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Autore: kumiko095    06/11/2011    2 recensioni
Lovino era andato a trovare il fratello –finalmente,avrebbe aggiunto quello- dopo le sue continue suppliche.
Quel giorno Feliciano aveva deciso di mostrargli Genova, una città a lui particolarmente cara e non curandosi del fatto che da un momento all’altro si sarebbe messo a piovere aveva portato Lovino a spasso per la città.
Quest’ultimo non aveva parole, sicuramente era una città bellissima, piena di vita, quasi più delle sue di città, e per un attimo provò invidia.
L’attimo dopo l’invidia si trasformò in terrore.
(piccola shot riguardo ai disastri avvenuti in questi giorni, per riflettere e comprendere.)
Feliciano e Lovino Vargas [lievissima itacest nel finale]
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pioggia di cordoglio
1

 
 
Lovino era andato a trovare il fratello –finalmente,avrebbe aggiunto quello- dopo le sue continue suppliche.
Quel giorno Feliciano aveva deciso di mostrargli Genova, una città a lui particolarmente cara e non curandosi del fatto che da un momento all’altro si sarebbe messo a piovere aveva portato Lovino a spasso per la città.
Quest’ultimo non aveva parole, sicuramente era una città bellissima, piena di vita, quasi più delle sue di città, e per un attimo provò invidia.
L’attimo dopo l’invidia si trasformò in terrore.
La pioggia si era abbattuta violentemente sulle loro teste, lasciandoli fradici in pochi secondi.
Avevano iniziato a correre, Lovino imprecando a mezza voce e Feliciano quasi ridendo per la buffa espressione del fratello.
Poi era arrivata una forte ondata a travolgerli e Lovino non aveva capito più niente, apparte una cosa: Feliciano non era più vicino a lui.
L’acqua l’aveva trascinato lontano, sommergendolo e facendolo sbattere contro qualunque ostacolo trovasse.
Nel totale di due minuti, Lovino aveva sbattuto contro cinque pali, una colonna e presumibilmente su quella che era una fontana.
La gente scappava impazzita, alcuni venivano sommersi, altri cercavano di darsi alla fuga correndo dentro gli appartamenti e sfortunatamente alcuni non ce l’avevano fatta, rimanendo intrappolati in quell’ondata micidiale che gli aveva lasciati senza ossigeno.
Proprio come stava succedendo a Lovino.
Eppure in tutta quella marea violenta, tra le urla disperate di madri e figli, di vite stroncate da “un acquazzone”  riusciva a pensare solo al fratello.
“Dove cazzo sei, Feliciano?!”
Nuotò disperatamente contro corrente, risalendo in superficie e riprendendo fiato, sforzandosi di vedere, di trovare suo fratello in mezzo a quel disastro.
“Maledizione, perchè?Perchè succedono queste cose? Perchè cazzo la gente muore?” si ritrovò a pensare questo, mentre cercava di aggrapparsi ad un palo della luce.
“Non voglio perderti!” Finalmente riuscì a raggiungerlo e ci si aggrappò con forza, mentre la corrente cercava di portarlo via, ma lui resisteva, cercando appiglio a quel palo -che si chiedeva come facesse ad essere ancora in piedi-.
Le lacrime si mischiavano alla pioggia, le mani gli dolevano ed era sicuro che non sarebbe resistito a lungo, ma doveva ritrovare il suo fratellino ad ogni costo.
Prese un profondo respiro e diede voce alla sua preoccupazione, sperando di ricevere risposta:
-FELICIANOOOOOO!!!!-urlò.
-FELICIANO VARGAS, DOVE CAZZO SEI?!- chiamò ancora, mentre la gola gli andava in fiamme e gli occhi si riempivano di lacrime nuove.
Si sentì maledettamente idiota a piangere Lovino, non era da lui, lui che era sempre serio e con quel cipiglio incavolato, eppure per il suo Feli, era disposto a versare tutte le lacrime del mondo.
-Fratellone!- la risposta arrivò lieve,coperta dal rumore dell’acqua e dai singhiozzi di Feliciano.
Lovino si guardò intorno per poi vederlo a poca distanza da lui, che cercava in tutti i modi di trovare un appiglio ma invano, la corrente lo spingeva via.
-FELICIANO!- il cuore di Lovino si riempì di gioia: suo fratello era ancora vivo!Era ancora lì, davanti ai suoi occhi! –Feli, ce la fai ad arrivare fin qui?- chiese, alzando il tono della voce in modo che il fratello lo sentisse.
Sentì un poco definito “sì” di Feliciano, che iniziò a nuotare controcorrente per raggiungerlo.
Lovino avrebbe volentieri lasciato quel palo e avrebbe raggiunto il fratello, ma in questo modo la marea gli avrebbe spazzati via entrambi.
Almeno questa volta Feliciano doveva lottare da solo, come già aveva fatto in passato, ma quelle erano state poche, pochissime e strettamente necessarie, volte.
 Alla fine il minore riuscì ad avvicinarsi al fratello, che gli tese la mano, impaziente di poterlo stringere a sé.
Feliciano allungò un braccio cercando di afferrare la mano di Lovino, che si slanciava in avanti, cercando di afferrarlo in tutti i modi.
Ci provò diverse volte, ma quelle mani sembravano quasi sfuggirsi, come cariche dello stesso polo.
-Feliciano,avanti puoi farcela!-gridò Lovino, ora sporgendosi con tutte e due le braccia protese in avanti, tenendo però ben attorcigliate le gambe intorno al palo.
-Fratellone!Non ci riesco, la corrente è troppo forte!- piagnucolò Feliciano, il terrore dipinto negli occhi.
Cosa avrebbe dato ora, per essere ora tra le braccia di quel fratello che aveva voluto accanto a sé per tanti secoli, ma che aveva bellamente messo da parte, in attesa che arrivasse il tempo giusto per riunirsi.
Non voleva perderlo, non ora!
-Non dire cazzate Feliciano!Se non muovi il culo e vieni qui ti prenderò a calci per tutta la vita!- sbottò Lovino, irritato dal comportamento del fratello.
-Veh!- pronunciò involontariamente Feliciano, mentre riusciva finalmente ad allacciare le mani in quelle di Lovino.
Ora si che lo riconosceva il suo fratellone! Quelle erano le parole che voleva sentire!
Le parole che sapevano di Lovino, di sole caldo e mare, contornate da parolacce più o meno pesanti, ma mai dirette a suo carico.
Si guardarono un attimo negli occhi, per poi stringersi a vicenda in un abbraccio affettuoso.
-Mi sei mancato- gli soffiò ad un orecchio Lovino, facendo commuovere Feliciano.
Erano le stesse parole che gli aveva detto quel 17 Marzo di 150 anni fa.
Lovino mollò distrattamente la presa dal palo e la corrente gli trascinò via.
Feliciano soffocò un urlo sulla spalla di Lovino, che serrava i denti, facendo scendere tutti i santi dal cielo.
Ma sapevano entrambi che ce l’avrebbero fatta, se erano insieme potevano fare tutto, non era così che diceva Nonno Roma?
-Lovi, ho paura!- mormorò Feliciano, mentre sentiva la terra scivolare via sotto i piedi, mentre sentiva il proprio corpo e quello del fratello sbattere contro oggetti, macchine e tutto quello che la corrente aveva portato bene.
-Feli, credi in me?- chiese Lovino, più serio del solito, guardandolo negli occhi.
Feliciano sbatté un paglio di volte le palpebre, sorpreso, poi annuì con forza –Si, fratellone! Perchè non dovrei?-
Lovino accennò un sorriso –Allora ne usciremo vivi,tranquillo- il sorriso si trasformò in una smorfia di dolore quando sbatte con il fianco sullo specchietto di una macchina.
-Lovi! Ti sei fatto male?- Feliciano strinse di più le braccia intorno alle spalle del fratello, poiché questo aveva allentato la presa per massaggiarsi il fianco dolorante.
-Noooo Feli!Ho solo visto i santi del Paradiso! Che cazzo di domande sono queste?! È logico che mi sono fatto male!-
Feliciano gli lanciò uno sguardo di rimprovero e Lovino sospirò, poi tornò subito serio, riprendendo a fissarlo.
- Feliciano Veneziano Vargas- lo chiamò con il suo nome completo,stupendolo –Fosse l’ultima volta che te lo dico, ma non lo sarà, -si fermò un attimo e prese un lungo respiro –Ti voglio bene- affermò poi con decisione, mentre le guance si coloravano vivacemente di rosso.
Gli occhi di Feliciano si riempirono di lacrime di felicità, mentre si apriva in un sorriso dolcissimo –Anche io, fratellone!Tantissimo!!!- cinguettò stringendolo forte.
Forse quelle parole non erano da Lovino, forse era quella situazione al limite della vita ad averle spinte a pronunciarle, forse Feliciano aveva agognato tanto per sentirle pronunciate che non crederono fossero vere, ma ne era immensamente felice.
 
 
Alla fine, non seppero neanche come, ma si ritrovarono sotto la pensilina dell’appartamento genovese di Feliciano.
Lovino fece appena in tempo ad afferrarsi ad una colonna, un attimo ancora e la corrente gli avrebbe portati chissà dove.
Allentò la presa su Feliciano e gli permise di salire le scale, non lasciando mai la sua mano e seguendolo a sua volta.
Salirono di corsa piano su piano, il corridoio deserto, tutti rinchiusi a chiave nel condominio.
Arrivarono al sesto piano qualche minuto dopo e fu solo per miracolo se Feliciano ritrovò la chiave di casa.
Lovino ancora non ci credeva, erano salvi!
Entrarono contemporaneamente, accasciandosi entrambi contro la porta.
Feliciano scoppiò in un pianto liberatorio,aggrappandosi con forza al cappotto del fratello.
Lovino sorrise, intrecciando le mani dietro la schiena del fratello e concedendosi di essere un po’ meno pomodoro aspro del solito e un po’ più pomodoro maturo, come solo con il suo Feli poteva essere.
Feliciano piangeva, erano nazioni loro e sentiva il peso della morte addosso.
Sentiva tutti i pezzi di lui che erano andati in frantumi, tutte le vite sfumate in un attimo, chi era rimasto chiuso in macchina, chi compresso contro qualcosa, chi seppellito dall’acqua in una cantina.
Lovino lo consolò con parole dolci, forse non poteva sentirsi esattamente come Feliciano, ma entrambi erano Italia, e almeno il dolore della morte potevano condividerlo insieme.
-Sono morti!-urlò Feliciano, soffocando un singhiozzo sul petto bagnato del fratello.
Quello gli accarezzò gentile la testa –lo so, e anche noi con loro. Ma vivranno in noi lo capisci? Dobbiamo andare avanti anche per la nostra gente, siamo noi a dargli la forza!-prese il viso del fratello tra le mani e si specchiò nei suoi occhi. Così simili, così diversi –Se tu piangi e ti disperi loro che faranno?-
Feliciano tirò su col naso –Possiamo…possiamo almeno pregare per loro?-
-Certo- rispose Lovino, sapendo bene che in quei momenti bui sia lui che Feliciano riuscivano a trovare a trovare uno spiraglio solo per la fede.
-Una preghiera per ognuno che ancora lotta- disse Feliciano, congiungendo le mani davanti al petto.
-Un Eterno Riposo per chi non ce l’ha fatta- rispose Lovino.
-Un Padre Nostro e un Ave Maria perchè proteggano tutti, e Dio ci perdoni, perchè siamo solo degli umili peccatori- conclusero insieme, come sempre avevano fatto, sperando anche che Dio li perdonasse anche perchè quell’affetto profondo che li aveva fatto ritrovare, che li aveva fatti ricongiungere dopo la disperazione stava diventando qualcosa di più.
E poi piovve cordoglio.



**********
 

Allora, inizio col dire che mi dispiace per tutte le catastrofi naturali avvenute in questi giorni.
Purtroppo questo anno sono venute giù peggio dei precedenti e ora si cerca di trovare una soluzione, noi tutti siamo vicini a quelli che si trovano in questa spiacevole situazione, veramente.
Ho immaginato cosa avrebbe potuto provare Feliciano per una cosa del genere, e poichè serviva anche un altro personaggio e Lovino è il mio preferito ho aggiunto lui, mi scuso se con questa storia ho infastidito qualcuno.
A fine storia ho voluto inserire una nota intraprospettiva romantica, perchè si ve lo devo dire, sono fan dell'Itacest, anche se questa fic nasce come Brotherhood!Italia e muore quasi come tale.
Le preghiere fanno riferimento al fatto che l'Italia sia un paese fortemente cattolico e che molta gente trova consolazione nella preghiera, se ho offeso qualcuno mi scuso infinitamente.
Spero che questa storia vi sia piaciuta almeno in parte, aiutando a riflettere sui disastri di questi sfotunati giorni, ma lo sappiamo tutti, l'Italia si rialzerà,anche se con più ferite, si tirerà su e andrà avanti, e noi con lei.
Io sono fortunata, abito in provincia di Lecce, dove la zona non è a rischio sismico, non piove più o meno da questo inverno, solo qualche pioggerella così..., non c'è neanche un fiume che potrebbe andare in piena, ne un vulcano che potrebbe eruttare, insomma mi ritengo fortunata. Purtroppo la gente muore anche qui e non possiamo fare niente, insomma la pioggia piange cordoglio, e concludo così.
Alla prossima.
Se questa storia vi è piaciuta lasciatemi una recensione, un commento negativo, neutro o positivo che sia, mi farebbe piacere.
Kissuuuuuuuuuuuuuuuu
Kumiko095

  
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