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Autore: MartaKim    06/11/2011    2 recensioni
Io che pensavo che questa sarebbe stata un semplice viaggio,un'avventura monotona ed inutile anche se era la realizzazione del mio sogno. Infondo è questo che succede di solito alle persone fredde come me. Eppure...
Spero di avervi incuriosito almeno un pò. se deciderete di iniziare a leggere bhè vi posso solo aggiungere Buona lettura,spero vi piaccia !
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Key, Nuovo Personaggio, Quasi tutti, Taemin
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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La sveglia stava suonando da 10 minuti buoni. Non mi andava di muovermi,ma quel rumore mi faceva venire un nervoso pazzesco così,se pur con fatica,mi girai e la spensi. Con un movimento poco agile,mi accasciai sul letto coprendomi con il lenzuolo. Eravamo in estate ormai,lo sapevo,ma proprio non riuscivo a dormire senza essere coperta! Mi sentivo,come dire,nuda! Ma adesso non volevo pensare a nulla,solo ritrovare il mio amato sonno e poter finire il mio adorato sogno sul mio gruppo preferito: gli SHINee. Ebbene si,ero una fan del K-Pop. Dire che lo adoro sarebbe un eufemismo. Ero una ragazza bionda con occhi azzurri. I miei capelli facevano schifo perché non erano ne ricci ne lisci. Il mio carattere era molto solare,ma timido. Per questo mi nascondevo sotto uno strato di durezza: mi comportavo da ragazza forte e dura che odiava tutto il resto del mondo,ma in realtà non ero così. Per questo,quando scoprii il K-Pop,me ne innamorai: questi cantanti scrivevano canzoni in cui io mi rispecchiavo. E così era nata la mia passione per loro. Proprio mentre stavo per ritrovare i miei amati Key e Taemin,qualcuno entrò nella mia camera andando alla finestra. Senza nemmeno curarsi della mia presenza incominciò ad aprire le tende. La luce invase la mia cameretta,facendomi bruciare gli occhi. Cacciai un lamento e mi coprii fino alla testa. Mia madre venne verso di me e mi scoprì. Mi girai per guardarla male,ma non feci in tempo perché lei era già lì che mi fulminava con lo sguardo.
"Ti vuoi svegliare,pigrona?" mi urlò mia madre,severa come non mai.
"Ma mamma! È piena estate! Ho appena finito la scuola superiore e già mi vieni a dire di svegliarmi presto! Sei impazzita?!" le risposi,cercando di urlare. Purtroppo non ci riuscii perché la mia voce era roca,ancora impastata dal sonno. Mia mare mi fulminò,ancora una volta,con quei suoi occhi castano chiaro.
"Oggi è già il 10 luglio. Tra 6 giorni sarà il tuo compleanno. Noi non abbiamo intenzione di organizzarti niente,dovrai farlo da sola. Hai ancora voglia di rimanere nel tuo amato letto,ora?" ribatté mia madre. Che perfidi che sono i miei genitori! Solo perché sto per compiere 19 anni mi vogliono far fare tutto da sola!
"Aaah." esclamai ricadendo pesantemente sul materasso. Mia madre sghignazzò uscendo dalla mia camera ed io risposi con un sonoro sbuffo. Che palle questa nuova vita. Pensavo di poter essere più libera dai miei genitori dopo essere diventata maggiorenne. Non che questo non fosse accaduto,ma davvero non c’è la facevo a sopportare tutto il mondo da sola. Controvoglia mi alzai dal letto,atterrando scalza sul pavimento freddo. D’estate era una sensazione fantastica avere quel freddo sotto i piedi. Dopo un po’ mi decisi a mettere le mie ciabatte e mi diressi in cucina. Alzai lo sguardo verso il mio grande orologio e notati che erano solo le 10 del mattino. Che noia,pensai mentre,assonnata,andavo alla dispensa per prendere la confezione dei miei cereali preferiti. I ChocoBlop,cereali al cacao. Presi la mia tazza preferita e il latte dal frigorifero. Appoggiai il tutto sul tavolo,sedendomi sulla prima sedia libera. Mio padre,che fino a 5 secondi prima era davanti ai fornelli a preparare il caffè,si avvicinò al tavolo,con due tazze fumanti. Mi prose un cucchiaino che aveva preso mentre veniva a tavola,notando che io non l’avevo preso. Ringrazia mio padre con un sonoro bacio sulla guancia che lo fece sorridere. Mi riempii la tazza di cereali e vi versai il latte.
"Non ti riempire troppo la ciotola!" mi urlò mia madre dalla sua stanza. Quelle parole mi fecero immobilizzare: come diavolo aveva capito che me ne stavo mettendo di più senza essermi alle spalle? Quella donna mi faceva sempre più paura. Mio padre,notando il mio irrigidimento, rise sotto i baffi ricevendo,in risposta, un calcio da parte mia.
"Aio."sussurrò lui,toccandosi la gamba. Questa volta fui io a ridere sotto i baffi. Mio padre era davvero bellissimo e non lo dicevo perché era proprio mio padre: era alto,aveva un corporatura robusta visto i muscoli,capelli mossi castano chiaro ed occhi di una tonalità più scura di quelli di mamma. Era divertente ed intelligente,però le sue battute,molte volte, erano davvero penose ed eravamo costretti a ridere per non offenderlo. Mio padre si sta avvicinando ai 60 anni,ma mantiene la sua giovinezza e bellezza. Lo stesso posso dire di mia madre. Bassa un po’ robusta capelli corti a caschetto lisci peggio degli spaghetti. Sono castani con sfumature bionde e bianche. E si,a lei la vecchiaia si vede solo dai capelli. Mamma è nella fascia media tra i 5oenni e i 60enni. Lei è una coccolona nata che viene sempre a stressarmi per avere abbracci e baci. Quando non viene sono io che vado da lei; mamma è l’unica che mi capisce veramente,oltre alla mia migliore amica e a mio fratello. Parlo di tutto con lei : di ragazzi,di nuovi amori,di delusioni e tanto altro. Mentre pensavo a tutte queste cose,iniziai a mangiare la mia tazza di cereali. Poco dopo ci raggiunse mia madre per prendere il caffè in compagnia di mio padre.
"Oh,tesoro, grazie."gli disse,quando lui le passò il caffè. Papà rispose con un sorriso a 32 denti. Mentre assistevo a quella scena mi arrivò un messaggio: era Rosanna,la mia migliore amica. Mi chiedeva di incontrarci tra 10 minuti a piazza Kennedy vicino casa mia. Incominciai a mangiare i cereali come una furia,non c’è l’avrei mai fatta! Mentre pensavo ad una scusa da dirle per giustificare il ritardo,la mia ancora di salvezza mi passò davanti: Vito,mio fratello.
"Viiitooooo!"urlai alzandomi di scatto. Lui si girò e mi guardò con fare interrogativo.
"Te ne stai per andare?"chiesi subito. Lui socchiuse un po’ gli occhi,squadrandomi dalla testa ai piedi.
"Si."rispose lui,titubante. Io gli feci la faccina da cane bastonato e lui sbuffò.
"Ok,ti do un passaggio. Ma muoviti. Se tra 5 minuti non stai giù me ne vado."disse lui,sorridendo malefico. Cattivo! Lo aveva fatto a posta! Mi stava sfidando? Bene,che vinca il migliore. Corsi in camera mia preparando le robe urlando a mamma di prendermi l’intimo dall’altra camera e a mio padre di aprire l’acqua calda nella doccia. Entrambi sbuffarono,ma si alzarono per svolgere il loro “compito”. Quando ebbi finito di uscire le robe corsi in bagno dove trovai intimo ed acqua calda. Mi lavai in fretta e furia,notando che avevo ancora 3 minuti. Per fortuna i capelli erano mossi quindi non dovevo aggiustarli. Mi misi un filo di matita nera sotto gli occhi e dell’ombretto azzurro abbinato alle robe. Feci il tutto mentre mi vestivo. Lo sapevo che era una cosa pazzesca,ma quando si trattava di sfide contro di lui proprio non riuscivo a fermarmi. Finii tutto quanto in tempo e mi catapultai verso la porta. Stavo per uscire quando qualcosa mi bloccò. La frase che mia madre aveva pronunciato mi aveva fatto immobilizzare.
"Tesoro,comunque abbiamo deciso di far avverare il tuo sogno."ecco cosa aveva pronunciato mia madre. Dopo parecchi secondi mi riscossi da quella trance e scesi le scale di corsa. Per fortuna mio fratello era ancora lì quindi,dopo aver chiuso il portone,corsi allo sportello spalancandolo con il fiatone. Lui controllò l’orario e mi sorrise.
"Complimenti,sorellina. Nuovo record."disse lui,con voce canzonatoria. Io sbuffai facendogli la linguaccia.
"Antipatico."sussurrai e lui ghignò. Appena partì,ebbi finalmente tempo per pensare. “realizzare il mio sogno” . Ti prego fa si che non stia sognando,pensai mentre avvicinavo la mano al braccio per tirarmi un pizzicotto. Quando lo feci sentì un dolore al braccio e capii che non stavo sognando. Rimasi con lo sguardo perso nel vuoto,sorridendo come un ebete.
"Pronto? Terra chiama Martina. Si può sapere a cosa stai pensando con quel sorrido da ebete?"mi chiese mio fratello,interrompendo quella sensazione di beatitudine. Lo fulminai con lo sguardo,tirandogli un pugno sul braccio. Dopo avermi accompagnato alla piazza,mi sedetti sulla prima panchina ad aspettare Rosanna. Lei non tardò ad arrivare e,quando ci vedemmo, ci mettemmo a corre l’una verso l’altra.
"Rosanna!" esclamai io,correndo con le braccia aperte. Nello stesso momento lei esclamò "Martina!" e ci abbracciammo forte. Quanto mi era mancata! È vero che non ci vedevamo da solo pochi giorni,ma stare senza di lei era davvero straziante. Sorridenti ci staccammo,prendendoci per mano.
"Allora,come stai?"le chiesi io,ancora sorridendo. Lei spostò lo sguardo di fronte a se per sorridere al cielo.
"Mi sono fidanzata. Il viaggio lì è stato fantastico ed il ragazzo che ho conosciuto è stupendo."rispose lei,sognante. Io rimasi perplessa da quella dichiarazione. Un ragazzo?
"Ma siete di due paesi lontani! Come farete?"ribattei ,cercando di farla ragionare. Lei mi rispose con un sorriso tranquillo.
"Tranquilla lui è di Cassano. Era in vacanza come me. Quindi ci potremo vedere spesso."rispose sicura lei,allargando il sorriso. Io ricambiai il sorriso.
"E tu? Come stai? Che mi racconti di bello?"iniziò lei facendomi quelle domande. Stava per farne altre,ma io la bloccai.
"Ehi,piano! una domanda alla volta!>"esclamai,ridendo. Lei sbuffò ed annuì.
"Comunque io sto davvero bene,grazie. Non è successo granché…fino ad oggi."risposi lasciando un filo di suspense. Lei iniziò a saltellare come un grillo felice e io non potei trattenere altre risate.
"Dai,su,racconta!!"esclamò lei,cercando di farmi parlare. Io la calmai e insieme ci sedemmo su una panchina.
"La mattina è iniziata in modo a dir poco disastroso. Mia madre mi a stressato a svegliarmi presto e vuole lasciarmi tutto il peso del mio compleanno."iniziai a raccontare,sbuffando. Lei sorrise.
"Tranquilla. Ti aiuto io! Ora però vai avanti."mi incitò lei. Io allargai il sorriso e continuai a parlare del resto della mattinata,lasciando la parte più bella alla fine. Quando finii di dire la noiosa mattina,senza nominare il vero motivo della mia gioia,lei era scocciata.
"Dai,qui non c’è niente di strano. Perché mi hai detto tutto questo se non c’è una parte bella??"domandò lei,con voce dispiaciuta.
"Perché non mi hai ancora lasciato finire."risposi,tranquilla,io. "Quando stavo per uscire di casa mia madre ha detto che hanno deciso di far avverare il mio sogno."continuai,dopo pochi minuti. Lei rimase perplessa. Che strano,non era questa l’emozione che volevo suscitare in lei.
"Aspetta,quale sogno? Tu ne hai così tanti! Vuoi cantare,vuoi ballare,vuoi andare in Corea del sud…"iniziò a dire lei ed io la bloccai.
"Questi tre sogni,e cioè cantare,ballare ed andare in Corea del sud fanno parte dello stesso sogno,e credo che sia proprio quello che vogliono farmi avverare."dissi io. Lei spalancò la bocca,sbarrando gli occhi. Pensavo che questa sua reazione fosse un brutto segno,ma lei cambiò subito. Si alzò di scatto,afferrandomi le mani facendomi alzare,ed incominciò a saltare come un canguro. Io partecipai a quei salti di gioia,ridendo come una pazza isterica. Questo era almeno quello che pensavo riguardo quel sogno. Spero che sia questo,espressi nella mia mente continuando a saltare con la mia migliore amica.
  
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