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Autore: ParanoidxX    06/11/2011    5 recensioni
-Tu sei quel ragazzo carino che ha un sacco di ammiratrici , giusto?-
-Si- annuì , atteggiandosi.
-Umh..Tom , Tom Kaulitz?-
-Esatto- si compiaceva ad ogni domanda e risposta.
-Quello del viagra , si?-
-Già , propr..- un momento , come? –No io..-
-Peccato- sospirò , scrollando le spalle –Sei così giovane..-
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bene ragazze.
Come promesso , ecco qui il nostro sequel.
Molte di voi avranno immaginato un continuo ambientato sempre nella stessa epoca e invece no , ci troviamo ai giorni nostri. V.v
Mi mancavano i nostri Tom e Bill moderni xD
Quindi non so , io questo capitolo l’ho un po’ rivisitato e sono sicura solo di una cosa : che verrò bestemmiata e avrò critiche di tutti i colori.
Fa nada , sono i rischi del mestiere.
Quindi buona lettura con il mio primo capitolo sperimentale!

Ps : ovviamente la ragazzina nella “locandina” è la nostra protagonista *w*
E inoltre questa volta ogni capitolo avrà una sua colonna sonora. V.v




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-Dolcetto o scherzetto?-

Erano ormai due ore che questa domanda veniva allegramente urlata per tutta casa.

-Dolcetto o scherzetto?-

E poi seguiva sempre una risata cristallina , pura e infantile.

-Dolcetto o scherzetto?-

Si poteva ben capire che l’atmosfera di quella casa , imponente , raffinata ma al contempo modesta , era animata da un bimbo , non troppo piccolo ma neanche troppo grande.

-Dolcetto o scherzetto?-

Pareva esercitarsi in realtà , cambiava tonalità di voce e cercava sempre di farla un po’ più paurosa. I risultati però erano scarsi.

Ma quell’allegria disturbava qualcuno.

Qualcuno che si reputava in ferie da due giorni ormai.

Qualcuno , o meglio , qualcuna che si rigirava nelle calde coperte del suo letto , mugugnando e sembrando un essere non ancora identificato.

In realtà era una sorella maggiore , di diciassette anni , sedici e mezzo per la verità , che , nel suo beato sonno , veniva disturbata dal fratellino alle nove del mattino.

-Dolcetto o scherzetto?-

La sua pazienza era ormai agli sgoccioli.

-Dolc..-

-Tommi , finiscila , ora!- urlò , se la voce del bambino , che si trovava nel salotto al piano terra , era in grado di raggiungere la sua camera al secondo , perché non avrebbe potuto farlo il suo urlo seccato e spazientito?

Nello sbottare , però , nell’alzarsi bruscamente , perse l’equilibrio e cadde rovinosamente sulla sua moquette color ciano.

Rovinò sul naso , gemendo sommessamente per il dolore e imprecando contro santi non ancora esistenti.

Ecco , ecco coma iniziava per Shadi il suo sedicesimo Halloween .

Nome insolito , vero?

Rimarrete ancor più scossi se vi dicessi che Shadi è un nome ebraico , che la sua stessa religione lo è, ma il suo cognome è tedesco ed è nata in America , precisamente risiedeva in una casa nel west Hollywood.

D’altronde la figlia di un ricco imprenditore e di una famosa scrittrice non potrebbe vivere altrove , no?

In particolar modo suo padre gestiva , oltre che a una catena d’alberghi , i più gettonati locali di Hollywood , sua madre era , invece , in vetta alle classifiche con i suoi romanzi rosa e fantasy.

Un bel mix , no?

Vi aspetterete quindi di sentir parlare di una ragazza perfetta , con boccoli biondi e occhi azzurri , alta e slanciata , una bambolina minuziosa e sempre elegante nel vestire.

Bèh , Shadi non rispecchiava queste caratteristiche , almeno non in parte.

Si alzò da terra con un sonoro sbuffo ed entrò nel suo personale bagno.

Chiuse la porta girandosi per guardarsi allo specchio affisso ad essa.

Era carina nel suo essere disastrosa. Il pigiama era formato da un paio di pantaloni della tuta color fango , tenuti suoi fianchi stretti , cavallo basso e parevano essere almeno una taglia in più rispetto a quella reale;Una canotta bianca e per sopra una felpa sbottonata del medesimo colore. Scalza poi , come sempre.

Passò al viso. Umh , passabile , si ritrovò a pensare con una scrollata di spalle.

Più che passabile , sempre lo stesso : un visetto di porcellana , sia per la purezza e la perfezione , sia per l’incarnato chiaro. Su quel candore spiccavano le labbra sottili e rosate , i suoi occhi azzurri e incorniciati da lunghe e piegate ciglia. La sua particolarità , però , era una e soltanto una : i capelli.

No , non erano biondi come le spighe di grano o neri come la notte più buia.

Erano di un semplice castano chiaro ma modellati in modesti dread , lunghi fino alle spalle. Uno di essi portava , nel centro esatto , un anello nero e spesso , di plastica , come fosse una spilla. Poi vi erano alcuni ciuffetti ribelli che , come una frangetta , ricadevano sulla fronte.

Si potrebbe quindi definire una bambolina? Bèh , forse si , per la sua statura minuta e il suo fisico magro e snello.

Ma di certo una bambolina non porterebbe mai un septum al naso , cosa fatta all’età di quattordici anni , contro il volere del padre e della madre.

Sospirò , iniziando a spogliarsi , intenta a farsi una bella doccia per svegliarsi meglio.




Lavatasi , scese giù , i vestiti non molto diversi dal pigiama per lo stile : Jeans scuri un po’ a cavallo basso; Scarpe “Reebok” nere con inseriti grigio metallico; Felpa grigia , non molto grande ma neanche aderente.Una giusta via di mezzo.

-Dolcetto o scherzetto?-

Arrivata all’ultimo gradino si ritrovò minacciata dal forcone in plastica di suo fratello.

Lo guardò , inarcando un sopracciglio , spostando il giocattolo dal suo viso –Smettila moscerino , oggi stai rischiando- fu lei a metterlo in guardia , scendendo l’ultimo gradino e avviandosi alla cucina.

-E dai Shadi , giochi con me?-

Tommi aveva sette anni contati ed era , a parere di sua sorella , una peste bubbonica di quelle che raramente si riesce a conoscere.

A differenza sua aveva , ovviamente , i capelli corti , ricci e biondi. Poi gli occhi azzurri , uguali ai suoi , anzi , forse di una tonalità più chiara.

La ragazzina si girò per squadrarlo –Non gioco con una zucca che impugna un forcone- commentò , entrando in cucina e aprendo la dispensa , cacciando fuori i cereali.

In quel momento il telefono squillò.

-Rispondo io!- Tommi si arrampicò letteralmente sulla sedia , in modo impacciato a causa del costume da zucca che indossava , per arrivare al comodino , prendere il telefono e rispondere. –Shadi è Rebeckah- le passò l’apparecchio.

Il viso della sorella si illuminò nel sentire quel nome –Hello?-

-Shadi , sei sveglia..credevo stessi ancora poltrendo- inconfondibile la voce della sua migliore amica , arrogante già alle prime ore del mattino.

Sorrise divertita , sedendosi al tavolo e iniziando a divorare i corn-flakes , conditi con rivoli di cioccolato fondente. –Buongiorno anche a te- rispose sarcastica di rimando.

-Non fare la spiritosa , stupida. Hai impegni stasera?-

-Stasera?- piegò le ginocchia al petto , assumendo una postura non proprio composta.

Semplicemente se suo padre diligente o sua madre amante delle buone maniere l’avessero vista così le avrebbero dato almeno due giorni di punizione.

-Si stasera. Sei diventata sorda?-

-Cosa c’è stasera?-

-Axel ci aspetta al Katsuya Restaurant..-

-Al Katsuya?- si morse il labbro inferiore –Non c’è un altro posto Rebeckah? E’ troppo pieno di gente e di paparazzi..-

-La vuoi la roba si o no?-

-Si ma … non so se mi conviene , ecco-

-Perfetto.. ce ne sarà di più per me , allora- e seguì un attimo di silenzio.

Sul serio voleva rinunciare alla sua felicità in polvere?

Alla sua unica distrazione?

Alla sua.. dipendenza?

Sospirò , sconfitta e sconsolata , arrendendosi all’evidenza che ormai era diventata una malattia e , cosa peggiore , non poteva farne a meno.

-Va bene , al Katsuya- si arrese , scrollando le spalle.

-Così mi piaci , piccoletta. – odiava essere chiamata in quel modo , specialmente se era una sua coetanea a farlo. In quel caso , però , si trattava della sua migliore amica , della ragazza con cui era cresciuta. –Passo a prenderti alle otto , mh?-

-Metropolitana?-

-Oggi si , mamma mi ha sequestrato l’auto-

-Chissà perché- commentò ironica, ricordandosi dell’ultima volta che , per guida in stato d’ebbrezza , era stata messa in cella per due giorni; Fortunatamente sua madre aveva accuratamente pagato la cauzione.

-Va a farti fottere- rise dall’altro capo del telefono.

Shadi amava la sua spigliatezza e il suo totale menefreghismo. Già , Rebeckah era descrivibile solo con un aggettivo : sfrontata.

Disinteressata. Egoista.

Okey , è più di uno , ma erano mille le sfaccettature del suo carattere e tutte la portavano sulla cattiva strada , quella stessa strada che anche Shadi , a sua insaputa , si era ritrovata a percorrere.

-Vaffanculo anche a te- sorrise divertita , riattaccando. Avrebbero stabilito l’orario nel pomeriggio , come sempre.




Lo sapeva.

Sapeva che non sarebbe dovuta andare proprio li , al ristorante dei vip.

Era naturale trovare sempre qualche paparazzo , appostato magari dietro un auto o dietro un cespuglio. Si perché certi riescono perfino a mimetizzarsi con la vegetazione e non si sta esagerando!

-Dove diavolo è?- Shadi iniziava a innervosirsi , era agitata e continuava a torturarsi le sue povere unghie già massacrate.

-Sta un po’ calma , cavolo- rimbeccò l’amica , poggiandosi al muro e accendendosi una sigaretta.

Nonostante fossero nella penombra , in una delle due stradine laterali del ristorante , i lampioncini riuscivano a far risplendere i capelli biondi di Rebeckah. Lisci , lunghi fino al fondoschiena quasi , che le incorniciavano un viso dai tratti morbidi ma ben pronunciati; Labbra carnose , un nasino dritto e un po’ all’insù , come quello tipico di una francesina.

Un po’ più alta di lei , completamente diversa nel vestire : jeans a sigaretta , ballerine , camicetta bianca stretta sotto il seno da una cintura scura. Uno stile parecchio chic , che quasi la faceva somigliare a una signorinella.

Bèh , effettivamente lo era , d’altronde era nata in una famiglia di ricchi , proprio come Shadi. Al contrario suo , però , era venuta su viziata , snob , arrogante e con la pretesa di piegare tutti alla sua volontà.

Povera illusa.

-Rebeckah , ma non capisci che rischio sto correndo?- disperò lei , guardandola , forse un po’ stizzita.

Possibile che proprio non ci arrivava?

-Vattene a casa allora- la guardò con aria di sfida , sbuffando dalle labbra socchiuse una nuvoletta di fumo.

-No..- tremò appena , il solo pensiero di non poter avere tra le mani la roba la faceva star male.

Era la sua fonte vitale.

-Come immaginavo- sorrise serafica , sganciando la schiena dal muro e avvicinandosi a lei. –Su coraggio- le portò la sigaretta alle labbra –Rilassati-

Sospirò , seguendo il suo consiglio e facendo un tiro.

Molto meglio , già.

Poi grida sommesse e mormorii attirarono la loro attenzione. Alcune ragazze corsero all’entrata del ristorante.

Ragazze e paparazzi.

Che diavolo stava succedendo?

-Sta uscendo il papa?- ironizzò la bionda , sporgendosi dal vicolo per dare un’occhiata.

Nel farlo spinse appena Shadi allo scoperto ma questo bastò per far scatenare l’inferno.Fu un attimo , nulla di più : una delle ragazzine isteriche si girò nella sua direzione , sgranando gli occhi e urlando il suo nome;Da li i paparazzi spostarono la loro attenzione da quelli che erano Tom e Bill Kaulitz , portandola su di lei.

Maledizione!

-Cazzo , andiamo , andiamo!- imprecò Rebeckah , afferrandola per un braccio e iniziando percorrere il vicolo di corsa , nell’ombra più totale.

Shadi si lasciò trascinare anche se per lei correre risultava parecchio difficile.

E , intanto , il più grande dei Kaulitz rimase interdetto : chi era colui o colei che era riuscita a creare tanto scalpore nel giro di mezzo secondo?

  
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