Ecco
a voi la seconda e ultima tappa del viaggio estivo di Luca Florent.
Grazie a Vale per averne permesso la pubblicazione. Il personaggio di Haley appartiene a lei…
ON THE ROAD
“Dov’è? Dov’è quel cromosoma?” esclamo
ignorando l’espressione stupita della ragazza davanti a me.
“Prego?” cerca spiegazioni facendomi
entrare.
Ringrazio e mi faccio da parte in modo
che possa chiudere la porta senza ferire dei passanti. I capelli corvino che le
cadono sulle spalle ricordano i miei. Mossi. Bei capelli.
“Dunque, dicevamo?” mi invita a
riprendere il discorso interrotto. “Tu saresti l’imperatore di cui si è tanto
sentito parlare?” domanda incuriosita.
Impiego parecchio a comprendere il filo
che sta seguendo. Ah, no! “E’ estate! Le temperature. Non si respira!”
“Sai, io ci vivo qui! Ti posso dare
ragione: caldo. Non giro in costume però, io!”
“Sai, io non ci vivo qui! Sono passato
perché cerco una persona, e qualcuno mi ha chiesto questo favore.” Ribadii,
indicandomi il petto.
“Complimenti a chi ti ha suggerito
l’abbigliamento!” ride senza tener conto di poter ferire i sentimenti di un
imperatore. Che donne vivono nella grande mela? Che donne ci sono al mondo?
“Non vorrei disturbare la tua
contemplazione ma dicevo che cerco una persona; sapresti dirmi dove posso
trovarla?”
“Se mi dicessi il nome; sarei felice di
aiutarti! Se mi dicessi il tuo nome magari…!” mi sta
sfidando. Sono sicuro che la signorina sappia già tutto. Accetto la sfida. Sono
un uomo, le sfide sono il mio pane quotidiano.
“Il tuo nome, prego?”
“Sei entrato tu a casa mia; tu hai
attraversato l’Oceano! Io non ti conosco!” che ragionamento sta seguendo? Ha
aperto la porta ad uno sconosciuto? Non ci credo: lei mi conosce! Mi sta
sfidando! “Per cui, nome! Come ti chiami, bambino?”
“Se mi dici dove posso trovare chi sto
cercando!” prometto incrociando le braccia.
Solo adesso, dopo ben dieci minuti, mi
rendo conto di aver attraversato il corridoio, essere entrato in sala; ed
essermi seduto su un divano.
“Haleyyyy!”
una ragazza con gli occhi verdi si affaccia dalla porta spalancata. “Lui è Florent! Lo intrattieni tu? ” suggerisce mentre prende la
borsa. “ Ho mezz’ora prima che Adam citofoni! E tu
sai che è puntuale peggio di un antico svizzero!” si rivolge a me. “Ciao Luca,
è stato un piacere conoscerti!” mi stringe la mano. “Ah già, Alexandra!” sapevo
che mi conosceva.
“Ciao Haley,
perdona il mio abbigliamento!” sono le prime parole che pronuncio quando
rimango solo con lei; alzandomi.
“Sono a New York con amici. Suono in una
band: è da sette anni, più o meno, che scrivo canzoni! Non sono Claudio: abito
a Milano. Notizia non è l’anagramma del mio nome. Ho una sorella che si chiama
Laura che abita in Inghilterra. Luca Florent! Perdona
il mio abbigliamento! Le temperature sono a dir poco di fuoco! Si potrebbe parlare
di strade di fuoco…”
Il mio modo di vestire ha sorpresa anche
lei; è bravissima a fingere indifferenza. “Ti offro qualcosa? Thè; caffè freddo; sorbetto al limone…”
“Sorbetto al limone! Sembrerò Silente
forse, ma è estate!” Sorbetto al limone
era la parola d’ordine per entrare nel suo ufficio. A proposito, sarà
improbabile ma tentar non nuoce. Spero sia improbabile “ Hal!”
con che criterio pretendo di usare un diminutivo di mia invenzione? Pessima
impressione. Pessima impressione. Pessima impressione. “Haley,
qui non esistono Hufflepuff, vero? Dimmi che non ci
sono, ti prego!” è peggio di una supplica ridicola. Ma poco importa.
“No!” risponde poco convinta, mi guarda
male e sparisce in cucina.
Peeeeeerfetto! Ottimo direi!
Go Luca go!
Il presentimento che questa casa sia
infestata da Hufflepuff non mi abbandona.
Il citofono mi fa tornare alla realtà.
Non sono in Inghilterra, ho attraversato un Oceano prima di atterrare nella
Grande Mela. Dovrebbe essere quell’Adam! L’urlo “Ciao
a tutti, ci vediamo stasera!” che riecheggia nella casa conferma la mia teoria.
Quella ragazza mi ricorda qualcuna. Donne! Tutte uguali!
“Quante persone ospita questa casa? Ci
sono poche foto!”
“ Sette ragazze! Il tuo sorbetto” mi
porge il bicchiere.
Non possono essere in sette.
“E tu perché sei triste? Dovreste
passare il tempo a spettegolare e parlare di vestiti! Posso sapere dov’è?”
“Chi?”
“Il cromosoma che ti ha ridotto così!”
Haley riporta il
vassoio in cucina senza proferir parola.
“Hal!” mi alzo
di scatto e la raggiungo in cucina. “Hal! Usciamo! Se
non sei pronta entro mezz’ora ti prelevo con la forza. Con tutto il rispetto
che posso!”
Senza proferir parola si chiude in
camera sua e io attendo.
Sette ragazze. Assurdo! Non ci credo! E’
contro ogni logica. Non possono esserci altri esemplari di marinai al mondo.
Non possono esistere più di due Wentworth al mondo.
Non può essere! Non ci credo. Assurdo! Sette ragazze! Un altro suono mi riporta
nuovamente a New York. Haley è in camera, tocca a me
fungere da portiere. Alla risposta noi
apro. Quel noi ha un tono familiare.
L’impressione ha superato l’esame di Materializzazione.
“Hal…!” la
ragazza mora si ferma come se fosse sotto l’effetto di un Petrificus Totalus.
“Ciao! Sono Luca! Haley
si sta vestendo, immaginavo non volessi passare la prossima mezz’ora fuori,
così ho aperto io!” sorrido stringendole la mano.
“Piacere mio!” forse non dovrei uscire
in costume.
“Tasso, non preoccuparti!” rassicuro
così lo sguardo che mi sta squadrando.
“Tasso, comincia a preoccuparti!”è la
ragazza a parlare. Non dovrei uscire in costume.
“Il mio cuore appartiene già ad una
donna! Perdonami se mi sono presentato così!” accenno ad un inchino; mi faccio
da parte in modo che possano entrare. Luca 1 Tasso 0!
“Ti offro qualcosa?”
“Già preso, grazie! Molto gentile!”
“Dovere, piacere!” e vola in cucina alla
ricerca di qualche bibita ghiacciata. Ignorando Tassorosso.
“Haley!” dico
bussando alla porta. “Mi avevi promesso che non c’erano Tassi in giro per casa!
Puoi uscire tu?”
“Arrivo!” sta trattenendo una risata. Si
sente.
“Finalmente, credevo non rientrassi
più!” incredibile sesso debole. Alla faccia del sesso debole.
“Sarei rientrata anche prima se avessi
saputo!”
“Credi che non lo sappia?” sono forse io
il soggetto del discorso.
“Magari possiede qualche villa! Buona
giornata eh?” un occhiolino e ho la conferma: sono io il soggetto del discorso.
“Ragazze!” mi sento un terzo incomodo. “Haley, è passata la mezz’ora concessa!”
“Quando vuoi Luca!”
“E’ italiano? Se è italiano gioco in
casa! Jackson sa di questa storia?”
“Se Jackie sapesse, sarebbe in Italia da
anni! E’ un problema mio. Non voglio coinvolgere nessuno!”
“Ulisse viaggiava per mare! Un Oceano
non lo fermerebbe di certo!” mi fissa sorpresa. La faccio sedere sulla
panchina. “Senti ragazza mia! So cosa vuol dire vedere quegli occhi. Quel verde
smeraldo dovrebbe brillare e invece sembra un tunnel. Gli occhi caffè di mia
sorella erano esattamente come i tuoi. Pozzi profondi. Non so chi sia il tuo Went! So però che questi marinai non promettono nulla di
buono! Illudono! E pensarti persa nonostante Jackson è assurdo!”
“Went!”
“Sì Wenthworth!
Se vuoi sapere chi è basta tu chieda a Miss Tassorosso!
Sicuramente potrebbe scriverci una tesi!”
Finalmente le vedo un sorriso sulle
labbra.
“Sei uscito in costume!”
“E’ un favore che mi è stato chiesto! Me
ne sto pentendo ogni istante di più! Credimi!”
“Ti dona!”
“Anche Amy lo ripete ogni giorno! Fosse
per lei dovrei rimanere in pigiama ventiquattro ore!”
“Tu? Dormi…
così?”
“Sì, è estate!”
“Certo! Logico!” ribadisce annuendo con
la testa. Prendendosi gioco di me?
“Poi pensa! Il mare è infinito. In fondo
se ne frega di tutto e di tutti! Dovresti ascoltare il rap, il mare se ne frega!
Ascolta. Il mare se ne frega è pieno di sé la pioggia lo sfiora appena, il mare
se ne frega vive il mondo alla sua maniera. Il mare se ne frega se non resto a
galla, per questo nuoto e corro basta che mi muovo. Secondo te perché giro in
costume? Perché lo dicono i ONEMIC. E io non vorrei mai annegare per un
cromosoma Y che non è degno di essere nominato. Voldemort
è più uomo di lui. O loro. Tu nuota il resto viene dopo. Ascolta la musica.
Stasera venite al mio concerto. Invita chi vuoi. Forse Ale
ti seguirà a ruota. Quella ragazza è incredibilmente simile a mia sorella.
Vedrai che se ne parli con lei stasera sarete in prima fila, tu e le altre sei.
Senza Tassi, Dominatori d’aria o Antichi svizzeri.”
Sto delirando lo sento.
Siamo seduti su una panchina del Central Park e parlo esclusivamente io. Mi sento un
professore saccente. Come posso pretendere di intavolare una lezione di vita.
Ho solo ventidue anni e pretendo di essere un uomo. Che vergogna! Un minimo di
vergogna, prego!
“Se suoni così, verremo volando!
Promesso!”
Ecco cosa succede a seguire i consigli
di tua sorella!
Go sister go!
Il
titolo “On the road” riprende il romanzo scritto da Jack Kerouac, che
consiglio..
Alla prossima!