornare andremo in un altro luogo. Eccolo, il Carnegie Hall e sto entrando nell'Isaac Stern Auditorium. È grandissimo, ci sono 2804 posti  e vedo lì su quell’immenso palco un pianoforte a coda, da solo. Chissà se si può suonare, che ne dici ti va di sentire  un po’ di musica!? * sto suonando * all’improvviso si sente una voce cantare a ritmo di musica, finisco di suonare e sento degli applausi, c’è una ragazza in fondo alla sala che dice: “Sei bravissima, complimenti!”;
“Grazie ma niente in confronto alla tua  voce!”;
“ti ringrazio, comunque io sono Jessie, piacere di conoscerti!”;
“Io sono Monica e lui, a dir la verità non ho ancora trovato un nome per lui, ci siamo conosciuti  da poco, comunque il piacere è tutto nostro”;
“sei una turista vero?”; “si, invece tu sei di queste parti?”;
“Certo, e conosco molto bene la città. Quindi che ne dici se ti facessi da guida?”;
 “Dici davvero? Ne sarei molto felice”; “e allora che stiamo  aspettando? andiamo!”  “okay!”.
Questa ragazza è molto simpatica e inoltre è molto meglio fare shopping in compagnia che da soli. “ehi guarda che carino quel fular in quel negozio! Penso che lo comprerò per Toby”
“Toby??”
 “ho deciso di chiamarlo così! Tu che ne pensi piccoletto?”
“bau bau”.

Ecco fatto! Sei perfetto piccolo! Cavolo, è molto tardi.
“ehi Jessi, io sono stanchissima e penso che tornerò all’albergo, che ne dici di venire con me?”
“Davvero posso? Ho sempre sognato di andare in albergo!! Andiamo!”
“Aspetta! Sai almeno dove andare?”
“ehmm……NO!”
“ora tocca a te seguirmi!”
Arrivate facciamo di tutto per non farci notare dallo staff, sapete com’è i cani non possono entrare, siamo quasi arrivate in camera ma proprio davanti a noi si presenta Sebastian.
“Buona sera signorina, a quanto vedo ha un ospite” ;
“Si! Proprio così!!” rispondo io;
“Già ci sono solo io e nessun altro insieme a Monica” dice Jessi;
 “Non so ma sembra nascondiate qualcosa, mi sembra molto più ingrassata rispetto a stamattina”;
 “Già, sai com’è con tutti quei dolci che ho mangiato”;
Di colpo Sebastian avvicina il suo viso al mio e mi sussurra < “non sapevo mangiasse anche i cani...” mi dice Sebastian, io divento rosso peperone e nel frattempo Jessi se la ride.
“Comunque non si preoccupi, anche a me piacciono i cani”;
“beh allora ti ringrazio molto, penso che ora andremo in camera tutti e tre”;
“Allora a domani signorina”;
Finalmente in camera ci rilassiamo e facciamo un pigiama party.
 
III° giorno
È già mattina, è di nuovo tardi, infatti è stato Sebastian a svegliarci! 
Dopo esserci lavate, vestite e tutte il resto io e Jessi usciamo.
Lei mi porta a casa sua a New Orleans, per farmi conoscere la sua famiglia e farmi vedere anche quella parte di città che di solito non è molto frequentata dai turisti. Arrivate davanti alla sua casa davvero molto carina e accogliente, Jessi apre la porta e ad accoglierci c’è sua madre e i suoi fratellini che si lanciano contro Toby per giocare, più tardi arriva anche suo padre.
Io  molto in imbarazzo mi presento e do una mano in cucina a preparare il pranzo, imparando anche qualche nuova ricetta americana, d’altronde si sa che il cibo più buono è quello mangiato in famiglia!
Mentre apparecchiamo arriva il fratello maggiore di Jessi. Alto, bel fisico, a dire la verità ho sempre avuto una certa inclinazione per i ragazzi di colore sono così affascinanti! Posso considerarmi fortunata, 3 ragazzi carini in soli 3 giorni! Jessi mi dice “Lui è mio fratello Michael, mi ero dimenticata di accennartelo, ma preferisco pensare di non avere un fratello come lui”;
 “Piacere io sono Mike, e non ascoltare mia sorella in realtà è lei l’unica che dà fastidio qui”;
“piacere, io sono Monica”;
“cosa ci fa una ragazza carina come te, con un bidone come mia sorella?”;
“Come osi, brutto…” dice Jessi inseguendo suo fratello con una pantofola in mano!
Durante il pranzo, parliamo soprattutto di me perché i genitori di Jessi mi fanno domande sulla mia famiglia e sull’Italia, a quanto pare hanno sempre desiderato fare un viaggio in Italia anche per poter assaporare le nostre famose specialità culinarie.
Nel pomeriggio Jessi mi lascia da sola con Mike, perché aveva delle commissioni da sbrigare per sua madre. Mike mi porta a fare il giro del quartiere, ed è proprio come nei film, ci sono dei ragazzi che giocano a basket altre invece saltano la corda.
Mike mi insegna a giocare a basket, come riuscire a fare canestro, si posiziona dietro di me, accompagnando le mie braccia secondo il giusto movimento. Prendo la mira e riesco a fare canestro, allora sprizzante di gioia salto su di lui abbracciandolo, ci troviamo talmente vicino che quasi i nostri nasi si sfiorano. Momento di imbarazzo e poi comincio a scusarmi! “Fai progressi! Si è fatta sera però, quindi ora ti porto in un posto che ti piacerà..”  arrivati lui mi dice di chiudere gli occhi e poi dopo un po’ di riaprirli, ci ritroviamo in un locale jazz, e all’improvviso lui sale sul palco e inizia a suonare il sax, fantastico.
Da dietro le quinte si sente arrivare una voce stupenda, che mi sembra di aver già sentito. Sul palco appare Jessi, in un elegante abito da sera, che mi invita a salire sul palco per suonare insieme a loro.
“Ecco a voi la mia amica italiana Monica , che stasera suonerà insieme a noi, accompagnandoci al piano! Fatele un grande applauso di incoraggiamento amici e godetevi lo spettacolo!”.

 Dopo una fantastica serata passata a suonare con delle persone meravigliose mi tocca ritornare in albergo.
 “Jessi si è fatto tardi ed io e Toby dobbiamo tornare in albergo”.
“eh già, non vorrai far preoccupare Sebastian!” dice lei.
“chi sarebbe questo Sebastian?” chiede Mike con voce un po’ irritata.
“No nessuno, solo il maggiordomo dell’hotel!” dico io, ma perché mi sto giustificando?
“A te che importa, vabbè sarà meglio che ti accompagniamo a casa” dice Jessi  
 “Non preoccuparti, ho già dato abbastanza fastidio! E poi c’è già Toby a farmi compagnia!” dico io.
“Va bene, se proprio insisti! * faccia scocciata * beh, è meglio se ti sbrighi si stanno avvicinando dei brutti nuvoloni grigi!” dice Mike.
“Allora a presto! Oggi ho passato una giornata fantastica insieme a voi, sono felice di avervi conosciuta!” dico io e ci salutiamo.
Lungo la strada di ritorno a casa, inizia a piovere talmente forte che il taxi è costretto a fermarsi perché la strade sono allagate, perciò l’autista mi dice che le strade rimarranno bloccate sino alla fine del temporale. Per questo decido di scendere e tornare a piedi, per fortuna l’hotel non è molto lontano da dove si è fermato il taxi, ma il problema è che le strade sono tutte uguali e non riesco più a ricordare qual è quella giusta!


DOPO QUALCHE MINUTO
Cavolo Toby, ci siamo persi!! Ormai è buio e questa strada non promette nulla di buono, la cosa non mi piace.
Ci sono dei brutti ceffi che mi stanno guardando, ho paura, stanno venendo verso di me, qualcuno mi aiuti. Toby vedendo i ceffi avvicinarsi mi scappa dalle braccia e fugge via. Io inizio  a correre in preda al panico ma vengo subito raggiunta dai loschi figuri. Aiuto! Non riesco a muovermi, sono come paralizzata, non riesco a dire neanche una parola. D’istinto chiudo gli occhi e all’improvviso sento un rumore di un pugno.
Quando apro gli occhi vedo una sagoma di un ragazzo, che mi sta proteggendo, almeno credo. Non riesco a capire chi è, mi sento mancare le forze, aiuto…
Mentre lui le si avvicina lei sviene.
Il ragazzo la prende in braccio e la  porta  a casa sua, nota che ha la febbre ed è tutta bagnata. Decide di cambiarla per evitare che la febbre peggiori. La spoglia per metterle una sua camicia e poi la poggia dolcemente sul suo letto per farla riposare. Il ragazzo rimane ad osservarla e pian piano si avvicina al viso della ragazza, rimane per un po’ a guardarla e infine porge il suo viso vicino a quello della ragazza, sino a che le sue labbra non sfiorano quelle di lei, per baciarla.
 
IV° giorno
Dove mi trovo? Che mal di testa! Dov’è Toby? Cavolo, non ci capisco niente!
Meglio dare un’occhiata in giro. Ehi, qualcuno sta dormendo sul divano, chi sarà? Mi avvicino un po’, con cautela. EEEEEEH!!?
Grido e di colpo mi tappo la bocca, per lo spavento mi tiro in dietro ed inciampo su qualcosa cadendo di sedere per terra. Mi trascino alla velocità della luce verso la camera, fino a che non sento una mano che si appoggia sulle mie spalle, infatti proprio dietro di me c’è il ragazzo che si è svegliato dopo tutto il baccano che ho provocato.
Senza motivo chiudo gli occhi e lo spingo in avanti, ma per sbaglio reinciampo su qualcosa (Toby che non si sa come sia finito lì) e finisco sopra al ragazzo.
I due si trovano in una situazione al quanto complicata. Si fissano intensamente, il cuore di lei batte all’impazzata e per giunta arrossisce.
“Non riesci proprio a stare in piedi, eh scimmietta?” dice ironicamente lui.
“d-di nuovo tu! Al massimo sei tu che stai sempre davanti a me!” dico io irritata.
 “beh, ora potresti anche alzarti non credi?>> dice lui.
“Oh s-sì!” rispondo imbarazzata.
Ci alziamo e notando il mio abbigliamento sexy, scappo in camera ormai completamente rossa dalla vergogna. Una volta in camera mi appoggio alla porta e mi lascio andare sedendomi a terra a pensare… quel ragazzo era proprio Jack! Chi avrebbe mai detto che lo avrei rivisto? Comunque non mi sembra il caso di rimanere qui a pensare, credo sia proprio il caso di rivestirmi e andare via.
Bene sono pronta e psicologicamente preparata ad affrontarlo, esco dalla camera, ma non lo vedo, probabilmente è sotto la doccia visto che si sente il rumore dell’acqua che scorre, Toby invece è lì in quella cuccia e indossa persino un collare con scritto Spike, vuoi vedere che il cane era il suo? Meglio che vada ora.
Monica torna a casa in taxi, contemporaneamente Jack esce dalla doccia e nota che la ragazza se n’è andata e dice “Non mi ha ancora detto il suo nome, poco importa visto che quell’imbranata ha lasciato qui il suo passaporto. Ma guarda c’è anche il biglietto da visita dell’hotel in cui alloggia”.
Nel frattempo Monica è arrivata in albergo.

Dopo tutto quello che è successo ho bisogno di un bagno rilassante, per riflettere sull’accaduto. Entrata nella vasca mi tocco le labbra involontariamente.


QUALCHE ORA DOPO
Qualcuno bussa alla porta, meglio che vada ad aprire, sarà sicuramente Sebastian.
“Ciao scimmietta!” dice Jack con un grande sorriso.
“Cosa ci fai qui?” chiedo io sorpresa e allo stesso tempo infastidita.
“Sono venuto a riportarti questo, sempre se ti interessa ancora..” risponde lui.
“Certo che lo voglio e ti ringrazio per essere venuto fin qui solo per riportarmelo”
“Figurati, ma sappi che lo riavrai solo a patto che tu esca con me ora” dice lui molto sicuro di se.
“C-c-cosa? Ti ha dato di volta il cervello? E comunque non puoi costringermi!” dico io imbarazzata.
“Tu dici?” risponde lui.
All’improvviso mi prende la mano e mi trascina via, fuori dall’albergo, in pantaloncini e canottiera.
“Credo ti dia fastidio vedermi vestita, non è vero?” gli chiedo con tono ironico.
“Ahahah ti farò visitare una delle più belle città di NY, Manhattan, quindi tieniti forte! Però prima di dare inizio al nostro giro panoramico andiamo in un posto>>
Che strano ragazzo, chissà dove mi sta portando!? La sua mano è così calda e grande, dà un certo senso di protezione. Mi sento bene quando sono con lui…*imbarazzata e perplessa*
Wow, in lontananza si vede un gigantesco negozio di abiti, mi piacerebbe entrarci!
“Siamo arrivati! Bene ora può scegliere il vestito che più preferisce madame!” dice lui con un dolce sorriso sulle labbra, come se stesse parlando con una principessa.
Timidamente gli rispondo “dici sul serio? Mi sembra un sogno!”
“Che aspetti? Non abbiamo tutta la giornata!” dice arrogantemente.
“Si, ora vado! Mi sembrava strano che fossi così gentile con me”
Ci sono davvero molti vestiti stupendi, infatti ne scelgo un bel po’ e poi vado in camerino a provarmeli, per ognuno faccio una sfilata e ascolto il parere di Jack!
Ho sempre sognato di fare una cosa del genere, sembra di essere in un film!
Dopo averne provati molti, finalmente trovo il vestito perfetto: aderente sul seno e gonfio sulla parte inferiore, di fantasia a quadretti celesti e bianchi, con delle bretelle a riccetto e in più delle scarpe con la zeppa, azzurre.
“Bene ora sei pronta per uscire con me, no?”
“….certo…”
Mi afferra di nuovo la mano e mi porta via di corsa verso il porto.
Una volta arrivati mi ritrovo su un battello diretto a Manhattan, e la vista da qui è stupenda.
Mi fa visitare tutta la città, poi arrivata sera decidiamo di tornare.
Torniamo indietro passeggiando lungo il mare, io cammino in equilibrio sul muretto che si affaccia sul mare e lui accanto a me sul marcia piede, senza mai distogliere lo sguardo dal mio sorriso.
“Non so perché, ma conoscendoti ho la netta sensazione che cadrai” dice lui.
“Ma dai non sono così imbran…” ad un tratto mi sento mancare la terra da sotto i piedi, non ci posso credere sto cadendo per davvero! Oh no, sotto di me c’è l’acqua,  aiuto!
Jack mi afferra per il braccio e con forza mi tira a sé, stringendomi in un caloroso abbraccio che porta il nostro viso molto vicino, quasi da poterci baciare.
Mi sento come quella volta a casa sua, sento le farfalle nello stomaco, sento il cuore battere all’impazzata. Sto per baciarlo. 
L’atmosfera viene spezzata dal suono del battello che stava passando di lì.
Momento di imbarazzo fra i due.
“Si è fatto tardi, è meglio che ti riaccompagni all’albergo ora.” dice lui imbarazzato.
Rimaniamo in silenzio per tutti il tragitto.
Una volta arrivati ci salutiamo e lui se ne va, io entro però esco subito per gridargli come mi chiamo, lui si volta e mi sorride. Salgo subito in camera e esco fuori al balcone, lo guardo allontanarsi sempre di più fino a che non sparisce lungo la strada.
Per la gioia improvviso un valzer e poi mi lascio cadere sul letto. Guardando verso il comodino noto il biglietto di ritorno in Italia per domani. All’improvviso sento una stretta al cuore e ricordo che domani dovrò ripartire e non potrò più vederlo.


V°giorno
Si è fatto giorno, come al solito è arrivato Sebastian a portarmi la colazione. Sebastian mi chiede: "Dove andrà oggi signorina, come sua ultima tappa?"  io rispondo:" Salirò in cima all'empire State Building per dare un'ultima occhiata panoramica alla città!"
La ragazza si prepara ed esce, mezz'ora dopo all'albergo arriva Jack che sale su in camera ma non trova nessuno, dietro di lui c'è Sebastian che gli dice: "é andata all'Empire per l’ultima volta, se corri forse riesci a raggiungerla, non farti scappare questa occasione".
Il ragazzo perplesso dalle parole del maggiordomo corre da lei.
Nel frattempo Monica è arrivata e sta salendo in cima all'imponente edificio, mentre Jack corre in cerca di un taxi.
Arrivata finalmente sul terrazzo, inizio pensare a tutto ciò che è successo, all'esito del viaggio. Poi penso a Jack e sento come un vuoto nello stomaco, come se stessi per perdere qualcosa di importante.
Ma perchè mi sento così triste!? Finalmente ho realizzato il mio sogno eppure…
Okay, credo proprio di essermi innamorata di lui ma cosa  posso fare. Proprio ora che sto per partire!? * suona la sveglia del cellulare *
Cavolo! è ora di andare o perderò l'aereo!
Monica sale sul taxi e contemporaneamente arriva un altro taxi che trasporta Jack, che sale fino in cima ma non trova nessuno.
Per la rabbia dà un pugno al muro e dice: "Nn può finire così...". Va via.

Un'ora più tardi
Sono pronta per tornare a casa, o almeno credo. Non dimenticherò mai i giorni passati qui. Avrei voluto vederlo almeno per  l’ultima volta.
 L'aereo sta per decollare e rieccomi qui vicino all'oblò di un aereo, di ritorno in Italia! Questo viaggio è stato bellissimo anche se sento la sua mancanza. Beh poco importa, ormai non si torna più in dietro.
Si decolla!


Sono arrivata finalmente, avevo il sedere addormentato ormai! Sto camminando con delle valigie enormi e pesanti a causa dei molteplici souvenir e contemporaneamente guardo in giro in cerca di facce familiari, ma il problema è che guardo dappertutto tranne che di fronte a me, infatti sbatto contro qualcosa senza accorgermene, cadendo per terra. Sarà un rituale di arrivo ormai.
"Mi dispiace tantissimo!"dico io.
una voce risponde "Vuoi una mano ad alzarti?"
Alzo lo sguardo e vedo lui, lui quel deficiente che mi ha fatto impazzire, lui che mi ha fatto provare emozioni indimenticabili. Lui, il ragazzo di cui mi sono innamorata. Subito arrabbiata gli dico: "E tu cosa ci fai qui?"
Lui risponde accarezzandomi la testa in modo da arruffarmi un pò i capelli: "Sono venuto a riprendermi la mia scimmietta".
"Ah sì!?" rispondo io tirandolo con forza dalla camicia, affinchè la mia faccia fosse abbastanza vicina alla sua per baciarlo. Lo bacio.
 "E allora vieni a prendermi!"
 
FINE 
  
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