Osservavo la luna piena e luminosa,
in quella notte buia e
per me insonne. Mi sentivo quieto, stranamente tranquillo, e per una
volta le
assillanti preoccupazioni si facevano da parte. La festa era finita
già da un
pezzo, ma sulla città deserta erano rimaste le tracce di
un’allegria insolita
per quel periodo nero. Da lontano vedevo i tavoli, con i miseri resti
del
banchetto, ancora situati nel bel mezzo del giardino reale e i lumi
oramai spenti
e consumati sparsi ovunque.
Sentii Oromis sospirare nel sonno e
voltai il muso verso di
lui, che stava rannicchiato su una delle mie zampe anteriori. La pace
si ruppe
nel momento in cui mi misi a studiarne il volto. Sembrava turbato,
aveva il
viso madido di sudore e i capelli appiccicati alla fronte.
Borbottò qualcosa d’incomprensibile,
poi si svegliò di soprassalto.
Tranquillo,
è tutto a
posto. Sussurrai,
avvicinandomi a lui con il muso.
Lui si alzò a sedere e si
asciugò la fronte con la manica
della camicia. “Che schifo” borbottò
imbronciato.
Hai avuto un
incubo? Chiesi
mentre mi si stringeva al collo. Sentii attraverso il nostro legame
quanto
fosse agitato in quel momento e mi preparai a sentire qualcosa di
spiacevole.
“ Sì ”
borbottò a voce appena udibile. “ Ma non ricordo
tutto quello che è successo…ti facevano del male
e io non potevo fare niente
per fermarli…come al solito…”
Chi mi
faceva del
male? Da quando era stata preannunciata una possibile guerra
il mio
compagno non aveva passato una sola notte in tranquillità.
La cosa stava
cominciando a farmi agitare.
“ Non li vedevo in faccia.
Avevano l’armatura.” disse
alzandosi e passandosi una mano tra i capelli
umidi.
Era solo un
sogno…non
darci troppo peso. Domattina te lo sarai già scordato. O
perlomeno era
quella la mia speranza.
Oromis mi osservò
dubbioso, ma annuì e si sforzò di
sorridermi nonostante tutto. “Vado a darmi una
sciacquata!”
Sotto la dolce luce notturna mi
diressi verso la cascata nel
bosco, dove speravo di trovare un po’ di pace dalle immagini
che mi avevano
tormentato in sogno. Camminavo di buona lena, ansioso di immergere il
mio corpo
sotto il getto di acqua purificatrice che ne avrebbe lavato via il
sudore.
Nonostante mi sentissi sconvolto mi
resi subito conto di non
essere solo. Avvertii infatti la presenza di qualcuno che mi seguiva.
Mi venne
quasi da ridere: a quanto pareva lei sapeva sempre qual era il momento
giusto
per venire da me. Feci un respiro profondo e decisi di ignorarla
finché non
fossi giunto a destinazione.
Provai un indicibile sollievo quando
avvertii il rumore
dell’acqua scrosciante e dovetti trattenermi dal far
trapelare la frenesia.
Ringraziai mentalmente che Glaedr si fosse addormentato e iniziai a
spogliarmi
lentamente, facendo scivolare delicatamente i vestiti sulla pelle. Il
mio
compagno non approvava la storia in cui mi ero immischiato. Sosteneva
che mi
distraesse dagli allenamenti e che soprattutto non fosse prudente avere
una
relazione di quel tipo con una persona così importante.
Inutile dire che io non
gli avevo dato retta.
Una volta svestito mi immersi
nell’acqua fresca e nuotai fino
alla cascatella. Mentre mi godevo quella inaspettata doccia notturna,
sulla mia
schiena si appoggiarono le morbide mani di Islanzadi, che iniziarono ad
accarezzarmi con dolcezza. Mi voltai senza perdere tempo e incontrai
subito le
labbra della mia appassionata amante, che iniziò a
strofinare il suo corpo nudo
contro il mio. Dimenticai all’istante tutte le preoccupazioni
che mi
perseguitavano e mi lasciai andare al piacere.