Ed entro pure nelle gole del Tenaro, profonda porta di Dite…….(Georgiche, Virgilio)
 
Orfeo ed Euridice.
Lance odiava quella favola: arrivare cosi vicino alla salvezza e fallire per un nonnulla.
Riscoprire la Speranza, per poi perderla in un attimo….ed il tuo futuro svanisce, come una bolla di sapone.
Come un sogno troppo bello per essere vero.
 
 
Sandra!
Lance si lasciò cadere a terra, evitando per un pelo un spuntone di ghiaccio, affilato come una lama.
“Dannazione! mi sarebbe saltata la testa…..devo rimanere calmo”
Il campione diede un colpo d’occhio al posto dove si trovava: stava in uno dei tanti anfratti della Via Gelata, precisamente in una delle tante “stanze”  di quel gelido labirinto.
Qua e là vere e proprie lame di ghiaccio uscivano dal terreno lucido come uno specchio, che, illuminato dalla poca luce che filtrava nella cava,  rassomigliava  ad uno splendido e sconfinato zaffiro, creando giochi di luce talmente mirabili da catturare qualsiasi sguardo vi si posasse.
Lance spesso vi andava, avventurandosi nei pericoli della Via Gelata solo per vederne le bellezze nascoste e, spesso, letali .
Tuttavia altro aveva attirato lo sguardo del Campione, tanto che se anche la caverna di ghiaccio fosse diventata diamante, il ragazzo l’avrebbe egualmente ignorata.
In un piccolo spiazzo, immersa nella neve che occasionalmente, quanto misteriosamente, si formava in quel labirinto glaciale, stava distesa Sandra, era completamente abbandonata, i capelli sparsi nel bianco come frammenti di cielo e la pelle ancor più pallida di quanto non fosse di per se, tanto da sembrare candido marmo.
Lance corse verso la Domadraghi, che aveva gli occhi chiusi, quasi dormisse.
No….


-No, te lo puoi scordare!- Il tono perentorio del ragazzo spazzò via gli ultimi frammenti del, già di per se precario, autocontrollo della cugina.
-Perché non posso? Sono un Capopalesta, non una bambina! E tu non puoi dirmi cosa devo fare!- Urla Sandra, rammentando a Lance che di certo lui non poteva metter mano nella sua vita, non lui, che l’aveva messa in ombra per cosi tanto tempo.
-Non mi interessa se vuoi fare la spericolata là dentro! Ribatte Lance, indicando l’uscita di Ebanoboli – Se vuoi fare una cosa talmente stupida, la farai da sola!
La mano puntata verso la Via Gelata trema impercettibilmente, a ricordo di un sentimento nascosto e , a tratti, odiato….ma mai ripudiato, mai scacciato.
Mentre le volta le spalle, l’urlo di Sandra lo accompagna –Tu ci sei riuscito! Perché io non ne sarei in grado?!

 
-Voler entrare nella parte più pericolosa della Via Gelata, immagino sia colpa mia-
Lance sobbalza per lo spavento, o forse per la gioia.
Sandra aveva parlato: gli occhi della ragazza erano aperti a fatica, ma il ragazzo ora riusciva a vedere lo sguardo glaciale della cugina.
-Immagino non sarò mai brava quanto te…- Lance nota subito la delusione nella voce della ragazza.
-Non dire idiozie, cugina, sei stata solo sfortunata- dice il Campione, cercando di alzare delicatamente Sandra, tuttavia si ferma subito, complici i gemiti strozzati della ragazza.
-Non fare finta di niente, devo sapere se e dove ti fa male, cosa è successo? Chiede Lance, poggiando la cugina a terra, sulla soffice neve.
-Jinx, tanti- Sandra fece un cenno verso il soffitto, squarciato proprio sopra la sua posizione –Hanno fatto crollare il pavimento, nella caduta sono andata a cadere su di uno spunton….al fianco….- La voce della Capopalestra trema, facendosi sempre più debole, segno che la ragazza sta peggiorando.

Non provarci!

-Devo portarti via di qui! Ce la fai a resistere?
Sandra fece segno di si con la testa e Lance la sollevo, prendendola in braccio.
Un grido straziante si propagò attraverso la Via Gelata,  lasciando i Pokemon a tremare nelle loro tane, impauriti.
 
 
 
-Dovrò rompere la promessa. Farfugliò Sandra, delirante.

Vivi

Lance correva, Sandra fra le braccia, qualcuno il avrebbe potuti scambiare per sposi in un'altra situazione.
Il ragazzo avvertì qualcosa di caldo e viscoso imbrattargli il fianco....sangue, il ragazzo poteva quasi sentirne l’odore pungente e metallico.
-Resta sveglia-
-Sta zitto- Gli intimo debolmente Sandra
-E tu risparmia le forze! Ordinò Lance, la voce incrinata.
-Sta zitto e lasciami parlare- Ribatté Sandra.

Non posso… non voglio sentirmi rinfacciare le mie colpe.

-Sai….io…ho sempre voluto esserti pari…. Sempre, ovunque….All’Inizio…..era per orgoglio, non potevo accettare che mio….mio cugino fosse il migliore..che il mio talento non…fosse notato-
Lance accelerò, il cuore che gli scoppiava nel petto, quasi a compensare quello di Sandra, che battito dopo battito si faceva sempre più debole.
-Poi….ho capito…e mi sono ripromessa una cosa-
Sandra si sporse verso Lance, e gli diede un bacio, gelido, leggero, reduce del freddo mortifero della via gelata.
-Solo quando ti sarei stata alla pari, ti avrei potuto dire….. -
 
 
Un cuore, scritto  da una mano decisamente poco abile nel disegnare…questo era il suo messaggio.
Una lacrima cadde sul foglietto di carta, macchiandolo.
Alla fine, alla fine favola e realtà erano due cose diverse.
E Orfeo, come trascritto dai miti, pianse, ma non per dolore.
Perché il Tartaro non l’aveva fermato, i Numi non l’avevano ostacolato.
 
Ed Euridice, era tornata a vivere.
 

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Allora, questa storia per prima cosa è dedicata ad una baka di cui non dirò il nome.
Perchè ho dedicato questa storia a questa persona?C'è un motivo ben preciso, ma che non dirò.xD

Il titolo si chiama cosi perché si dice che Orfeo dopo aver perduto Euridice andasse in giro per la Grecia a cantare il suo amore perduto.  e che poi sia stao ucciso per questo(almeno in alcune versioni) non è importante.... si saranno stancati di sentilo lamentarsi.xD
(il titolo è stato un'idea di quella bestiola di mia sorella.xD)
Ho deciso (nell' ultima parte) di unire il personaggio di Orfeo e Lance.
Aspetto recensioni e pareri(vorrei tanto sapere come è venuta questa storia, vi prego! rispondete!) altra cosa, ero indeciso se mettere la dicitura ooc, ma poi ho pensato e mi sono detto che secondo me i due personaggi si sarebbero comportati cosi in quel modo, voi cosa dite(mi stanno venendo i dubbi esistenziali).