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Autore: Silene Nocturna    04/11/2011    7 recensioni
"Nonostante ci tenesse al suo aspetto, non era stata in grado di trovare nessun principe che le chiedesse la mano. Le sfere del drago erano l’unico rimedio per trovare il tanto desiderato uomo in grado di donarle la felicità, adorandola più di ogni altra cosa; incrociò le braccia al petto facendo trasportare quei pensieri dal vento che sferzava scompigliandole i capelli. Sorrise sbiecamente, inconsapevole di avere sotto il naso l’oggetto dei suoi desideri..."
Non potevo resistere dato che su italia uno mi stanno plagiando con DB prima serie e DBZ XD Buona lettura! Avverto:*si comincia col rating Verde.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L'ora è tarda, amici, ma credo si possa definire il preludio di una mia nuova fan fiction sul fandom che seguo di più… A differenza di End of an Era, questa credo si concluderà in due o massimo tre capitoli. Ma non potevo resistere dato che su italia uno mi stanno plagiando con DB prima serie e DBZ XD Buona lettura!

 

 

 

La sfortuna di Bulma

 

 

Non credeva di sopportare ulteriori interruzioni durante l’importante viaggio che aveva deciso di intraprendere inizialmente da sola, alla ricerca delle preziose Sfere del Drago, e poi secondo la leggenda, tutti i suoi guai sarebbero finiti. Ora al seguito aveva un bambino con la coda, particolarmente forte e per questo importante, ed un volgare maialino che fino al giorno prima credeva si trattasse del suo uomo… Il principe tanto agognato.

“L’ennesimo buco nell’acqua, dannata sfortuna!” si era ritrovata a pensare vedendo l’aitante uomo maturo, vestito di tutto punto, tramutarsi in quell’essere disgustoso. Sospirò sonoramente.

-Insomma Goku! Sto cercando di riparare questa dannata macchina da quasi un’ora, tu e Oscar potreste anche aiutarmi invece di poltrire!

Ma probabilmente i complici di quel viaggio erano troppo presi dai loro bisogni anche solo per controbattere ciò che l’amica dai capelli azzurri sbraitava con la testa rinchiusa nel cofano giallognolo.

- Ho troppa fame, non riesco a muovere neanche un muscolo e poi… sei tu il meccanico.- rispose mestamente il bambino passandosi una mano sullo stomaco.

- Scienziata, Goku, sono una scienziata!- si ritrovò ad urlargli stizzita.

Non solo doveva svolgere tutto il lavoro da sola –lavoro tipicamente maschile-, non le veniva neanche donato un minimo segno di gratitudine da quegli scansafatiche; la propria sfortuna, pensò, non avrebbe mai avuto fine.

- Ehilà, salve! Volete un passaggio?

Ed eccolo rispuntare dal nulla il suo aitante predone del deserto. Rispondeva al nome di Iamko ed anche se aveva un aspetto troppo rozzo per essere un principe, lo considerava irrimediabilmente carino; era stufa di trascorrere il tempo con un tipo immaturo come Goku –dopotutto si trattava di un bambino- e con quel maniaco di Oscar; bastava il Genio a darle i nervi, anche se pareva che il ragazzo con le cicatrici nascondesse un altro e più recondito problema. Non credeva di essere così brutta da irrigidirlo, ogni qualvolta gli si avvicinasse; aveva sempre curato il suo aspetto più di ogni altra cosa, più della sua brillante ed arguta mente, eppure Ianko non la degnava di uno sguardo, anzi, si scansava evitando ogni contatto. Forse non era lui il principe che cercava, nonostante fosse il dominatore di quel deserto sconfinato.

- Voglio chiedere al Drago di trovare il mio principe!- ripeté ad Oscar durante la traversata, in cerca dell’ultima, mistica sfera.

- Ma sei diventata matta?! Ci fai correre rischi per esprimere questo insulso desiderio?- domandò il maialino interdetto.

Quella pazza era senza speranze, ma non gliel’avrebbe fatta passare liscia: prima di tutto si sarebbe liberato del maledetto farmaco ingerito che gli provocava stimoli fisiologici a comando di quella strega e poi avrebbe espresso lui il desiderio. Goku li guardò senza capire.

Ma la ragazzina si poneva sempre la stessa domanda: cosa c’era allora di sbagliato in lei? Nonostante ci tenesse al suo aspetto, non era stata in grado di trovare nessun principe che le chiedesse la mano. Le sfere del drago erano l’unico rimedio per trovare il tanto desiderato uomo in grado di donarle la felicità, adorandola più di ogni altra cosa; incrociò le braccia al petto facendo trasportare quei pensieri dal vento che sferzava scompigliandole i capelli. Sorrise sbiecamente, inconsapevole di avere sotto il naso l’oggetto dei suoi desideri, o almeno colui che avrebbe ritenuto tale per qualche tempo.

***

A distanza di anni che parvero trascorrere in un breve frangente, tanto da farle conservare gran parte della propria giovinezza, si ritrovò a formulare lo stesso pensiero, seppur in una situazione decisamente diversa. Viveva di confort nella grande Capsule Corporation con il temibile predone che, assuefatto dalla vita cittadina, aveva svelato la vera indole, e con un guerriero decisamente primitivo, suo ospite per puro caso. L’ultima impresa si era svolta su Namek, il pianeta natio del Supremo e di Junior, rivelandosi l’ennesimo buco nell’acqua; aveva incontrato un giovane avvenente, dai modi regali e l’aspetto ancor più sublime, seppur presentasse un colorito decisamente diverso dal suo. L’alieno in questione era uno dei seguaci di Freezer, chiamato Zarbon, morto durante lo scontro con il suo momentaneo ospite. Anche l’alieno si era rivelato l’emblema della sfortuna che da anni ormai la rincorreva perfino su pianeti sconosciuti con il suo volto mostruosamente butterato.

Era ormai certa che Ianko non fosse il principe tanto bramato e di conseguenza la sua presenza gli pareva inopportuna, soprattutto perché quell’ostentata gelosia cominciava ad opprimerla più di ogni altra cosa; dopotutto il guerriero non mostrava il sentimento nei suoi confronti, ma soltanto avversione per il saiyan. E Bulma era certa che un vero principe non facesse gli occhi dolci ad ogni avvenente fanciulla che calcava il suo stesso suolo.

Il vero principe doveva avere portamento regale, fiero, orgoglioso; gli era concesso anche di non degnare d’attenzione chi non riteneva alla sua altezza. Lei invece doveva esserlo.

Il vero principe doveva tenerle testa.

Alzò la testa dal davanzale, puntando lo sguardo verso il cielo limpido. Dopotutto era cambiata da quando aveva intrapreso quell’avventura a sedici anni, seppur il desiderio fosse lo stesso. Per fortuna in quel momento Iamko era assente, probabilmente alle prese con uno dei suoi incontri sportivi e la donna si ritrovava nella grande casa in compagnia dei genitori, anche se la madre passava più tempo ad occuparsi del giardino preistorico, e suo padre fosse concentrato sugli aggiusti dei robot da combattimento per Vegeta: ragion per cui toccava a lei preparare il pranzo.

Si destreggiò in poco tempo ai fornelli imbandendo la tavola nell’ampio giardino, conscia che di lì a breve sarebbe giunto un guerriero dal cipiglio severo e dall’umore tetro per commentare quanto fosse lenta, sciocca, terrestre: il repertorio ormai lo conosceva a memoria. E lo vide. La capsula gravitazionale si aprì fischiando e facendo fuoriuscire la pressione, mentre il saiyan fece il suo ingresso da una coltre di fumo. La donna finì di servire qualche piatto per poi scivolare distrattamente incespicando e riversando il contenuto di una bottiglia in parte sul prato ed in parte sui propri vestiti.

- Che dolore…- mormorò massaggiandosi impercettibilmente il fondoschiena, puntando poi lo sguardo limpido sulla figura a cui appartenesse l’ombra che l’aveva schermata dal sole. Il ghigno derisorio di Vegeta l’indusse a rimettersi in piedi ignorando il fastidio causato dalla caduta, ma non avena intenzione di farsi vedere in una condizione simile da quello scimmione.

- Insulsa terrestre.- le riservò ignorandola e prendendo posto a tavola.

- Questa insulsa terrestre ti offre vitto e alloggio, signor Pri-

La giovane corrugò le sopracciglia, umettandosi le labbra con cui stava pronunciando quella parola. Parve che la gola le si fosse seccata tutto ad un tratto e le mani soggette a brividi indussero il saiyan ad inarcare un sopracciglio.

- Che hai da guardare?- i suoi pensieri si potevano riassumere nello sguardo penetrante che aveva assunto: soltanto il giorno prima aveva deciso di ritornare sulla Terra accettando il rinnovato invito, mescolandosi a quei buoni a nulla e già non ne poteva più dell’atteggiamento incomprensibile dell’isterica e vanitosa padrona di casa. Osservò l’increspatura delle sue labbra rosee acquisire tratti ancor più marcati; perché adesso sorrideva?

Bulma si diede della sciocca per non averci pensato prima, eppure aveva inteso da qualche tempo di quale titolo fosse investito il cinico guerriero.

- Vegeta…- disse con l’aria più seria che avesse. – Potresti, di grazia, dirmi chi sei tu?- domandò guadagnandosi un’espressione ancor più sconcertata da parte del saiyan, il quale dovette racimolare tutta la calma che possedesse per evitare di metter fine al dialogo in modo cruento, dato che la donna pareva intenzionata a non lasciargli godere il pranzo. Dopo un allenamento così intenso al quale si era sottoposto più volte, non aveva la minima intenzione di stare a sentire le assurde chiacchiere di quella svitata.

- Spero tu ci tenga a tenerti stretta la vita, donna, perché io, Principe dei Saiyan, non tollero la tua presenza.- rispose tagliente.

Il sorriso della scienziata si spense tutto ad un tratto, dopo aver gioito alla pronuncia così musicale di quel titolo, si ritrovò quindi ad osservare la bottiglia ormai vuota sul verde prato. La raccolse, tornando mestamente sui propri passi per raggiungere la cucina e servire altre bevande fresche, anche se i suoi genitori parevano intenzionati a non unirsi al banchetto così meticolosamente preparato.

- Oh tesoro, tuo padre sta lavorando al nuovo progetto e mi ha chiesto di portargli qualcosa in laboratorio.- cinguettò Bunny Brief riempiendo un vassoio, ma quando puntò lo sguardo vacuo sulla figlia, fu colta dall’enigmatico stupore. – Ma… Bulma! Cosa ci fai con quei cocci di vetro? Sei tutta bagnata, povera cara.- constatò con ovvietà portando una mano lievemente sulla guancia. La giovane riversò ciò che restava della bottiglia nella pattumiera non badando a quello che aveva detto sua madre.

- Potresti portare dell’acqua a Vegeta? Io vado a cambiarmi- l’avvertì soltanto prima di sparire oltre le scale e raggiungere il piano superiore.

Decisamente il saiyan non rappresentava l’emblema per coronare il suo sogno, piuttosto appariva come la nemesi; era l’unico che avesse incontrato possessore di quel titolo, ma a parte il portamento fiero ed orgoglioso, in lui non c’era nient’altro di regale… solo morte. Sospirò ancora, dando quasi sfogo alla sua frustrazione prima di cambiarsi il vestito a righe, indossando qualcosa di altrettanto comodo. Quel giorno avrebbe lavorato, sì: avrebbe lavorato fino a sfinirsi nei laboratori della Capsule Corporation. Avrebbe così allontanato quella irrimediabilmente presente sfortuna in grado di farle crollare i presunti pensieri su di un futuro interamente completo. Scese al piano sottostante raggiungendo velocemente il giardino, dopotutto anche lei possedeva uno stomaco che aveva silenziosamente cominciato a reclamare, inducendola a raggiungere il tavolo, pregando che il saiyan le avesse lasciato qualcosa di commestibile. “Non mangerò di certo i suoi avanzi”, pensò assumendo l’aria più seria che avesse. Osservandolo di sottecchi concludere il cosciotto di maiale, si sedette cominciando a tagliare ed ingurgitare piccolissimi bocconi della sua carne; a dispetto di quanto si potesse pensare, Bulma appariva più aristocratica del previsto, eppure quasi tutti avevano sperimentato il ronfare o i modi violenti con cui ripagava i suoi amici maniaci. Fatto sta che il principe lì presente, aveva più volte denigrato l’inferiorità che ella si portava dietro; béh, ogni scusa era buona per la scienziata che accolse quella sorta di sfida col mutismo impostole per il resto dei giorni a venire, in cui avrebbe ospitato quell’essere. Sorseggiò piano la propria bevanda ed infine si preparò alla prima mossa della disputa: - Vuoi che ti versi dell’acqua?

Il saiyan deglutì sonoramente un boccone prima di alzare lo sguardo sul sorriso limpido della terrestre che reggeva la bottiglia tra le esili dita; non rispose, limitandosi a mangiare ignorando la sua presenza. Ma la scienziata era almeno testarda quanto lui stesso e si prodigò di versargli il liquido fresco senza emettere una parola di troppo. Vegeta non rimase per niente sorpreso del repentino cambiamento d’umore, anzi, non rientrava nei suoi interessi cosa pensasse quella donna. Era soltanto compiaciuto di averle finalmente fatto chiudere il becco con la minaccia pronunciata pochi istanti prima; peccato che non aveva fatto i conti con i piani di conquista di Bulma.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I Pensieri e le Parole dell’Autrice:

Volevo esternare il mio disappunto sul PLAGIO. Non credevo che a distanza di così tanto tempo si trovassero ancora persone simili, senza un briciolo di fantasia. Magari proprio in questo fandom siamo state un pò tutte soggette al tipo di “affronto”, ma oltre l’amaro in bocca, è sempre spiacevole osservare il frutto di un accurato lavoro nelle mani di qualche altra persona. *Vegeta non mi degna di uno sguardo ed annuisce.*

Impressioni su questo capitolo? Béh, mi duole ammettere che sono una delle poche persone che non vuole vedere Ianko morto e soprattutto che esprime l’interruzione del fidanzamento non come qualcosa di estremamente brusco. E qui mi accingo a rivelare un segreto… Quando ero piccola e seguivo la prima serie dell’anime, sì, avevo un debole per questo temibile predone del deserto! (Errori di gioventù) Passione scemata con l’avvento dello Z.

Ho deciso di creare questi piccoli spazi per interagire ancor più con le persone che mi seguono^^

Con questo passo e chiudo!

Al prossimo capitolo!

Nihila

   
 
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