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Autore: Ari_92    13/11/2011    12 recensioni
Ciao a tutti ^_^
Piccola one-shot senza pretese, scritta in occasione del primo anno Klaine che si è appena concluso.
In sostanza, un modo breve e decisamente fluffoso di ripercorrere la loro storia, dal primo incontro ad oggi :)
Ah! Contiene spoiler fino alla 3x05 compresa, quindi attenzione se non l'avete vista ;)
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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*Saluta con la manina*
Eccomi qua ^_^ già, è da quando ho terminato la mia prima (ed unica) long che non mi faccio viva, ma in un giorno come questo non potevo certamente riservarmi da scrivere qualcosina, in occasione dell’anno di Klaine appena trascorso :)
Eh già, tempo di anniversari... Proprio per questo ieri sera mi sono messa a ripercorrere mentalmente tutta la loro storia e... beh, è uscito questo xD
Vi avverto: contiene SPOILER fino alla 3x05 “The First Time” compresa ;)
Ah! Per chi già mi conosce si tratta di un dettaglio piuttosto ovvio, ma per tutti gli altri lo urlo a gran voce: FLUFF ESTREMO >.<
Grazie in anticipo a chi leggerà, e ovviamente sapere che ne pensate non potrà che farmi felice ^_^

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Never Been Kissed

Kurt sapeva che quella non era un’idea esattamente brillante. D’altronde era stato Puck a proporla, e tanto bastava a renderla pericolosamente improbabile.
Tuttavia, solo al momento si rendeva conto fino a che punto quella fosse senza ombra di dubbio la peggior idiozia partorita dalla mente deviata di Noah Puckerman.
Non riusciva a decidere, in effetti, se fosse stato più idiota Puck a proporgliela o lui ad accettarla.
 
Insomma, non che il suo istinto di competizione si facesse qualche scrupolo a spiare la concorrenza, ma il fatto che si trattava di intrufolarsi in una scuola privata avrebbe dovuto fargli intuire che, magari, c’era la possibilità che gli studenti indossassero una divisa.
Tuttavia ora, mentre scendeva le imponenti scalinate della Dalton arpionato alla ringhiera e circondato da ragazzi in blazer blu con strisce rosse, era piuttosto sicuro che fosse troppo tardi per tirarsi indietro, e che come spia faceva a dir poco schifo.
Però ormai era lì, e tanto valeva giocarsi il tutto per tutto.
 
Fermò il primo studente che gli capitò a tiro, uno qualunque nello sciame di ragazzi in divisa che trottavano per le scale.
 
“Scusa? Posso farti una domanda? Sono nuovo qui.”
 
Poi quello sconosciuto si voltò verso di lui, gli tese la mano e gli disse di chiamarsi Blaine.
Un attimo dopo stava parlando del Glee Club della sua scuola, e Kurt sapeva solo che al momento era esattamente ciò che gli importava di meno, a dispetto del suo presunto ruolo da spia.
 
Perché, Kurt ne era irrazionalmente certo, quello che aveva davanti non era nient’affatto uno qualunque.

 
 
 
Silly Love Songs
 
Kurt Hummel non credeva al colpo di fulmine.
Lo aveva sempre trovato improbabile e stupido, in quanto era certo che non fosse sufficiente vedere una persona per potersi definire innamorati.
...Proprio per questo era stato abbastanza difficile da accettare, quando era successo a lui.
Aveva incontrato Blaine, quel giorno alla Dalton, ma non si era limitato a vederlo: l’aveva sentito, in qualche strano modo che era stato capace di spezzare il muro che aveva innalzato tra il suo cuore e il resto del mondo.
 
L’aveva costruito inconsciamente, poco a poco, in seguito agli scossoni che aveva subito l’anno prima per via di Finn, e pochi mesi prima a causa di Sam; doveva farlo, per tenersi al sicuro.
Eppure Blaine, quel perfetto sconosciuto, era riuscito a buttarlo giù con il potere di uno sguardo. Con i suoi occhi color caramello, il sorriso sincero e i modi gentili che nessuno si era mai preoccupato di rivolgergli.
 
Forse era proprio per questo che vedere Blaine cantare per un altro a S. Valentino gli aveva fatto tanto male.
Come se fosse stato miracolosamente curato da un male inguaribile, e l’unica cosa che aveva ottenuto era ammalarsi di nuovo, e in modo peggiore.
 
“Ho pensato che il ragazzo a cui volevi cantare quella canzone... fossi io.”
 
Non poté fare a meno di dirgli, perché in fondo non era mai stato capace di nascondere i suoi sentimenti, non importava quanto facesse male.
 
Blaine lo fissò e i suoi occhi brillanti si fecero un po’ più grandi per la sorpresa mentre, evidentemente, cercava le parole giuste per rispondere.
Sarebbero state gentili, come sempre, e Kurt avrebbe solo preferito che fosse un po’ più come tutti gli altri e un po’ meno Blaine: forse le lacrime gli avrebbero bruciato con meno intensità negli occhi.
 
Kurt incontrò timidamente il suo sguardo, e si maledisse quando il suo cuore, per l’ennesima volta, accelerò il battito.
E bruciava, quando era costretto ad ammettere che ogni volta che si perdeva in quegli occhi si innamorava di nuovo.
 
 
 
Original Songs
 
Kurt avrebbe voluto dire qualcosa, avrebbe voluto davvero.
Eppure rimaneva immobile, la colla e i lustrini sparsi sul tavolo dove stava decorando la piccola bara di Pavarotti.
 
Aveva fatto di tutto per smettere di pensare a Blaine in quel periodo, qualunque cosa pur di poter riprendere in mano la sua vita che, inevitabilmente, non faceva che gravitare attorno all’altro ragazzo.
E lui non poteva permettere che accadesse. Non poteva lasciarsi demolire, non di nuovo.
 
Proprio per questo cercava in tutti i modi di costringersi a non illudersi, mentre Blaine teneva la propria mano sulla sua, e gli parlava con una sincerità disarmante, che traspariva dai suoi occhi brillanti e dalla voce che tremava appena dall’emozione del momento.
Proprio per questo faceva di tutto per ignorare il suo cuore che scalpitava sempre più forte. Che, nonostante cercasse in tutti i modi di impedirlo, apparteneva a Blaine sempre di più, battito dopo battito.
 
Tuttavia, Kurt non poté fare a meno di lasciarsi illudere come Blaine avvicinò il proprio viso al suo.
Non poté fare a meno di dare il suo muto assenso, quando lui esitò un istante, quasi a chiedergli il permesso di baciarlo. Come se ce ne fosse stato bisogno.
 
Poi Blaine fece combaciare le loro labbra, in un modo talmente attento, dolce e importante che in un attimo sembrò in grado di strappargli da dosso tutti gli errori della sua vita.
Sentiva solo Blaine, vicino a lui, ed era come se il resto del mondo d’un tratto perdesse di significato, ovattato dai battiti del suo cuore.
 
Fu in quell’attimo che lasciò cadere ogni difesa, che espose tutto se stesso, tutto ciò che da una vita tentava di celare al sicuro.
 
Perché, forse per la prima volta, non si sentì morire al pensiero che, magari, non avrebbe mai smesso di innamorarsi di lui.
 
 
 
Prom Queen
 
Kurt Hummel non si era mai vergognato di essere se stesso.
Certo: il suo orgoglio gli era costato granite in faccia, voli nei cassonetti, gli insulti più coloriti e il familiare fracasso del proprio corpo scaraventato contro gli armadietti di latta.
Era anche stato costretto a cambiare scuola, per un periodo.
Eppure non aveva rinunciato a essere ciò che era nemmeno un istante, perché avrebbe sopportato ogni cosa dai bulli, tranne la facoltà di essere piegato dalla loro ignoranza e fare la vittima: non era decisamente da lui.
 
Proprio per questo trovarsi a scappare in lacrime dalla palestra gremita di studenti durante il ballo l’aveva fatto sentire così male.
 
“Come abbiamo potuto essere così stupidi?!”
 
Blaine lo fissava, con quegli occhi incapaci di nascondere un briciolo di ciò che provava.
Kurt ci lesse delusione, rabbia e una profonda tristezza.
 
Ci mise un po’ a calmare i propri singhiozzi e, quando Blaine gli propose di andare via da quella stupida festa, Kurt sapeva solo che non avrebbe mai potuto permettere che accadesse.
Ne aveva passati di brutti momenti tra quelle mura, ed essere stato eletto reginetta del ballo per via di qualche stupido scherzo non lo avrebbe fermato, non lo avrebbe scalfito, non con Blaine al suo fianco.
 
Quando glielo disse, lo sguardo pieno d’amore che gli lanciò il suo ragazzo si rivelò tutto l’incoraggiamento che gli serviva.
 
Le prime note di Dancing Queen riempirono l’aria, e Kurt sapeva che Dave non sarebbe rimasto a ballare con lui.
Non era pronto per schermirsi dalle battutine, dagli scherzi stupidi e dal disprezzo degli altri, camminando comunque a testa alta.
Forse non aveva abbastanza coraggio. Forse non aveva nessuno per cui valesse la pena usarlo, nemmeno se stesso.
 
Quando lui indietreggiò tra la folla e Kurt rimase da solo sulla pista da ballo, non dovette attendere molto prima di incrociare due familiari e dolcissimi occhi, che brillavano a seconda delle luci intermittenti della sala.
 
Blaine fece qualche passo ed era al centro della piccola mezzaluna che gli altri studenti avevano riservato a chi doveva aprire le danze, e tendeva una mano verso Kurt.
 
Il giovane Hummel lo fissò interdetto: non poteva credere che lo stesse davvero invitando a ballare, non dopo ciò che gli aveva raccontato sul suo precedente ballo studentesco.
 
“Mi concede questo ballo?” Chiese con un sorriso.
 
Kurt gli afferrò la mano, stringendola saldamente nella sua, in quel gesto che aveva accompagnato la loro storia fin dalla sua nascita.
Eppure quella volta Blaine strinse più forte, quasi a dire che lui c’era, era lì per lui, in qualunque caso.
 
Ballò insieme a Blaine quella sera, e Kurt non poté che rendersi conto fino a che punto e in quanti modi un sentimento potesse crescere.
 
Perché, se c’era una cosa di cui essere assolutamente certi, era che Blaine non avrebbe mai smesso di meravigliarlo, nonostante tutto.
 
 
 
New York
 
Kurt Hummel era una persona di vedute piuttosto ampie, ed era aperto a molteplici possibilità.
Tuttavia, se qualcuno gli avesse detto che, dopo aver perso le regionali per un bacio fuori luogo tra Finn e Rachel, sarebbe stato felice lo stesso, avrebbe davvero stentato a crederci.
Invece ora era al Lima Bean a raccontare a Blaine ogni singola cosa di quella folle settimana a New York e, nonostante questo facesse a pugni con il suo istinto competitivo, non avrebbe davvero potuto essere più felice.
 
Gli raccontò della gara, di come Santana avesse quasi ucciso Rachel in albergo, di quando aveva fatto colazione da Tiffany e di quanto fosse stato esaltato per il suo primo volo in aereo.
 
“Ti amo.”
 
Disse Blaine, le labbra sorridenti e gli occhi sinceri, illuminati dalla stessa luce del loro primo bacio.
Era rilassato, sereno, e lo guardava come se ogni cellula del suo corpo stesse urlando per conto proprio quelle due parole appena pronunciate.
 
Kurt avrebbe voluto dirgli di come, inspiegabilmente, fosse già innamorato di lui dalla prima volta che l’aveva visto. Di come quel sentimento continuasse a crescere ogni giorno, nonostante tutte le volte fosse sicuro che più di così era impossibile. Di come era stato in grado di cambiargli la vita, di farlo accedere a quel coraggio che non sapeva di possedere. Di quanto percepisse il bene che gli voleva ad ogni gesto affettuoso, ad ogni sguardo che sembrava accarezzarlo.
 
Quanto, ogni volta, gli togliesse il respiro.
 
“Ti amo anch’io.”
 
 
 
The First Time
 
Blaine Anderson odiava l’alcool.
Sì, lo detestava davvero. A quanto pareva, quando quel maledetto liquido entrava in contatto con le sue labbra, l’unica cosa che era in grado di fare era ferire le persone.
 
La prima volta che si era ubriacato aveva creduto di essere miracolosamente diventato etero, e Kurt aveva quasi avuto un infarto.
La seconda volta che si era ubriacato aveva cercato di convincere il suo ragazzo a fare sesso nei sedili posteriori della sua macchina, e Kurt gli aveva giustamente urlato in faccia.
 
Sì, aveva decisamente chiuso con l’alcool.
 
“Volevo essere la tua superstar da gay bar, ma per quanto ci provi... sono sempre solo uno sciocco romantico.”
 
Blaine sgranò gli occhi. Avrebbe voluto dirgli che era semplicemente adorabile, che era la persona più dolce e pulita che conoscesse, che, se lo amava così tanto, era proprio perché era romantico. E non era una cosa stupida.
 
Si sporse in avanti per baciarlo e, quando Kurt avvolse le braccia intorno al suo collo, l’unico suo desiderio era restare così per sempre.
 
Non fu facile riuscire a trattenere le lacrime quando il suo ragazzo, nonostante tutto, gli confermò per l’ennesima volta di quanto fosse orgoglioso di stare con lui, con i suoi occhi trasparenti illuminati da quella dolcezza che gli apparteneva, e che niente e nessuno avrebbe potuto sottrargli.
 
“Voglio andare a casa tua.” Disse, senza mai lasciare che i loro sguardi si perdessero.
 
Il cuore di Blaine perse un battito.
 
Senza che potesse far niente per fermarle, nella sua mente si accavallarono le immagini di tutto ciò che avevano vissuto insieme, come in un album dei ricordi che non sapeva di avere.
 
Così ebbe di nuovo davanti il viso terrorizzato di Kurt, quella prima volta alla Dalton, quando le sue doti da spia quantomeno discutibili l’avevano intenerito tanto come il suo sguardo un po’ perso, quando l’aveva posato su di lui.
 
Ricordò quel S. Valentino al Lima Bean, quando per la prima volta Kurt gli aveva confessato i suoi sentimenti. E lui aveva sgranato gli occhi, sorpreso, domandandosi cosa fosse quello strano peso che gli opprimeva il cuore alla vista degli occhi tristi del suo migliore amico.
 
Da quella volta, non ci volle molto prima di capire che, anche se la loro amicizia era la miglior cosa che gli fosse mai capitata, magari valeva la pena metterla in gioco.
Sì, se si trattava di farlo per amore.
Rivide gli occhi brillanti di Kurt, si ricordò come vi si fosse specchiato un ultimo piccolo istante, prima di chiudere i suoi.
 
D’un tratto si sentì nuovamente illuminato dalle luci della palestra del McKinley, con Kurt che balbettava parole d’assenso al suo invito a ballare con lui. Ricordò di come aveva stretto la sua mano con tutte le sue forze, nella speranza che il suo amore potesse passargli attraverso.
 
Poi c’era il loro primo ti amo, davanti a una tazza di caffè al Lima Bean. C’erano gli occhi di Kurt, che meglio delle parole erano in grado di esprimere sentimenti.
 
 
E adesso c’erano loro, a casa di Blaine, occhi negli occhi dopo aver fatto l’amore per la prima volta.
Kurt era aggrappato alla sua spalla,  e lui aveva le dita serrate sul suo polso, senza perdere il contatto visivo con quegli occhi chiari immersi nei suoi, a pochi centimetri dal suo viso.
Lo guardava, semplicemente, con tutto l’amore del mondo. E Blaine era convinto che non avrebbero potuto condividere una prima volta migliore.
 
Non ora che Kurt sorrideva e gli accarezzava lentamente il petto, entrambi i loro cuori talmente veloci da creare una melodia tutta loro nella stanza silenziosa.
 
Un suono che, ne era certo, non avrebbero dimenticato tanto presto.
 
Ed era tutto talmente perfetto, che nemmeno gli parve tanto strano ammettere che, questo era poco ma sicuro, si sarebbe innamorato di Kurt ogni giorno della sua vita. 

  
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