Quando Annabeth sentì quelle parole, impallidì. Non è educato origliare, lo sapeva perfettamente, ma doveva ascoltare qualcosa.
- Ma cos’hai capito? Ma dai! No, tra me e lei non c’è nulla! Sai che mi interessa un’altra!
Annabeth si accasciò al suolo silenziosamente. Una lacrima rigò il suo viso.
- Sì ... Clarisse è carina, ma non è il mio tipo ... lo so, Silena è figlia di Afrodite, ma lei ...
La figlia di Atena raccolse la testa fra le mani e pianse sommessamente.
- Mamma, Annabeth è quella. È lei quella giusta. L’hai vista, no? Siamo molto diversi: io sono impulsivo, lei riflessiva; lei sa sempre cosa fare, io no; lei ha degli obbiettivi, dei sogni, io non so neanche se arrivo fino a domani!
Annabeth balzò in piedi. Si ricompose e si sporse dalla porta aperta. La telefonata si faceva più interessante.
- Sì, mamma, l’anello è pronto. Mamma, dai! Ahahahahah! – rise Percy.
<< Tesoro, mi raccomando. Sii un galantuomo, con lei.>> gracchiò Sally dall’altra parte della cornetta.
- Certo, mamma. Ciao. – Percy riattaccò. Quando si accorse di lei, divenne rosso come un pomodoro.
- Allora, vogliamo andare alla lezione di tiro con l’arco? – e si incamminò verso la porta, seguito dalla ragazza che rideva
Fine