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Autore: OpheliaWS    06/11/2011    1 recensioni
In questo episodio vengono fuori pezzi del passato di Drake e intanto Paris e le sue sorelle iniziano a riporre un minimo di fiducia in lui.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2 Novembre h: 19:30
 
"Oggi per la prima volta, dopo un'eternità, mi sento sincera con me stessa e con gli altri quando dico che sto bene. Grazie a Drake, grazie alla vita che me lo ha fatto incontrare."
 
Me ne stavo sdraiata a pancia in giù sul divano in camera mia e lavoravo ad alcune foto che mi servivano per la campagna pubblicitaria che avevo progettato prima che Chris andasse via e prima di scoprire che Grace mi aveva sostituita. Ci credevo in quel progetto, è stato uno dei motivi per non pensare a quanto stessi male e mi rilassava laorarci. 
Nel periodo in cui mi sentivo distrutta, prendevo la mia Reflex e andavo in giro per il mondo orbitando ora in Sud America, ora in Italia e ogni foto che scattavo corrispondeva ad un mio stato d'animo e quando tornavo a casa le archiviavo in una cartella della computer e così mi sembrava di aver chiuso in un cassetto tutte le mie emozioni. Ci lavorai per ben sei mesi ed era venuto un lavoro perfetto, ma il capo aveva affidato tutto al mio sostituto, così decisi di mandare tutto in fumo, ma quelle foto erano ancora lì nel mio computer e riguardarle mi faceva stare bene. Perciò decisi di recuperare l'idea di rielaborare il progetto e di ripresentarlo a Grace.
                                                              *
 
Squillò il telefono. Saltai giù dal divano e iniziai a cercare frettolosamente nella borsa il cellulare finchè non me lo ritrovai nelle mani.
-Si?- Risposi.
-Ciao- La voce di Drake era dolce e vellutata e avevo una gran voglia di ascoltarla.
-Drake, ciao- Mi finsi sorpresa sorridendo.
-Disturbo?- Mi chiese.
-No, stavo riguardando alcune foto-
-Ah, allora stai lavorando- Disse quasi pentito di aver chiamato.
-Nono, è solo che da quando non ho più il mio lavoro, mi è difficile riempire le giornate, a parte quando siamo tempestate dai demoni- Risposi io rasserenando il clima.
-Spero di non aver sbagliato..-
-Non hai sbagliato, sono contenta che tu mi abbia chiamata e mi piacerebbe se ci vedessimo- 
Silenzio.
-Ecco, vedi, io per qualche giorno sono fuori città. Sai, devo andare a caccia di Bambi- Disse sarcastico.
-Certo- Risposi io, -Quando partirai?- Chiesi timidamente.
-Stasera, spero. Devo solo sistemare delle cose con Grace- Mi disse mentre avvertiva la tensione tanto quanto me. 
Ancora silenzio.
-Bene, allora buona caccia- Risposi io con voce tremante e riattaccai.
Non potevo negare che l'idea che andasse a caccia mi turbasse pesantemente, ma ragionando mi avrebbe terrorizzato molto di più l'idea che andasse a sbranare persone innocenti. Quindi mi rasserenai e scesi di sotto saltellando per le scale.
-Piper?- Gridai mentre scendevo l'ultimo scalino e giungevo in corridoio. Ma nessuno mi rispose.
-PIPER?- Ritentai. Ma ancora niente e andai in soggiorno. Una visione scioccante mi fece sussultare; Piper distesa per terra, terribilmente pallida. Corsi a soccorrerla e urlai il nome di Leo almeno tre volte prima che mi sentisse e orbitasse in soggiorno dove io tenevo stretta mia sorella fra le mie braccia.
-O mio Dio, che diavolo è successo?- Mi chiese terrorizzato.
-Non ne ho idea, ti prego fai qualcosa- Risposi io con le lacrime agli occhi mentre guardavo Leo inginocchiarsi accanto a Piper e guarirla con le mani poggiate sul suo collo dal quale perdeva sangue.
Lei sussultò e riprese fiato alzandosi di scatto e si mise a sadere. Io la abbracciai forte e la aiutai ad alzarsi e a sistemarsi sul divano.
Si sedette al centro fra me ed il marito.
-Allora, che è successo?- Le chiesi mentre le accarezzavo i capelli dietro le orecchie affettuosamente per tranquillizzarla.
-Un demone mi ha attaccata e non sono stata capace di difendermi. Era così veloce e aveva dei denti appuntiti- Racontava Piper mentre si massaggiava il collo, come se le servisse per ricordare l'accaduto.
All'udire le parole di Piper mi scambiai uno sguardo gelido con Leo che mi invitò gentilmente ad andare in cucina con lui perchè parlassimo da soli. Mi alzai dopo di lui e lo seguii.
-Ma insomma, ti rendi conto o no di quello che stai combinando?- Mi chiese arrabbiato una volta varcata l'entrata della cucina.
-Calmati Leo, non c'è nessuna certezza che sia Drake il responsabile e poi l'ho sentito solo dieci minuti fa e mi ha detto che sarebbe partito per qualche giorno per andare a caccia di animali. Sono anni che ha rinunciato al sangue umano, perchè dovrebbe centrare con tutta questa storia?- 
Mio cognato si sedette sullo sgabello al di là del bancone mentre io cercavo nella credenza un pò di mandragola per iniziare a preparare un pò di pozione esplosiva.
-Ascoltami Paris, io ti voglio bene e voglio bene alle tue sorelle, in particolare a mia moglie e non vorrei mai che vi accadesse qualcosa. Per cui sta attenta. E' pur sempre un demone, uno dei peggiori.Ricorda chePhoebe ha sofferto per Cole, non lasciare che la storia si ripeta-
-Leo, anch'io ti voglio bene,ma credo di essere in grado di riconoscere un pericolo e in ogni caso so difendermi e lo sanno fare anche le mie sorelle, quindi non venire a dirmi cosa devo fare. Ti dimostrerò che Drake non centra niente con questa storia- Risposi mentre simuzzavo la mandragola e il cardamour nel calderone.
                                                              *
Circa un paio d'ore dopo imbottigliavo la pozione esplosiva sperando che ci sarebbe stata utile. Phoebe era di sopra in soffitta a consultare il libro e Piper era in camera dei bambini.
Continuavo a rimunginare sulla conversazione che avevo avuto con Leo. Ero convinta che Drake non sapesse assolutamente niente di tutto ciò e che fosse tranquillamente a preparare i bagagli per la sua partenza. Continuavo a lasciargli messaggi in segreteria, ma lui non rispondeva e il che mi creava dei lancinanti dubbi.
-Allora? La pozione è pronta?- La voce serena e tranquilla di Piper interruppe il mio flusso di pensieri.
-Si, ho quasi finito. I bambini? Dormono?- Chiesi mentre avvitavo il tappo all'ultima delle ampolline di pozione.
-No, sono con Leo alla Scuola di Magia. preferisco saperli al sicuro per ora- Mi rispose mia sorella sedendosi dove si era seduto suo marito poco prima.
In quell'istante Phoebe apparse sulla porta con in mano il libro delle ombre aperto alla pagina "VAMPIRI", lo sbattè sul tavolo e si sedette sullo sgabello accanto a quello di Piper.
-Drake ha chiamato?- Mi chiese mentre annusava sarcasticamente una foglia di cardamour.
-No, non è a san Francisco- Risposi io molto tesa.
-Paris, forse dovresti...-
-NO! Basta, vi prego, basta. Sono sicura che Drake non sia il responsabile di quell'attacco e farò di tutto per dimostrarlo- Mollai tutto sul tavolo e andai correndo verso le scale della soffitta. Corsi in fretta verso il piano superiore finchè non la raggiunsi. Mi sembrava di impazzire. Drake che non mi rispondeva al cellulare, Piper che veniva attaccata da un vampiro e ancora Drake che aveva bisogno di sangue. Il dubbio mi distruggeva, non sapevo cosa fare, così scesi velocemente di sotto, presi con me le fiale di pozione esplosiva,le infilai nella borsa e andai verso la porta senza dire una parola.
-Paris,dove stai andando?- Mi chiese Piper.
-A dimostrarvi che Drake non è coinvolto con questa faccenda- Chiusi sbattendo la porta e mi infilai in macchina. Dopo qualche minuto ero davanti alla porta di casa sua. Bussai la prima volta,ma non mi fu aperto, così bussai la seconda e stavolta la porta si aprì e dietro c'era lui, pallido come sempre che mi fissava sorpreso con quei suoi enormi occhi castano dorato.
-Che succede? Qualcosa non va?- Mi chiese mentre eravamo entrambi sull uscio.
-Giurami che non sei stato tu a mordere Piper, ti prego- Dissi io sconvolta.
-Io ho morso chi? Ma...Paris, stai vaneggiando?- 
-Tu mi avevi detto di essere l'unico vampiro a San Francisco e stamattina Piper è stata attaccata da un vampiro e stava per morire dissanguata. Se qui ci sei solo tu, chi altro potrebbe essere stato?- 
Drake mi guardò con aria stravolta. -E tu credi che sia stato io?- Mi chiese.
-Ti sto chiedendo di giurarmi il contrario, Drake. Ti supplico non mentirmi- Infilai la mano nella borsa quasi istintivamente, afferrai la fiala e la tenni stretta.
-Certo che non sono stato io, Paris. Perchè hai dubbi?-
-Perchè io dubito di tutto, di me, di te, di noi. Ma voglio crederti, perchè ne ho bisogno, ma ora credi tu a me; scoprirò chi è il vero responsabile di questa aggressione e chiunque lo sia, bè,la pagherà cara-
Lui stese la mano e mi fece una carezza sul viso. -Farò tutto il possibile per aiutarti- 
                                                               *
Verso sera io e Piper ce ne stavamo sul divano del soggiorno a sorseggiare una tisana. I bambini dormivano e Phoebe era seduta vicino al caminetto col suo portatile intenta a terminare di scrivere l'articolo per la sua rubrica.
Tutto era immerso nella calma più totale. Io non smettevo di guardare il mio cellulare e aspettavo con ansia la chiamata di Drake che mi aveva promesso di farmi sapere immediatamente in caso ci fossero state delle novità. Evidentemente la situazone non aveva avuto risvolti fino a quel momento. Nel frattempo avevo preparato il cristallo localizzatore avvolto nella sciarpa di Drake e la cartina. In quell'istante però,accadde qualcosa di incredibilmente singolare. Il cristallo che era posato sulla cartina sul tavolo accanto al divano non segnava più san Francisco, ma saltellava continuamente da una cittadina all'altra. Feci segno a Piper di guardare, si girò anche Phoebe che si tolse gli occhiali per vedere meglio. Scattai in piedi e composi il numero di Drake al cellulare, ma rispondeva la segreteria telefonica. Così decisi di orbitare nei luoghi che il cristallo aveva seganto. Io e Phoebe facemmo si che Piper rimanesse a casa con i bambini e noi due orbitammo immediatamente nel punto dove il pendolo di cristallo si era fermato per l'ultima volta.
Era un posto scuro,probabilmente un quartiere abbastanza trasandato. C'erano cassonetti dell'immondizia e un lampione danneggiato illuminava lievemente quel vicolo tenebroso. Io e Phoebe camminavamo a distanza di pochi metri in modo tale da perlustrare bene tutta la strada, io ero a destra e lei a sinistra. 
-Hei!- Mi gridò dall'altra parte dela viuzza. Io la raggiunsi di corsa mentre fissava il pavimento, rivolsi lo sguardo nello stesso punto e vidi un corpo dissanguato. Era di una ragazza con i capelli biondi e un corpo esile e come al solito presentava due fori al collo. Mi inchinai e le poggiai un dito sul collo per vedere se era ancora viva ma non avvertivo alcun battito. Scambiai uno sguardo con Phoebe e mi fece segno di proseguire. Orbitammo in altri due posti altrettanto bui e misteriosi e in entrambi trovammo due cadaveri dilaniati, poi il pendolo si spostò a San Francisco e non si mosse più. Phoebe mi costrinse ad orbitare a casa, anche se io avrei voluto andare da lui e chiedergli spiegazioni in quell'istante. Chiedergli perchè mi aveva mentito facendomi credere che mi avrebbe aiutata.
Appena apparse nel soggiorno di casa, Piper ci corse incontro chiedendoci cosa avessimo trovato. Phoebe le spiegò tutto, mentre io presi la giacca di corsa e uscii dalla porta. 
Iniziai a correre verso la macchina ma dopo pochi passi sentì un vento pungente gelarmi il sangue. Fui costretta a fermarmi. Ero immobile, non sentivo più le mani, nè le gambe. D'un tratto mi trovai davanti un viso sconosciuto. Occhi color ghiaccio e lineamenti piuttosto marcati, sopracciglia folte e un forte profumo indescrivibile, quasi inebriante. Continuavo a rimanere immobile,non potevo muovere le mani per scaraventarlo ed era troppo tempo che non usavo la telecinesi con gli occhi. Decisi di provarci ugualmente. Mi concentrai e ordinai con la mente al tizio che mi stava davanti di scagliarsi lontano da me. Funzionò. L'uomo misterioso volò ad una decina di metri. In un istante riuscii a muovermi ma lui fu più veloce e in una frazione di secondo mi ritrovai contro il muro con una sua mano cinta al mio collo e degli affilati canini pronti a sbranarmi la gola. Ma altrettanto improvvisamente ero libera dalla presa e poco lontano da me due sagome umane lottavano violentemente. Mi bastò un attimo per riconoscere Drake che stava cercando di difendersi da quell'essere che mi aveva attaccata qualche istante prima, così presi la mira e con un gesto della mano scaraventai di nuovo il tizio misterioso abbastanza lontano da poter andare a soccorrere Drake che era piegato in due per il dolore. Estrassi dalla borsa la pozione esplosiva e la lanciai contro l'aggressore,non ero certa di averlo preso, ma era comunque sparito nella notte. Aiutai Drake a camminare e lo condussi in casa. Con l'aiuto di Piper e Phoebe riuscì a farlo sdraiare sul divano e dopo qualche minuto si sentì meglio.
Gli accarezzavo la fronte mentre Piper camminava avanti e indietro per il corridoio. 
-Come ti senti?- Gli chiesi.
Mi sorrise. -E' tutto apposto, purtroppo non sono forte come lui- Mi disse ansimando per il dolore allo stomaco.
Phoebe lo guardò insospettita. -Lui? Vuol dire che...è un vampiro?-
Lui smise di massaggiarsi l'addome e si giròlentamente di lato. -Si, è un vampiro-
Piper nel frattempo aveva smesso di camminare nervosamente e si appoggiò alla porta. -Quindi sai chi è?- Chiese con poca fede. Lei non si è mai fidata dei demoni e non avrebbe di certo iniziato in quel momento.
-Si, lo so chi è, e posso assicurarvi che non è voi che vuole, ma me- Disse fissando il pavimento con amarezza.
Io iniziavo a non capire e mi sedetti ai piedi del divano con le gambe incrociate.
-Come...in che senso vuole te? Perchè ha attaccato me?- Chiesi dubbiosa.
Lui mi guardò come stupito del fatto che io non ci fossi arrivata.
-Lui ha attaccato te, come ha fatto anche con Piper perchè sa che tu sei importante per me e che facendo del male alle persone che amo, mi distrugge, visto che non può uccidermi- A queste parole Drake si oscurò.
Per un secondo mi sentii in colpa per aver dubitato di lui e per non essermi incondizionatamente fidata del mio intuito. Il mio sguardo incrociò quello delle mie sorelle che lo rivolsero altrove come se anche loro si sentissero in colpa per avermi indotta a a credere che fosse lui il responsabile delle aggressioni.
Il tutto si interruppe con la voce di Piper. -E come avresti fatto ad arrivare in tempo a salvare Paris?- Chiese ancora scettica.
-Lo stavo seguendo. Da quando stamattina Paris mi ha detto di quello che era successo ho capito subito che si trattava di lui, riconosco lo stile dopo quasi duecento anni..- Questo spiegava il fatto che il cristallo si muovesse continuamente.
-Scusa, stai tralasciando un paticolare, ma lui, esattamente, chi è?- Lo interruppi.
Lui mi fissò per qualche istante come assorto nei pensieri,poi parlò. -E' mio fratello- 
La voce era tremante e angosciante e quando guardai i volti delle mie sorelle erano sconvolti tanto quanto il mio. Lui si accorse della sorpresa che aveva suscitato quella risposta ed intervenne per spiegare.
-Mio fratello mi odia, mi odia perchè crede che io sia migliore di lui da sempre. Lui crede che la mia scelta di rinunciare alla mia natura sia un modo per dimostrargli che sono abbastanza forte da vivere come tutti gli esseri umani, anche se non lo sono- 
-Perchè non ci prova anche lui?- Chiese Phoebe che nel frattempo si era seduta su una sedia di fronte a Drake.
-Perchè, vedi Phebe, quando si diventa vampiri ci si trova davanti ad una scelta; o si segue la propria natura, rinunciando all'umanità che c'era in noi prima di trasformarci e quindi rinunciare alle emozioni oppure trovare la forza di vivere, se vita può dirsi, come se non fosse successo niente. Ma questo richiede uno sforzo estremo e tutto viene col tempo. James non ha voluto considerare l'idea di vivere, ha preferito lasciare liberi i suoi istinti vampireschi, è molto più facile-
Piper adesso passeggiava per la stanza e sembrava coinvolta dal racconto di Drake come lo eravamo io e Phoebe.
-Quindi, questo James, cioè tuo fratello è qui per renderti la vita un inferno?- Chiese.
Drake si mise a sedere. -Esatto-
-Allora troviamo un modo per eliminarlo,insomma, è comunque un demone- Aggiunse Phoebe.
-No- Risposi io. -E' suo fratello-
Drake mi accarezzò il viso dolcemente. -Mio fratello non è come le tue sorelle. Voi siete così unite, io e James non siamo mai andati più d'accordo da quando è morto nostro padre e negli ultimi due secoli ha fatto di tutto per distruggermi la vita. Ogni tanto sparisce per qualche decennio e poi quando sente la mia mancanza ritorna-
-Quindi sente la tua mancanza e quindi in fondo ci tiene a te- Intervenni ancora.
-No, Paris, a Jaqmes non importa di nessuno. Deve solo rispettare il patto che ha con sè stesso e cioè di distruggere tutto ciò che mi circonda. Non ha sentimenti lui, ha cancellato tutto perchè così non soffrirà più-
-Quale essere umano è disposto a rinunciare a provare sentimenti solo per paura di soffrire?- 
Drake mi guardò quasi con compassione, come se volesse dirmi che avrei dovuto capire.
-Un essere condannato a vivere per l'eternità- Mi rispose.
                                                           *
Qualche minuto più tardi stavo sistemando la camera degli ospiti. Avevo convinto Drake a fermarsi da noi quella notte, non volevo che dovesse di nuovo scontrarsi con suo fratello. Mi disse che quando un vampiro non si nutre di sangue umano è molto debole e vulnerabile e non può competere in forza con un vampiro che si nutre regolarmente, per cui ritenni più saggio tenerlo a casa con noi.
Gli lasciai le asciugamani sul letto e gli chiesi se avesse bisogno di qualcosa. Lui era seduto sul davanzale della finestra e mi chiese di andargli vicino. Mi abbracciò forte e immerse la sua mano nei miei capelli,io ricambiai l'abbraccio e lo strinsi a me.
-Grazie- Mi disse sottovoce e appoggiò il mento sulla mia spalla.
-Non c'è di che- Risposi io accarezzandogli i capelli. Mi sembrava tutto così nuovo, riabbracciare qualcuno in quel modo,mi mancava tanto quella sensazione.
Ci staccammo dopo qualche minuto e con un sorriso feci per allontanarmi.
-Credi che le tue sorelle siano d'accordo se stanotte non dormirai nella tua stanza?- Mi chiese. Io mi voltai e gli sorrisi, era esattamente ciò che desideravo mi chiedesse.
Ci mettemmo a letto e passammo il tempo a raccontarci le nostre vite. Lui mi raccontò della sua esistenza da umano e del cambiamento che subì dopo la trasformazione e mi accennò qualcosa in più su James. Mi parlò anche di una sorella, Kathy, che entrambi adoravano. Mi disse che era morta circa da un secolo e che James non superò mai quel lutto e che quello fu il motivo principale che lo spinse a spegnere la sua umanità.
Quando arrivò il mio turno, gli raccontai di quanto fossi legata a Prue, che aveva fatto da mamma a me e alle mie sorelle dopo la morte di Patty. Gli dissi che dopo la sua morte tutto cambiò profondamente e che io ricevetti parte dei suoi poteri. 
Nonostante io cercassi in ogni modo di evitare il discorso "Chris" non ci riuscii.
-Era un legame forte il vostro?- Mi chiese mentre io avevo la testa poggiata sul suo petto e lui giocherellava con i miei capelli.
-Si, era un legame molto particolare. Andava al di là dell'ordinario legame amoroso che si stabilisce fra gli umani. Noi eravamo legati anche con la magia. Se lui correva un pericolo, io lo avvertivo nello stesso momento e se lui si feriva, sanguinavo anch'io. Era come una sorta di simbiosi- Raccontai io leggermente nervosa.
-E cosa ne è stato di questo legame?- Mi domandò.
-Quando l'Angelo del Destino me lo portò via, mandandolo in un'altra dimensione temporale, mi disse che il legame si sarebbe rotto solo nel momento in cui uno dei due avesse smesso di amare l'altro- 
-E tu credi che sia stato sciolto?- Ora sembrava nervoso anche lui.
-Si, credo di si-
-E come fai ad esserne sicura?- Mi chiese mentre attorcigliava una ciocca dei miei capelli al suo dito. 
Mi tirai su e lo guardai negli occhi. Mi sembrava di scioglere quando incrociavo il suo sguardo, era così incredibelmente penetrante e intenso. Mi avvicinai lentamente al suo viso. -Così- Dissi sottovoce. E ci baciammo dolcemente, come se il mondo fuori non esistesse, come se fossimo caduti in un vortice che ci mescolava alla fioca luce della luna e al dolce profumo dell'amore. 
 
  
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