« Un bambino correva verso casa in lacrime con il cuore che non gli reggeva più.
Aveva paura che si fermasse da un momento all'altro, che lo abbandonasse anche lui; aveva paura che scoppiasse da un momento all’altro per lo sforzo di quella corsa disperata verso casa.
Lui non stava scappando dalla morte, non stava scappando per la paura di rimanere solo al mondo. Lui era solo un bambino di dieci anni, e scappava per il dolore.
Lui aveva appena perso suo padre.

“Drenched in my pain again.”

Lui adesso era nella sua camera; tutto gli appariva distorto, senza più un senso. Le lacrime gli allagavano quei meravigliosi occhi verdi e gli graffiavano quel suo viso dolce. Si sentiva smarrito, abbandonato.
Non aveva neppure il coraggio di guardare Blue.
Il regalo più bello della sua vita, la chitarra più bella del mondo.
Quella che aveva ricevuto dal suo papà, quella che aveva suonato per la prima volta proprio sulle sue ginocchia.
Teneva gli occhi chiusi.
La mamma, Ollie bussava ripetutamente sulla porta di camera sua. Voleva che uscisse, che tornasse a quell’addio, quel tremendo addio. Aveva paura che Billie si lasciasse tutto alle spalle e che cercasse solamente di dimenticare.
 Ma lui non l’avrebbe fatto.
Billie era un bambino diverso dagli altri. Aveva solo bisogno di tempo.

“Wake me up when September ends.”
 
Tempo, il tempo non ti ricuce le ferite, non migliora le cose. Solo ti permette di andare avanti.
Ora Billie sapeva cosa fare. Prese quella chitarra e suonò. Suonò con tutta la passione che aveva, suonò fino a quando le dita non gli sanguinarono, suonò con tutto se stesso. E finalmente si sentì di nuovo al sicuro, come protetto da quel legame che neanche la morte riesce a spezzare. La pioggia batteva contro i vetri delle finestre, come se cadesse dalle stelle e gli faceva da percussione.
Grazie papà.»

Billie Joe.