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Autore: ThePandaBoy    11/11/2011    1 recensioni
Tratto da una storia vera, quella di due giovani torinesi, Carlos e Mary e delle riflessioni di lui per un amore non ricambiato.
[Correzioni grammaticali e revisione in corso]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NEVER LET ME DOWN

-Non deludermi mai-

Pioggia

La pioggia stava cadendo, un sottile velo opaco sopra la pacifica città di Torino, colando negli edifici adiacenti fra di loro e nelle strade coperte di cemento grigio, disperdendo i venditori ambulanti che ricoprivano corso Racconigi. Sia i mercanti che osavano tenere aperti le loro bancarelle con il brutto tempo e sia le persone che erano abbastanza coraggiosi da sopportare la pioggia per procurarsi le poche necessità prima che il mercato rionale venga smantellato per la notte. Fra il trambusto delle bancarelle camminava una figura solitaria, ciocche capelli neri ricoprivano il suo volto mentre lo sguardo penetrante dei suoi occhi neri vagava per il cielo cercando risposte che lui non era sicuro di ricevere e riflettendone la tristezza e la sofferenza.

Camminava ignorando gli sguardi delle persone che urtava senza fare attenzione e i loro rimproveri passeggeri. Era abituato a tali cose ormai.

Carlos era ritornato solo qualche ora fa da uno stage di allenamento a Pinerolo, che consisteva principalmente nell'insegnare ai giovani le basi dell'arte marziale che lui praticava. Li ha aiutati, li ha mostrato come fare, corretto i loro errori e li ha fatti esibire dinnanzi ai loro genitori orgogliosi dei loro figli.

Aveva ancora indosso parte dell'uniforme da kung fu, precisamente la casacca nera in cotone, quando, ritornato a casa sua, scoprì che i suoi genitori erano andati a Milano per delle commissioni e che non sarebbero tornati prima di una settimana.

Con poche lamentele, sistemò il suo borsone sul divano e accese il televisore a schermo piatto del soggiorno, mentre disfava le sue cose, tra cui la cintura dell'uniforme con il colore della scuola di arti marziali regalatogli dal suo maestro e mentore Bruno il giorno della sua promozione.

Sorrise al ricordo del vecchio uomo, mentre si spogliava della casacca nera fradicia di pioggia.

Emise un sospiro di rassegnazione, mentre guardava fuori dalla finestra, nel cielo grigio coperto di nuvole. La pioggia era cessata e decise di andarsi a mangiare un kebab da Omar, il sorridente egiziano che aveva il proprio negozio sotto casa sua, in via Frejus per l'esattezza.

Appena varcò il cancello del palazzo, riprese a piovere. Lui che non aveva con sè l'ombrello sospirò e continuò a camminare, mentre intorno a lui, le prime pozzanghere iniziavano a formarsi sui marciapiedi. Con sua grande delusione, trovò il negozio di Omar chiuso per ferie.

Andò avanti per la via, non avendo la pur minima idea di dove andare. Per il momento non aveva alcun posto dove andare e a casa si sarebbe annoiato e probabilmente, i pochi amici fidati del quartiere erano da qualche parte a godersi le proprie vacanze estive.

Lui non aveva nulla da fare quel giorno, nessun amico, nessun party e aveva partecipato allo stage di Pinerolo proprio per evitare di annoiarsi da solo ma Dio o Buddha o qualunque altra divinità esista sembrò complottare contro di lui e lo stage era finito con 4 ore di anticipo causa maltempo... e ora lui stava vagando per la zona di San Paolo e per le sue strade vuote e poco amichevoli, guardando alle finestre di quelle persone che celebravano al sicuro nelle loro case con le persone più care.

Con un triste sorriso si diresse verso corso Peschiera, passando davanti all'Ekom.

Arrivò ad un parchetto e si sedette sull'altalena, sotto la pioggia incessante. Lacrime amare si mescolavano alle gocce della pioggia.

Alzando lo sguardo al cielo, sorrise amaramente notando lo stato dei suoi abiti.

-Buon Compleanno a me, credo...- sussurrò a sè stesso.

Mary aveva sempre odiato la pioggia; colava e si infilava dappertutto, senza eccezioni. La pioggia le ricordava anche di quelle volte che piangeva e soprattutto il perché aveva pianto.

Era una ragazza sola, che in passato tendeva a emarginarsi dalle altre persone per via della sua timidezza e per il fatto che non aveva amici proprio per il suo comportamento.

E proprio la pioggia le ricordò del suo ultimo ragazzo, un suo compatriota, già perché lei non era Italiana. Veniva dalla Moldavia, arrivata in Italia quattro anni fa. Eppure oggi padroneggia perfettamente l'italiano o quasi (Una volta ha scritto "baguette" al posto di "bacchette" negli appunti di Chimica).

Il suo ex si chiamava Remu. Aveva un anno più di lei e all'inizio sembrava la persona giusta con cui mettersi insieme. Dopo due mesi però, la relazione si rivelò un completo disastro e finì bruscamente, con lui che cercò di buttarla dentro un cassonetto in un parco vicino casa sua.

Da quel momento lei si ripromise di non avere più relazioni con nessun uomo, anche se, ultimamente, si era fatta degli amici a scuola e presso la comunità moldava.

Uno di questi era Carlos un filippino suo compagno di classe con cui aveva chiacchierato molto negli ultimi mesi. Gli aveva raccontato di tutto, dalla sua vita precedente in Moldavia ai suoi successi scolastici forzati da una zia molto severa. Gli aveva parlato della sua sorellina minore, una bambina tutta capricci e gli aveva anche raccontato delle sue precedenti relazioni sentimentali.

E lui, tranquillo com'era, ascoltava in silenzio i monologhi di Mary, che sotto sotto, godeva fra sè e sè per l'opportunità di trascorrere un po' di tempo con la ragazza, che ultimamente stava diventando un infatuazione. Qualche volta tornavano a casa insieme, prendendo il 55 o a piedi se venivano dalla palestra. Lei era solita sfogarsi con lui, sapendo che lui la comprendeva pienamente, in quanto erano "simili" per certi versi. Quello che lui voleva, in fondo, era la sua felicità, nient'altro...

Putroppo è da un po' di tempo che i due non si parlavano e la loro relazione era cambiata un fatidico Martedì di Ottobre....

Lei scacciò i dolorosi pensieri dalla sua testa usando una mano per strofinare le lacrime che le colavano dal viso e decise di concentrarsi sulle poesie che stava scrivendo.

Magari il dolore che provava poteva esserle di ispirazione...

 

  
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