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Autore: Inessa    07/11/2011    7 recensioni
Poi era arrivato Arthur, e allora le serate di pioggia significavano stare seduti insieme, sotto una coperta, a guardare i ghirigori formati dalle gocce.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Note dell'autrice: scritta così, al volo, in un momento di balle di fieno che rotolavano sullo sfondo, tanto perché mi dico che sì, domani non ho lezione, quindi se perdo tempo dietro alle fic non è poi così grave. Mi ha ispirata il prompt di Un prompt al giorno di Fanworld.it che ho visto qualche giorno e, siccome io viaggio sempre a scoppio ritardato, eccola qui solo oggi. Non so come mi sia venuta una cosa così triste, ma bon XD spero possa piacervi







Rainy Sadness



Merlin si strinse la coperta attorno alle spalle e poggiò la fronte contro il vetro della portafinestra. Il suo respiro vi si condensava sopra rendendolo appena opaco, mentre guardava le grosse gocce di pioggia scivolare giù per poi fermarsi o unirsi alle altre, in uno strano disegno.


La pioggia gli ricordava la sua infanzia, a Ealdor, quando andava a sedersi nella stessa posizione sul davanzale della finestra, con il profumo dei dolci di sua madre nelle narici. Poi usciva, con gli stivali pesanti e la sciarpa, solo per il piacere di sentire il profumo della terra bagnata ed il tepore del caminetto acceso che lo accoglieva una volta rientrato.


Durante il periodo universitario, invece, amava sedersi, stessa posa, con una tazza di cioccolata calda speziata alla cannella in mano. Non era buona come i dolci di sua madre, ma quegli attimi sapevano comunque di casa. Poi era arrivato Arthur, e allora le serate di pioggia significavano stare seduti insieme, sotto una coperta, a guardare i ghirigori formati dalle gocce. A baciarsi e a prendersi in giro e a fare l'amore cullati dal picchiettare dell'acqua sui vetri.


Aveva sempre collegato la pioggia a piacevoli momenti della sua vita, insomma. Eppure, in quel momento, gli metteva una tristezza che lo divorava nel profondo. Forse le cose erano cambiate, forse lui era cambiato, se persino la pioggia aveva smesso di piacergli. O forse era cambiato Arthur ed erano cambiati i sentimenti che provavano l'uno per l'altro. Non stavano più sotto la stessa coperta.


Merlin sospirò. L'ultimo litigio lo aveva distrutto. Arthur si era rinchiuso in camera sua, quella che usava prima che entrambi si rendessero conto che non sarebbero più riusciti a dormire, se non insieme. E lui aveva preso a guardare la pioggia, dalla loro (sua) stanza. Solo, avvolto in una coperta troppo grande.


Chiuse gli occhi, sperando di addormentarsi, pur nella consapevolezza che, se ci fosse riuscito, poi si sarebbe svegliato tutto indolenzito. Non voleva tornare su quel letto senza il suo Arthur.


Si svegliò sentendo qualcosa sfiorargli la fronte. Aprì gli occhi e si ritrovò lo sguardo blu di Arthur, nella penombra, fisso nel suo. Era inginocchiato davanti a lui, con una mano sospesa a mezz'aria accanto al suo viso, doveva avergli scostato la frangia.


La abbassò e lo vide voltarsi per prendere qualcosa alle sue spalle. Gli mise davanti due tazze di cioccolata calda ancora fumante, che emanava un dolce profumo di cannella. Rimase a guardarle, senza dir nulla, senza sapere come comportarsi. Alla fine si arrese e ne afferrò una, stringendogli attorno le mani per scaldarle. Soffiò sulla superficie per raffreddarla ed assaggiò appena la cioccolata per non scottarsi.


- E' buona, - sussurrò.


Guardò di nuovo Arthur negli occhi e capì che non sarebbe riuscito ad andare oltre. Che poteva incazzarsi, poteva rinnegare se stesso, ma non poteva rinnegare quello che provava per Arthur e sarebbe per sempre passato sopra qualunque cosa, qualunque litigio, qualunque screzio, qualunque delusione, pur di poter avere ancora quegli occhi blu che lo guardavano come se fosse la cosa più preziosa dell'universo.


Sollevò un lembo della coperta ed invitò Arthur a sedersi accanto a lui. Arthur lo afferrò, vi si avvolse e gli passò un braccio dietro la schiena, accarezzandolo leggermente.


- Merlin... - iniziò, ma Merlin scosse la testa, invitandolo a tacere.


Gli portò una mano al volto, chiuse gli occhi e lo baciò sulle labbra. Poggiò la tazza per terra, per potergli portare entrambe le mani attorno al collo ed approfondire il bacio, lasciarsi coccolare dalle mani di Arthur, dalle sue labbra, dalla sua lingua, lasciare che ingoiasse i suoi sospiri ed accettasse le sue parole non dette.


Si allontanarono senza fiato ed Arthur gli seppellì il volto tra il collo e la spalla. Merlin deglutì, quando lo sentì sussurrargli il più disperato dei “Ti amo” e tornò a guardare la pioggia, poggiando la testa su quella di Arthur e coprendo entrambi con la coperta, come in un rifugio, passandogli le mani tra i capelli, stringendolo come se fosse la sua ultima ancora di salvezza.


Amò il picchiettare della pioggia come unica colonna sonora dei loro respiri.



Fine.

   
 
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