Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: Joey Potter    03/11/2011    4 recensioni
« Perché lo odi così tanto? »
Potresti prendere tempo – racimolare tempo, invocare tempo – e perderti in un falsa pantomima dove tu cominceresti a dire “uhm, non so di cosa tu stia parlando” e lui che comincerebbe a replicare “Sì che lo sai, andiamo” e tu continueresti con un vago “no, non lo so” e lui deciso ti direbbe “sì che lo sai”, ma sarebbe inutile, e quando i volti verso di lui – incontrando quei suoi occhi crudelmente azzurri – capisci che comunque non riusciresti a fingere.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Finn Hudson, Kurt Hummel | Coppie: Finn/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Echo
Personaggi: Finn Hudson; Kurt Hummel (Rachel Berry; Blaine Anderson; Quinn Fabray; Santana Lopez solo nominati)
Genere: Introspettivo; Angst; Malinconico
Rating: giallo
Avvertimenti: più che slash, direi “pre-slash”. E tanta tanta UST (tensione sessuale repressa). E – vabbè – un pizzico di angst che non guasta mai.
Spoiler 3x04 e precedenti puntate della terza stagione.
Note:1) “You’re such a bacon-wrapped-bugeyed hypocrite. It’s freaking hilarious how jealous of Blaine you are. Every time he opens his dreamboat acapella mouth, you’re just itching to kick him right in the warblers.” È stata la dimostrazione che no, non sono tutti miei film mentali.
E – visto che tanto RIB si divertono a giocare con i miei poveri ormoni da fan girl e che tutto ciò che segue sarà ampiamente ignorato dalla sceneggiatura – io mi illudo creandomi una fantastica e Furtiana-Kinniana realtà alternativa, dove Finn e le sue occhiate malvagie verso Blaine e le sue sopracciglia hanno un senso logico.
2) Sì, questa cosa sta cominciando a divenire odiosa e un po’ ridicola. Mi spiego: sono ben due volte che ascolto una determinata canzone, parto con l’ispirazione per tutt’altra cosa e poi mi ritrovo a scrivere del Furt.
Il titolo di questa cosetta che segue è preso, quindi, dalla canzone “Echo” di Jason Walker, canzone che ha fatto da colonna sonora, non volendolo.
3) Sono fiera di me e Finn e di tutto ciò che noi due abbiamo costruito in questi mesi; fino a poco tempo fa sarebbe stato impensabile scrivere una qualsiasi cosa su di lui e dal suo punto di vista. Ora credo di essere riuscita (più o meno) a capirlo.

 
 
 

Echo




« Perché lo odi così tanto? »

Potresti prendere tempo – racimolare tempo, invocare tempo – e perderti in un falsa pantomima dove tu cominceresti a dire “uhm, non so di cosa tu stia parlando” e lui comincerebbe a replicare “Sì che lo sai, andiamo” e tu continueresti con un vago “no, non lo so” e lui deciso ti direbbe “sì che lo sai”, ma sarebbe inutile, e quando ti volti verso di lui – incontrando quei suoi occhi crudelmente azzurri – capisci che comunque non riusciresti  a fingere.

Sapevi che sarebbe arrivato questo momento – non sei così sciocco da pensare che non l’avesse notato o che avrebbe evitato ancòra a lungo di parlarne – ; sei solo sorpreso che Kurt abbia aspettato così tanto per affrontare la questione, e che la sua voce non mostri collera ma piuttosto genuina sorpresa.
Ti coglie alla sprovvista – siete appena tornati da Breadstix, sei intontito dalle calorie di quell’assurda e meravigliosa schifezza che Coach Sylvester ha offerto a Burt, ed è stata una lunga, pesante giornata scolastica –, anche  se sai che in fondo non saresti mai potuto essere preparato a discutere sull’argomento ‘Blaine’. E che non avresti mai voluto farlo.

« Perché, Finn? » incalza Kurt, la voce quieta e colma di curiosità.
In risposta, il tuo cervello formula un’altra domanda: è una domanda terribile, una domanda che tenti di soffocare, che provi a relegare in un angolo sperduto, che tenti di ignorare, di zittire, di seppellire.
Eppure quella ti martella ossessivamente in testa, e tu le piazzi sopra il sorriso di Rachel, le curve morbide dei fianchi di Quinn, i baci caldi di Santana.
Inutilmente, perché lei – l’odiosa e insensata risposta – si avvicina alla tua bocca e quasi schiudi le labbra per pronunciarla, mentre i tuoi occhi mostrano tutto il tuo spavento.

“Perché tu lo ami così tanto?” la blocchi appena in tempo, e lo sguardo di Kurt si fa maggiormente incuriosito, perché – dannazione! – il tuo disagio comincia a essere evidente, così evidente persino per te che non vorresti vederlo.
Non sai come giustificarti con lui, ma ciò che più ti rende confuso è che non sai come giustificarti con te stesso.

Kurt è tuo fratello – okay, “fratellastro” e per giunta privo di legami di sangue, ma tua madre ha sposato suo padre e cominciate ad assomigliare a una famiglia.
Kurt è un tuo amico.
Ma soprattutto Kurt è un maschio, un ragazzo, un uomo, un individuo di sesso maschile e ha, ecco, sì, ha quella cosa che hanno i maschi, uhm, sì, quella cosa che hai anche te ed è… impossibile. Impensabile.
Improponibile.
Però Kurt è anche… semplicemente Kurt. Fin troppo Kurt.
Forse l’unico problema è proprio questo: Kurt è Kurt.

E ti dici che “no, non ha alcun senso”, che quella risposta “è solo una strana risposta partorita dalla stanchezza, dal panino, dal buco dell’ozono, dalla desertificazione che avanza”.
Tu ami Rachel. Davvero.
Sì, spesso è insopportabile, richiede i nervi saldi di un monaco ascetico – in realtà tu non sai nemmeno cosa sia un monaco ascetico, ma Kurt dice sempre d’esserlo, quando si lamenta di dover sopportare la visione del tuo armadio o in generale dei vestiti che indossi – e spesso ti porta vicino al pensiero di commettere un omicidio, però la ami, perché è Rachel e non puoi fare altrimenti.

Quindi non ha senso – davvero, non ce l’ha – quella tua ira contro Blaine, la strana sensazione che senti stringerti le viscere, arrotolarle su loro stesse, cominciare a strapazzarle e poi rivoltarle, spezzettarle e lanciarle in pasto al gatto di Brittany.
Il tuo cervello suggerisce di chiamarla “gelosia” ma – seriamente! – il tuo cervello deve sbagliarsi.

Così accarezzi per un momento l’idea di rifilargli una qualsiasi scusa, qualcosa come “perché dai, Kurt, è oggettivamente odiabile! E i suoi capelli, il suo naso, quella bocca e cavolo, quelle strane ‘cose’ che nessuno – davvero, Kurt, n-e-s-s-u-n-o –  potrebbe mai chiamare ‘sopracciglia’, e poi – avanti! – posso fare una colletta per comprargli un paio di pantaloni decenti?”. Ma Kurt ha aspettato così a lungo per ricevere una risposta seria – sai che se la merita – e comunque tu non puoi – non se insiste col puntarti addosso quei maledetti occhi azzurri – , non puoi davvero appioppargli una scusa.

Però cosa potresti dirgli? Che odi Blaine e lo schiacceresti volentieri sotto una scarpa – non che sia un’opzione particolarmente difficile – e che non sopporti l’idea che adesso passi tutto questo tempo con lui, con voi? Sai che a quel punto lui ti chiederebbe “perché, Finn? Perché mai dovresti essere geloso di Blaine, sono tuo fratello, sono tuo amico, sono un ragazzo. Un maschio, Finn.” E tu replicheresti con un debole e balbettante: “Non sono gay. Rachel, Quinn, Santana, la fotomodella del giornalino porno di Puck, la vicina di casa con le trecce rosse e le lentiggini, quella compagna d’asilo che profumava di ciliegie… No, non lo sono, puoi vederlo anche te!” e non avrebbe alcun senso, perché – sul serio! – non ce l’ha.

In conclusione no, non sai davvero come rispondergli. Sai che non sei gay, che ami Rachel, che odi Blaine e che non sai come sia fatto un monaco ascetico, né se sia un qualche strano animale esotico.
Non sai nemmeno come risponderti, che sai essere qualcosa di molto più grave del resto, perché  al momento l’eco della sua domanda sta ribalzando nella tua testa come impazzita, bisognosa di una chiarezza che non sei pronto a dargli.

« Kurt » sussurri, e avverti gli occhi pizzicarti di lacrime e disordine.

Non sapresti dire come – perché accidenti, come diavolo ci riesce? Com’è possibile che ci riesca? – ma Kurt capisce istantaneamente tutto quello che racchiude il tuo sussurro, e vorresti quasi urlargli addosso un “ehi, visto che sei così tanto bravo, perché cazzo non lo spieghi anche a me?" – e strattonarlo e abbracciarlo e riuscire a piangere.
La sua bocca si apre in un “oh” di genuina sorpresa, ma sei certo di riconoscere della rabbia in fondo ai suoi lineamenti; abbandona le braccia lungo il corpo, e quelle cominciano a ciondolare pigramente, serra le palpebre con così tanta convinzione che credi non riesca più a riaprirle –  l’idea di non poter più specchiarti in quei maledetti occhi azzurri ti terrorizza più del resto – e scuote brevemente la testa .

« Dannazione, Finn ».

“Dannazione, Finn” l’eco delle sue parole risuona dentro di te, con tutta la collera e l’esasperazione che lui non è riuscito a inserirvi.  






L'angolino dell'autrice
Spero vivamente di non venire linciata per i complimenti che il mio Finn fa a Blaine! Io amo-venero-adoro Darren Criss e mal sopporto il suo personaggio nello show però no, non odio nessuno! [Tranne quelle cose che si ostinano a chiamare "sue sopracciglia"]
Passando a cose più serie, beh, il monaco "ascetico" è ovviamente un "monaco asceta", ma Finn aveva già azzeccato la pronuncia di "desertificazione", non potevamo aspettarci troppo!^^

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Joey Potter