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Autore: Rota    08/11/2011    3 recensioni
Fuori pioveva - fuori era a soli quattro passi di distanza, perché la stalla aveva solo tre pareti e nessuna porta, così da confondere confini e limiti.
Ivan sentiva sulla schiena fasciata da poveri stracci le gocce d'acqua trasportate dal vento, ne tremava di tanto in tanto cercando di non dar loro troppo peso. Eppure, con il corpo ancora caldo di casa e di fuoco, si abituava alla nuova temperatura troppo lentamente.
Yao gli stava dando le spalle e questo non gli piaceva affatto.
Guardò il cavallo imbrigliato da poco, quello nitrì infastidito scostando la lunga chioma scura che gli cadeva sugli occhi. Ivan, d'istinto, strinse la mano al petto.
Cercò ancora di richiamare l'attenzione dell'uomo con l'ennesima domanda.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cina/Yao Wang, Russia/Ivan Braginski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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short hair *Autore: margherota
*Titolo: Short hair
*Claim: Ivan Braginski/Russia (APH)
*Prompt: 066. Pioggia
*Altri personaggi: Yao Wang/Cina
*Genere: Introspettivo, Sentimentale
*Avvertimenti: What if...?, Shonen ai
*Rating: Giallo
*Dedica: Per quella meravigliosa persona che è LadyRedDiablo, perché ogni volta che penso a questa coppia penso a lei, perché era da tanto che gliel'avevo promessa e finalmente è qui (L)
*Note: RoChu ispirata al film d'animazione Disney "Mulan".
"Shot hair" è una delle sound track del film e se avete presente la scena dove si inserisce capirete quanto vi è ispirata la mia fanfic. Per inciso, il taglio dei capelli è un atto simbolico che unisce le tradizioni di moltissime civiltà antiche, e segna il passaggio all'età adulta.
Yao si sta ribellando a "Mongolia" mentre Ivan è ancora piccino picciò - queste le premesse.
Vi auguro una buona lettura ^^



Shot Hair




Fuori pioveva - fuori era a soli quattro passi di distanza, perché la stalla aveva solo tre pareti e nessuna porta, così da confondere confini e limiti.
Ivan sentiva sulla schiena fasciata da poveri stracci le gocce d'acqua trasportate dal vento, ne tremava di tanto in tanto cercando di non dar loro troppo peso. Eppure, con il corpo ancora caldo di casa e di fuoco, si abituava alla nuova temperatura troppo lentamente.
Yao gli stava dando le spalle e questo non gli piaceva affatto.
Guardò il cavallo imbrigliato da poco, quello nitrì infastidito scostando la lunga chioma scura che gli cadeva sugli occhi. Ivan, d'istinto, strinse la mano al petto.
Cercò ancora di richiamare l'attenzione dell'uomo con l'ennesima domanda.
-Te ne stai andando via?-
Neanche quella volta Yao gli rivolse la parola, legando un sacco gonfio alla sella con una cinghia di cuoio scuro.
Prese le redini dell'animale, si incamminò verso l'uscita dalla stalla con passo deciso e fermo e finalmente lo guardò in viso, soffermandosi sulla sua persona. La spada nella fodera lungo il fianco e quell'armatura gli davano un'aria strana, molto somigliante a quella altera e solenne di Mongolia - Ivan ne restò impressionato per qualche secondo, prima di guardare la propria mano e allungare quel piccolo tesoro che teneva stretto tra le dita verso il cinese.
D'altronde, non aveva ancora capito perché proprio a lui era stato dato quel che rimaneva dei lunghi capelli di Yao, stretti in quel grazioso fiocco dorato.
La spada aveva come brillato quando Wang aveva compiuto il primo gesto di ribellione, e benché non ne avesse compreso appieno il significato Ivan non aveva osato fare alcuna domanda a riguardo, prendendo il dono dalle mani dello stesso Yao.
Il cinese guardò la sua mano e lasciò uscire dalla bocca parole più gentili del dovuto, rassicuranti e calde.
Non era per colpa di Ivan che tutto quello si stava compiendo, e il bimbo era solo una delle tante vittime che avevano condiviso la sua sorte fino a quel momento. Dopo, si sarebbe preso cura anche di lui.
-Quello è un dono che ti ho fatto, aru. Lo devi tenere tu.-
Il bimbo gli sorrise con cordialità, cogliendo subito l'occasione per soddisfare alcune proprie perplessità.
-E cosa devo farci?-
-Devi prendertene cura?-
-Perché?-
Yao gli sorrise e si avvicinò fino a potersi chinare davanti a lui e guardarlo alla stessa sua altezza.
Gli era bastata, tempo addietro, una sola occhiata per capire perché Mongolia aveva preso anche quel bambino con sé: aveva gli occhi che riuscivano a racchiudere mondi sconfinati e magnifici, pur sotto il ghiaccio di una fredda superficie. Avrebbe volentieri combattuto anche per lui e per il suo sguardo.
Gli prese la mano nella propria e l'appoggiò al petto, in una promessa sentita.
-Perché così quando tornerò potrai restituirmelo, aru...-
Ivan non ebbe dubbi a riguardo, neppure un solo istante, perché in quel momento Yao sembrava incapace di dire il falso e lui, benché servo, conservava un poco dell'innocenza della sua età inesperta.
Lo vide alzarsi da terra, montare il suo cavallo e uscire all'aperto, sotto la pioggia battente e grigia.
Yao non si voltò a guardarlo un'altra volta perché di pietà non ne voleva dispensare ma con un colpo di talloni fece partire il cavallo al galoppo.
Ivan lo seguì di corsa fino al limite della casa, vedendolo sparire in lontananza fino a ché non poté più vederlo né sentirlo.
La pioggia riuscì quindi a inglobare speranze e desideri - tutto, rendendolo un'unica, magnifica cosa.
   
 
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