br /> Attacco a Boston

“Stronzo! Razza di idiota.” imprecavo contro il fratellone assente, sotto la macchina che stavo riparando. Bobby era in ascolto


“Non dovresti chiamarlo e fare pace? Nella situazione in cui siamo non mi pare il caso che cominciate a litigare tra di voi. Pochi cacciatori sono rimasti e dovremo cercare di stare uniti.” Era un bel

sabato pomeriggio assolato con retrogusto di primavera e benzina, ma un pizzico di malumore si faceva sentire dentro di me

“Non ora Bobby. Gli voglio lasciare il tempo di capire i suoi errori, ed è meglio che lo faccia da solo. E poi sono ancora furioso con lui, è proprio un bambino.” risposi con tono freddo.
Stavolta avevo ragione io.

“ A me sembra che il bambino sia tu. Andiamo, siete uomini adulti e vaccinati, diamine! Oh vai al diavolo Sam! Se non lo chiami tu lo farò io. Sono preoccupato, sento che c’è qualcosa che non va.”

Che lo facesse pure se proprio ci teneva.

“ Beh fa come ti pare, ribadisco che non ho intenzione di parlargli” , risposi seccato,

“ Prima passami la dodici, per favore. Questa è troppo piccola”, Bobby mi passò la chiave inglese e diedi un ultimo giro alla vite

della marmitta ” Perfetto io qui ho finito. Vado a pulirmi dal grasso.”

Una bella doccia era proprio quel che ci voleva. Era passato un solo giorno dall’ ultimo litigio. Beh la colpa era sua. Mentre mi recavo in casa vidi Bobby estrarre il cellulare dalla tasca dei jeans e

comporre il numero di Dean. Mi fermai un attimo prima di entrare. Ma perché ora ero curioso? Dean rispose alla chiamata che durò circa due o tre minuti.

Non era la tempistica adatta per noi cacciatori, Bobby aveva ragione c’era qualcosa che non andava. Maledizione! In che guai s’ era andato a cacciare!

Bobby mi si avvicinò con aria preoccupata, chiudendo la chiamata, e non aveva per niente una bella cera “ Me lo sentivo. Un paio di demoni lo hanno attaccato a Boston.

E’ sopravvissuto ma è messo piuttosto male. Sam dobbiamo andare a cercarlo e ha bisogno di cure.

Tu lavati in fretta io prendo i medicinali e ci mettiamo subito in marcia!”. Sbuffai ora dovevo pure aiutarlo, mi aspettavo che fosse una buona occasione

perché il fesso ammetta le sue colpe. Dopotutto non sei così perfetto Dean Winchester.

Come mi ordinò Bobby mi diedi al più presto una lavata, per essere pronto a soccorrere il fratellone.

Mentre infilai i jeans puliti, osservai fuori dalla finestra: il sole stava tramontando ed era uno spettacolo unico che calmò il turbine di pensieri nella mia testa per qualche minuto con

le sue calde tonalità, poi la voce di Bobby interruppe il momento e mi riportò al presente

” Sam! Muoviti signorina!” poi uscì dalla porta sghignazzando. Evidentemente moriva dalla voglia di chiamarmi in quel modo.

Sentii un tintinnio metallico che corrispondeva al ritmo della sua andatura, probabilmente aveva già le chiavi in mano. Quasi mi ferii il pollice chiudendo la zip in fretta e furia, con

una scarpa slacciata e l' altra in mano corsi verso l’ uscita di casa Singer afferrando la giacca. Bobby era già in macchina ad aspettarmi, zoppicai come un idiota,

ancora senza la scarpa, finché non lo raggiunsi.

Salii a bordo della vettura sgangherata e vecchia ma paradossalmente funzionante, e notai che mancava qualcosa dal mio raggio visivo

“ Dove hai messo la cassetta del pronto soccorso Bobby?”, era ovvio che c’ era già.

“ E’ nel sedile posteriore. Dobbiamo fare presto! Rispondi tu se ci chiama.”

Mise la chiave nel quadro e accese l’ auto. Capii subito dove volesse arrivare, c’erano altri guai da sistemare prima dei miei problemi con Dean.