Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: MaTiSsE    13/11/2011    7 recensioni
"....Nessuno ha idea di quanto il tuo sorriso possa scaldarmi il cuore.
Sono degli stupidi, ovviamente.
E lo sono anch'io.
Perchè ti sento e ti amo come il primo giorno.
E perchè parlo di te - di noi - così scioccamente... come se fossimo ancora insieme..."
Louis e Constance...Due giovani uniti da un amore difficile. Un amore tormentato dallo spettro della Rivoluzione.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
saintjust2
Al di là del nostro amore








La fortuna si schierò dalla sua parte.
O forse, in quel caso, la dea bendata c'entrava davvero poco: il destino aveva già scelto quella fanciulla per lui. Qualsiasi cosa avesse fatto, in qualsiasi posto si fosse diretto, loro due si sarebbero ritrovati sempre.
Perchè così era stato deciso ed i percorsi della vita raramente possono essere cambiati dall' infima volontà di piccoli e limitati esseri umani.





Louis, quindi, la rivide appena tre giorni dopo, in una stradina adiacente la Tuileries, mentre barattava un intero mazzo di camelie in cambio di una patata bitorzoluta di proprietà di un vecchio e spilorcio bifolco.
La osservò indispettirsi, avvampando, ed infine rinunciare alla sua personale battaglia con uno sguardo a metà tra l'irritazione e la tristezza.


Decise così di raggiungerla in due falcate.

"Constance!"- Urlò il suo nome.


Lei,  inizialmente, non badò troppo a quel richiamo, forse ancora eccessivamente presa dalla discussione avuta con quell'uomo. Poi alzò lo sguardo - anche infastidita - e incontrò gli occhi scuri di Louis.
Le sue labbra si atteggiarono in una "O" di meraviglia e se ne stette in sua contemplazione per qualche secondo prima di realizzare che davvero monsieur Saint Just si trovasse di fronte a lei.


"L - Louis..!"
"Va tutto bene?"
"Très bien..." - Mentì rassegnata.
"Mi dici una bugia...Perchè discutevi con quest' uomo?" - domandò lui sospettoso. L'interessato sbuffò annoiato.

"La mademoiselle qui mi ha scambiato per un nobile, evidentemente!"


L'animo della ragazzina tornò a riaccendersi, in seguito a quele parole, e Saint Just apprezzò con orgoglio la sicurezza con la quale si batteva per la propria dignità di donna e di essere umano.


"Oh no, vi sbagliate monsieur! Vi ho semplicemente chiesto se potevate darmi in cambio anche un piccolo tozzo del vostro pane!" - Indicò un pezzo di focaccia che l'uomo teneva saldamente sotto braccio.
"Ragazzina! Qui si lavora per mangiare!"
"Infatti è quel che sto facendo! Solo che, pur faticando come una schiava, non mangio da due giorni ed ho fame anche io, sapete?"

"Qual è il problema, esattamente?" - Louis decise di interrompere la discussione prima che degenerasse: era certo che di lì a poco Constance avrebbe risposto in maniera davvero poco ortodossa alle provocazioni del suo interlocutore, cosicché tentò di frenarla prima che la situazione prendesse la piega sbagliata.
Dopotutto era solo una fanciulla, non avrebbe dovuta essere coinvolta in certe faccende!

In ogni caso, che fosse mossa dalla fame - e quindi dall'istinto di sopravvivenza - o fosse così agguerrita di carattere, Louis la trovò molto affascinante. Era combattiva e questo gli piaceva.

"Ho barattato un intero mazzo di camelie per un po' di cibo, Louis. Ma non posso mangiare soltanto una patata e il signore qui presente qualche altra cosa da darmi ce l'ha. Valgono così poco i miei fiori? Questo non era il prezzo pattuito!"
"E' già tanto che me li prenda questi fiori, sciocchina! Di questi tempi, a chi vorresti venderli?"
"Mio signore, senza queste camelie che tanto mostrate di disprezzare, con cosa potreste mai onorare la tomba del figlio vostro morto alla Bastiglia, di grazia?"

L'uomo la guardò con occhi colmi di odio e disperazione, al contempo, e Louis, in un attimo solo, comprese quanto devastante e tristissima potesse essere la lotta tra i poveri.

Cosicché afferrò Constance per un braccio, sussurrandole:

"Ti comprerò io del pane, caldo e morbido. Andiamo via, adesso."
"Non dovete sfamare voi il mio stomaco, Louis. Questo è il mio lavoro. Voglio essere ripagata." - Ribatté lei, fermamente.

"Stupida ragazzina..." - Sputò il vecchiaccio, esasperato. Un sussurro che Louis colse abbastanza facilmente.

"Zitto voi, cittadino! Non avete rispetto della povertà altrui, sapete? Dovreste aiutarvi l'un con l'altro anziché farvi la guerra. Ed ora andate...Che non debba vedervi mai più!"
"E chi vuol rivedervi, ancora, per carità! Ma tu guarda quanti pazzi si possono incontrare in giro per Parigi, di questi tempi!"


Entrambi - Louis e Constance - osservarono l'uomo mentre si allontanava spedito, tenendo ben saldo il suo tozzo di pane da un lato ed il mazzo di camelie dall'altro. Evidentemente aveva colto la palla in balzo: era fuggito senza cedere alle richieste della fanciulla.
Aveva vinto.
Meglio scappar via a gambe levate prima che quello strano giovinotto che era accorso in suo aiuto cambiasse idea, naturalmente.


"Perché?" - Constance sospirò, alle spalle di Louis - "Perché gli avete concesso di andar via? Quel pane mi spettava..."
"Lo so, Constance. Ma avresti combattuto inutilmente."
"...Un disperato contro un altro disperato. Giusto?" - Sospirò. - "Siamo davvero pietosi... Maledetta Rivoluzione!"

Saint Just avvampò: proprio lui che della Rivoluzione era uno dei più agguerriti sostenitori!

"Ho detto qualcosa di sbagliato, Louis? Avete fatto una faccia strana!"
"Beh..."
"Ho capito. Siete un rivoluzionario." - Sorrise.
"E tu? Perchè non lo sei?" - Domandò infilando le mani nelle tasche del soprabito ed incamminandosi con la sue dolcissima accompagnatrice in una passeggiata lungo una delle vie più brutte ed umide di Parigi.
"Perchè prima della Rivoluzione, Louis, lavoravo come cameriera per una nobile famiglia di conti. La contessa mia signora è stata uccisa durante un assalto improvviso alla sua carrozza, la notte del ventisette giugno del 1789. Il mio padrone fuggì disperato poco dopo, presso dei parenti inglesi, portando con sé l'unico figlio, un bambino di pochi anni rimasto orfano di madre. Io ho perso il mio lavoro ed ho vissuto in prima persona la disperazione di un'intera famiglia distrutta dal dolore..."

Il giovane s'infiammò.

"Per cui, Constance, ritieni che la tua vita fosse più semplice - anche più bella, magari - quando qualcuno deteneva il massimo potere sulla tua persona soltanto in virtù della propria ricchezza e nobiltà di titolo? Chi ti dice che quelle persone fossero effettivamente migliori di te?" - Esclamò rabbiosamente.

La fanciulla lo guardò con perplessità.

"Non intendevo questo, Louis. Stavo meglio certamente perchè sapevo ogni giorno cosa mangiare ed avevo un letto caldo per dormire. E poi i Conti de La Chapelle erano brave persone: si sono sempre mostrati molto buoni, prima con mia madre e dopo con me. Non dovreste giudicarli in questo modo affrettato soltanto a causa della loro condizione sociale. Non mi hanno mai fatto pesare di essere una semplice cameriera e vi assicuro che non credo affatto che qualcun altro possa essere migliore di me o di voi."


Louis sospirò. Quello di Constance, dopotutto, era un discorso molto sensato.

Lei aveva fame. Prima della Rivoluzione poteva ancora concedersi il lusso di mangiare senza doversi preoccupare di come procacciarsi il cibo ogni santo giorno.
Ora, invece, era costretta a starsene a stomaco vuoto anche per più di quarantotto ore di seguito.
E senza che nessuno si preoccupasse per lei.

Sulla base di quale valida motivazione avrebbe potuto darle torto?


Bisognava lavorare ancora molto sulla stessa Rivoluzione - Louis ne era tristemente cosciente - affinché tutti i cittadini francesi, nessuno escluso, potessero riprendersi ciò che maggiormente spettava loro: la propria dignità di esseri umani.
La fratellanza e l'uguaglianza, oltre che la libertà dall'oppressore, erano stati i capisaldi del movimento, i meravigliosi ideali in nome dei quali giovani di neanche vent'anni avevano accettato di morire.
Perchè risultava ancora così difficile metterli in pratica?

Perchè, paradossalmente, la lotta ora non si svolgeva più tra ricco e povero ma tra poveri?

La fame era dilagante, nonostante tutto, e non si guardava in faccia nessuno pur di aver salva la pelle. Neanche la propria madre.

Homo homini lupus, dicevano i Latini.
Sagge parole!


Louis strinse la mano sinistra in un pugno.
Constance lo squadrò.

"Vi ho fatto arrabbiare..."
"No. Non tu..."

Lei seguitò ad osservarlo ma non rispose. Aveva già compreso che in certe occasioni il carattere schivo di Louis esigeva il silenzio. Avrebbe parlato lui al momento più opportuno. E, difatti, non si fece attendere poi troppo.


"Dove abiti, Constance?"

Sorrise senza alcun timore di fronte a quella domanda così intima, indicando un vicolo buio poco distante da loro.

"In quella strada lì, vedete? C'è casa mia."
"Abiti lì con tua madre?"

Scosse la testa.

"No, Louis. Mia madre è morta di stenti. Son sola al mondo."
"E tuo padre?" - Domandò sconcertato.
"Mai conosciuto. Ha contratto il tifo quand'ero ancora nella pancia di Maman."
"Non hai fratelli, sorelle? Nessuno?"
"Nessuno."

Il cuore gli si strinse in una morsa di dolore.

"Quanti anni hai, Constance?"
"Diciassette, Louis. E voi?"
"Dammi del tu, per favore. Io ne ho venticinque."
"Venticinque...Chissà se io ci arriverò a venticinque anni, di questo passo! Non mangio mai!" - Rise.

Come poteva? Come poteva preservare il suo buonumore in quelle condizioni?
Quanto coraggio si nascondeva nel suo meraviglioso corpo di fanciulla?
Louis la guardò con ammirazione e non gli interessò affatto di cosa pensasse lei della Rivoluzione. Se un uomo - anche un'altra donna, in realtà - gli avesse riferito le medesime considerazioni a riguardo che Constance aveva espresso poco prima l'avrebbe assalito. Forse anche torturato.
Ma lei....lei era così diversa! E speciale...Meritava soltanto sorrisi ed una vita felice.
Soltanto questo.


"Louis, adesso vado. Vedrò di tirare fuori una zuppa decente da questa patata rivoltante!" - Commentò adagiando il tubero tra le camelie.
"Devo ancora comprarti il pane, Constance!" - Osservò lui, rammaricato.
"Non importa, Louis, sul serio. Non è necessario. E' già tanto questo, te l'assicuro. Ora lasciami andare..."

Si alzò in punta di piedi la piccola Constance - Louis era di molto più alto di lei - e gli lasciò un grazioso, delicatissimo bacio sulla guancia destra.
Cosa del tutto inusuale per quel tempo.
Lui non ricambiò ma non di certo per scortesia: troppo sorpreso dal comportamento della fanciulla - e troppo stordito da quel buon profumo di fiori che ne impregnava la pelle - non riuscì a muovere un solo muscolo del corpo od articolare una risposta di senso compiuto.

Proprio lui, il glaciale Saint Just... L'uomo cui niente era in grado di scuotere e sciogliere il cuore!


Sospirò confuso mentre osservava la piccola Constance allontanarsi di corsa verso quel vicoletto sudicio che ospitava la sua povera casa.

La guardò allontanarsi da lui, di nuovo.



Ma stavolta non l'avrebbe lasciata fuggire via.
Desiderava ancora la sua compagnia, desiderava rivedere il suo sorriso, sfiorarne furtivamente la mano deturpata dal freddo, perdersi in quei ridenti occhi color del cielo.


Per cui non si sorprese ancora particolarmente di se stesso quando, un'ora dopo, si ritrovò fuori casa di lei con il suo bel pezzo di pane caldo e profumato sotto braccio.











*








File:Saint Just.jpg



Ho trovato un ritratto di Saint Just.
Ci pensate? All'epoca, senza l'invenzione della fotografia, non era possibile entrare in possesso di immagini fedeli del proprio volto. Bisognava affidarsi al talento dell'artista di turno. E' divertente notare come, di un medesimo personaggio storico, esistano decine di ritratti differenti.
Non sapremo mai se il vero Louis somigliasse davvero a quello che vedete qui...Peccato :)
In ogni caso vi consiglio di non sbirciare la sua biografia per non rovinarvi la sorpresa! ;)


Grazie alle quattro, meravigliose ragazze ( <3 ) che hanno commentato lo scorso capitolo...E' stato bello ritrovarvi anche qui! :)
Più tardi rispondo alle vostre recensioni...
A presto.
Matisse.


   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: MaTiSsE