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Autore: peciota    08/11/2011    2 recensioni
One shot su ENT ambientata durante la 3X21 E2 - un tuffo nel futuro. I protagonisti principali sono la fantastica coppia Trip e T'Pol
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Charles Tucker III, T'Pol
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Sei stato un buon padre - disse Lorian guardando Trip negli occhi e sentendo un forte legame con quell’uomo che non era suo padre ma che in un certo senso lo era
- E’ strano potertelo dire adesso
- Deve essere stata dura crescere senza il tuo vecchio, mi dispiace -rispose Trip posando gli attrezzi con cui stava lavorando
- La tua morte ha lasciato un grande vuoto. In me, nel capitano, in tutti noi. In mia madre
- In tua madre?
- si - rispose Lorian continuando a lavorare sull'allineamento del motore - solo quelli che la conoscono bene hanno capito quando ha... sofferto. Ancora oggi pensa a te
- Oggi? Vuoi dire... Accidenti... Non pensavo che fosse ancora a bordo
- Volevi dire che non pensavi che fosse ancora viva. Si, lo è. Vive qui, con noi da sempre. E’ l’ultimo membro dell’equipaggio originale ad essere ancora vivo. E’ molto vecchia. E comincia ad essere stanca. Ma ne parla solo con me
Trip rimane perplesso e in silenzio per un pò. Quei paradossi temporali gli facevano venire il mal di testa e vedere un uomo che gli assomigliava, che gli ricordava suo padre, gli faceva un certo effetto.
Si girò verso Lorian e disse
- Tu pensi che io, ecco, che potrei vederla?
- Vederla? E’ molto diversa da quella che conosci tu
- Lo immagino ma... Lorian, avrei bisogno di chiederle una cosa. E’ una cosa importante
Lorian tacque e fissò un punto nel vuoto poi rispose - Gli lo chiederò ma non ti prometto nulla. Sa che sei qui e vederti ora per lei potrebbe essere imbarazzante e doloroso. Ma ti prometto che ci proverò
- Ti ringrazio
Continuarono a lavorare e non parlarono più di quella richiesta, per Lorian stare vicino a Trip era piacevole e stimolante. Si trovava nella strana situazione in cui era il figlio ad essere molto molto più vecchio del padre ma lo stesso voleva gustarsi quel momento. Suo padre gli era mancato immensamente.

Dopo un pò Trip si recò a parlare con il capitano. La sua preoccupazione era palpabile e lo capiva, il peso di quella missione stava diventando ingestibile. Quando uscì dalla breve riunione con Archer venne vinto dalla curiosità. La curiosità derivata dal fatto che voleva capire come si sarebbero evoluti i rapporti tra lui e T’Pol ma la discussione che ne seguì lo portarono ad un incontro che non provocò altro che frustrazione e rabbia. Decise che era il caso di pensare ad altro e si recò a cercare qualcosa da mangiare, trovò un angolo solitario e si mise a controllare gli ultimi calcoli. Era talmente immerso nei suoi pensieri che non si accorse della figura vicino a lui
- Trip...
Si volse di scatto e fece quasi un balzo sulla sedia
- Scusa, non volevo spaventarti - disse la giovane donna di fronte a lui
- Karyn...
- Posso disturbarti?
- Certamente, dimmi tutto -rispose Trip lasciandole un pò di posto vicino a lui
- Certo che sei proprio come ti hanno descritto... Scusa non sono venuta qui per questo. C’è una persona che hai chiesto di vedere. Ti aspetta
- T'Pol mi aspetta? Veramente?
- Si, sempre che tu sia ancora dell’idea
- Si, certamente. Sinceramente non ci speravo - disse passandosi un dito sulla fronte
- E’ quello che ha detto lei. Diciamo che ti voleva un pò stupire. Cerca solo di ricordare che è molto diversa da quella che tu vedi ora - Lo posso immaginare
- La trovi nel suo alloggio, è sempre quello, non è cambiato. E’ stato anche il vostro alloggio
Trip fece un mezzo sorriso, finì di mangiare e si alzò - Grazie
- Di nulla

Camminare per i corridoi di quella vecchia Enteprise lo emozionava, vedere persone diverse da quelle che si sarebbe aspettato e incontrare dei bambini era qualcosa di particolare e unico. Arrivato davanti alla porta di T’Pol, una porta conosciuta e sconosciuta nello stesso tempo, sospirò, raddrizzò le spalle e suonò il campanello. La porta di aprì senza che nessuno rispondesse.
Entrò lentamente con il cuore in gola, fece solo due passi e si fermò a guardare verso l’oblò. Vide una figura che si stagliava nella penombra, sentiva il suo respiro, era leggermente affannoso. Alla fine si decise
- Grazie di aver accettato di vedermi - disse
- Grazie a te di essere qui - rispose una voce, una voce con un leggero tremolio, una voce femminile e vecchia, vecchia e stanca Trip ebbe un improvviso monito di tenerezza e si avvicinò lentamente
- La vuoi una tazza di caffè? l’ho preparato da poco, apposta per te. Il latte quello non lo abbiamo, purtroppo- chiese T’Pol uscendo dall’ombra e avvicinandosi al suo tavolo
Trip seguì i suoi movimenti e sospirò sonoramente
- Scusami - disse - sono un pò teso
- Capisco forse è per questo che non volevo vederti, sono molto molto diversa da quel che ricordi. Sono vecchia mentre tu sei così giovane e hai un’immagine di una T’Pol che non è più quella vera, almeno per me
- No, non è per questo - rispose lui prendendo la tazza che T’Pol gli porgeva - Posso... posso venire a sedermi vicino a te?
Lei non rispose e quindi lui lo prese per un si e si avvicinò ancora. T’Pol si era seduta sul letto e lui si mise a fianco a lei. Bevevano in silenzio. Il caffè era buono, caldo e forte. Trip si girò verso di lei a guardare il suo profilo, osservando ogni particolare di quel viso che conosceva bene.
- Sei sempre tu
Lei si girò e lui vide una profonda tristezza nei suoi occhi, ma anche, sotto la superficie, lo sguardo che conosceva
- Si, sei sempre tu. Sei sempre T’Pol
- Lorian mi ha detto che avevi una cosa da chiedermi, che era importante
- Gli ho mentito
T’Pol lo guardò senza capire
- Non ho una cosa da chiederti ma molte. Spero che tu mi possa rispondere perchè da quando è iniziata tutta questa storia mi sembra di impazzire
T’Pol sospirò ma rimase in silenzio in attesa. Trip non era un uomo che pensava molto prima di agire o che aveva problemi a dire quello che gli passava per la testa ma quella volta cercava il modo giusto di esprimere quello che sentiva, di risolvere quel senso di insoddisfazione che lo paralizzava.
- Tu... noi... - sbuffò indispettito - oh al diavolo - Si battè una mano sul ginocchio - lo so che non è una domanda da fare ad una vulcaniana ma quello che volevo sapere è se sei stata... ecco... se sei stata felice con me
T’Pol bevve ancora un sorso dei suo tè e posò la tazza con lentezza
- Tu mi ha permesso di vivere e non sopravvivere. Mi hai salvata da me stessa, mi hai permesso di capire le mie paure e superarle. Siamo stati felici, si. Anche se non è molto vulcaniano da dire, come dici tu, siamo stati felici. Io non riesco ad immaginare come sarebbe stata la mia vita senza di te.
Trip sospirò come se si fosse tolto un peso dal cuore. Solo che non era tutto
- Il punto è che tu non ti lasci avvicinare, adesso. Mi eviti, se cerco di parlati sei peggio che indisponente
- La tua T’Pol ha paura, Trip. Vero terrore
Lui fece la sua faccia più stupita
- Si, paura di quello che sente e che gli fai sentire. Pensa che perderà il controllo di se stessa. Ed è vero. Si sta consumando, non potrà governare più le emozioni come prima e questo non riesce ad accettarlo
- Vorrei aiutarla... aiutarti
- Ma tu mi hai aiutata. Ora devi aiutare lei
- Come? Non so come...
- Convincila che non hai paura di lei. Falle sentire la tua presenza anche se so che non ti aiuta in tal senso. Scuotila dal suo torpore Trip bevve ancora un pò caffè, in silenzio
- Deve essere stato difficile per te. Io sono abituato a riconoscere le mie emozioni ma per te... adesso capisco che deve essere molto doloroso
- Si, lo è stato ma poi ho sentito una cosa che mi fatto capire molte cose
- Cosa hai sentito?
- Il tuo amore, Trip. - disse T'Pol -Perchè tu l’ami, non è vero?
Trip si voltò verso di lei e rispose semplicemente -Si
- Già, me lo hai detto. Tanto tempo fa
- T’Pol...
Lei si girò lentamente
- Perchè Lorian?
- Lorian era il nome di mio padre. Quando è nato mi hai chiesto il nome di mio padre e lo hai scelto per lui
- E’ cresciuto bene
- Si, è molto legato a te. Eravate inseparabili
- Ma noi... dopo quanto tempo, ecco, dopo quanto tempo ci siamo sposati?
T’Pol si rigirò verso l’oblò e osservò le stelle che conosceva bene
- Dopo un anno. Ci hai impiegato un pò a convincermi, come sai sono una persona testarda. Quelle che avevo chiamato esplorazioni sono continuate e alla fine mi hai messo alle strette. Non sono potuta più sfuggire e ho dovuto affrontarti e affrontare quello che provavo. A quel punto mi hai chiesto di sposarti. Dal punto di vista umano sei stato molto... romantico. Ma tu lo sai essere. E io ho accettato. Questa nave era diventata una nave generazionale e noi dovevamo vivere e trovarci un compagno. Un giorno mi hai chiesto se volevo provare ad avere un figlio. Io all’inizio rifiutai e tu non hai insistito. Poi ho capito da sola che invece era la cosa più logica da fare: un figlio nostro avrebbe aumentato la possibilità di riuscita della missione e inoltre era il normale conoramento ed evoluzione del nostro rapporto. Quando Lorian è nato erano passati otto anni dal momento in cui incappammo nella distorsione, nessuno dei due si aspettava che Phlox riuscisse nell’intento
- Otto anni... Lorian mi ha detto che sono morto quando lui ne aveva 14. Quindi siamo stati insieme per quasi 22 anni...
- Si - si voltò di nuovo verso di lui - e sono stati anni felici, nonostante la situazione
- Mi dispiace di averti lasciato sola così presto
- E’ quello che hai detto prima di morire “Mi dispiace lasciarti sola così presto” le stesse parole
Trip sfiorò delicatamente lo zigomo di T’Pol, poi le passò un dito dietro l’orecchio spostando una ciocca di capelli
- Trip..
- Shhh, non dire niente, ti prego non dire niente
Si guardarono a lungo negli occhi, gli separava una vita intera, una vita passata senza conoscersi, senza vedersi ma li legava qualcosa. Trip non sapeva se era il suo desiderio di capire la sua T’Pol o quello che vedeva negli occhi della T’Pol che aveva davanti. Una donna con cui lui o quello che era stato, aveva condiviso più di 20 anni della sua vita. Lentamente le sue braccia circondarono le spalle della vulcaniana e si stupì di sentirla così fragile. Lei inizialmente fece resistenza, poi gli posò il viso sul petto e per un momento, un momento solo, le sembrò di tornare a tanti anni prima quando appoggiava il suo orecchio al petto di Trip quando lui dormiva per sentire il suo cuore battere.
Poi lentamente, quasi senza rendersene conto, iniziò a cantare
- Sunshine on my shoulders makes me happy, sunshine in my eyes can make me cry, sunshine on the water looks so lovely...
- Sunshine almost always makes me high, if I had a day that I could give you, I’d give to you a day just like today, if I had a song that I could sing for you, I’d sing a song to make you feel this way... (1) - Proseguì Trip ma fermandosi presto mentre una specie di singulto gli impediva di continuare, tale era la sorpresa e volendo imprimersi bene nella memoria quel momento.
- E’ tempo che tu vada - disse T’Pol scostandosi lentamente
Lui le prese le mani fra le sue e se le portò alle labbra baciandole con delicatezza, poi si alzò dal letto
- Buona fortuna - gli disse T’Pol senza guardarlo uscire
- Grazie - rispose lui - grazie di tutto

I suoi piedi lo portarono dove voleva senza che se ne accorgesse, aveva la vista annebbiata e non capiva il perchè. Quando arrivò negli spazi della “sua” Enterprise e rivide le persone che aveva imparato a conoscere e apprezzare si fermò per un attimo, spaesato. Si passò le mani sul viso e si stupì di trovarsi le dita bagnate. Le lacrime gli scorrevano lungo le guance senza che lui riuscisse a fermarle e una specie di nodo gli stava bruciando la gola. Pensava a Lorian, a cosa voleva dire vivere vite intere in attesa di qualcosa, pensava alla T'Pol che aveva cantato con lui, una cosa così incredibile ed emozionante nello stesso tempo. Lo colse un emozione fortissima pensando a se stesso, al capitano, alla T'Pol che conosceva . Vagò per i corridoi mentre si accorgeva a malapena degli sguardi preoccupati dei suoi compagni e infine si appoggiò lungo una delle paratie. Mise la testa indietro e appoggiò le braccia alle ginocchia piegate mentre i singhiozzi gli scuotevano le spalle. Pianse a lungo, da solo, nel silenzio e nel buio.

T’Pol non lo avrebbe ammesso mai ma era stata profondamente turbata da quello che la sua controparte le aveva detto. In quel momento lei non sapeva esattamente cosa voleva, non conosceva veramente quali sentimenti erano in lei. Non li riconosceva, sapeva solo che li doveva fermare. Ebbe un secondo di titubanza quando vide Trip che lavorava su uno dei pannelli ma non poteva continuare a evitarlo. La breve discussione avuta quel mattino non aveva fatto altro che aumentare la sua tensione ma c’era bisogno di tutta la sua esperienza e capacità.
- Posso aiutarti in qualche modo?
Trip si voltò verso di lei, aveva lo sguardo vacuo e stanco oltre a gli occhi rossi e cerchiati
- No, grazie - rispose si voltò e riprese il suo lavoro, poi mentre lei stava andando via continuò - sai, stavo pensando a mio padre
- Non capisco - disse lei tornando indietro
- Non so se gli ho mai detto che è stato un buon padre. Sono andato via da casa quando avevo 18 anni per entrare in accademia, da allora non abbiamo passato molto tempo insieme ma lui è stato un buon padre per me. Sarà il caso che gli lo faccia sapere, in qualche modo. Non credo di avere la possibilità di farlo dopo che sarà morto e io vecchio. Oppure morirò in questo posto maledetto e lui non lo saprà mai
- Dovresti farti dare qualcosa da Phlox, qualcosa per riposare. Sei molto teso
- Non ho bisogno di dormire, T’Pol. Proprio no
- Se così credi... - e fece per avviarsi ancora una volta
- E così tu credi che sia stato un errore, non è vero? - chiese Trip voltandosi di nuovo
- Ti riferisci al nostro incontro sessuale? - chiese T’Pol
- Certo che mi riferisco a quello - rispose lui piccato e chiudendo il pannello a cui stava lavorando con un movimento secco - Ma sai una cosa? per me non è stato un errore
T’Pol stava per parlare ma lui alzò una mano verso di lei e proseguì - e adesso mi ascolti fino in fondo. Io ho riflettuto molto a lungo su quanto è successo, prima e dopo. Si, sono capace di riflettere e meditare su quanto succede anche io, non è una tua sola prerogativa. Io so quello che ho sentito, e non erano sensazioni solo mie, provenivano da te
- Tue proiezioni...
- No! nessuna proiezione o illusione, T’Pol
- E cosa avresti sentito? - chiese lei allontanandosi impercettibilmente e incrociando le braccia
A Trip non sfuggì questo particolare e si fece coraggio - Ho sentito desiderio. Tenerezza. Bisogno di appartenenza. Stupore. Tutte queste cose
- Non è semplicemente possibile
- Balle!
T’Pol inarcò un sopraciglio per la sorpresa, Trip sembrava in collera, ma non era solo quello. Non comprendeva appieno il motivo della tensione
- Stai dicendo una serie incredibile di bugie, T’Pol - disse lui avvicinandosi a lei - e so anche il perchè. Ne abbiamo già parlato ma adesso lo ribadisco: tu hai paura di quello che provi. Pensi che i tuoi sentimenti e le tue emozioni ti schiacceranno con il loro peso. Stai scappando, stai fuggendo da qualcosa da cui non puoi fuggire
- Tu non sai cosa dici - rispose T’Pol muovendosi per andarsene
- Aspetta! - le urlò dietro Trip e prendendola per il braccio - tu non sei più la stessa. Stai sempre da sola, ti crogioli nella tua paura e nella tua disperazione, soffri da sola e ti consumi nel tentativo di bloccare qualcosa che non si può bloccare. Io non ti riconosco più: non vedo più il fuoco nei tuoi occhi, non vedo più la T’Pol abituata a scontrarsi, a lottare. Tu hai smesso di lottare e stai solo tentando di nascondere la realtà. Ma non è così che vincerai. Non è nascondendoti che otterrai qualcosa
- Tu non sai di cosa stai parlando - rispose lei sibilando
- E invece si che lo so. Dalla realtà non si fugge, T’Pol. La realtà si affronta, la sofferenza la puoi vincere solo se la guardi in faccia. I problemi non scompaiono se gli sfuggi, li puoi risolvere solo se gli affronti. La paura non può avere la meglio su di te se la guaderai in faccia, fissa negli occhi, perchè la paura uccide la mente se lasci che sedimenti e prenda il sopravvento. Io la conosco la paura, come chiunque su questa nave. Siamo esperti di paura, ma la affrontiamo tutti i giorni, c’è la paura dell’ignoto, di quello che non conosciamo. C’è la paura di non riuscire, di deludere i nostri cari, i nostri compagni. C’è la paura di non sapere come sostenere una situazione. La conosco la paura, stanne certa. Ho paura anche adesso, anche in questo momento. E non di te, come tu pensi in modo errato. Ma per te
- Perchè? Perchè insisti in questa strada? Non devi farti coinvolgere così
- Ma non capisci? Cristo, T’Pol! Non è stato per una volta che lo abbiamo fatto... non è stato per aver fatto l’amore con te una volta che ti dico questo. Io non ti permetterò di perderti. Non ti permetterò di cedere senza combattere
- Perchè? - T’Pol stava quasi urlando, si divincolò dalla stretta di Trip e iniziò a camminare lungo il corridoio, poi si voltò - Perchè insisti su questa strada? Ti ostini a dirmi cose che non sono vere, tu... tu non sai come mi sento. Tu non sai nulla! Lasciami in pace - disse terminando con una voce bassa e roca e uno sguardo spaventoso.
Trip per un secondo ebbe quasi l’impressione che avrebbe potuto ucciderlo, lì, in quel momento. Per un solo fugace istante vide come dovevano essere stati i vulcaniani un tempo, ma si riprese subito, con una velocità che lo stupì
- No
- In che senso?
- Cosa non ti è chiaro nella parola “no”? No, non ti lascerò in pace, come dici tu perchè questa non è pace è non vita. No, non ti permetterò di nasconderti in un angolo. No, non ti abbandono. E ancora no, non ti lascio sola - disse lui avvicinandosi sempre di più a lei
T’Pol si ritrovò con le spalle alla parete nell’apparente impossibilità di allontanarsi
- Ancora non capisco cosa vuoi. Che tipo di sensazione vorresti provare? Aver avuto un incontro sessuale con un’aliena è stato così appagante che vuoi ripetere l’esperienza? - chiese T’Pol con un tono stranamente sprezzante
Trip appoggiò le mani sulla parete dietro T’Pol, a fianco del suo viso e la fissò con intensità
- No - rispose con inconsueta dolcezza, poi sospirò - non con un’aliena. Con te. Con te è stato appagante. Perchè lo desideravo, come lo desideravi tu. Perchè ho sperato che fosse bello per te come lo era per me. Perchè sei nella mia mente, nel mio cuore. Da tempo T’Pol, da tempo. Solo che non lo avevo capito.
T’Pol aveva il respiro accelerato e cercava di evitare gli occhi dell’uomo che aveva di fronte ma non ci riusciva, sentiva come un gorgo che la attirava, come una calamita. Voleva allontanarsi ma nello stesso tempo non ci riusciva. Avrebbe potuto facilmente andare via, sapeva che Trip non la avrebbe fermata. Ma non voleva. Dovette ammettere con se stessa che non voleva.
- Vorrei farti capire che non ci sono solo sensazioni troppo potenti da controllare T’Pol. Che l’amore non è distruttivo. E la cosa che vorrei di più al mondo, in questo momento è stare con te e baciarti ancora. E poi vorrei portarti lontano da qui e farti conoscere i posti dove sono nato, portarti sulla spiaggia dove andavo da bambino e cantarti le canzoni che cantava mio padre quando andavamo in barca insieme. E non mi domandare ancora perchè. Il perchè lo sai e pensi di non riconoscerlo. Ma io adesso lo riconosco. E il punto non è se tu hai paura di provare qualcosa per me. Il punto adesso è che io ti amo. Questa è la verità. E di verità ce ne sempre una sola. Io ti amo e questo non si cambia. E io ti amo troppo per lasciare che ti perdi in te stessa. Forse scoprirai che mi ami anche tu o forse no ma adesso non mi importa. Perchè sono solo un umano impulsivo e illogico ma non posso stare senza di te
E senza sapere esattamente cosa stava facendo avvicinò il suo viso a quello di T’Pol, lentamente, guardingo, in parte stupito. Gli occhi di T’Pol erano lucidi ma vivi, senza nessun ombra, incredibilmente limpidi.
E le sue labbra avevano il sapore del mare.


(1) John Denver -Sunshine On My Shoulders http://www.youtube.com/watch?v=NGC1UjVJ99I&feature=related
  
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