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Autore: Melath    06/11/2011    3 recensioni
Natale a casa Hummel. Futuro imprecisato ma non troppo lontano. Molto fluff.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Finn Hudson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Santana Lopez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kurt si preparò sull’uscio di casa. Era troppo agitato. Aveva appena ricevuto il messaggio della partenza del suo ragazzo da casa.
Non aveva detto a nessuno con chi stava uscendo, sapeva che suo padre e suo fratello non ne sarebbero stati entusiasti.
Si avvicinò alla finestra con l’iPhone in mano e si sedette sul davanzale interno, vicino al calorifero.
‘Parto.’
Non era mai stato uno di molte parole, non era mai riuscito a mandare un ti amo per messaggio. Già faceva fatica a dirlo a voce.
Scostò le tende inamidate per guardare fuori dalla finestra aspettando di vedere la macchina attraversare il vialetto, doveva essere il primo a intercettarlo.
Una fitta coltre di neve copriva Lima quella sera. Non nevicava spesso, ma quando lo faceva ci dava giù pesante. Sperò che il ragazzo smettesse di fare il duro e usasse una velocità controllata almeno quella notte. Non era assolutamente in vena di passare la vigilia all’ospedale. Sì alzò dal suo comodo angolino e si sistemò con le mani la piega dei pantaloni.
Erano nuovi, rossi con una cintura di borchie. In pieno spirito natalizio aveva deciso di indossare il maglione cucito da sua nonna. Ma era orribile e stonava con i pantaloni che gli erano stati regalati da lui.
Non li avrebbe tolti per nessun motivo al mondo. Bhe, forse uno solo.
‘Caro, quel maglione sta orrendamente con quei pantaloni.’ Kurt sì girò e vide sua nonna avvicinarsi a lui con una tazza di capuccino. L’aria profumava di cannella e lei sorrideva. Strano, pensò Kurt.
‘Non mi cambierò i pantaloni, nonna.’ ‘Cambiati il maglione.’ Gli consegno la sua tazza e sorrise avvicinandosi a Finn che, seduto sul divano, stava fissando il pacchetto contenente il suo regalo, sperando come per magia che si aprisse e volasse da lui, dandogli una scusa per giocarci prematuramente.
‘Non si aprirà per magia Finn, dovrai aspettare fino a domattina.’ Disse Kurt mentre si avviava su per le scale per cambiarsi, finalmente, maglione.
‘Domani mattina?’ Gridò Finn alzandosi dal divano, ‘Non posso aspettare domani mattina. Mamma possono farmi aspettare fino a domani mattina?’

Kurt scosse la testa e decise di smettere di preoccuparsi per il fratello. Una parte di lui, quella riservata ai giochi, doveva essersi fermata ai tempi dell’asilo.
Salì le scale di corsa e quasi inciampò quando ricevette un messaggio. Non poteva essere già arrivato! Dannazione!!! Nonono per favore no!!!
Guardò l’iPhone preoccupato e vide che era solo un messaggio di Satana: Devo venire a raccogliere i resti del bestione? Ho un barbeque da fare la settimana prossima. Imprecò.
Perché mai si era scelto Mercedes e Santana come migliori amiche era una domanda senza soluzione. Dopo l’esperienza nel club di Shelby quelle due avevano legato talmente tanto che se possibile erano diventate ancora più dive e stronze giudiziose. Rispose senza nemmeno guardare a ciò che scriveva: No, cara. Non è ancora arrivato, ma come puoi pensare di fare un barbeque a gennaio! Ti si gelerà quel bel culetto e poi Brittany come farà??. La risposta non tardò ad arrivare. Zitto Hummel.

Kurt rise, l’adorava. Si cambiò il maglione di fretta e optò per un morbidomanica lunga nero, con collo ampio e l’allacciatura a doppio petto sulla sinistra. Che faceva la sua porca figura.
Scese le scale con il cellulare sempre addosso per paura di perdersi la chiamata del suo ragazzo.
Carole passò davanti a lui con in mano una teglia di fumanti antipasti di pasta sfoglia e pomodori e a Kurt venne una gran fame. ‘Kurt vedi di portare giù la tazza con il caffè che non ho intenzione di diventare matta a pulire camera tua poi abbiamo ospiti e, non dico che debbano entrarci-’ ‘Anzi meglio di no!’, gridò suo padre salendo dalla cantina con due bottiglie di vino, ‘Ma preferirei fosse tutto in ordine.’ Concluse.
Il ragazzo si era perso a metà frase. Oramai sarebbe dovuto arrivare, ma dov’era? Non poteva essergli successo qualcosa…
Non aveva mai pregato ma pensò che forse da qualche parte un dio un po’ distratto potesse ascoltare la sua preghiera. Sì rimise nel suo angolino dietro la porta e sbirciò fuori dalla finestra.
La neve aveva decisamente aumentato la sua caduta e Kurt iniziò ad agitarsi seriamente. Il piede destro cominciò a sbattere selvaggiamente sul muro bianco finchè non vide una macchina accostare davanti a casa e poi ripartire. Si era fatto portare per non rischiare!! Era una cosa dolcissima. Era tempo di alzarsi. Sì sistemò i pantaloni e diede un ultima occhiata fugace fuori dalla finestra per essere sicuro di non essersi immaginato nulla.
La delusione che gli si dipinse sul volto era degna di un quadro espressionista tedesco. La figura sorridente in mezzo alla neve non era lui, a meno che il suo ragazzo non si fosse fatto crescere una lucente chioma castana e indossasse con nonchalance un paio di collant bianche a pois blu. E c’era una solo persona al mondo in grado di fare una cosa del genere.
Rachel Berry. L’ultima volta l’aveva lasciata ebrea, ma non era mai certo di cosa potesse nella testa di quella ragazza. Aprì la porta pochi attimi prima che lei suonasse il campanello.
Piena zeppa di neve, gli regalò un sorriso a trentadue denti. Poteva essere difficile a volte, ma i suoi sorrisi illuminavano la stanza e quello gli fecero passare la delusione per il ritardo del suo ragazzo. ‘Ma tu non eri ebrea?’ esordì Kurt. ‘Buon Natale anche a te! Carole mi ha invitato per allietare un po’ il vostro cenone con qualche canto e sì,’ disse togliendosi il cappotto pesantissimo, ‘sono ancora ebrea ma mi piace l’atmosfera natalizia e quindi vengo volentieri qui da voi, poi siete tutti adorabili e … Nonna Hummel!’. Kurt rimase davanti alla porta con il cappotto fradicio di Rachel tra le mani mentre lei andava a portare i suoi biscotti glassati in cucina. Chiuse la porta con un po’ troppa enfasi e un cumulo di neve cadde ai piedi dell’entrata. Un ostacolo in più per l’arrivo del suo ragazzo.

Appese il cappotto nel ripostiglio e si spostò in salotto. L’attesa era troppo snervante vicino alla porta. Rachel entrò in salotto chiacchierando con Nonna Hummel. La donna era la madre della mamma di Kurt, ma non si era fatta scrupoli ad adottare Carole e Finn come figli. Qualsiasi cosa facesse piacere a Burt e a Kurt, avrebbe fatto piacere anche a lei. Era il suo nipote preferito alla fin fine.
‘Sì lo so, sono preoccupata anche io. Spero non sia nulla di grave. Qui a Lima ci conosciamo tutti e sarei davvero dispiaciuta di sentire brutte notizie il giorno di Natale..Kurt, il tuo ragazzo sta bene? Perché ho sentito le sirene di un ambulanza e non vorrei che…’ Il respiro del ragazzo si fermò. Con il suo solito tatto Rachel era riuscita a farlo spaventare a morte.

Sua nonna capì immediatamente la situazione e portò Kurt fuori dalla cucina, mentre Finn entrava con sguardo perplesso chiedendosi il perché di quel silenzio improvviso.
‘Chiamalo.’ Disse la donna. ‘Chiamalo subito, Kurt.’ Il ragazzo si riprese e chiamò immediatamente l’altro al cellulare.
Dopo un paio di squilli, rispose. ‘Sto arrivando. Stai calmo, anima in pena. Sto andando molto piano perché, non so se l’hai notato, nevica. Domani torno a casa col gatto delle nevi.’ Kurt chiuse la conversazione senza nemmeno salutare. Era troppo agitato, ma stava bene, quindi poteva calmarsi. Si accorse in quel momento che aveva ripreso a respirare. Sua nonna lo scosse per le spalle e gli consigliò di andare a incipriarsi il naso perchè aveva perso un bel po’ di colore con quello spavento.

Andò in bagno e lasciò la porta aperta sperando di sentire il rumore della portiera dell’auto che sbatteva. Non aveva calcolato purtroppo, che la neve attutisce i rumori, e quando se ne ricordò era troppo tardi.
Uscì di corsa dal bagno quando sentì suonare il campanello, ma alla porta era più vicino suo padre che aprì proprio mentre lui era a metà corridoio. ‘Dave ciao! Che piacere!’
Kurt spalancò gli occhi sorpreso. Pensava che suo padre avrebbe reagito peggio vedendolo uscire con il suo ex-torturatore, come amava chiamarlo. Gli aveva accennato dei suoi cambiamenti, ma non gli aveva mai detto che stavano uscendo.
Dave sorrise cercando di nascondere la sua soddisfazione.  Consegnò i fiori che aveva comprato a Carole e diede il cappotto e il cappello a Burt.
Il padre si avviò verso il ripostiglio che stava alla sinistra di Kurt. ‘Scusa figliolo, non è che mi apriresti la porta, per cortesia?’ Kurt era ancora imbambolato ma aprì la porta e spinse il padre all’interno chiudendosi l’uscio alle spalle. ‘Come l’hai saputo? E’ stato Finn?’. Burt rise, ‘Non ce n’è stato bisogno. Eri troppo entusiasta del suo cambiamento per non rendersene conto. Parli solo di lui e l’ultima volta che è capitato stavi con Blaine. E’ stato più che facile! Dai usciamo che è ora di cena’

Kurt uscì dallo sgabuzzino ancora intontito. ‘I fiori sono bellissimi David, grazie mille. Kurt aveva ragione a dire che avevi buon gusto, aiutami a metterli in tavola,’ Disse Carole.
Dave sorrise al fidanzato. Un po’ soddisfatto e un po’ ironico. Aveva ripetuto a Kurt di stare tranquillo per un’intera settimana ma lui aveva preso tutto troppo sul serio come al solito e si era quasi fatto venire un ulcera. ‘Rachel, tu lo sapevi?’ chiese avvicinandosi all’amica. ‘Come tu sapevi di Finn e Santana, tutti sapevamo ma non abbiamo mai detto nulla.’ Disse la mora sorridendo.
Dave gli si avvicinò continuando a sorridere e Kurt notò con piacere che profumava del suo regalo di Natale. Erano pari.

Sì sedettero al tavolo per cominciare a mangiare e, prima che sua nonna prendesse posto, gli si avvicinò all’orecchio e disse: ‘Mi piace.’ In quel momento, forse solo allora, Kurt capì che sarebbe andato tutto bene. Che alla sua famiglia piaceva quell’ex bullo che era cambiato, che aveva accettato se stesso e smesso di ferirsi. Gli prese la mano da sotto il tavolo e gliela strinse forte. Si girò verso di lui e sorrise. Quando Dave ricambiò il sorriso, l’intera stanza si illuminò.



Glee. Ancora. MA DAVVERO? 
No ok, scherzi a parte. Fluffissima e fuori tempo ma pioveva a secchiate e mi è venuta voglia di Natale.
Grazie capitale alla Marti, l'amore della mia vita, che mi ha riletto e corretto e ririletto e ricorretto. Ti voglio bene. Segnatelo perchè non te lo dirò mai più.
Finito questo, buona lettura e un saluto specialissimo alle haters che leggeranno questa kurtofsky solo per criticare ma almeno mi faranno salire le visite. Ciiaaaaaooo!
   
 
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