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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    05/11/2011    0 recensioni
[Nei Giardini Che Nessuno Sa SERIES][Side-Story][MissingMoments della mia Saga dei Giardini]
Hyoga era in piedi, poggiato contro il muro e lo guardava, senza toccarlo, ma nei suoi occhi c’era una profonda tristezza che l’albino non aveva mai visto prima: “Per quello che vale ora, lui è sempre stato contrario a mantenere il segreto.” proseguì Hyoga, “Era convinto che, benché i rapporti tra noi non fossero i più idilliaci, non fosse giusto nascondervi la verità. Ma Shiryu e Shun si sono sempre opposti, sostenendo che farvelo sapere avrebbe significato una nuova spaccatura nel nostro rapporto.”.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cygnus Hyoga, Hydra Ichi, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Nei Giardini Che Nessuno Sa'
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NEI GIARDINI CHE NESSUNO SA

SIDE-STORY

UN PRIMO PASSO

 

§§§

 

“Shun me lo ha detto. Adesso sapete tutto anche voi.”.

Ichi tremò a quelle parole, ma non riuscì a spiccicare parola: rimase semplicemente seduto sul bordo della vasca, dove Hyoga l’aveva obbligato a sedersi, con lo sguardo perso nel vuoto, apparentemente perso nei suoi pensieri.

Forse era così, ma erano di certo meno dolorosi che affrontare a viso aperto il russo, il quale non aveva smesso un attimo di scrutarlo in viso dopo averlo letteralmente trascinato fuori dalla doccia e avvolto in un qualcosa di morbido per asciugarlo.

Era stato un’idiota, ma non si era minimamente reso conto della debolezza che lo aveva assalito nella doccia, non si era neppure accorto di essere svenuto fino al momento in cui il Cigno non era piombato in bagno e lo aveva poco gentilmente schiaffeggiato per svegliarlo.

Tutto ciò che ricordava di quella manciata di minuti trascorsi nell’incoscienza era il fastidioso suono delle macchine che tenevano in vita Seiya che gli rimbombava nelle orecchie.

Nient’altro.

Erano tornati a casa dall’ospedale che ormai era l’alba, in un clima che più pesante non si poteva: aveva tentato di dormire qualche ora, ma con scarso successo, e aveva quindi optato per una doccia calda, sperando che almeno quella lo rilassasse e gli impedisse di pensare per quei pochi minuti…

E il suo corpo non aveva retto.

Quando aveva riaperto gli occhi e aveva visto Hyoga chino su di lui, una volta di più si era vergognato della propria debolezza e inadeguatezza al confronto e quasi si era lasciato andare alle lacrime; ma era riuscito a trattenersi in extremis e da quel momento, nel piccolo ambiente, era calato un silenzio strano, quasi fastidioso.

Era la prima volta, da quando Saori aveva raccontato loro tutto, che si era trovato faccia a faccia, da solo, con qualcuno degli altri, e doveva ammettere che non si sentiva affatto pronto: però era anche vero che non avrebbe potuto evitarli in eterno, che forse era meglio levarsi subito il dente e parlare, almeno con uno di loro, anche se la prospettiva poteva spaventare, e anche parecchio.

E poi quella frase…

Shun me lo ha detto. Adesso sapete tutto anche voi.

L’aveva scombussolato ancora di più.

“Perché non ci avete detto nulla prima?” riuscì infine a chiedere, pur se con voce estremamente arrochita: “Perché nasconderci una cosa importante come questa?” con quell’accappatoio addosso, di parecchie taglie più grande, sembrava anche più piccolo dei suoi 15 anni, era spaventato e arrabbiato per tutta quella storia assurda e irreale in cui si erano ritrovati catapultati, voleva gridare ma sembrava come se tutte le sue energie fossero state prosciugate. A malapena riusciva a stare seduto, sentiva caldo.

La mano fredda di Hyoga gli si poggiò gentilmente sulla fronte e sulle guance, dandogli un certo sollievo: “Ti sei strapazzato troppo.” notò con tono severo, “Hai la febbre.”.

“Non è importante ora!” sbottò esasperato Hydra, scrollandosi di dosso le dita del fratello, era difficile chiamarlo in quel modo: “Non comportarti come se fossi il maggiore, come se dovessi proteggermi! Non sono io ad averne bisogno! Non sono stato io ad aver voluto tutto questo, ricordalo!” la sua voce, più che arrabbiata, in quel momento suonava più disperata.

Si lasciò cadere a terra, in ginocchio, senza riuscire a frenare le lacrime.

“Seiya voleva dirvelo.”.

Hyoga era in piedi, poggiato contro il muro e lo guardava, senza toccarlo, ma nei suoi occhi c’era una profonda tristezza che l’albino non aveva mai visto prima: “Per quello che vale ora, lui è sempre stato contrario a mantenere il segreto.” proseguì Hyoga, “Era convinto che, benché i rapporti tra noi non fossero i più idilliaci, non fosse giusto nascondervi la verità. Ma Shiryu e Shun si sono sempre opposti, sostenendo che farvelo sapere avrebbe significato una nuova spaccatura nel nostro rapporto.”.

Hydra era rimasto basito da quelle parole.

“Volevano proteggere questo legame, a modo loro, e Ikki era d’accordo. Saori sapeva che l’avevamo scoperto ma ha sempre appoggiato la nostra decisione di riserbo.” concluse il biondo.

“Perché?” ripeté Hydra con le lacrime agli occhi: “Pensavate che non saremmo riusciti a incassare il colpo della notizia, che non avremmo avuto la forza di andare avanti sapendo che i nostri fratelli erano morti anche per causa nostra, per far si che noi sopravvivessimo e fossimo in grado di aiutare Athena? Che nostro padre era la persona che ha permesso tutto quello che abbiamo passato?! A tal punto dubitavate di noi?! A tal punto ci credevate deboli e incapaci?!”.

Ma Hyoga scosse la testa, inginocchiandosi fino a trovarsi davanti all’albino: “Temevano un rifiuto da parte vostra. Soprattutto Shun, aveva paura della vostra reazione, che non voleste riconoscerci come fratelli di sangue. Lui, tutti… Volevano una famiglia normale, ma la paura ha sortito forse l’effetto opposto.”.

“E tu cosa pensavi?!” saltò su Ichi, mordendosi subito dopo il labbro inferiore: l’espressione del Cigno sembrò più sofferente che mai.

“Io non sapevo cosa fare.”.

Il russo lo ammise con estrema semplicità, quasi lapidaria; si alzò in piedi e tese la mano a Ichi perché facesse lo stesso: “Ho sempre saputo di Mitsumasa Kido e di noi ma non ne avevo mai accettato l’idea, almeno fino al giorno in cui Ikki non ha messo tutto nero su bianco. In quel momento, credo di aver capito molte cose eppure non ho mai avuto il coraggio di far qualcosa in merito. Sulle prime, devo ammettere che il fatto che voi lo sapeste o meno non mi importava granché, ma adesso ne sono fermamente convinto: Seiya aveva ragione.”.

Ichi afferrò la mano ma trattenne il respiro.

“Abbiamo… Ho fatto tanti sbagli,” affermò il russo con sguardo fermo, fisso negli occhi scuri del più giovane mentre lo tirava in piedi: “Spero solo di essere ancora in tempo per rimediare.”.

Poi il Cigno lasciò la presa sulla mano di Hydra, restando immobile a osservarlo, con un misto di preoccupazione e aspettativa dipinto sul viso pallido.

Sospirando, si massaggiò il collo per poi chinarsi a raccogliere i vestiti, sporchi e abbandonati, per terra: “Non devi rispondere subito, non sei tenuto a rispondere, in verità.” precisò il biondo, “Solo-“.

“Siete stati degli egoisti, lo sai, vero?”.

Hydra interruppe con tono amaro il già difficoltoso tentativo, da parte del russo, di parlare.

“Siete stati egoisti,” ripeté il ragazzino, asciugandosi le lacrime con la manica dell’accappatoio: “Perché avete preferito mentirci e non affrontarci.” singhiozzò, “E poi, guardami! Piango come un bambino e non riesco assolutamente a fermarmi!” sbottò con voce roca, “Accidenti a te!”.

Cygnus gli si avvicinò, con l’involto di panni tra le braccia e l’espressione incerta: se da una parte, voleva varcare il confine che li separava, dall’altra era terrorizzato dai suoi sentimenti e incapace di comprenderli fino in fondo.

Ma alla fine, a prevalere fu il primo impulso, che si concretizzò nella forma di un soffocante abbraccio al centro del piccolo bagno, con il Saint di Hydra che quasi scompariva nella stretta del biondo.

Era una sensazione strana, per Ichi, sentirsi abbracciare in quel modo, strana e incredibilmente nuova: lui non ricordava come fosse la stretta di sua madre, era difficile, comunque, che qualcuno tra loro la ricordasse, e quell’abbraccio, improvviso e pieno di affetto, nella sua goffaggine, lo commuoveva.

Non dissero nulla, quasi non si guardarono dopo essersi staccati, ma un passo avanti era stato fatto, senza dubbio.

Il primo di una lunga serie.

§§§

“Siete davvero sicuri?”.

La voce di Saori era tranquilla mentre si rivolgeva ai suoi ragazzi in piedi davanti alla scrivania e scoccava un’occhiata pensierosa all’indirizzo del Pegaso seduto in poltrona.

“Si, è la cosa migliore da fare.” annunciò Ichi, serio in viso: “Non vogliamo che questa famiglia si sfaldi ulteriormente e anche se sarà difficile, vogliamo abbattere il muro di bugie che circonda il nostro passato, ma questa volta assieme.”.

Nel pronunciare l’ultima parola, il suo tono s’addolcì.

“Ne abbiamo parlato tanto,” rassicurò Hyoga, muovendo un passo in avanti: “E abbiamo deciso che continuare a vivere assieme sia la cosa migliore che possiamo fare, in ogni caso.”.

“Quindi resterete qui?” domandò la Dea, accomodandosi meglio sulla poltroncina: “Per quanto questa casa possa avere dei ricordi dolorosi, è pur sempre casa vostra, lo sapete bene.”.

Seiya annuì, saltando sul bracciolo della poltrona: “Anche per questo abbiamo deciso di rimanere.” esclamò Pegaso, “Non ci importa nulla dei brutti ricordi, sono solo ricordi e basta. Da lì possiamo ripartire e ricostruire.”.

La Dea li osservò con affetto uno per uno, orgogliosa della loro scelta.

“Benvenuti a casa.”.

   
 
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