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Autore: LeftEye    05/07/2006    23 recensioni
Lefteye dedica una fanfiction a Veronica (che poi sono sempre io)per il suo 17° compleanno (21 giugno); me la sono presa comoda per scriverla (a mano)e ora finalmente la pubblico:
come festeggerà Vegeta il suo primo compleanno sulla Terra??
Nota: non è propriamente romantica, è sentimentale ma non si parla propriamente dell'amore tra Vegeta e Bulma, si accenna solo alla cosa.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nd Lefteye: dedico questa fanfiction a me, per il mio compleanno (anche se è già passato), e alle mie amiche, che mi conoscono e mi capiscono, mi ascoltano e sopportano, e mi hanno regalato uno splendido quaderno...cosa c'è di splendido in un quaderno? Niente, finchè non ci si scrive sopra qualcosa...tanti auguri a me!

BUON COMPLEANNO, VEGETA!

Era il 21 giugno e Vegeta era ospite alla Capsule Corporation da circa dieci mesi.
Si allenava tantissimo, mangiava molto, dormiva poco e comunicava zero.
A volte non lo si sentiva parlare per giorni.
Il Dr. Brief lo amirava e allo stesso tempo temeva, sua moglie Bunny aveva una cotta per lui e Bulma...lei non sapeva ancora cosa pensare del sayan.
Quando lo vedeva così silenzioso pensava che doveva sentirsi solo e un po' spaesato su quel pianeta sconosciuto, così cercava di fare un po' di conversazione, ma quando lui le rispondeva irritato, abbaiandole contro di farsi gli affaracci suoi, beh...in quei momenti Bulma avrebbe voluto trasformarsi in Super Sayan e strappargli quella linguaccia, più biforcuta della sua, ma al massimo gli gridava contro:
"Vegeta, sei proprio una suocera!!"...allora lui arrossiva e a Bulma tornava a fare tenerezza, quello strano, fastidioso, permaloso, arrogante, indisponente, tenebroso, solo, triste sayan.
Quella mattina Bulma si era alzata presto e di buon umore: Yamcha l'avrebbe portata al mare, gliel'aveva promesso un mese prima e lei aveva atteso con ansia il primo giorno d'estate, non vedeva l'ora di fare una bella nuotata in mare e di dare un po' di colore alla sua pelle lattea.
Erano le sei del mattino e Yamcha doveva passare a prenderla alle sei e mezzo, perchè il tragitto verso il mare sarebbe durato molto, in macchina.
Bulma preparò con cura le sue cose e le mise in un borsone, scelse il suo bikini più bello e sexy per evitare che il suo fidanzato guardasse le altre ragazze della spiaggia e lo indossò sotto un comodo e leggero prendisole, dopodichè, cercando di fare silenzio perchè i suoi genitori dormivano ancora, scese di sotto.
A quell'ora la suocera, ops, Vegeta, doveva già essere nel Gravity Trainer ma stranamente da là non provenivano ancora i tipici rumori di quando si stava allenando.
Infatti il sayan era comodamente stravaccato (come una vacca da stracchino? Vegeta è una vacca? Vegeta fa lo stracchino? Vegeta è uno stracchino? Riflessioni di Lefteye all'una di notte) sul divano del soggiorno, davanti alla tv spenta, tracannando...una birra?!
Alle sei del mattino?!?
Bulma non aveva mai visto il sayan bere alcolici e se a quell'ora del mattino, invece di allenarsi senza sosta, se ne stava in salotto a bere birra, significava che qualcosa non andava veramente, soprattutto se Vegeta...se...se...se parlava da solo!!
Ma era completamente impazzito?!
La ragazza rimase accanto alla porta, osservando silenziosamente il sayan che sospirava profondamente guardando la bottiglia di birra che teneva in mano, come per trovarci qualche risposta, e diceva con tono lugubre:
"Trent'anni...Buon compleanno Vegeta, principe del nulla..."
Bulma spalancò bocca e occhi e lasciò cadere il pesante e stracolmo borsone che teneva in mano, attirando l'attenzione del sayan che si voltò e lanciandole uno sguardo torvo, dopo un attimo di sorpresa, le chiese infastidito:
"Che vuoi?"
Lei ignorò la sua domanda maleducata ed avvicinandosi esclamò:
"Vegeta! Non mi hai detto che oggi è il tuo compleanno!"
"Non sono affaracci tuoi, donna!"
"Oh, ma non fare la suocera anche oggi, lascia che ti faccia gli auguri!"
"Farmi cosa?"
Vegeta non ebbe risposta, ma Bulma si sedette accanto a lui, gli tolse la bottiglia dalle mani, gli afferrò il viso portandolo vicino al suo e gli baciò le guance, che subito si colorarono di rosso per l'imbarazzo; dopodichè la ragazza spostò le mani sui lobi delle orecchie e tirò.
"Ahi!" protestò lui. "Perchè ti sei aggrappata alle mie orecchie?!"
"E' una tradizione terrestre!" spiegò lei.
"Strappare le orecchie di chi compie gli anni? E come fate a riattaccarle ogni volta?"
"Ma no, sciocco! Le tiriamo tante volte quanti sono gli anni. Trenta, vero? Allora tiriamo trenta volte!"
"Oddio..." brontolò Vegeta abbandonandosi a quel supplizio. Che aveva fatto di male per meritarsi ciò?
Cercava solo un po' di tranquillità prima di ricominciare gli allenamenti!
"Il 21 giugno!" esclamò Bulma quand'ebbe finito. "E' una bellissima data per compiere gli anni!"
"Perchè?"
"Perchè è il primo giorno d'estate, un giorno caldo, solare e allegro!"
"Sì, certo..." borbottò lui non vedendo niente di allegro in quel giorno, come sempre del resto. "E ora mi lasci andare ad allenarmi?"
"No! Dobbiamo festeggiare il tuo compleanno!" ribatté lei. "Vieni al mare con me e Yamcha!"
"Non ci penso nemmeno! Ho altro da fare e non voglio passare neanche un minuto insieme a quell'idiota decerebrato!"
"Andiamo! E' una giornata speciale e Yamcha sarà...aspetta, sono le sette meno un quarto, dov'è Yamcha?" chiese Bulma allarmandosi.
"Buca..." cantilenò Vegeta fissando il soffitto.
"No" ribattè lei indispettita mollandogli uno schiaffetto sulla spalla. "E' solo un po' in ritardo, ma arriverà. Stavolta arriverà."
"Sììì...l'importante è crederci."
"...e tu verrai con noi. Non hai altra scelta, chiudo a chiave il GT!"
"Non oseresti!"
"Sì invece. La tua vita dipende dalle mie invenzioni, quindi per un giorno poi fare a meno di allenarti!"
D'un tratto squillò il cellulare di Bulma:
"Ciao cocchina, sono io..."
"Yamcha! Sei in ritardo!"
"Lo so cocchina, ma credo di non poter venire, ho avuto un imprevisto..."
"COOOSA?!" ruggì Bulma, infuriata. "Un'altra delle tue scuse per spassartela altrove, Yamcha?"
"No, davvero cocchina...il mio allenatore di baseball ha improvvisamente deciso di raddoppiare gli allenamenti e aumentarne le ore...non ci posso fare niente, mi dispiace!"
"Ma me l'avevi promesso!"
"Lo so, cocchina, mi dispiace..."
"Va bene, vuol dire che al mare ci andrò con qualcun altro!"
"Cosa?? E con chi??"
Tututututututututututuuuuuuuuu.....
"Che ti dicevo?" chiese Vegeta con tono di scherno.
Bulma non lo ascoltò:
"Andiamo, ti preparo una colazione mega galattica."
A quella proposta così allettante, Vegeta, o meglio il suo stomaco che aveva una personalità propria, non poté certo rifiutare!
Alle otto e mezza avevano finito di fare colazione e Bulma aveva appena lavato l'ultimo piatto quando esclamò:
"Bene, andiamo!"
"Andiamo dove?" chiese Vegeta, perplesso.
"Al mare! Se ci andiamo volando arriveremo in un battibaleno."
"Devo proprio?"
"Sì, non ricordi quello che ti ho detto?? Te lo prometto, ti divertirai, e stasera ti farò un regalo!"
"Non lo voglio."
"E io te lo faccio lo stesso! Ti vado a prendere un costume da bagno e possiamo partire."
Perchè si lasciava torturare in quel modo?, pensò Vegeta. Mah, forse era solo incuriosito, dopotutto non aveva mai festeggiato il suo compleanno.
Bulma ritornò di sotto, Vegeta se la caricò in braccio insieme al borsone da mare e spiccò il volo.
Ben presto si ritrovarono nei pressi di un'affollatissima spiaggia pubblica, Bulma voleva fermarsi lì, ma il sayan non accennò a voler scendere a terra:
"Non se ne parla. Non ci vado in mezzo a tutto quel casino."
"Mmm...forse troviamo qualche spiaggetta deserta" disse allora Bulma. "Cerchiamo più a Sud."
"No" ribatté Vegeta. "Cerchiamo dove dico io" e riaprtì velocissimo, facendo scompigiare i capelli della ragazza, che protestò per tutto il tragitto.
Arrivarono presso un arcipelago di piccole isole e si fermarono sulla spiaggia.
"Beh, e adesso che si fa?" chiese il sayan, iniziando già ad annoiarsi.
"Si nuota, si prende il sole...ci divertiamo!"
"Quando possiamo tornare?"
"Aarrgh, vegeta, non fare il bambino capriccioso, perdinci!"
"...perdinci..." mormorò tra sè l'alieno togiendosi la maglia e stendendosi sulla calda sabbia. Aveva imparato una parola nuova!
Dopo un secondo, quando Bulma non si era ancora tolta il prendisole, si alzò a sedere e brontolò:
"Mi annoio."
"Ma uffa, Vegeta! Aspetta un attimo!" esclamò Bulma, irritata; si tolse finalmente il prendisole e iniziò a strattonare il sayan perchè si alzasse in piedi. Mentre la seguiva verso l'acqua, lui squadrò il corpo della ragazza pensando che anche se era piccolina non era niente male.
"Come sei grassa" commentò acido.
Come risposta venne bagnato da capo a piedi.
Nuotarono per un bel po', e Vegeta prese anche gusto al gioco cominciato da Bulma, quello di spruzzarsi l'un l'altra...solo che lui, al contrario della terrestre, provocava dei veri e propri tsunami!
Non voleva ammetterlo ma...quasi quasi si stava divertendo.
All'una pranzarono con l'enorme quantità di cibo che Bulma aveva portato e poi si riposarono all'ombra di una palma.
"Ah, è proprio un bel posto questo" sospirò Bulma. "Ci eri già stato?"
"Qualche volta."
"Non sapevo che esistessero ancora paradisi del genere!"
"Meglio così. Voi terrestri avete un talento naturale per distruggere le cose."
"Perchè, voi sayan invece no, eh??" ribatté sarcastica la ragazza.
"Era Freezer che ci ordinava di distruggere tutto, ma prima che arrivasse lui i sayan, quando conquistavano un pianeta, lo mantenevano integro."
"E non uccidevate nessuno?"
"Solo l'esercito nemico. Gli altri abitanti ci servivano come schiavi" concluse Vegeta con un sorriso perfido sulle labbra.
Bulma decise di chiudere lì con quell'argomento.
Quel giorno non le andava di discutere.
Vegeta poteva considerarlo come una sorta di regalo di compleanno.
La ragazza si distese sulla sabbia, chiuse gli occhie e si assopì, mentre il sayan continuava a chiedersi perchè la terrestre stesse facendo tutto quello, solo per il suo compleanno.
Dopo un po' decise di svegliarla perchè...
"Hey, donna, sei diventata di un colore strano!"
Bulma si risvegliò di soprassalto, sentendo imprisamente che la sua schiena e le sue natiche stavano letteralmente andando a fuoco.
"Oh no! Mi sono scottata! Com'è possibile se ero all'ombra?? Andiamo a casa, prima che le mie chiappe raggiungano la temperatura di fusione!"
Presero le loro cose e partirono.
Quando ormai erano ad un centinaio di metri sopra l'isola, un ragazzone grasso e con lunghi capelli ricci sbucò fuori dalla foresta correndo, ansimando e sbracciandosi:
"Hey, COSI!! Tornate indietro! Nooo..." esclamò deluso quando vide che non 'era più niente da fare. "Potevano essere la nostra unica pseranza di andarcene dall'Isola...beh, torno alla Botola, prima che Walter Nudo combini qualche guaio."
Una volta a casa, dopo essersi lavati e sapientemente spalmati di crema doposole ("che schifo!" aveva esclamato Vegeta), il sayan reclamò ciò che gli era stato promesso:
"Hey donna, ma non avevi un regalo per me?"
"Certo Vegeta" rispose Bulma mentre scendevano in cucina. "A dire la verità, se me l'avessi detto prima che oggi è il tuo compleanno, mi sarei organizzata meglio, ma credo che ti farà comunque piacere ricevere una mega torta di compleanno. Che ne dici?"
"Bah, a me non interessa" sbuffò il sayan, fingendosi disinteressato, ma in realtà dentro di sè vedeva le stelline, le lune, i pianeti, le palline glitterate, i pon pon, le caprette, le mucchine, i Pokemon (Nd Lefteye: è mezzanotte, abbiate pazienza)...
"Allora te la ordino con crema, cioccolato, meringhe, panna..." proseguì Bulma andando a prendere il telefono per chiamare la pasticceria.
...le Superchicche, i maialini danzanti, le Ballerine Volanti, le nuvolette di panna, di zucchero, di drago...le sfere del drago...le sfere del drago...le sfere del drago!!
Quando avrebbe fatto fuori gli androidi, sarebbe diventato immortale grazie alle sfere del drago, avrebbe fatto fuori Kakarot, il suo marmocchio, Muso Verde e compagnai bella...ma quando avrebbe fatto fuori tutti, chi gli avrebbe regalato una torta di compleanno?
Mezz'ora dopo Vegeta aveva abbandonato questa linea di pensiero e si trovava seduto davanti ad un'immensa torta contenente...tutto.
Su quella torta c'era di tutto, e lui non vedeva l'ora di infilarsela in bocca, solo che c'era un piccolo ostacolo tra lui e il dolce...
"Avanti, esprimi un desiderio e soffia sulle candeline."
"E questo desiderio si avvera?"
"No, solitamente no, ma è tradizione farlo."
"Io non sono un terrestre, non devo seguire le vostre stupide tradizioni."
"Ma è divertente!"
"Io non lo trovo affatto divertente."
"Avanti, fallo..." supplicò Bulma.
"No."
"FALLO!" abbaiò Bulma con un tono che non ammetteva repliche.
Poteva il principe dei sayan farsi minacciare da una stupida, debole e indifesa femmina terrestre?
Certo che no.
Però di questo passo non avrebbe mangiato la torta che si trovava dinanzi a sé...ed era brutto pensare di dover rinunciare a quella delizia...poteva sbattere fuori con un calcio la donna, ma dopo lei avrebbe fatto a pezzi la Gravity Room e avrebbe sbattuto LUI fuori di casa, inoltre era da idioti alzare le mani su una cosetta così fragile come la terrestre dai capelli blu, e per una torta poi...sbuffò, al pensiero che si sarebbe dovuto arrendere, ma sbuffò talmente forte che le candeline si spensero tutte.
"Visto? Non è stato così terribile!" sorrise Bulma con dolcezza. "Ora la puoi mangiare. Buon compleanno, Vegeta" concluse dandogli un altro bacio sulla guancia e lasciando che si avventasse sulla torta.
Più tardi, molto più tardi, la ragazza costrinse Vegeta ad uscire nuovamente per fare una passeggiata in centro, e il sayan era così stordito, forse per la velocità con cui aveva fatto fuori il dolce (infine qualcosa era stato fatto fuori) che non ebbe la forza di replicare.
Le strade erano misteriosamente vuote e silenziose; improvvisamente però dalle case e dai locali circostanti si alzò un boato che fece sussultare Bulma:
"GOOOOOOAAAAAAAL!!!!!!!!!!!" urlò praticamente tutta la città, e la ragazza finalmente realizzò una cosa:
"I mondiali di calcio! Yamcha mi ha dato buca per guardarsi tutto il giorno le partite! Brutto ##§*%&$£@@+#°!!!"
"Andiamo, lascialo stare quell'idiota" le disse Vegeta, non sapendo bene il motivo.
"già...credo che prima o poi lo lascerò..."
Non si scambiarono molte altre parole; una volta a casa, si diedero la buonanotte, ma prima di andare nella sua stanza, Bulma disse:
"Sai Vegeta, forse hai ragione tu: non dovresti attaccarti troppo alle tradizioni terrestri, rischieresti di diventare un uomo come tutti gli altri."
"Già..." momorò il sayan mentre la guardava allontanarsi. "Forse ho ragione...o forse no..."

## Undici anni dopo...

Vegeta guardò deluso suo figlio Trunks uscire di casa per andare dall'amico Goten.
"E che cavolo!" pensò.
Poi guardò la moglie Bulma, che stava lavando i piatti usati per la colazione. Lui la trovava sempre bellissima ancora dopo tanti anni, eppure quel giorno non era dell'umore adatto per farle dei complimenti, lei non se lo meritva visto che...
Infine volse lo sguardo verso la figlia minore, la piccola Bra, che sgambettava allegramente sul seggiolone e tentava di infilarsi il cucchiaio tra i capelli.
Il padre le si avvicinò e fissando quei vispi occhioni blu mormorò:
"Tu lo sai che giorno è oggi, vero?"
"Vegeta" intervenne Bulma "che cosa vuoi da Bra? Non sa ancora parlare, non può risponderti!"
"Beh, sarebbe ora che iniziasse!" borbottò seccato il sayan. "Io esco."

"Trunks, è uscito!" bisbigliò Bulma rivolgendosi verso la finestra aperta della cucina. "Puoi entrare ora!"
Il bambino volò dentro e chiese alla madre:
"A che ora devo andare a prendere la torta?"
"Adesso. Sbrigati, che poi io la nascondo nel frigorifero del laboratorio!"
Due ore più tardi Vegeta fu di ritorno e trovò la cucina addobbata con palloncini, una mega torta al centro del tavolo e la sua famiglia ad attenderlo per festeggiarlo.
"Mi sembrava strano che vi foste dimenticati del mio compleanno" commentò appoggiandosi allo stipite della porta.
"Come potremmo?" rispose Bulma avvicinandosigli. "Buon compleanno, Vegeta."
Forse abituarsi ad alcune tradizioni terrestri non gli aveva fatto così male, anzi, gli aveva fatto capire alcune cose...

FINE.

   
 
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