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Autore: Violet Tyrell    08/11/2011    3 recensioni
E proprio quando tutto sembrava finito, la vita ricominciò. Continuando il suo eterno percorso e donando una seconda chance; nel momento in cui aveva chinato il capo alla sorte che lo aveva punito, tutto era nuovamente cambiato.
Non se lo meritava.

Spin Off di "Specchi Infranti" - Kanon e Camilla
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Kanon
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un caloroso saluto a tutti quanti voi, sono tornata con uno spin off della mia amata " Specchi Infranti "e che tratterà particolarmente di Kanon e del suo incontro con Camilla.
Informo i lettori che senza leggere quella storia, almeno fino ad un certo punto anche se gradirei tutta per amor di completezza xd, è impossibile capire qualcosa di questa^^ farò comunque un brevissimo riassuntino giusto come intro, poi sta a voi decidere se continuare oppure no. Valgono gli stessi avvertimenti dell'altra storia( What If, OOC) giusto per restare in tema.
Kanon e Saga si ritrovano nuovamente in competizione quando Homotsu, la silver saint della Colomba, si interesserà di loro palesando però a Saga la propria preferenza; tuttavia, grazie anche ad una serie di equivoci e malintesi, lui si allontanerà dal Santuario dopo uno scontro verbale con Sion(padre della ragazza, a sua insaputa) e lei cercherà un ingenuo conforto in Kanon. Quando lui capirà di essere stato sfruttato darà ascolto alla voglia di vendetta che lo porterà ad ordine assieme ad Aphrodite un piano ai danni di Homotsu e dello stesso fratello dopo essere stati rinchiusi a Capo Sounion per complotto contro Atena: grazie anche alla comparsa della gemella di Homotsu- che porta casualmente lo stesso nome di lei e serve Gea, la nonna - la rapiscono e la tengono segregata per mesi. Nel frattempo la ragazza mostra i segni di un'inaspettata gravidanza che complica le cose; il loro inganno cade all'ottavo mese quando la malefica Homotsu viene smascherata al Santuario - dove aveva preso il posto della gemella - e Gea scopre il nascondiglio dei tre. Aphrodite viene ucciso dalla stessa Dea che non riscontra in lui alcun pentimento mentre Kanon viene graziato dalla stessa perchè scorge in lui un rimorso sincero che non basterà comunque a suo fratello, diventato nel frattempo molto più succube della parte malvagia.
A questo punto Kanon viene tenuto prigioniero al Santuario e dopo la nascita di Alexandros, avvenuta tra mille dolori, Saga decide di occuparsi personalmente di lui; assieme a Death Mask e Mu lo porta lontano per porre fine alla sua vita: inaspettatamente Saga cambia idea all'ultimo momento e lo ammonisce di non farsi mai più vedere. Da questo momento la vita di Kanon sarà quella di un uomo in fuga che per il mondo dei Saint è morto da traditore.(questo ultimo pezzo verrà rivelato solo nell'epilogo, a tutti gli effetti lungo la storia si pensava fosse veramente morto u.u)

Ringrazio tutti coloro che hanno recensito(81 bellissime recensioni allo stato attuale, a cui risponderò alle ultime appena ho tempo volevo aspettare un pò^^) e anche coloro che l'hanno inserita tra i preferiti, ricordate e seguite. Siete in tutto 10, vi voglio un bene dell'anima sapete? Ovviamente anche grazie a chi ha letto solamente. E grazie anche a chi mi seguirà in questa avventura, ho voluto omaggiare Kanon avendolo veramente trattato male nella long ç__ç ma è vivo <3 ed è qui con noi perciò buona lettura^^



E l'acqua laverà via i tuoi peccati

Capitolo 1 - Accettarsi



E proprio quando tutto sembrava finito, la vita ricominciò. Continuando il suo eterno percorso e donando una seconda chance; nel momento in cui aveva chinato il capo alla sorte che lo aveva punito, tutto era nuovamente cambiato.
Non se lo meritava.
Di questo ne era sicuro. Aveva avuto mesi per pensarci, prima rinchiuso a Capo Sounion assieme al cavaliere dei Pesci con cui aveva complottato contro Atena e il Sacerdote ma, sopratutto, contro il proprio stesso fratello. Un legame che da sempre lo vedeva come perdente, come l'eterno secondo e che ancora una volta l'aveva visto sconfitto.
L'armatura era tornata addosso a Saga dopo averlo temporaneamente accettato, ed era sempre stato così in fondo: mai totalmente sua, solo presa in prestito, un continuo ciclo che ora era stato bruscamente interrotto.
Anche lei non era mai stata sua, nuovamente un prestito, un dono che aveva cercato di rubare al fratello ma che come qualunque cosa era tornata a lui, senza mai vacillare; l'aveva odiata in quelle settimane guardando la sua pancia crescere e la fedeltà incrollabile. Anche a lui sarebbe piaciuto avere qualcuno capace di affezionarsi a lui in un modo tanto disinteressato, lo aveva visto in quegli occhi rossi che erano buoni, al contrario di quella gemella pazza da legare.
Aveva ancora i brividi, lei che era riuscita a scappare e a lasciare tutta la colpa su di lui. Certo, anche lui aveva avuto un ruolo in quella vicenda ma sentiva l'ingiustizia della realtà, che aveva scaricato sulle sue spalle l'intera responsabilità. Aphrodite era morto ma contemplava quasi con indifferenza quel decesso, non erano mai stati amici e li aveva uniti solamente un malato desiderio di vendetta che era stato più del cavaliere dei Pesci che suo, ora lo riconosceva.
Suo e di quella ragazza che riteneva di avere il mondo in pugno.
Lei, che credeva di ingannare Saga solo perché assomigliava a chi il cavaliere aveva donato il suo cuore: invece suo fratello era stato furbo anche se nessuno fino all'ultimo aveva sospettato nulla. Almeno lui era capace di essere buono, si disse osservando il proprio riflesso nello specchio: l'aria pallida di chi è reduce da una lunga malattia aveva convinto la gente a girare la testa per strada.
A compatirlo.
Non c'era nulla che detestava di più.
Ed ora eccolo, a trentun anni era l'ombra di sè stesso, non possedeva più nulla se non quei vestiti che indossava mentre vagava senza meta precisa per la capitale inglese. Bandito dalla sua patria dallo stesso fratello che avrebbe dovuto versare il suo sangue per lavare via la macchia della vergogna dal loro nome.

- Vattene. Sparisci ora e non tornare mai più. - Gli occhi increduli di Kanon, riverso a terra e coperto di sangue che macchiava la spiaggia, erano rivolti a quelli di Saga che lo osservava con freddezza.
Ma non era solo quello, c'era un sottile velo che ricopriva le iridi rosse del gemello: lacrime che non volevano scendere, il dolore di portare la mano su chi aveva nelle vene lo stesso sangue, l'incapacità(che brutta parola) di commettere il reato peggiore era ciò che baluginava nei suoi occhi ma Kanon era ancora a terra. Una ferita piuttosto profonda lo dilaniava ma - e se ne rese conto - non era mortale. L'aveva stordito e basta anche se non al punto da rimanere senza conoscenza; Mu e Death Mask stavano poco dietro Saga, in silenzio ma con l'espressione sorpresa. Nessuno dei due però contestò Gemini, la responsabilità dell'azione era sua e loro non si intromettevano: un appoggio incondizionato, la promessa di un futuro silenzio anche di fronte alla Dea che non avrebbe saputo nulla.
Un tradimento a tutti gli effetti, un segreto tra amici secondo loro.
- Perchè? - Si era alzato come se non credesse ai suoi occhi, come se non gli interessasse più vivere e desiderasse pagare per quanto commesso: Saga aveva osservato gli occhi del fratello, quelli che l'avevano convinto a non finire ciò che aveva avuto l'intenzione di fare.
- Te lo ripeto, sparisci e sarai come se non esistessi più. - Una condanna ma lui doveva capire la verità, comprendere che non ci sarebbe più stato un futuro per lui in Grecia, nè avrebbe avuto motivo per averlo dopo quanto fatto. Ma lontano, altrove, forse almeno lui poteva rinascere: se lo meritava? Una domanda che non trovava risposta ma che in quel momento non poteva avere una sentenza di morte. Forse il giorno successivo tutto sarebbe cambiato ma per allora lui sarebbe scomparso, per sempre; Kanon guardò il fratello sentendo curiosamente una ricucitura nell'anima.... e capì. In quel momento, mai come allora, si comprendevano.
Non gemelli ma fratelli.
Una famiglia, quella che non erano mai stata.

E così l'aveva accontentato teletrasportandosi via, il più lontano possibile senza curarsi della meta finale che l'aveva portato a Londra; era quasi sera e non faceva freddo in quel giorno di Settembre. Quel mese gli ricordava Shaka, curioso perchè fino a quel momento non avrebbe mai immaginato di pensare a qualcuno di loro come a delle persone ma solo come a compagni: camminava goffamente cominciando a sentire un dolore lancinante all'addome e poi tutto era stato buio.
Si era svegliato in un'ospedale, una donna dai capelli biondi di fianco al letto dove era sdraiato e che chiacchierava allegramente come se fossero stati amici: si chiamava Marianna De La Mater Cicester, e gli aveva detto che era stato salvato.
Ma a cosa gli serviva? Perchè non aveva una risposta, una ragione per continuare quella vita che vedeva sempre più nera? Nonostante tutto non credeva che Saga gli avesse fatto un favore, ora sarebbe stato costretto a pensare continuamente a quello che aveva fatto senza potersi perdere nel nero oblio.
- Devi uscire, Kanon, che ci fai sennò sempre qui? Ormai sei guarito, devi goderti la vita. - Era simpatica la voce di Marianna, una donna italiana che aveva sposato un ricco inglese: gli aveva raccontato molti aneddoti della sua vita, un pò come se volesse aiutarlo a distrarsi pur non domandandogli nulla di sè. Il nome gli bastava, o così aveva detto. E dopo una settimana l'aveva convinto ad uscire, ad ammirare la Londra diurna e notturna per conoscere nuova gente; a quel pensiero Kanon si sentiva quasi peggio fisicamente.
Forse per quel motivo si era fermato davanti ad un elegante teatro dove quella sera si sarebbe tenuto uno spettacolo di danza classica; sbottò pensando a quanto ridicola fosse quella situazione. Che cosa ci veniva a fare là? Ma quel cartellone attirò la sua attenzione, o meglio un nome: una certa Camilla De La Mater Cicester si esibiva quella sera come danzatrice singola, spalleggiata dal gruppo di danza di cui faceva parte. Era in scena "Il Lago dei Cigni" e lei interpretava la parte di una certa Odette, nome a lui ignoto.
Aggrottò le sopracciglia. Forse era il cognome ad attirarlo, il ricordo della donna gentile che lo aveva aiutato a renderlo propenso ad entrare; naturalmente dal retro, non possedeva denaro per cui avrebbe solo dato uno sguardo in giro senza dare nell'occhio. Nessuno era in circolazione, probabilmente erano tutti impegnati con lo spettacolo e lui ne avrebbe approfittato per vedere che cosa attirava la gente lì: c'era una coda lunghissima per entrare, ne valeva magari la pena?
- AHHHHH - Un grido eccheggiò poco lontano e lui si voltò immaginando chissà quali pericoli: era ancora abituato all'imprevisto per ricordare che non faceva più parte del mondo dei cavalieri. L'istinto però non poteva essere cambiato, perciò senza pensarci troppo afferrò per la vita la ragazzina vestita di bianco che aveva gridato e stava scivolando, evitandole di cadere a terra e farsi eventualmente male.
- Se becco quel deficente che ha messo la cera al pavimento me lo ingoio vivo! E tu chi sei, il mio angelo custode? - Per un momento Kanon rimase sorpreso da quel linguaggio tanto scurrile per lui e si rese conto, guardandola meglio, che doveva essere molto giovane: a occhio e croce tredici anni anche se non avrebbe saputo dirlo, in fondo le sacerdotesse erano molto più posate e controllate della ragazzina bionda.
- Io un angelo? Beh vedila così se ti va..  - sbottò il ragazzo, ben sapendo quanto il suo ruolo fosse dissimile da quello di un angelo ma lei sembrò non fare caso a quel modo brusco perchè si sistemò quell'assurdo vestitino che indossava e levò le scarpette. Kanon non aveva mai visto un abbigliamento tanto sconveniente su una della sua età, persino le armature delle donne gli sembravano più caste(ed è tutto dire ahahah) di quella bambina bionda che portava senza vergogna un abitino corto e senza gonne lunghe o pantaloni.
- Ottimo, mi serviva un angelo custode. Seguimi e fai quello che ti dico, devo arrivare al palco senza incidenti, oltre a trovare l'idiota che ha fatto sta genialata assurda. - E senza chiedergli il permesso lo afferrò per un braccio con sorprendente forza e lo trascinò con sè.
Kanon non si aspettava tanta decisione e si lasciò condurre anche se dopo un pò se la scrollò di dosso, preferendo limitarsi a seguirla: notò che teneva le scarpine in mano e camminava a piedi nudi - con le calze coperti - senza vergognarsi. Attraversarono tutto il teatro per raggiungere quello che lui chiamò spogliatoio o qualcosa del genere.
- Grazie angelo custode, per sdebitarmi prendi questo: è per la tribuna d'onore. - E gli diede in mano un biglietto gratuito prima di scomparire oltre quelle tende di velluto: Kanon non era neppure riuscito a parlare, sconvolto da quel modo di fare tanto disinvolto. Di solito le ragazze - sacerdotesse - portavano il rispetto verbale ai cavalieri d'oro, non si era mai trovato a dover essere trattato come un suo pari. Anzi, come un suo inferiore, pensò ricordando il modo di fare infantilmente autoritario e spiccio della ragazzina.
Nonostante quello decise che avrebbe dato un'occhiata a quello spettacolo e attirò l'attenzione di tutti vestito a quel modo così spartano, rispetto all'eleganza degli altri che si chiedevano come mai uno del genere avesse diritto ad un posto tanto esclusivo. Ignorò le occhiate e si concentrò sul palco, di cui aveva una visuale perfetta osservando il gruppo di ballerine che avevano iniziato il loro spettacolo.
Non se ne intendeva ma gli sembravano tutte identiche, neppure una che fosse diversa: avevano tutti i tutù di vari colori ma non trovò quella ragazzina bionda che aveva visto prima. Si indispettì perchè avrebbe voluto vedere come se la cavava solo per dire che c'era stato.
E poi la riconobbe non appena le luci si posarono su di lei, sola al centro del palco, l'attenzione di tutti rivolta solo a lei. Danzava sulle note di una struggente musica senza nessuno attorno, le altre ballerine quasi del tutto in ombra. Pareva volteggiare sulle nuvole tanto sfiorava semplicemente il palco.
Era radiosa. Osservò meglio quel foglio dello spettacolo che gli avevano consegnato: allora era lei la solista, trovò curioso che non gli avesse accennato alla cosa. E nel vederla muoversi con tanta grazia trovava difficile credere che si trattasse della stessa urlante ragazzina che imprecava contro il pavimento.






Angolo Vio


Allora spero che vi piaccia. Il capitolo è fatto apposta per essere diviso in due parti: la prima dove Kanon è ancora reduce da quanto accaduto, pieno di sensi di colpa(se non si capiva XD) ecc.. e poi la seconda parte, dove lo stesso incontra appunto Camilla.
Stando alla mia cronologia lei attualmente ha 15 anni circa(lui dice 13, ma io vi assicuro 15 XDD) così come lui ne ha 31-32. Lo so che la differenza d'età è notevole ma così è stata concepita la storia e non cambierò u.u vedete bene come Camilla sia un peperino no?XDDD Nel pieno rispetto del regolamento di EFP non ci sarà mai descrizione alcuna di atti sessuali tra i due pg data la differenza d'età.
Il lago dei cigni mi è sempre piaciuto, non l'ho mai visto di persona ma so che è bello: se esista una parte"solista".. non ne ho idea ma qui si. Siamo circa nel 1989.
Ringrazio già chi recensirà o leggerà solo. Un ringraziamento particolare alla mia cara Beta U__U che è ufficialmente colei che mi stroncherà le cose xdddd scherzo u.u ovviamente parlò di GioTanner u.u
p.s. Vi chiedo di non recensire se non siete al corrente della storia principale o, almeno, del pezzo^^ solo perchè altrimenti non sarebbe coerente, no, commentare qualcosa di cui si conosce solo questa parte(ma ovviamente potete sempre leggerla ora, non è lunghissima^^)


   
 
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