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Autore: T_Jey    10/11/2011    1 recensioni
Forse dal titolo non si capisce subito,ma si può intendere, questa, diciamo, è la mia rivisitazione, nei giorni nostri, di Orgoglio e Pregiudizio. Spero che la Austen non mi maledica, perchè onestamente nella mia storia del racconto originale rimane ben poco. La storia viene narrata dalla protagonista, Lizzy, che però è figlia unica e convive con sua cugina, nonchè migliore amica, Jane Bennett. Il vero motivo per cui Lizzy non vive più a casa dell'amato e sempre sottilmente ironico padre è la donna che questi ha sposato dopo la morte della prima moglie. Lizzy infatti non riesce proprio a sopportarla, ma per poter andare a vivere da sola ha dovuto concedere alla matrigna di andare con lei, un pomeriggio alla settimana, a fare shopping ed è proprio durante uno di questi pomeriggi di compere che, tra un paio di scarpe e l'ultima borsa di Gucci, la matrigna informa la sua cara figlioccia di averle organizzato un incontro al buio con il figlio dei signori Bingley.
Lizzy ovviamente rimane scaturita da questa notizia e ... beh, il resto lo scoprirete leggendo ;D .
La storia è tutta raccontata, almeno per ora, dal punto di vista di Lizzy, che con ironia e un pizzico della sua pazzia, arrichisce gli eventi.
Spero vivamente che vi piaccia e vi diverta tanto quanto mi sono divertita io a pensarla e scriverla!
Chiedo perdono a tutte le amanti di Orgoglio e Pregiudizio, perchè ho cambiato un po' i personaggi,ma le coppie rimangono sempre le stesse, Darcy/Lizzy, Jane/Bingley!
Buona lettura e mi raccomando, commentateeee!!:D
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prima di questo, leggete il capitolo prima, perchè l'ho cambiato.


E...si, sono io, eccomi qua!


Per quanto non so, sicuramente ancora per un paio di capitoli.






A voi la storia...enjoy!






Quando il taxi le lasciò davanti alla discoteca era quasi mezzanotte e la fila per entrare raggiungeva l’angolo dell’isolato.


- cacca-


Charlotte e Georgia si girarono in sincrono verso Lizzy - scusa?! -


- brutta abitudine, data dall’avere una matrigna che ha cercato di farmi diventare la sua principessa in scatola per circa quindici anni, finendo con lo smussare gli angoli sotto colpi di martello pneumatico....-


-che?!? -


- la mia psicopatica matrigna impazziva ogni volta che dicevo merda, così un giorno ho incominciato a dire cacca. A lei viene un tic all’occhio ogni volta che lo faccio, e io mi diverto come una matta. Cacca.- sorride come una mongola.


-ah.-


Le due si voltano e iniziano a confabulare a proposito di lasciala fuori in strada e fare in modo che i bodyguard non la facciano entrare.


- ehi! Tanto, mi sa che passeremo assieme un bel po’ di tempo qua fuori in strada. -


Le due si rigirano e la squadrano.


- Lizzy, ti rendi conto di come sei vestita? Cioè, tu hai addosso un vestito da urlo, talmente tanto aderente, che lascia ben poco all’imaginazione, e hai un corpo da modella, mi stupisce che nessuno non ti si sia ancora buttato addosso (forse è per quell’aria arcigna, in effetti, o per il tuo alito da distilleria) e pretendi di rimanere in fila ad aspettare? - Georgia scuote la testa.


-tu adesso ti sistemi il trucco, ti mangi una mentina - -ehi! Non puzzo come una distilleria!- - poi tiri fuori un po’ di tette e vieni con me e Charlotte a costringere quel simpatico omone che ti fissa il culo da quando siamo arrivate a farci entrare subito.-


-capito? -insiste Charlotte sorridendo divertita dalla schiettezza dell’altra ragazza.


Lizzy non può far altro che annuire e passarsi le mani sul culo, come a proteggerlo dallo sguardo dell’uomo.


-ok, adesso mi sento veramente consapevole del vestito, grazie.- esclama sentendosi la stoffa salire sempre più su e le gambe sempre più scoperte.




- buonasera signorine -


- buonasera - rispondono le tre in coro.


- lista? - chiede l’omone facendo passare lo sguardo attento sul vestito rosso, facendo morire Lizzy di imbarazzo, dove cavolo lascio il mio sangue freddo quando serveeee?!?!


- lei si sposa, non puoi non farci entrare - esclama Giorgiana convinta indicando nella direzione delle sue amiche. Il bodyguard la fissa alzano un sopraciglio, poi passa lo sguardo sulle due amiche e infine alla lista, dove si appunta qualcosa,poi prende dalla tasca delle fascette e le lega a turno attorno al polso di ognuna e mentre fissa quello al polso di Lizzy esclama - è un peccato che ti sposi ..-


La bruna sussulta e accenna un sorriso tremolante, ritira il braccio con molta cautela - eh, già, che peccato... - e indietreggiando verso l’entrata si trascina Charlotte che esclama - ehi ma sono io che mi sposo, non lei! -


mentre Georgia si ferma dal tipo e gli chiede, senza che le altre due sentano


-sono già arrivati gli altri? -


-del tavolo “sposa” pare siano arrivati tutti tranne uno...-


-okey, grazie... -


-ehi, dice che riesce a farmi avere il numero della sua amica? -


-mi spiace, ma è già occupata con mio fratello.-






Venice, come Venezia, la città sull’acqua.


Elizabeth non ci aveva minimamente pensato fino a quando non si era ritrovata a passare una specie di ponte a cavallo di una zona divanetti prima di accedere a un livello più basso alla pista e ai tavoli nella zona VIP. Era una cosa assurda, e la pavimentazione nella zona dei tavoli, che si snodava a forma di S per la discoteca, aveva le piastrelle illuminate da piccoli led blu che la facevano sembrare un fiume...o un canale?




Che cosa kitch.


A Lizzy viene quasi da ridere vedendolo, e lo indica subito a Charlotte, che invece la ferma e la fa girare. - ma quando avete organizzato? Lo sapevi? Ma allora conoscevi già Georgia, non credevo te l’avesse presentata...-


ma a causa della musica troppo forte Lizzy non riesce a sentire - organizzato cosa? Con chi? Georgia? -


-quando avete organizzato? - grida più forte l’altra


-io non ne sapevo niente! Sono più sorpresa di te! -


-Ragazze, andiamo al tavolo!! - Georgia nel frattempo si era avvicinata e vedendole ferme indica loro da che parte andare, ma viene fermata prima


-ehi! Ma che ? Ma quanto hai speso per tutto questo? Sei pazza? -


L’altra sorride - questo è il mio regalo di matrimonio! Mio e di mio fratello! Sapevamo che non ti avrebbero sicuramente permesso un vero addio al nubilato, così abbiamo pensato, che una serata tra i tuoi veri amici l’avresti apprezzata di più!! -


Charlotte abbraccia di slancio Georgia e la ringrazia dandole anche altri due baci.


- ti adoro! Ringrazia William da parte mia! -


Lizzy si guarda attorno mentre si dirigono verso il tavolo e quasi casca a terra quando viene travolta da qualcuno che le si getta addosso abbracciandola.


Jane?


- Jane? Quando diavolo sei arrivata?!-


- Elizabeth, anche io sono felice di vederti!-


- ma noi! Ma tu...ci siamo sentite nemmeno un’ora fa! Potevi dirmelo! -


- Ehi, è stato deciso tutto all’ultimo momento...-


- ma dove stai?-


- da Chearles - e proprio in quel momento il ragazzo si fa avanti per salutare


- ehi, Lizzy, sei splendida stasera, questo vestito...ti dona un sacco! -


- grazie! Chearles, ma da quanto non ci vediamo? Pur vivendo nella stessa città è praticamente impossibile beccarci! Incredibile!...-


Lo sguardo di Lizzy inizia a vagare per lo spazio del tavolo per sondare chi c’è e chi non c’è... tornando poi a focalizzarsi su Jane.


- quindi l’hai conosciuta, che te ne pare? -


- chi? -


- come chi? Sua sorella! -


- ma la sorella di chi?? -


e Lizzy si gira proprio nel momento in cui Chearles e Georgia si salutano abbracciandosi affettuosamente quasi fossero fratelli, quasi come due che si conoscono da quando sono piccoli, amici di vecchia data.


Un click, scatta nel suo cervello e incomincia a capire chi le ricordino quel taglio degli occhi, non il colore, perchè il suo è unico, ma la forma, e il colore così nero, quasi blu, dei suoi capelli, e anche quel modo socchiudere gli occhi mentre ride.


Il gelo le passa nelle vene e un irrefrenabile voglia di scappare le fa muovere le gambe, che però la tradiscono facendola sprofondare nel divanetto.


- ehi, hai un’aria così pallida - Jane tentenna, capendo di aver fatto capire all’amica qualcosa a cui non era ancora arrivata.


-è sua sorella? -


-già -


-oh, merda. - Il ricordo della serata passata a raccontarle i fatti suoi la fa diventare paonazza e poi ancora più bianca. - ti rendi conto che le ho raccontato tutto?!? - esclama con voce acuta.


Jane la guarda sempre più preoccupata - tutto, cosa? -


-tutto!! E anche troppo! Cose, che stai certa, non vorresti sapere di tuo fratello! - Lizzy si porta le mani alla faccia - che vergogna ...-


-ma dai, solo perchè le hai svelato che il fratello ha una vita sessuale, non credo sia una disgrazia...-


-Jane, un conto è sapere che tuo fratello ha una vita sessuale, un conto è che ti venga descritto quanto bravo è a fare certe cose...quanto grosso ce l’ha, e quanto impetuoso può essere mentre ti scopa contro una parete! E ti assicuro che non credo che ti piacerebbe sentirti descrivere tuo fratello come “uno insaziabile” e uno stronzo cinico bastardo che dopo una notte di sesso, ti ringrazia e se ne và -


-uhm -


-già- risponde piccata l’altra.


-ma lei sapeva che tu sei tu e che lui era suo fratello?-


Lizzy guarda storto l’amica - come che io sono io? Ovvio che sa che io sono io...e che lui fosse suo fratello, inizialmente forse no, ma grazie a una vacca bastarda, lo avrà anche capito...-


-intendevo, lei sa chi sei per suo fratello? -


-perchè, cosa dovrei essere per suo fratello? Molto probabilmente niente più di quella che si è fatto una notte d’estate in una cittadina di provincia...-


Jane la guarda con disapprovazione.


-non avevate chiarito che lui in verità avrebbe voluto risentirti, ma sei stata tu a non richiamarlo? -


-ma io quel biglietto non l’ho mai trovato! Potrebbero essere tutte cazzate che si è inventato lui!-


-ma almeno si spiega perchè si comportava poi da stronzo, ma continuava a baciarti...era offeso, ma non poteva resisterti, così ti faceva capire a cosa stavi rinunciando...-


Lizzy scuote la testa - no, questo ragionamento è troppo da donna! -


-beh allora se hai una scusa migliore, dimmi te -


-Io non lo voglio scusare.-


-ah, ecco....-


L’altra si guarda attorno. -io voglio solo andare a ballare! -


Lizzy si alza e si tira dietro anche l’amica poi fa per uscire dalla zona divanetti ma viene fermata da una mano.


-ehi Lizzy, dove scappi? - il viso sorridente di Georgia la fa arrestare.


-dove spero di non incrociare tuo fratello - risponde seria l’altra e tira dritta, lasciando interdetta la mora.


Era consapevole che non c’era stato tradimento da parte della ragazza, ma Lizzy non si capacitava del fatto di non aver capito subito chi era e soprattutto non si capacitava di averle raccontato tutto, così, senza minimamente pensare due volte a quello che stava per fare. Aveva così tanto bisogno di sfogarsi con qualcuno, che le era andato bene la prima persona che si era fermata a darle ascolto?


Si sentiva così tremendamente sciocca e sola.


Arrivata in mezzo alla pista con l’amica subito dietro si gira e l’abbraccia.


- maledizione Jane, mi ero ripromessa di non farmi fregare da quel maledetto damerino, e invece? Eccomi qua! E la cosa veramente assurda è che ogni cosa che faccio, ogni posto in cui vado, ogni persona con cui parlo. Lui, maledizione, torna sempre in mezzo lui.-





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Salve,


se ci sono delle incongruenze, lasciate che sia. Quando la storia sarà finita rileggerò tutto e sistemerò tutto.


Nel frattempo vi auguro un buon proseguimento.



  
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