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Autore: Ciulla    08/11/2011    8 recensioni
Cena al ristorante di Rob e Jude.... Dal punto di vista della forchetta di Jude u.u
Genere: Demenziale, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eh.... Non insultatemi. E' una cosa particolare, la sto pubblicando per colpa di Giulia Kay che mi ha costretto ç__ç Dice che è bella ma fa paura!!
Vabè, criticate u.u
La parte tra virgolette (ovvero tutta la fic tranne una frase) è narrata dalla forchetta.


“Da quel giorno la mia vita non è più stata la stessa.
Un incipit comune a parecchi racconti, eppure non saprei come altro cominciare questa meravigliosa narrazione che mi accingo a compiere.
L’emozione mi prende ripensando a quanto ho assistito, e a tratti mi manca il coraggio di condividere con qualcuno questa esperienza che vorrei custodire gelosamente dentro di me.
Ma sto per finire i miei giorni, e sento il desiderio di confidarmi con qualcuno. Narrerò quindi la storia, e la narrerò partendo dal principio.
Nel corso della mia vita, mi sono abituata a un’esistenza monotona, caratterizzata da moltitudini di clienti noiosi e maleducati e da litri e litri di acqua e detersivo.
Grazie alla mia veneranda età, ho anche assistito al progredire del cervello umano, essendo stata uno dei primi testimoni del passaggio dal lavaggio a mano alla lavastoviglie.
Oh, che nostalgia! Ho passato ore e ore a raccontare alle forchette più giovani com’era bello, in passato, sentire ogni giorno il tocco familiare delle mani del cameriere che ti lavavano. Erano un vero toccasana per l’animo, dopo essere passata per tutto il giorno di mano in mano a clienti sconosciuti e maleducati verso le povere forchette. Quante cadute a terra, quante piegature sono stata costretta a sopportare!Ma finalmente, ora, è tutto finito.
Se non si è capito, ho odiato ogni singola persona che mi ha utilizzata, ho odiato ogni singolo istante della mia vita, fin da quando son stata forgiata nel metallo rovente.
Questo fino a quell’ultima sera.
Quella sera che ha segnato la fine della mia carriera da forchetta, che ha decretato la mia morte, ma che tuttavia è stata la sera più bella di tutta la mia esistenza. Forse l’unica sera bella di tutta la mia esistenza.
Ricordo perfettamente i pensieri che mi attraversarono la mente nel momento in cui il cameriere mi prese dal cassetto in cui riposavo. Ero seccata, avrei dovuto lavorare anche quella sera, e la nottata mi si prospettava lunga e noiosa, se non infame e dolorosa.
Fui appoggiata su un tavolo appartato, lontano dal caos presente al centro del locale. Un tavolo generalmente riservato alle coppie di fidanzati che pagano un extra per stare in solitudine a toccarsi indisturbati. Nessuno pensa a chi è costretto a sorbirsi tutte queste moine senza avere la possibilità di fare una lamentela che una.
Ma poi... Poi, quegli occhi. Quella strana tonalità di azzurro che caratterizzava le iridi di quel giovane mi ha fatto completamente perdere la testa. Ho pensato... Ho invidiato la fortuna della ragazza che l’avrebbe accompagnato.
E non so spiegarvi come ci rimasi quando scoprì che la ragazza che lo accompagnava... Era un ragazzo.
Un uomo, forse un po’ più vecchio di lui, con evidente rifiuto per l’eleganza, smoking stropicciato, cravatta annodata male, spettinato, eppure figo in maniera fuori dal comune.
Spostò la sedia al biondo e con un gesto cortese della mano lo invitò ad accomodarsi. Egli si sedette, mi prese in mano e si specchiò dentro di me, ravvivandosi i capelli e mandandomi letteralmente in estasi.
Jude, così lo chiamo il bruno. Mormorò questo nome passando una mano tra le dorate ciocche del giovane, mentre questi chiudeva gli occhi e respirava profondamente, carezzandomi distrattamente il dorso.
Oooooh, sì, Jude. Niente pietà per una povera forchetta eccitata.
Il moro prese la sua sedia e la accostò a quella del biondino. Gli mordicchiò il lobo sinistro e poi sussurrò nel suo orecchio: “Lascia stare quella forchetta, Jude, o giuro che divento geloso...”
Jude ridacchiò. “Oh, ma Rob, è una forchetta così arrapante, sai penso proprio che ti tradirò...”
“E io penso proprio che la farò fondere e ne ricaverò due anelli...”
Jude si irrigidì.
“... Per chiederti ufficialmente di sposarmi.” Concluse Rob.
Jude gli buttò le braccia al collo lanciando gridolini da checca impazzita, mentre Rob rideva e lo stringeva a sé con forza.
Alla fine della romantica cenetta, Robert mi nascose abilmente nel taschino della giacca per farmi uscire di nascosto dal ristorante. E dopo anni e anni di prigionia riassaporai l’aria fresca. Mi inebriò completamente, e la paura per la mia prossima morte svanì improvvisamente dal mio cuore.
Quest’uomo completamente pazzo mi avrebbe trasformato in due anelli? Va bene. Non riesco ancora a capire chi regalerebbe al fidanzato un anello di acciaio, ma va bene.
Beh, pazienza. Sto per essere fusa e vi affido queste mie ultime parole. Portatele con voi nel vostro cuore, abbiate comprensione per una povera forchetta che per lo stupido capriccio di un amante ha perso la propria esistenza.
Ma in fondo, sono contenta di morire. Non sarei riuscita a vivere allo stesso modo dopo aver visto quegli occhi.
Gli occhi di Jude.”

E la povera forchetta si sciolse lentamente e con un ultimo gemito silenzioso.
   
 
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