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Autore: Strega_Mogana    07/07/2006    18 recensioni
Svegliarsi al mattino in ritardo, correre come una matta... e perdere ugualmente l’autobus, cercare in tutti i modi di arrivare puntuali a scuola e, invece, finire in punizione in corridoio.
Studiare, studiare, studiare.... per prendere brutti voti.
Uscire con le amiche... mangiarsi un gelato... guardare le vetrine dei negozi e disperarsi perché non abbiamo abbastanza soldi per fare shopping.
E’ questa la vita che vorrei.
E’ questa la vita che loro meritano...
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sono tornata!!!!
Questa é un’idea che mi stuzzica già da un po’ ma non avevo mai l’ispirazione giusta per scriverla.
Beh ora é arrivata!
La seconda serie dell’anime non mi é mai piaciuta moltissimo così ho deciso di riscrivere quella parte di storia.
Questa é un’ipotetica seconda stagione vista dalla sottoscritta, molti personaggi non li ho messi (come le quattro sorelle o Ale e Anna) però la trama é non cambiata di molto.
Ditemi cosa vi pare la seconda serie vista con i miei occhietti.
Iniziamo con il prologo e il primo capitolo... aspetto i vostri commenti e siate buone con me! Se vedete che é una gran cavolata posso sempre levarla ^^”
Un bacio a tutti
Elena



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Svegliarsi al mattino in ritardo, correre come una matta... e perdere ugualmente l’autobus, cercare in tutti i modi di arrivare puntuali a scuola e, invece, finire in punizione in corridoio.
Studiare, studiare, studiare.... per prendere brutti voti.
Uscire con le amiche... mangiarsi un gelato... guardare le vetrine dei negozi e disperarsi perché non abbiamo abbastanza soldi per fare shopping.
E’ questa la vita che vorrei.
E’ questa la vita che loro meritano...


PROLOGO

Era una notte calda di primavera, il vento soffiava attraverso le finestre aperte della camera di una ragazza di quindici anni che stava sdraiata nel suo letto a fissare il soffitto bianco, indossava il suo pigiama rosa con i coniglietti mentre aveva fiocchi bianchi nei lunghi capelli d’oro legati in due buffi codini.
Nulla era più come un tempo, tutto era cambiato da un paio di mesi.
Lei era sola, come non lo era mai stata.
Odiava quella sensazione di vuoto e quella desolazione che inaridiva il suo animo sempre solare.
Sola... lei non era mai stata sola in vita sua, sempre circondata dalle amiche, sempre aiutata, sempre protetta.
Ma ora era sola, non c’era nessuno che la rendesse felice, non c’era nessuno che la sgridava quando si comportava come una bambina, non c’era nessuno che giocasse con lei ai video game, non c’era nessuno che l’aiutasse con i compiti o che le preparasse delle gustose merende.
Non c’era nessuno neppure che l’amasse e proteggesse.
Era sola, e così doveva restare.
Era il prezzo da pagare per aver chiesto alle proprie amiche un sacrificio inaccettabile.
Doveva farlo, sacrificarsi per gli altri, come loro avevano fatto per lei.
Questo era il suo fardello, solo suo e di nessun altro.
Sospirò per l’ennesima volta, ormai non dormiva come un tempo, non mangiava come pochi mesi fa, era cambiata, lei lo sapeva, lo vedeva riflesso negl’occhi degli altri.
Ma era giusto così.
Improvvisamente scattò in piedi e si affacciò alla finestra.
- Ho una strana sensazione... – mormorò chiudendo gi occhi – é come le altre volte... solo che é più potente.
Cercando di fare il meno rumore possibile uscì dalla casa e si mise a correre per le strade deserte e buie di Tokyo.

***
Un mostro peloso viola con lunghe corna bianche, fauci da leone e ali da pipistrello, stava facendo impazzire i giovani del centro della città che si erano attardati per bere una birra in più.
Mentre stava succhiando l’energia ad una ragazza indifesa, un disco d’oro gli ferì le zampe costringendo a lasciar cadere a terra la sua vittima.
- Come hai potuto rompere la pace e la tranquillità che regnavano nella nostra bella città. – echeggiò una voce minacciosa – Avevo appena ricominciato a rivivere una nuova vita... me la pagherai...
Il mostro si guardò attorno cercando quella stolta che gli aveva messo i bastoni tra le ruote.
Una ragazza dai buffi codini biondi e vestita alla marinara era in piedi su una panchina alle sue spalle.
- Sono la paladina della legge, una combattente che veste alla marinara. Io sono Sailor Moon! E sono qui per punirti in nome della luna!
Con un grido il demone si scagliò sull’intrusa, Sailor Moon evitò l’attacco con un salto, arrivò dietro il demone e prese il suo diadema.
- Moon tiara, action!!
Il mostro fu colpito in pieno, divenne polvere e si sgretolò davanti agli occhi della ragazza lasciando solo un mucchietto di cenere e un cristallo nero.
Sailor Moon guardò quello che restava del mostro e poi si allontanò.
- E’ il secondo in una settimana. – disse un gatto nero con uno spicchio di luna sulla fronte avvicinandosi alla ragazza.
- E questo mi sembrava più forte. – valutò un secondo gatto anche lui con lo stesso simbolo sulla fronte solo che il suo pelo era bianco.
- Sta succedendo qualcosa. – fece Sailor Moon osservando la gente che si risvegliava.
- Non credi che sia il caso di richiamare anche le altre?
- No, Luna. – rispose l’altra voltandosi per tornarsene a casa – Farò da sola.

***
Il cristallo corvino brillava come una stella del firmamento mostrando ad un ragazzo dai capelli argentati le immagini di Sailor Moon e del combattimento.
- Stupido mondo primitivo..- mormorò l’uomo socchiudendo gli occhi – e stupida Sailor Moon. Credevo che il XX secolo non fosse protetto dalle guerriere Sailor.
- Infatti é così, Principe Demando. – echeggiò una voce roca alle spalle del principe – Il potere Sailor é inferiore rispetto al XXX secolo, in questa epoca le guerriere Sailor non esistono.
- Wisman. – fece Demando voltandosi, dietro di lui c’era un’ombra che lo seguiva da anni, un mantello nero che fluttuava a trenta centimetri da terra, il cappuccio era calato sul volto del suo interlocutore, mentre le mani nere si muovevano sopra la sfera di cristallo da cui non si separava mai, nessuno conosceva il suo volto, nessuno sapeva da dove venisse, si era presentato un giorno sul loro triste pianeta e gli aveva aiutati a compiere la loro atroce vendetta – Sei sicuro che sia qui quello che cerchiamo?– domandò cercando di scrutare il suo volto da dietro il cappuccio.
- Ne sono certo. – rispose l’altro facendo brillare i suoi occhi di una luce diabolica.
- Bene... ma prima di iniziare le nostre ricerche voglio occuparmi personalmente di Sailor Moon.

   
 
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