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Autore: Faye_92    08/11/2011    2 recensioni
Sette ragazzi, i migliori sicari sulla piazza, vengono contattati da un misterioso committente che decide di sottoporli ad una serie di prove prima di decidere a chi commissionare l' omicidio di un grosso pescecane della finanza.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 2





Caracas, Venezuela.




- llamada telefónica al señor Banderas -
Una telefonata per me? Possibile che non si riuscisse mai a lavorare in santa pace?
- Estoy - replico alzandomi in piedi e lanciando un sorriso di scuse al signor Campos - Pido disculpas -
L' uomo mi rivolge un cenno del capo, continua ad indossare gli occhiali da sole e la cosa non mi piace, voglio vederla negli occhi la persona con cui sto parlando. Nel novantanove percento delle volte chi non ti guarda negli occhi o vuole fregarti o non è sincero, ebbene tendo ad incazzarmi quando un cliente prova a fregarmi.
Raggiungo l' apparecchio, definirlo telefono sarebbe un insulto alla tecnologia, ma diciamocelo non sono venuto fino  a Caracas per preoccuparmi degli apparecchi telefonici dei bar. Sono curioso malgrado tutto, solo una persona con i giusti contatti sarebbe riuscita a trovarmi qui; quindi andando per esclusione deve trattarsi o di Evan o di qualche lavoro. Magari qualcosa d' interessante, anche perchè non credo accetterò il lavoro del signor Campos, lavoro solo per gente che mi ispira fiducia e diciamocelo Manuel Campos non è proprio il tipo d' uomo a cui andresti ad affidarti; se è per questo non è neanche il genere d' uomo che vorresti avere come nemico e chissà perchè, ma il mio sesto senso mi dice che al vecchio Manuel il mio rifiuto non farà piacere, mi viene da chiedermi quale sia stata l' ultima volta in cui quell' uomo ha ricevuto un no come risposta, sempre ammesso che sia mai successo.
-   Son Banderas - dico portando il ricevitore all' orecchio
- Lo so bene chi sei niño - replica una voce fredda e strafottente al tempo stesso.
Van Dagger?
Sento le labbra stirarsi in un accenno di sorriso, è passato un anno da quando ho sentito per l' ultima volta il mio maestro.
Se ha chiamato c' è solo una spiegazione, un lavoro, spero vivamente che sia qualcosa di interessante e quando dico interessante intendo qualcosa di pericoloso. Amo il rischio, se non fosse così non avrei scelto questo lavoro. Per fare un esempio non riesco a capire cosa ci trovino i sicari che agiscono a distanza, se uccido qualcuno devo essere lì, davanti a lui, uno scontro ad armi pari, è qualcosa di personale, una sfida  continua perchè da qualche parte può sempre esserci qualcuno più bravo di te.
- A cosa devo l' onore? - domando ironico cercando di nascondere la curiosità.
- Ho un lavoro con un bel guadagno, non posso dirti di più, ti aspettano ad Acapulco dopodomani -
- Acapulco? Perfetto, mi è sempre piaciuto il Messico - commento ridendo, è il mio modo di dire che accetto un incarico.
- Ne ero certo - replica e sono abbastanza sicuro di essere riuscito a strappargli un sorriso, dopodichè chiude la conversazione.
Tipico di Van Dagger penso scuotendo la testa. Bene e ora avvisiamo Campos. Sistemo distrattamente la fondina da cintura che permette un' estrazione veloce, certo non è il massimo in fatto di discrezione visto che si vede benissimo indipendentemente da quello che indossi, ma a Caracas vige la legge non scritta per cui si può girare armati purchè le armi siano visibili e poi sono un sicario non Babbo Natale è scontato che sia armato sempre e comunque.
Ho anche altre due pistole addosso entrambe sistemate in due fondine ascellari, una sistemata dietro la schiena e una che sfrega fastidiosamente sul torace, ma un po' di fastidio è tollerabile se serve a mantenerti in vita. Il sistema ascellare che avevo fissato al torace era dotato anche di due porta caricatori che al momento non avevo occupato. Avevo qualcosa come quaranta colpi distribuiti in tre pistole e i caricatori in più mi avrebbero fatto sentire un po' troppo Rambo per un semplice incontro d' affari e poi, diciamocelo francamente, se avessi avuto bisogno di più di quaranta proiettili sarei morto indipendentemente dalle munizioni a mia disposizione.
Raggiunsi Campos che sorseggiava distrattamente il suo drink, scoccai un' occhiata ai due scagnozzi che si era portato dietro, non sembravano molto intelligenti, ma non ci voleva certo un genio per sparare ad una persona.
- Pido disculpas Sr. Campos - incomincio mettendomi a sedere e concentrandomi sui due gorilla, non posso permettermi di perdere di vista i loro movimenti.
- De nada Sr. Banderas - risponde rivolgendomi quello che dovrebbe essere un sorriso, a me invece sembra più un' espressione grottesca. Vorrei dirgli di non sforzarsi così tanto nel sorridere anche perchè non è un bel  vedere, sembra un tizio con una grave paresi facciale, ma decido di stare zitto; non sarebbe una grande idea quella di farlo incazzare senza un buon motivo anche perchè tra poco gliene fornirò uno decisamente migliore.
- Entonces señor Banderas, ¿Qué piensa usted de mi oferta? -
- Lo siento, Sr. Campos, pero mañana por la mañana me voy a un viaje; es un asunto de familia - replico rivolgendogli il migliore dei miei sorrisi professionali.
Lo vedo irrigidire la mascella, uno dei gorilla fa sparire la mano destra e io lo imito portando la mia mano sul calcio della pistola.
Accade tutto in pochi secondi...i primi colpi, io che mi porto al riparo dietro ad un tavolo e rispondo ai colpi, altri spari poi il tetro rumore di un proiettile che penetra a fondo nella carne, l' ho centrato. Con la coda dell' occhio vedo l' altro gorilla proteggere Campos con il suo corpo, li vedo salire di fretta su una Limousine sopraggiunta velocemente.
Esco dal mio riparo e mi avvicino al guardaspalle che ho steso, un colpo preciso all' altezza del cuore, un centro perfetto, il Cecchino sarebbe fiero di me penso sorridendo. Ripongo la pistola e rilasso le spalle cercando di sciogliere i muscoli contratti, è finita.
Lancio un' occhiata intorno e sento su di me le occhiate spaventate e ammirate della gente
- Buena continuación - dico rivolgendogli un cenno di saluto e salendo sulla Jeep che ho affittato per l' occasione.
Appena tornato all' albergo comunico alla ragazza della reception che me ne andrò la mattina seguente e le chiedo di farmi avere il servizio in camera entro un' ora. Sorride indugiando un po' troppo sul mio viso, so perfettamente di essere bello e conosco l' effetto che faccio alle donne ma non vi do peso più di tanto, Vanità: il peccato mortale di ogni sicario.
Entro in camera e mi dirigo in bagno, una doccia è proprio quello che ci vuole. Ho appena finito di asciugarmi i capelli quando sento bussare alla porta, afferro la Magnum che ho lasciato vicino al lavandino e con la sola protezione dell' asciugamano che mi stringe i fianchi mi reco alla porta.
Apro appena la porta, è la ragazza della reception con il carrello del servizio in camera e una bottiglia di rum. Le faccio cenno di entrare e chiudo la porta alle sue spalle.
Mi guarda leggermente imbarazzata, ma continua a non distogliere lo sguardo da me.
- ¿Cuál es tu nombre? - domando, mi sento curioso questa sera.
- Felicia y el tuyo? - replica, mi sembra più tranquilla adesso.
- Ricardo - è questo il nome che ho dato al momento della prenotazione, è sempre meglio non lasciare tracce del proprio passaggio.
La guardo attentamente capelli rossi, una rarità in Venezuela, carnagione ambrata e occhi castani, tutte le curve al posto giusto, nel complesso è molto carina.
Ma si per questa notte può andare mi dico mentre riempio due bicchieri di rum e gliene porgo uno. Prendo il telefono e chiamo l' aereoporto, prenoto un volo per Acapulco con partenza alle sette,mi dicono che ci sono due scali, ma pazienza.
Felicia mi osserva continuando a non perdermi di vista per un attimo poi improvvisamente lancia un' occhiata al carrello per poi tornare su di me. Rispondo alla sua domanda implicita.
- Yo no tengo hambre, ahora me siento como algo más - dico lanciandole un' occhiata che non lascia spazio a fraintendimenti.
La guardo arrossire,finta timida, ma il suo sguardo non lascia dubbi.
La attiro gentilmente verso di me facendola sdraiare sul letto e dalla sua reazione capisco che no, ancora una volta non mi stavo affatto sbagliando.


Sono passate quattro ore, ho solo due ore di sonno prima di dover partire in direzione dell' areoporto. Improvvisamente mi è tornata fame, avvicino il carrello e tolgo il coperchio dei vassoi a mostrare una bistecca di quello che sembra bufalo accompagnata da una generosa porzione di patate al forno e delle verdure grigliate, c' è anche una bottiglia di vino. Non è male, peccato per la carne che  ormai è gelida. Recupero la bottiglia di rum che avevo lasciato accanto al letto e la finisco in un unico sorso dopodichè recupero le mie cose e realizzo che ho proprio bisogno di farmi un' altra doccia.
Quando esco dal bagno vedo che la ragazza è ancora addormentata, lancio un' occhiata all' ora, sono le sei, è ora di andare. Mentre lancio un' altra occhiata alla chioma rossa che è adagiata sul cuscino;mi chiedo se sia il caso di svegliarla, ma poi mi dico di no, dorme così bene che sarebbe un peccato.
Do una rapida controllata in giro per accertarmi di non aver lasciato niente che possa testimoniare il mio passaggio in quella stanza dopodichè esco e mi chiudo la porta dietro.
Ho fatto chiamare un taxi e il facchino all' ingresso mi domanda perplesso cosa intenda fare con la mia macchina. Afferro le chiavi e gliele lancio.
- Tomar niño,el coche es tuyo ahora - gli dico sorridendo alla vista della sua espressione incredula.
Salgo sul taxi - A 'aeropuerto -
L' uomo annuisce brevemente e parte.
Arrivati a destinazione lo pago lasciandogli una mancia generosa per invogliarlo a dimenticare il fatto che abbia accompagnato un giovane turista all' areoporto di prima mattina. Mai lasciare tracce, è la regola.
Finalmente sono sull' aereo, ho dormito talmente poco che non sarà un problema addormentarmi, in fin dei conti il viaggio è lungo mi dico mentre mi rilasso contro lo schienale del sedile e chiudo gli occhi.










Spazio autrice:

Ecco finalmente un capitolo degno  di questo nome, è raccontato dal punto di vista di Rico Bellin uno dei miei sicari preferiti ^^. Premetto che come avrete capito la storia verrà raccontata da punti di vista diversi, spero che la cosa vi piaccia in caso contrario ditemelo ^^.
Fatemi sapere che ne pensate, ci tengo al vostro parere.
Baci,
        Cissa92
  
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