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Autore: sushiprecotto_chan    06/11/2011    3 recensioni
[Risa/Otani] Se c’era una cosa che Risa aveva imparato dall’essersi innamorata di qualcuno era che l’amore faceva male. Nel significato più letterale e fisico del termine – l’amore ti prendeva per la gola e ti puntava un coltello allo stomaco.
[Questa storia ha partecipato al primo girone del contest a turni “All you need is love” di KikiWhiteFly, “L’amore fa male”, classificandosi quarta.]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: sushiprecotto_chan
Titolo: Learned Feelings
Fandom: Lovely Complex (LoveCom)
Rating: Verde
Avvertimenti: Het, One-shot
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale
Personaggi e Pairing: Risa Koizumi, Atsushi Otani; Risa/Otani
Immagine di riferimento: numero 22 (le due ombre)
Note: 1. Nessun Beta-reader
2. La citazione più o meno alla fine della fiction è del volume 14. In realtà quel volume ce l’ho solo in francese, spero che la mia traduzione non sia troppo diversa da quella del capitolo in italiano quindi! X3
3. Questa storia ha partecipato al primo girone del contest a turni “All you need is love” di KikiWhiteFly, “L’amore fa male”. Si è classificata quarta.
N/A: Volevo scrivere qualcosa sull’amore inteso come qualcosa di reale e quotidiano e volevo metterci davvero del mio. Spero davvero d’esserci riuscita X’33
 
 
 
 
 
 
 
 



Learned Feelings.

 
 
Non si poteva dire che Risa conoscesse proprio tutto dell’amore, prima di prendersi una – tremenda – cotta per Otani. Beh, prima d’innamorarsi di Otani, diciamola tutta.
Non aveva mai avuto qualcuno che le piacesse davvero, non aveva mai provato la sensazione che il cuore le balzasse dal petto senza apparente motivo, non era mai stata rifiutata, mai si era impegnata tanto per piacere a qualcuno. Emozioni così intense non erano mai venute alla luce dentro di lei, nel bene e nel male.
I sentimenti che i gesti di Otani le avevano trasmesso erano stati dei più vari, e mai dei più lievi.
 
Se c’era una cosa che Risa aveva imparato dall’essersi innamorata di qualcuno era che l’amore faceva male. Nel significato più letterale e fisico del termine – l’amore ti prendeva per la gola e ti puntava un coltello allo stomaco.
Non importava in che situazione fosse, o che tipo di sentimento alimentasse quella sensazione: sia che fosse felice per qualcosa che Otani aveva fatto per lei, sia che fosse triste per i sentimenti che Otani ancora non le dimostrava, l’impressione che qualcuno o qualcosa ti stesse togliendo il fiato e prendendo il cuore con l’intero palmo della mano persisteva.
 
Non era mai una sensazione violenta, perché questo avrebbe implicato qualcosa d’intenso ma di breve durata. Era più una percezione di dolore continuo, come di un fuocherello persistente, ma ugualmente penoso. E, devastante o piacevole che fosse, il fuoco perseverava, fedele nel suo essere presente e dolente. L’amore in questo senso era anche tremendamente ingiusto, perché, oltre a non fare altro che continuare ad infliggere dolore alla persona che ne era affetta, non riusciva a darti tregua, a passare, ad abbandonarti una volta per tutte, se era questo quello che desideravi.
Risa avrebbe tanto voluto, a volte, non essersi mai innamorata di Otani. O essere riuscita davvero a rinunciare ed a smettere di amarlo. Eppure, l’amore continuava ad essere ingiusto ed a donarle momenti di doloroso senso di appartenenza quando Otani le faceva intendere una possibile speranza, o d’imprescindibile complicità, anche, nei momenti in cui si ritrovavano a parlare da soli, o facevano qualcosa insieme – anche qualcosa di tremendamente semplice come andare a casa sulla stessa bici –, o di qualsiasi altra cosa. L’amore era ingiusto e faceva male. Questo era quello che aveva imparato.
 
L’amore sembrava essere anche normale, apparentemente, anche se Risa non era del tutto sicura che tutto lo scompiglio che avevano fatto lei e Otani per mettersi insieme fosse stato normale, visti gli esempi di coppie “normali” come quella di Nobu e Nakao e di Chiharu e Suzuki. Era poi normale che una coppia fosse composta da una ragazza tremendamente alta e da un ragazzo tremendamente basso? Risa credeva proprio di no.
Ma ormai quel sentimento di amore che provava per Otani le era diventato familiare – nonostante tutto il dolore che portava – e quindi normale, perché, anche se la stupiva ogni giorno, alla fine poteva anche riuscire a considerarsi una normale ragazza innamorata.
 
Il lato “quotidiano” dell’amore consisteva anche e soprattutto con quella sensazione di dolore. I sintomi erano gli stessi: una forte stretta al cuore, le proverbiali farfalle nello stomaco e la netta percezione che qualcuno ti stesse prendendo per la gola dal momento che riuscivi a malapena a respirare e che le tue corde vocali non ne volevano sapere di muoversi.
E questi sintomi erano sempre causati dal sentimento d’amore che Risa provava per Otani.
Ricordava bene il dolore acuto che aveva sentito quando era stata rifiutata per ben due volte – la sensazione che il mondo ti stesse cadendo addosso, la mollezza alle gambe, l’immobilità, l’impossibilità di dire altro che poche parole, la terribile voglia di correre via ed il pizzico insistente agli occhi. Ricordava bene anche ciò che aveva sentito quando aveva urlato a Otani di voler rinunciare a lui – oh, molto bene.
Ed era impossibile dimenticare ciò che aveva provato tutte le volte in cui si era innamorata e poi innamorata nuovamente di lui – un pari dolore al petto, ma non più in senso devastante, bensì inteso come qualcosa riguardante l’emozione, la commozione, l’idea che l’universo sia infinito e che sia tutto tuo, lì per te.
 
Perché c’era un motivo per cui Risa non riusciva a smettere di amare Otani: questi – meraviglioso idiota, fantastico ingenuo – la faceva innamorare di nuovo di lui ogni volta.
E quando in ballo c’erano frasi come «L’unica che amo è Koizumi!», beh, c’era poco da fare, la cotta devastante, l’innamoramento per Otani, rimaneva lì, impietoso e doloroso quanto bastava.
E se quel dolore poteva essere considerato normale, e se quel dolore poteva essere capace di portarle tutte quelle sensazioni e quei momenti speciali con Otani, accettarlo e tenerlo caro pareva qualcosa di incredibilmente giusto.
 
Erano questi i pensieri che si erano intrufolati nella mente di Risa, quel giorno di primavera, mentre la ragazza guardava l’ombra di Otani e la sua stese lì sul marciapiede, sulla normale strada che percorrevano tutti i giorni per tornare da scuola.
Anche Otani per una volta sembrava essere immerso in non si sa quali ragionamenti.
Le ombre sul marciapiede erano più vicine dei loro corpi. Era triste pensare che nonostante tutto lei ed Otani fossero davvero due persone separate, che non potevano davvero sapere o capire tutti i pensieri dell’altro e che, sì, di sicuro sarebbero sorte altre difficoltà fra loro col passare del tempo.
Le due ombre quasi si toccavano – ovviamente la più alta fra le due rimaneva sempre quella di Risa – e non rivelavano nulla di tutto ciò che i due ragazzi avevano passato assieme, nulla di quel fuocherello doloroso ch’era l’amore. Mostravano solo due normali adolescenti le cui ombre stavano immobili e vicine. Era così strano.
 
«Tutto bene, Koizumi?»
«Eh?»
E con il capo di Risa che si alza ed i suoi occhi che incontrano quelli di Otani tutto ritorna perfettamente alla normalità, e non c’è più neppure un pensiero fra loro.
Koizumi ridacchia e si porta una mano dietro alla testa, arrossendo un po’ e blaterando qualcosa in maniera un po’ isterica, Atsushi arrossisce a sua volta e le urla contro imbarazzato qualcos’altro in risposta.
Il dolore e l’amore sono sempre lì, persistenti e familiari come un amico.
 
 
 
 
 
 
 
N/A 2: Ma quanto è adorabile il bannerino? Quanto, quanto? <3333
Questa che avete appena letto è la versione corretta della fiction che avevo inviato a Kiki, che ringrazio ancora vivamente per avermi inviato la storia con le dovute correzioni, per il giudizio e per i consigli. :)) … Purtroppo non sono riuscita a correggere proprio tutto – ho sacrificato una ripetizione che avevo messo di mia volontà (“L’amore era ingiusto e l’amore faceva male”) per rendere il ritmo, ma non è stata una gran perdita –, per esempio non sono riuscita a correggere il cambiamento dalla terza persona singolare alla seconda persona singolare.
Comunque sia è stato bello partecipare al contest, davvero. E mi ha piacevolmente stupito la posizione in classifica ed il giudizio, inoltre non posso dire di non essermi divertita. :) Per una volta in un contest ho utilizzato un fandom che non avevo mai provato prima, con una coppia Het che adoro e con dei personaggi principali(!!!). Insomma, in qualche modo sto cercando di mettermi alla prova. XD Ed ora via con il secondo girone, con "P.s. I love you" (probabilmente scriverò una Ryu/Chizu col fandom Kimi ni Todoke)! XD
Grazie mille a chi ha letto. Per vedere delle altre partecipanti e i relativi link alle loro storie, vi basterà andare qui.
 
 
 
 


Quarta Classificata - ”Learned Feelings” di sushiprecotto_chan
 
Valutazione finale: 7,70
 
Indubbiamente questa storia mi ha lasciato qualcosa dentro, tale è l'intensità del sentimento che hai narrato. In realtà tu hai molto “spaziato” la traccia principale, argomentando i motivi che spingono le due parti a completarsi a vicenda – a discapito di ogni pregiudizio.
 
Devo essere sincera, però: nella tua storia ho riscontrato delle pecche che mi hanno lasciata piuttosto perplessa.
Grammaticalmente parlando sono presenti errori di diverso genere: espressioni quali “ri-innamorata” mi sono sembrate azzardate, per non dire inadeguate. Allo stesso modo espressioni quali: “... il fuoco perseverava, fedele nel suo essere presente e dolente”, quel “nel suo essere” mi è sembrato in egual modo inadeguato.
Inoltre, ho notato altri termini quali “pizzichio” – che, per essere precisi, dovrebbe essere “pizzico” – e “il casino” – il quale avresti potuto sostituire con un'espressione meno colloquiale, a mio parere –, molto gergali e che ti consiglierei di rivalutare.
Sono presenti altri casi di questo tipo – si intende: altre espressioni sulle quali mi sono soffermata poiché le ho valutate difficilmente adeguabili al contesto – come avrai notato alla fine mi sono soffermata di più sulla forma.
Beh, è proprio così: il tuo stile non è affatto male, anzi, ma in alcuni casi ho avuto delle difficoltà. Ciò dipende, da quel che ho potuto desumere, da alcuni termini gergali – fin troppo – usati, forse senza pensarci, poco idoneamente.
Ma quel che mi duole sottolinearti di più, invero, è il cambio di personalità che si riscontra in conclusione del primo paragrafo.
Dunque, partiamo dall'inizio: la tua fan fiction è narrata in terza persona singolare, fin qui nulla di errato. Ad un certo punto, però, c'è un repentino cambiamento di personalità –in seconda persona singolare, per essere precisi.
Poi, un alternarsi di espressioni in seconda e terza persona singolare: a parer mio questa è stata una scelta un po' azzardata, il lettore di fronte a questo repentino cambiamento si trova piuttosto disorientato – in quanto, alla fine, non sa in quale modo interpretare la storia.
Non so se sia voluto ma, in ogni caso, la tua è stata una soluzione decisamente “drastica”.
 
Comunque, trovo davvero lodevole il modo in cui hai trattato l'introspezione: non ti sei limitata a trattare con cura i caratteri di Otani e Risa, bensì anche ad argomentare le loro scelte.
E, in più, hai narrato in linea generale quel che l'amore è, in fondo: un tripudio di emozioni, è dolore, sì, ma quella sofferenza viene superata quando il sentimento è contraccambiato. Quindi, direi, il succo della faccenda potrebbe essere che, qualora l'amore sia reciproco, vale la pena soffrire per conquistarlo.
Mi perdonerai per questa romantica digressione ma, a conti fatti, è quel che ho percepito da lettrice.
Così, per quanto riguarda l'attinenza posso affermare di aver letto una fan fiction molto buona. Hai trattato la traccia principale con la dovuta discrezione, soffermandoti in particolare su quel che deriva dall'amore – semplificando, insomma, “cause e conseguenze”, alla quale tutti gli esseri umani sono indubbiamente sottoposti.
Ed è proprio questo che mi ha convinta nella tua storia: il fatto che, come da titolo, i tuoi personaggi “imparino i sentimenti”, l'uno accanto all'altro, crescano insieme al legame che li unisce e maturino, sì, affrontando la vita giorno dopo giorno.
 
Parere personale: premetto che ho letto questa storia con un sorriso sulle labbra, sia perché Otani e Risa sono una delle mie coppie preferite, sia perché rappresentano in modo davvero meraviglioso la bellezza dell'amore.
Trovo, infatti, che il legame che li unisca vada oltre i soliti pregiudizi ma, se mi permetti, anche oltre quei dogmi che “detta” la società.
Mi spiego meglio: trovo che loro facciano una coppia magnifica proprio perché vanno oltre quel che, erroneamente, è considerato il “bello” – siamo abituati a vivere in una società in cui, purtroppo, il bello è tale solo se assume certe forme.
Penso che Otani e Risa abroghino questa assurda massima.
In particolare, nella tua fan fiction, ho adorato il modo di trattare il “quotidiano”, vivere la vita giorno per giorno, insomma; ho apprezzato, infine, come hai unito “l'amore”, nel senso più doloroso del termine, alla quotidianità della giornata.
I miei complimenti, vivamente.
   
 
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