Capitolo:
4 di
5
Prompt:
Gusto
Ringraziamenti:
*w*
*W* Io vi adoro. Lo so, l’ho già detto e ri-detto, ma voglio ripetermi:
viadoroviadoroviadoroviadoroviadoroviadoroviadoro!!
-Chaska,
Cosmopolita, merokoIRONIC, Prof, Julia_Urahara (*W*) e hanta97 per le recensioni!
-Carol_97,
Cosmopolita, GinkoKite, Jaqueline, jiinx e Pupa2009
per aver messo la storia tra le preferite!
-Hanta97
per
aver messo la storia tra le ricordate!
-Dark
Amy, Endimione, hiromi_chan, Hi_No_Koshka, jiinx, Julia_Urahara, LoLe,
Lollyware99, Mareike Tiaycia, namida1982, PureMorning, seia e Tifawow per aver messo la storia tra le seguite!
Io vi amo alla follia!
L'immagine viene da QUI
La luce fumosa del locale non
contribuì a migliorare l’impressione di Francis: i tavolini incastrati sotto i
piccoli lampadari traballanti, gli inserti verdi macchiati di polvere e Dio
solo sapeva cosa, i beccucci della birra a spina che gocciolavano ancora..Come
aveva fatto Inghilterra a convincerlo ad andare lì, invece che in un bistrot?
Ma soprattutto..perchè lo aveva portato lì? Quella era una vera e propria bettola, mon Dieu!
Francia si scostò appena dal bancone,
lanciando due o tre sguardi se non terrorizzati, quanto meno angosciati, ai tizi nerboruti che
sedevano attorno a loro; gli occhi si fissarono sulle dita grassocce, sui
boccali di birra opachi e i bicchierini di rhum, sulle labbra livide, sulla cenere
che sfrigolava sulle barbe incolte, fino alle bocche storte in una risata
ululante e ai denti sgrossati, lucidi di saliva e schiuma. Rabbrividì e si
sentì male nel vedere come Inghilterra, invece, si trovasse completamente a suo
agio in quell’ambiente rozzo e caliginoso.
-Ehi, non stare lì impalato!- berciò
Arthur, afferrandolo per il gomito e trascinandolo a sedere.
Francis si lasciò condurre senza
proteste, troppo occupato a riprendersi dallo shock per dare importanza al
nervosismo di Inghilterra; scivolò sulla seggiola imbottita, facendosi piccolo
piccolo nell’angusto spazietto tra la sua camicia di seta e la polvere del
tavolino.
Sentì un’oscura presenza sopra di lui:
sollevò piano la testa, ritrovandosi faccia a faccia col al padrone del pub, un
omaccione tutto baffi, dal viso rosso e il naso storto.
-Che vi porto?- latrò,
attorcigliandosi le mani nel grembiule sporco d’unto.
Mon
Dieu, rivoglio il mio bistrot, dov’è il mio bistrot? Francia si impose
di non guardare il segno lasciato dal fondo dei bicchieri sul legno del tavolo,
I camerieri in livrea, con la schiena
dritta e il naso all’insù, col menù in una mano e il secchiello dello champagne
nell’altra! Ah, Mon Dieu..
-Whiskey per due- ordinò Arthur e
bastò quello perché il parigino si riprendesse dalla depressione e balzasse
quasi in piedi, inorridito.
-Mais
non!- esclamò, fissando l’altro scandalizzato –Io quella roba non la bevo!-
e prima che Inghilterra potesse fermarlo –o ucciderlo-,
si rivolse direttamente all’omaccione rubicondo, dimentico di trovarsi in
territorio nemico –Per me dello Château
Pètrus, buon uomo-
Se prima il locale era pieno delle
ciance degli avventori, in quell’istante vi fu solo silenzio: Francis poteva
sentire gli sguardi omicidi degli inglesi cercare di trapassargli la nuca, ma
decise di non badarvi. Per la sua salute mentale era meglio così.
-A..Are
you mad?!- boccheggiò Arthur, sgranando gli occhi –Tu non puoi…! L-L’altra
sera aveva detto che il whiskey ti piaceva!-
Francia lo fissò per alcuni istanti, poi
scosse la testa, divertito.
-Che c’è?!- ringhiò Inghilterra –Che
c’è?!-
-Ma, mon Arthùr!- rise Francis, gettando indietro il capo -L’altra sera mi è piaciuto solo perché l’ho
assaporato sulle tue labbra!-