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Autore: Cristie    07/11/2011    3 recensioni
In una Londra dei nostri giorni,in piena sitazione di crisi economica e nessuna popolazione aliena. C'è lei.Rose Tyler, ragazza semplice ma con una grande voglia di avventure, che lavora come commessa insoddisfatta in un negozio di abbigliamento. E poi c'è lui. John Smith, scrittore della celebre saga del Doctor Who, dove si sa ogni dettaglio del suo personaggio quanto altrettanto poco del suo creatore.Cosa potrebbe mai succedere dall'incontro di queste due persone?La risposta è questa mia prima fanfiction su DW.
Seguite insieme a me lo sviluppo della loro storia tra madri impiccione, manager con troppa voglia di divertimento e molto altro ancora.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doctor - 10, Doctor - 9, Donna Noble, Jack Harkness, Rose Tyler
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NELLE PUNTATE PRECEDENTI : Rose fa la commessa presso un negozio di abbigliamento. Vive con la sua migliore amica la specializzanda Martha Jones e deve combattere con quella pazza pettegola di sua madre. Finchè una mattina del suo ennesimo licenziamento una donna elegante con i capelli rossi, accompagnata da un uomo alto da l'aria distratta non si recano al negozio a fare compere...

note e ringraziamenti a fine capitolo ^^





Capitolo 2.


Dove si parla di persone e di costellazioni.
 
 
 
 

Le persone che ci rendono felici,
non sono mai le persone che ci aspettiamo
SKINS

 
 
 
 
 
 
 
- Quindi fammi capire…sei stata riassunta?-
- Si –
- Con il doppio dello stipendio –
- Si –
- Ma non eri tu quella che aveva “Chiuso con quel negozio e con il caratteraccio di Miss Hobbes?” –
- Si –
- Rose! Vuoi piantarla di rispondere sempre di si, ed articolare qualche parola?- Le chiese Martha spazientita.
- Hai ragione, lo avevo detto. Ma dovevi essere lì sono passata dal essere una piaga per la sua attività, ad attira “CLIENTI” col doppio della paga. Avere dei soldi extra, non sarebbe male, almeno tutto il mio stipendio non andrebbe tutto speso in affitto e bollette. – si decise a risponderle Rose anch’essa seduta sul loro carissimo divano.
- Non credi che sia una fregatura? Voglio dire questo tanto acclamato “Cliente” – e lo disse mimando le virgolette – potrebbe anche non tornare più, e questo significherebbe niente paga doppia e riavere nuovamente a che fare con il carattere della tua titolare, sbaglio? – chiese Martha.
- Il tuo discorso non fa una piega, ma come ti ho detto quei soldi mi servono.  E comunque posso sempre licenziarmi no?- fece Rose e le fece l’occhiolino.
- Secondo me stai sbagliando. Comunque come si chiama la gallina dalle uova d’oro che ti ha fatto riassumere?-
- John Smith – fece  Rose.
- John Smith, quel John Smith??? – le chiese Martha girandosi, con tutto il corpo per vederla bene in faccia.
- Un uomo alto, sulla trentina con occhi nocciola e capelli acconciati come se si fosse appena alzato dal letto…che c’è? – si interruppe notando l’espressione della sua amica.
- Direi che per averlo visto per poco tempo ti è rimasto molto impresso, comunque ho capito perché Miss Hobbes non vuole lasciarti andare…se anche tu hai fatto la stessa impressione che lui ha fatto a te…si ripresenterà in negozio molto spesso! – Rose lanciò uno sguardo interrogativo, sia alla allusione che aveva appena fatto, ma anche a chi fosse in realtà John Smith. Notando lo sguardo interrogativo di Rose, Martha alzò gli occhi al cielo. Di fronte all’ignoranza della sua coinquilina.
- Fossi in te farei una piccola ricerca su Google, stasera. Giusto per sapere con chi hai a che fare…- le disse con fare misterioso – ora scappo che ho il turno di notte! -
 
 
 
***
 
 
Erano ormai passate le nove di sera, quando Rose fini di sistemare le stoviglie. Prima di questo aveva chiamato sua madre per accennarle del lavoro. Cosa che indubbiamente la fece felice. Fatto tutto questo si era appena messa seduta comoda sul divano, avvolta nel suo pigiama di pile preferito, Martha lo trovava osceno, ma a lei non interessava. Stava per accendere la tv, quando le tornarono in mente le parole della sua amica, e corse a prendere il portatile che aveva in camera.
Aperta la pagina del motore di ricerca digitò : John Smith, e premette invio.
Tutte le voci della ricerca erano più o meno cosi : “il famoso scrittore John Smith ha annunciato la data di uscita del quarto libro della celebre saga del Doctor Who, come sempre ancora massimo riservo sul titolo del prossimo episodio”.
E poi ancora un’altra pagina : “il fenomeno Doctor Who non conosce battute di arresto, non solo i libri, e il film in produzione. L’amministratore delle Tardis Indistries pare che abbia recentemente annunciato la lavorazione per una serie televisiva.”
E così via dicendo, pagine e pagine su questo Doctor Who, ma quasi nulla sul suo creatore se non qualche sporadica notizia come la data di nascita, 1971.
- Cara Martha, stavolta il tuo suggerimento è stato un buco nell’acqua…- si ritrovò a dire ad alta. Delusa spense il portatile, andandosene a dormire.
I due giorni successivi passarono molto in fretta, Rose l’attribuì al nuovo clima di considerazione di cui godeva grazie al suo nuovo CLIENTE.
Miss Hobbes le affidò molti clienti importanti, anche se a lei nella cosa non ci veda poi tutta questa grande differenza, infondo non erano altro che persone che spendevano molti più soldi di quelli che spendevano le persone normali, buon per loro che se lo potevano permettere.
Arrivò il giorno del fatidico pranzo a casa di sua madre a Pawell Estate, l’appartamento comprato da Pete e Jackie dove ci aveva passato tutta una vita.
Tornare a casa per lei era un po’ come tornare bambina, aiutava sua madre a preparare il pranzo a cucinare, mentre Jackie non finiva mai di raccontare di Marv. Un uomo che frequentava da ormai tre mesi. Rose stette ad ascoltarla con un sorriso che le nasceva dal cuore, contenta che finalmente sua madre fosse andata avanti dopo la morte di suo padre avvenuta quando lei aveva sei anni.
- A proposito, dov’è Marv? -
- L’ho mandato a giocare a poker dai suoi amici, oggi questa casa è solo per noi- le disse Jackie facendole l’occhiolino complice.
Consumarono il pranzo spettegolando sui vari accaduti nel palazzo dove Jackie, a dire il vero era la sua attività preferita. Dopo sua madre andò a stendersi un po’ sul letto. Lei invece uscì e scendendo le scale arrivò fino al sottoscala. Dove c’era una volta lo studio di suo padre.
- Ciao Papà – disse alla stanza in penombra, sapeva benissimo che la stanza era vuota, ma era un modo per continuare a ricordarlo e salutare ad alta voce gli faceva venire in mente quando se ne stava chino sul suo banco da lavoro. Per poi vederlo girarsi e sorridere, mentre lei lo avvertiva che era pronto il pranzo o che era ora che tornasse a casa.
Era ancora persa nei ricordi, quando il trillo dei suo cellulare la riportò alla realtà. – Pronto-
- Rose, sono Evan come stai? -
- Evan che bello sentirti, ne è passato di tempo! Dimmi tutto –
- Sono contento di sentirti, ti ho chiamato perché avrei bisogno di un favore. Una delle ragazze ha disdetto all’ultimo momento, non posso fare a meno di una cameriera e mi chiedevo se potessi venire tu. –
- Volentieri! Dimmi a che ora e dove! – gli chiese lei entusiasta, Evan era una sua cotta da adolescente, mai passata del tutto ed era sempre nel lieta di rivederlo, anche se aveva fatto una chiamata di lavoro.
- Ti passo a prendere per le 17.00, il ricevimento comincia per le 19.00, la divisa te la presto io. Ti ringrazio Rose, mi hai salvato-
- Figurati! Ci vediamo dopo allora – e riagganciò il telefono, salendo le scale verso casa e avvertendo sua madre.
 
 

***

 
 
  - Un po’ di vino signore?- chiese Rose porgendo il suo vassoio ad un attempato uomo d’affari.
Questi prese il bicchiere senza neanche ringraziarla.
“Cafone!” voleva urlargli contro, ma non sarebbe stata la migliore soluzione.
La residenza in cui stava lavorando apparteneva ad un tale Sir Reginald Godwing, un politico che amava circondarsi di sfarzi e ogni fine settimana organizzava feste conosciute in tutta Londra.
Gli invitati erano uomini e donne, dell’alta società londinese, Rose potè giurare di aver riconosciuto qualche personaggio famoso.
Rose si diresse in cucina per andare a prendere altri bicchieri di vino, quando notò una figura in blu in lontananza. Capelli scompigliati e sorriso gentile, stava parlando con una coppia che si teneva per mano.
- John – si ritrovò a dire a bassa voce, sicura di non essere sentita, vista la distanza tra loro.
Ma lui girò la testa verso di lei. Senza ripensamenti, semplicemente.
John le fece un largo sorriso, disse qualcosa alla coppia e prese a camminare verso di lei.
- Rose!  Non pensavo che ti avrei rivisto proprio qui. – fece lui allungando una mano, sfiorandole delicatamente la spalla, scendendo fino alla curva del gomito, dove fece una leggera presa come per non lasciarla andare via.
- Sono qui per fare un favore ad un mio amico, aveva bisogno di una cameriera…- rispose lei incerta, totalmente distratta da quella mano calda intorno al suo braccio. Quel contatto la disorientava, come John del resto non sapeva come comportarsi.
- Fino a che ora rimarrai? – gli chiese lui guardandola  negli occhi.
- Per le 22.00. Domani ho il turno di mattina al negozio.-
- Ti sentiresti offesa se mi proponessi per accompagnarti a casa? –
- Ma no, non fa nulla. Mi sarei fatta venire a prendere dalla mia coinquilina …- mentì lei.
- Per favore – insistette lui, aumentando di poco la stretta al suo braccio.
- D’accordo allora grazie, ora devo tornare a lavorare, e la ringrazio del passaggio. –sentì la presa sul suo braccio allentarsi, e lei fece per andarsene. – Rose? – si voltò verso di lui – dammi del tu, a dopo –
Per tutto il resto della serata, tutto ciò che fece Rose lo compì non prestando una reale attenzione a quello che faceva. Tutta la sua attenzione era focalizzata su John e su quanto era stata una stupida ad accettare il passaggio da uno sconosciuto. Come poteva essere? Cosa la spingeva a fidarsi così tanto di una persona in quel modo?. Tutti interrogativi a cui purtroppo non poteva rispondere.
 
 

***

 
- Grazie ancora Rose, mi sei stata di grande aiuto – fece Evan abbracciandola. – Sicura allora che non vuoi che ti riporti a casa, non costa nulla staccarmi un attimo. -
- Sei gentile, ma ho trovato un passaggio – disse lei girando leggermente la testa, per indicare ad Evan  John che si stava mettendo un lungo cappotto marrone.
- Ok, buonanotte – Fece lei. Per andare incontro a John che l’aspettava. Insieme si diressero verso l’uscita, inosservati mentre la musica gli invitati e i camerieri continuavano come se nulla fosse.
- Non ti dispiace essere andato via così presto? – gli chiese Rose.
- Nahhhhhh. Mi stavo annoiando, sono dovuto venire perché  in questo modo Donna la smetteva di darmi il tormento. – disse facendo un sospiro. – Quando si avvicina l’uscita di un nuovo libro diventa veramente impossibile.-
Intanto erano arrivati al cancello esterno, il quartiere era uno dei più eleganti di Londra, le case quindi tutte le case erano belle con giardini curatissimi.
- Sei stanca? Perché prima di accompagnarti a casa vorrei mostrarti una cosa- fece lui, guardandola negli occhi.
- Va bene! – disse subito lei. John con un sorriso le porse la mano. Rose allo stesso modo in cui aveva risposto senza riflettere, prese la sua mano.
- Bene sei pronta? Allonz-y! – fece lui cominciando a correre a perdi fiato.
- Allonz-y?- gli chiese Rose ridendo.
- Adoro dirla! – le disse continuando a correre. John la trascinò per stradine e vicoletti, fino ad arrivare in un prato, che si affacciava davanti al fiume Tamigi.
- Eccoci arrivati…- le disse col fiato corto per la lunga corsa.
- Bel posto…solo come mai siamo qui? –
- Guarda in alto – e Rose lo fece, il suo sguardo venne accolto da un manto stellato come mai era riuscita a vedere in tutta la sua vita. Un po’ per il fiato da recuperare e un po’ per la meraviglia l’unica cosa che riuscì a dire fu  - Bellissimo – farfugliato.
John intanto si era tolto il cappotto per adagiarlo a terra. – Vieni stenditi –
- Ma così ti macchierai il cappotto! – fece lei sulla difensiva.
Lui in tutta risposta si sdraio accavallando le gambe e appoggiandosi sui gomiti. Lei fece la stessa cosa, il cappotto non era grandissimo e per starci comodi dovevano stare vicini. Riusciva a sentire la vicinanza tra il suo braccio e quello di John. D’un tratto lui alzo la mano verso le stelle e cominciò a fare una specie di disegno –Che costellazione è? – le chiese.
- l’Orsa maggiore – rispose subito lei.
- E questa?-
- Scorpione –
- Sei brava complimenti – lei rispose con un sorriso imbarazzato.
- Allora perché prima te ne sei uscito con Allonz-y? – chiese Rose curiosa. Lui si girò a guardarla un attimo. – Non hai letto nessuno dei miei libri?-
- Prima di vederti al negozio non sapevo chi fosse “ Doctor Who”- confessò lei con sincerità.
- Ma è ovvio il Dottore sono io! – le disse con un largo sorriso. – Dovremo rimediare a questa tua lacuna , domani ti manderò delle copie dei libri -
- Tu non ti stanchi mai di sognare  vero?- disse lei con un po’ di nostalgia.
- E tu Rose non sei stanca di fare questa vita? Guanda in alto? – e lei lo fece- Prova solo ad immaginare che quelle stelle siano sistemi planetari popolati da tante razze diverse, con culture totalmente differenti dalla nostra. Se ne avessi la possibilità non vorresti andarle a vedere?-
- Credo che faccia molto Star Trek, comunque sì…sarebbe molto bello se solo fosse possibile –
- Non dovresti mai smettere di sognare Rose Tyler- le disse con tono di chi la sapeva lunga.
- Davvero? Quindi tu chi saresti? John Smith oppure il Dottore che si spaccia per un essere umano?- provocò lei.
- Hey!! Hai detto che non avevi letto i miei libri!-
- E’ vero, ma Google è un’ottima fonte d’informazione! – le rispose lei ilare.
Passarono molto altro tempo a chiacchierare, ridendo come due ragazzini scoprendo una complicità del tutto inaspettata per due sconosciuti.
Arrivò il momento di tornare a casa, Rose conobbe Ianto Jones, l’autista che Donna aveva affibbiato a John. Una persona molto cortese, solo che per Rose era un po’ troppo rigido.
- Buona notte Rose, grazie per avermi fatto compagnia – le disse una volta scesi dalla macchina.
- Grazie a te per avermi accompagnato. Notte ….Dottore – e aprì la porta di casa, facendo attenzione a non svegliare Martha che sicuramente stava dormendo.
Qualche minuto dopo si infilò nel letto ripensando a quella strana serata con un sorriso che si allargò ancora di più pensando a John .
 

***
 

- Ciao Martha ci vediamo a pranzo! – disse Rose uscendo di corsa diretta verso la fermata dell’autobus. Quando un pacco attirò la sua attenzione. C’era un biglietto con il suo nome scritto a mano da una calligrafia elegante.
 

Rose
“ La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare (Schopenauer)”.
Spero che questi miei libri possano farti sognare.
Il Dottore



Rose sorrise e si mise il pacco sotto braccio, non aveva tempo per portarlo a casa, perché l’autobus stava passando proprio in quel momento. Poteva arrivare tardi al lavoro, ma nulla in quel momento poteva toglierle il sorriso. Perché comunque fosse andata. In ritardo oppure no. Quella sarebbe stata una bellissima giornata.







Eccoci qua. Benvenuti! ^^
Prima cosa volevo ringraziarvi per le recensioni che avete lasciato. E' veramente bello sapere quello che pensano le altre persone di quello che scrivo. Per quanto riguarda questo capitolo devo dire che si è praticamente scritto da solo. Un giorno ho aperto il file di word e tre giorni dopo il capitolo era bello e pronto. Quindi mi auguro che possa piacere leggerlo.
Il prossimo aggiornamento dovrebbe arrivare tra un paio di settimane. Purtoppo conciliare università, ispirazione e finalmente il tanto agognato lavoro non è molto facile. Ma cercherò di tenete almeno una cadenza mensile.

piccole note: 1 il fenomeno DW va inteso come una collana di libri e tutto quello che comporta più o meno come possono essere Harry Potter e Twilight insomma con film e oggetistica.
2 le citazioni, sono una delle mie passioni appena ne trovo una non posso fare a meno di appuntarla e ho provato ad inserire nel capitolo quelle che ritenevo più opportune, è una cosa che mi piacerebbe fare anche nei prossimi capitoli...ma ammetto che è difficile tovarne una adatta ad una determinata scena..quindi può anche darsi che non ci siano sempre ecco.

Detto questo vi saluto e vi invito a lasciare una recensione qualora vi andasse! Al prossimo capitolo Cristie.


 

   
 
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