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Autore: NorthStar    10/11/2011    3 recensioni
Sette capitoletti per altrettanti anni di vita a New York. Tutto ruota intorno a Santana e Brittany, ma non solo...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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a Mi prendo una piccola pausa dalle altre storie cercando di fare un po' d'ordine nella testa...
Questa storia mi è saltata in mente stamattina, non chiedete come, ma è tutto frutto della mia immaginazione notturna a quanto pare!
In tutto sono sette capitoli che spero di pubblicare in sette giorni :)
un abbraccio

Northstar



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Si erano trasferite a New York a fine estate.
Il signor Pierce, avendo ampie conoscenze nel campo immobiliare, aveva affittato loro un appartamento da urlo in un ottimo quartiere, a metà del suo valore reale.  Il proprietario aveva abbassato il prezzo perchè le pareti della casa erano tappezzate di disegni e dipinti e bozzetti realizzati dal precedente affittuario, un artista russo da quello che le ragazze erano riuscite a dedurre dalle scritte in cirillico. Ma a loro non interessava che le pareti fossero uno scarabocchio: avevano il loro appartamento, e che appartamento.  Due camere da letto, una cucina, un bagno un minuscolo salottino ed una stanza "indefinita". Alle ragazze sembrava già di vivere in un attico nell'Upper East Side.


Il primo mese era passato velocemente tra il trasloco e la sistemazione dell'appartamento.
Le ragazze avevano deciso di avere due camere divise, consapevoli che comunque sarebbero naturalmente finite a dormire insieme. L'avere due camere però rendeva il tutto più ordinato e permetteva a Santana di studiare, mentre Brittany si dedicava a qualche passo di danza.  La cosiddetta camera "indefinita" che separava le due stanze da letto era diventata una specie di stanza degli ospiti/ripostiglio. Brittany aveva provato a convincere Santana a prendere un gattino e farla diventare la sua stanza, ma la mora era stata irremovibile a riguardo.


In attesa dell'inizio della vera e propria vita universitaria, le due ragazze passavano intere giornate in giro per New York, a passeggio per la città proprio come due turiste. Santana tornava a casa sempre con il torcicollo dopo aver passato tutta la giornata con la testa fissata in alto, incantata dai grattacieli dai palazzi e da tutto quello che i suoi occhi riuscivano a catturare. Mentre Brittany, beh, non le interessavano davvero i grattacieli. Preferiva di gran lunga guardare la sua mano stretta forte in quella di Santana, come se la ragazza fosse spaventata di poterla perdere in quella città labirinto, piena di gente e di strade.  Le piaceva la senzazione. Quella di essere libera di prendere Santana per mano senza che la ragazza si preoccupasse che qualcuno potesse vederle.
In una città con otto milioni di abitanti conta davvero un qualcuno?


Dopo aver girato la città in lungo e in largo le ragazze si dedicarono all'esplorazione del loro quartiere. Nolita.
Santana ci aveva impiegato due settimane per capire perchè Brittany continuasse a cercare ovunque la "Bandiera rossa e gialla della cattedra di Mr Schue", per poi rendersi conto che la bionda pensava di essere in un quartiere spagnolo. Santana le aveva spiegato che Nolita era l'abbreviazione di "North Little Italy", e la bionda aveva reagito con un sorriso ancora più luminoso sottolineando il fatto che avrebbero mangiato la pizza e le lasagne più buone di sempre. Santana adorava questo lato di Brittany, il suo saper sempre e comunque trovare l'aspetto positivo, se non ancor più positivo, della situazione anche nei momenti più bui.
Santana aveva imparato che la mattina era il momento migliore per vivere il quartiere. Tanto che aveva preso l'abitudine di alzarsi presto per uscire a sentire il profumo del pane caldo, appena sfornato, dei pochi forni italiani rimasti nella via. Poi si fermava alla pasticceria all'angolo, comprava qualche dolcetto per Brittany, e tornava a casa a svegliarla col profumo dei dolci e del caffè sotto il naso.


Con l'inizio degli studi e l'apertura della scuola di danza l'appartamento era diventato un piccolo tempio.  Quando passi una giornata intera fuori casa, seppur per fare quello che ti piace, il momento in cui rimetti piede nel tuo piccolo angolo di mondo è il più bello delle ventiquattro ore. Ed è ancora più bello nel momento in cui puoi farlo stringendo al tuo fianco la persona che ami.
Santana non lasciava mai che Brittany tornasse a casa da sola nelle giornate in cui finiva tardi le sessioni di danza. Andava ad aspettarla, sedendosi pazientemente all'ingresso della scuola sfogliando i suoi libri, finchè non la vedeva affacciarsi al corridoio e correrle incontro co suo solito sorriso pieno di vita.


Una di quelle sere tornando a casa, avevano trovato Puck ad aspettarle davanti all'entrata del loro palazzo.
"Ho bisogno di un posto dove dormire per un po'..." aveva
semplicemente detto alla loro vista. E le ragazze con uno sguardo d'intesa lo avevano accolto in casa felici, come era giusto che fosse. Brittany aveva commentato dicendo che finalmente la camera "indefinita" era diventata la camera di Puck, e Santana era stata veloce ad aggiungere che non lo sarebbe stata troppo a lungo.  Puck aveva spiegato loro che fino alla settimana prima era vissuto in un minuscolo monolocale, pagando l'affitto con i quattro soldi che guadagnava facendo il vigilante notturno in un piccolo stadio di quartiere. Quando Santana gli chiese per quale motivo era rimasto senza lavoro e senza casa, il ragazzo disse semplicemente "Diciamo solo che le milf sono la rovina della mia vita...".
 L'ispanica aveva preferito non fare ulteriori domande.


Non era male avere Puck in casa. Alla fine aiutava con le pulizie, portava fuori la spazzatura, cucinava davvero niente male e se Santana proprio non riusciva ad essere per tempo sotto la scuola di Brittany era lui che passava a prenderla per riportarla a casa in sicurezza.  E poi, per quanto Santana non volesse ammetterlo, era parte della loro vita. Era stato forse la prima persona a capire quanto il loro rapporto fosse lontano dal solo sesso, e non aveva detto mai nulla in proposito. Le aveva coperte. Le aveva rispettate.
 
Santana lo stava aiutando a trovare un lavoro. Per qualche tempo aveva sostituito un inserviente alla scuola di danza di Brittany, poi aveva aiutato un fornaio del quartiere nelle consegne a domicilio ed infine aveva trovato lavoro come assistente di un piccolo artigiano ebreo, falegname e liutaio, che addirittura gli aveva offerto di insegnargli il mestiere. Brittany aveva detto a Santana che non credeva di aver mai visto Puck più felice. E la mora era daccordo.


Con i primi esami Santana aveva cominciato a chiedersi se poi era davvero poi così portata per gli studi di legge. C'erano migliaia di studenti come lei, forse più intellligenti, e la competizione era estenuante. Cominciava davvero a pensare che non era nient'altro che l'ennesima ragazza dell'Ohio arrivata a New York con lo stupido ed irrealizzabile sogno di diventare qualcuno.
 
Uno di quei giorni, mentre era presa a studiare l'ennesimo capitolo della storia del diritto, sentì Brittany imprecare nella sua stanza. Incuriosita, si alzò per andare a vedere cosa stesse combinando, e la trovò seduta per terra a gambe incrociate con un manuale d'istruzioni in mano. 
"Non riesco a montarlo..." disse semplicemente la bionda mostrando come non
riuscisse a fissare al muro la sbarra in legno per fare stretching. L'ispanica con un sorriso le si sedette vicino prendendo il manuale dalle sue mani, e dopo qualche minuto di studio le mostrò che stava semplicemente montando i perni di fissaggio al contrario. Una volta assicurato l'attrezzo alla parete, Brittany voltandosi sorridente, andò ad abbracciare forte la mora dicendole la frase che ripeteva pressochè ogni giorno. "Sei così intelligente, San".

E non le importava che la frase avesse poco significato visto che, insomma, per seguire delle istruzioni non bisogna certo essere Einstein in persona.... Le importava solamente che fosse uscita dalla bocca della donna che amava, dalla bocca della donna che era per lei tutto ciò per cui valeva la pena vivere e sorridere ed andare avanti.
Da quel giorno Santana tornò a credere senza alcun dubbio che ce l'avrebbe fatta.
Che ce l'avrebbero fatta.


Terminato il periodo delle lezioni, Santana si divideva tra lo studio nella biblioteca dell'università e lo studio all'ingresso della scuola di danza di Brittany.  Oramai, dopo quasi dieci mesi di continua frequentazione, in molti conoscevano Santana. Aveva stretto amicizia con Joey, il ragazzo che lavorava lì come portiere, che gentilmente le cedeva la sua scrivania inutilizzata per studiare meglio. E dopo Joey aveva conosciuto Cesar, un omone grande e grosso che gestiva la sicurezza della scuola e che dopo qualche tempo le aveva mostrato un'entrata sul retro dove poteva intrufolarsi per vedere Brittany ballare.

E da allora ogni giorno passava almeno mezzora a guardare le esibizioni e le prove della bionda, notando con un orgoglio che le squarciava il petto quanto fosse al di sopra di qualunque altra ballerina del suo anno. Era preoccupata per questo. Era preoccupata per quanta invidia potesse attirarsi addosso ed era pronta a cavare gli occhi a chiunque avesse osato farle del male. Ma la mora si rese ben presto conto che, per quanto Britt avrebbe dovuto effettivamente essere odiata dalle altre, nessuna ballerina era cattiva con lei... perchè la bionda era la prima ad aiutare chi non riusciva a seguire i passi, così come era la prima ad offrire un sorriso di conforto in seguito ad una brutta sgridata degli insegnanti.
"Come si fa a non essere così fieri?" si domandava spesso Santana.


Diversi mesi più tardi Puck era riuscito a trovarsi un mini appartamento tutto per lui di fronte al palazzo delle ragazze. Aveva promesso a Santana che avrebbe restitutito loro ogni centesimo che avevano speso per lui, ma l'ispanica con un sorriso aveva risposto che avrebbe preferito essere ripagata con un suo lavoro in legno un giorno.
Il giorno del mini trasloco la casa era diventata improvvisamente vuota e silenziosa. Non c'era il sottofondo della telecronaca di qualche partita di baseball, o l'odore di birra e nachos, o lo strimpellare di Puck e della sua chitarra.
La camera era tornata ad essere "indefinita", e Brittany aveva ricominciato a proporre a Santana i vari utilizzi di quella stanza.  Ma l'ispanica aveva insistito, convincendo la bionda a farla rimanere la camera degli ospiti, perchè non potevano sapere chi sarebbe stato il prossimo dopo Puck.


Gli esami di Santana erano poi passati velocemente. Così come erano passate le prove di Brittany.
Ed entrambe le ragazze si erano ritrovate al secondo anno, col massimo dei voti, e con la strana voglia di tornare a Lima.
 E' strano quanto si voglia scappare da un posto, e quanto all'improvviso si voglia più di ogni altra cosa tornare indietro.

Così, preparati i bagagli, le ragazze tornarono a passare l'estate a casa.



   
 
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