SOMETHING
STRANGE
PART 1 –
The beginning -
Se ci fosse stato qualcuno vicino a lui,
probabilmente quella persona sarebbe già morta da un pezzo. Il motivo era
irrilevante, ma molto probabilmente o sarebbe stato torturato fino alla morte o
le sue orecchie avrebbero iniziato a sanguinare a causa delle urla del
controtenore sino a farlo morire dissanguato, opzioni assolutamente intriganti
solo come spettatore e spesso neanche in tale ruolo.
Ma Kurt, per quanto sadico potesse
essere, non avrebbe mai fatto una cosa del genere di sua spontanea volontà, e
qui essa era influenzata da qualcosa di ben specifico. Se poi esso era un esserino con un paio d’ali, delle zampine disgustose e
succhiava sangue allora la strage era assicurata e di certo le persone lì
presenti avrebbero gioito della vista di un Kurt armato di ciabatta che correva
per tutta casa sbraitando in francese e cercando di eliminare il nemico. Il vero problema iniziava quando
l’insetto sopracitato decideva di banchettare con il controtenore perché,
evidentemente, non aveva trovato nessuno con il sangue più dolce del suo. Era
in quei momenti che Kurt odiava le sue creme per la pelle perché era ovviamente
colpa dell’enorme quantità che si spalmava addosso e che aveva finito per
addolcirlo.
Era risaputo ormai che lui odiava le
zanzare, sentimento reciproco dal momento che tra di loro non si sarebbe mai
neanche potuto stringere un patto che stabilisse che ognuno si impegnava a non
infastidire l’altro. Ma la vera crisi avveniva quando la suddetta zanzara
decideva di mangiare proprio in piena notte, quando lui stava dormendo,
esattamente come stava facendo in quel momento.
E poi la gente gli chiedeva perché era
gay. Era semplicemente ovvio! Le donne sono subdole e meschine in tutte le
specie, basti vedere la mantide religiosa, pronta a divorare il proprio
compagno, oppure le zanzare, quelle maledette che, solo se di esemplare
femminile, lo facevano penare in un modo che non avrebbe mai creduto possibile.
Kurt si grattò distrattamente il
braccio, ancora troppo addormentato per rendersi conto che c’era effettivamente
qualcosa che non andava e quel qualcosa si trovava proprio attaccato alla sua
guancia come una sanguisuga.
Il controtenore mugugnò distrattamente
prima di rigirarsi nel letto, nel vano tentativo di riprendere il sogno dallo
stesso punto in cui era stato interrotto per motivi a lui ancora sconosciuti,
ma ormai il danno era fatto e, prima che potesse rendersene conto, tutto ciò
che ricordava erano lui e Blaine sdraiati su un prato e la sensazione di calore
che gli provocavano sia il sole sia il suo ragazzo.
Kurt tornò alla posizione in cui si era
svegliato, grattandosi con non curanza una guancia, per poi aprire
svogliatamente una palpebra. La sveglia accanto al comodino segnava le due di
notte. Fantastico, non solo il suo sogno sublime era stato brutalmente
interrotto, ma tutto ciò era successo anche in piena notte, disturbandogli il
sonno, cosa alquanto negativa soprattutto se valutate le conseguenze che ci
sarebbero state il giorno seguente sul suo viso.
Fu solo quanto le sue dita grattarono
ancora la superficie morbida della sua guancia che si rese effettivamente conto
che c’era qualcosa di strano. Kurt non seppe mai dire quale fu l’assurdo motivo
che lo spinse quasi inconsciamente a passare i polpastrelli sopra quel punto e
non seppe nemmeno come fece a trattenere l’urlo che pretendeva di fuoriuscire
ad ogni costo dalle sue labbra quando sentì quella piccola protuberanza, tipica
dei momenti immediatamente successivi ad una puntura di quel disdicevole
insetto.
Con rabbia il controtenore allontanò
velocemente le coperte, per poi alzarsi alla ricerca dell’interruttore che gli
avrebbe rischiarato la nottata, soprattutto se gli avesse permesso di
rintracciare quel criminale che ancora si aggirava a piede libero.
Non appena la sua stanza fu invasa dalla
luce della lampadina, Kurt iniziò a voltarsi da tutte le parti, nel tentativo
di compiere il suo dovere verso il mondo, eliminando quell’esemplare
malefico. Tuttavia non ci fu nulla da
fare per il castano. La zanzara sembrava essersi volatilizzata nel nulla
insieme al suo dolce sangue.
Inferocito, Kurt si affrettò a mettere
la sterminatrice di zanzare, come la chiamava lui, anche se era universalmente
conosciuta come piastrina e, dopo aver dato un’ultima occhiata intorno a sé, si
apprestò a spegnere nuovamente la luce per poter finalmente immergersi ancora
nel mondo dei sogni, possibilmente in quello in cui era presente il suo Blaine,
anche se ormai ne dubitava, visto che qualcuno
aveva avuto il coraggio di svegliarlo.
In men che non
si dica, il ragazzo scivolò nuovamente nel sonno, ormai del tutto dimentico del
motivo di tanta irritazione.
La mattina non fu di certo migliore,
anzi, se possibile il suo odio viscerale verso quelle creature aumentò
ulteriormente. Infatti non solo il prurito aumentò a dismisura sebbene ci
avesse spalmato sopra l’apposita crema, ma sembrava quasi che la puntura si
stesse gonfiando, creando un terribile effetto ottico, soprattutto sulla sua
guancia, tale che neppure le sue creme e il fard riuscirono a fare qualcosa per
renderlo meno visibile. Se solo l’avesse beccata...
- Buongiorno papà!- lo salutò Kurt
entrando in officina prima di andare a scuola. – Ti ho portato la colazione. –
aggiunse sorridendo smagliante e porgendogli un sacchetto e una tazza di caffè
ancora fumante.
- Grazie!- rispose Burt afferrando
quanto portogli. – Carole e Finn?- chiese poi mentre si accingeva ad aprire la
busta per scoprire cosa vi era dentro.
- Carole è dovuta scappare a lavoro,
Finn è andato a prendere Rachel per andare a scuola e fra poco arriverà Blaine
col quale ci andrò io.- affermò senza prestare
attenzione al volto esasperato del padre quando aveva visto che ancora una
volta avrebbe dovuto fare colazione con dei cibi salutari gentilmente
preparatigli dal figlio, ma completamente odiati da lui. – Che cos’è questo
odore?- domandò il controtenore annusando leggermente l’aria senza dare il
tempo a Burt di dire qualsiasi altra cosa.
- Che odore? È il solito che c’è sempre
qui. Forse stai iniziando a venire troppo poco qui, visto che non lo riconosci
più...- commentò Burt con un sospiro. – E comunque grazie!- concluse indicato
la colazione con un gesto veloce della mano prima di tornare a lavorare su
quella macchina che lo stava facendo esasperare sin da prima mattina. Kurt
restò qualche attimo in più fermo, cercando di percepire da dove venisse
quell’odore. Era sicuro che non provenisse dall’officina, insomma là dentro non
c’era mica quella dolce fragranza che giungeva sino alle narici del ragazzo!
Decidendo di ignorare del tutto la
questione Kurt si voltò dall’altra parte con un’elegante giravolta, prima di
dirigersi a passo svelto verso l’uscita, conscio ormai del fatto che Blaine
doveva essere fuori ad aspettarlo da un bel po’. E infatti così era.
Fuori dall’officina del padre vi era una
macchina nera in fermata, il cui conducente era in evidente attesa di qualcuno.
Il controtenore si lasciò sfuggire un sorriso alla vista del suo ragazzo che
canticchiava serenamente, tamburellando con le dita sul volante a ritmo della
canzone che stava ascoltando in radio. Dio, era bellissimo. Kurt avrebbe potuto
sciogliersi solo al pensiero di come quei riccioli scuri ricadevano sulla sua
fronte, soprattutto ricordandosi com’era la sensazione che si provava nel
immergere dentro le mani e nell’attorcigliarli mentre si baciavano, per non
parlare di quegli occhi, gli stessi che quando lo fissavano lo facevano sentire
la persona più amata dell’intero universo, e poi c’erano le labbra, così
soffici e dolci e che non avrebbe mai smesso di torturare con le sue.
Sospirando, Kurt decise di darsi una controllata: quello non era decisamente il
momento adeguato per lasciare che i suoi ormoni da adolescente impazzito
prendessero il sopravvento.
Avviandosi verso l’automobile, il
controtenore trovò inevitabile pensare nuovamente a quanto fosse stato
fortunato ad aver trovato un ragazzo così, talmente innamorato di lui da
decidere persino di cambiare scuola, lasciando la sicurezza della Dalton, i
suoi amici, e andando addirittura contro i suoi stessi genitori. E tutto questo
solo per lui e perché era completamente pazzo di lui.
Con un sorriso a trentadue denti Kurt
entrò nell’abitacolo, pronto a salutare in modo più che appropriato Blaine,
forse complici anche quelle considerazioni di poco prima.
Tuttavia, non appena si sedette al posto
del passeggero e fece per sporgersi verso il suo ragazzo un odore pungente lo
bloccò sul posto. Era lo stesso che aveva sentito in officina, solo che questa
volta era decisamente più intenso e riuscì ad identificarlo come... metallico?
No, non era assolutamente possibile.
Perso com’era nelle sue riflessioni,
Kurt quasi non notò il bacio leggero che Blaine gli aveva posato sulle labbra,
rinunciando però quasi subito ad un contatto più approfondito vista l’evidente
reticenza del castano.
- Ciao.-
sussurrò staccandosi appena dalla sua bocca. – Tutto bene?- chiese poi
allontanandosi del tutto con un’espressione preoccupata in volto.
- Sì, certo!- rispose velocemente il
controtenore. – Sono solo stanco, tutto qui.- proseguì portandosi con
disinvoltura una mano al volto, avvicinandola, per quanto possibile senza
destare sospetti, al suo naso. Non riusciva proprio a capire cosa diavolo fosse
quella fragranza dolce come lo era il miele per le api. Che il riccioluto
avesse cambiato profumo? No, non sembrava.
Kurt si voltò appena verso il suo
ragazzo, il quale stava mettendo in moto la macchina, per cercare di osservarlo
meglio. Tuttavia quando fu attirato da un particolare piuttosto insolito la
paura iniziò a prendere il sopravvento su di lui.
Egli stava infatti fissando con avidità
una vena sporgente sul suo collo, desiderando potersi cibare con quanto
contenuto al suo interno, senza prestare attenzione alla curva delle sue labbra
o ai suoi occhi, come era solito fare.
A questo punto Kurt aveva una sola
domanda in testa, anche se essa portava poi ad altri numerosi interrogativi ai
quali lui proprio non sapeva rispondere: cosa gli stava succedendo?
TO BE CONTINUED...
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Non so davvero da dove sia uscita questa cosa,
so solo che una dannata zanzara mi ha svegliata nel pieno della notte un paio
di settimane fa e io la mattina avevo un compito importante per il quale avevo
studiato tutto il giorno. In quel momento l’avrei uccisa, ma non riuscendo a
trovarla ci ho rinunciato e così ho iniziato a pensare a tutto ciò. Complici la
stanchezza e la visione di colorado con la canzone
dei jemboy ho deciso di partorire questa robaccia
qui.
Vi informo subito che sarà divisa in un due
parti, al massimo tre (in origine doveva essere una one-shot)
Onestamente non ne sono pienamente soddisfatta,
per cui ci terrei tanto a sapere il vostro parere e se vale la pena
continuarla. Indi per cui me la lasciate una recensioncina
piccina picciò? *.*
Un’ultima cosa per quanto riguarda
l’aggiornamento: al momento ho urgenza di finire il nuovo capitolo di a crazy holiday, per cui la
continuerò solo dopo averlo scritto.
A presto! <3<3
-Rose