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Autore: Wyrd_    14/11/2011    4 recensioni
Spoiler 3x09
Quando Damon aprì gli occhi e sentì una mano stringergli con forza la maglia, si lasciò scappare un sorriso e si rilassò, sperando dentro di se che quella sensazione di appagamento potesse protrarsi all'infinito.
Appagamento non era proprio la parola esatta però o almeno non l'avrebbe mai usata in questo contesto così casto.
I suoi occhi caddero istintivamente sulla figura di donna che gli stava sopra, sulle sue braccia che lo circondavano, sulle sue gambe intrecciate a quelle del vampiro, sui loro bacini troppo vicini, poi risalendo, sulla sua scollatura e sulla sua gola scoperta e la vena pulsante che faceva bella mostra di se.
Damon allora potè sentire con chiarezza la sua bestia risvegliarsi, i canini allungarsi, le gengive dolergli per l'improvviso bisogno di sangue e con uno scattò si spostò dal divano lasciando che Elena ci cadesse sopra con malagrazia e aprisse gli occhi in tempo per vederlo salire di fretta le scale.
Mossa dall'istinto e da una grande curiosità lo seguì, entrando a sproposito nella sua camera e trovandolo davanti alla finestra assorto in chissà quali pensieri.
Rigorosamente Delena.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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SPOILER 3X09!





-Com'è potuto succedere?-

Elena lo può sentire bene il peso di quella giornata, che come un macigno grava sulle sue esili spalle di donna.
Damon lo può sentire meglio il peso di quella giornata, troppo sbagliata, troppo diversa dalle altre, troppo ingiusta, perchè se mai fosse esistita una giustizia non avrebbe voluto che finisse così, non che loro fossero tutti inoccenti da salvare, ma le cose sarebbero potute andare molto diversamente.
-Avevamo pensato a tutto Elena! Che Klaus avrebbe portato gli ibridi. Che Michael ci avrebbe traditi. Avevamo fatto venire Katherine per non farti correre pericoli. Eravamo pronti per tutto quello che sarebbe potuto andare storto!-
La ragazza riesce a sentire bene la furia del vampiro, la sua ira che si espande e riempie la stanza, galoppandole sulla pelle fino ad entrarle dentro come un fuoco innarestabile e violento.
-Non capisco, Stefan voleva morto Klaus più di ogni altra cosa, contavamo proprio su questo-
-Ci siamo giocati l'occasione-
Butta giù un altro bicchiere di denso bourbon Damon, sperando di dimenticare gli ultimi avvenimenti, le ultime dannatissime 24 ore,sperando che sia solo un sogno e che al suo risveglio suo fratello sarà ancora li a elargirgli una delle sue perle di profonda e umana saggezza.
Illuso, ecco qual'è la parola del giorno. O quella del secolo?
C'è forse differenza da quando si era illuso che Katherine l'avrebbe amato per sempre ad ora che si illudeva di poter rivedere Stefan?
-Dov'è Katherine?-
-E' scappata a gambe levate, come al solito. Non appena le cose si sono messe male. Ma chi può biasimarla? Klaus l'avrebbe annientata-
Quando si avvicina, la ragazza può notare che non tiene in mano solo il bicchiere di cristallo, ma anche l'intera bottiglia, e pensa che non sa se sarà in grado di auitarlo, ma glielo deve e si impegnerà, non solo perchè lui era sempre accorso in suo aiuto, ma perchè, anche ubriaco e furibondo, restava tremendamente bello.
Si morde un labbro Elena, cercando di reprimere quelle voglie nascoste che sente salirle dal basso ventre e che desiderano essere placate, ma non è quello il momento giusto, arriverà, ma non ora.
-Ce l'avevo tra le mani, Elena. Avevo Klaus tra le mani! Avrei potuto mettere fine a tutto quanto-
Sobbalzano entrambi quando il bianco vetro della bottiglia si frantuma nel camino acceso e la fiamma divampa come un onda, ma nessuno retrocede, quasi come se sperassero di essere trafitti da quelle piccole schegge trasparenti capaci di mettere fine al loro dolore o almeno di dimostragli che è la  realtà e non un incubo dal quale si sarebbero risvegliati con l'arrivo del sole.
-Ehi-
La ragazza gli sfiora il braccio, ma lui lo sposta con noncuranza, è perso nel suo mondo cupo e distante, non vuole nessuno vicino ora, esistono solo lui e la sua cieca furia, è così preso dai suoi pensieri che nemmeno di accorge della timida presa sul suo collo, vede solo il marrone di queli occhi da cerbiatta e più in fondo, nella pupilla nera come la sua anima, il riflesso del suo volto sconvolto.
-Damon, ehi ascoltami! Sopravviveremo anche a questo. Sopravivviamo sempre -
Sempre era una bella parola, suonava bene, soprattutto detta da lei, le avrebbe persino potuto credere.
-Fidati di me-
Fidarsi, l'avrebbe fatto volentieri, ma avrebbe comportato poi nuove delusioni e, anche se la amava con tutto se stesso, non era sicuro di riuscire a reggere anche quel colpo.
-Non riavremo mai Stefan. Lo sai vero?-
Strano come il destino riesca sempre a beffarsi di noi; lui aveva passato secoli ad odiare suo fratello ed ora si sentiva perso senza di lui, come se avesse fallito uno dei compiti più importanti della sua vita : quello di proteggerlo.
-E allora lo lasceremo andare ok? Dovremo lasciarlo andare-
Lei che lo aveva amato dal primo istante ora era la prima a volerlo lontano, aveva portato troppo dolore nelle loro vite e forse le cose d'ora in avanti sarebbero migliorate.
Elena si ricordò allora di un episodio significativo della sua infanzia e sorrise fra se e se, solo quando vide lo sguardo confuso del vampiro decise di condurlo sul divano, in modo che si riposasse, gli fece posare la testa sul suo grembo e poi iniziò a parlare.
-Sai, quando ero piccola avevamo un gatto, somigliava ad un leopardo, se ne stava sempre sul ramo di uno degli alberi del giardino e aveva il manto chiazzato degli stessi colori. Un giorno, mentre io e mio fratello aiutavamo la mamma a piantare dei fiori, Micerino...-
-Micerino?-
-Si, mi piaceva la storia egizia e mi ricordava un gatto dipinto in una delle piramidi. Ora posso continuare?-
Non esultò esteriormente Elena, ma vedere Damon sorridere per quel piccolo particolare la fece davvero gioire.
-Allora, il gatto arrivò vicino a noi e notammo che teneva un uccellino in bocca, tenendolo per un' ala. Inutile dire che mia madre lo costrinse a sputarlo ed iniziò a prendersi cura del passerotto. Con il passare dei giorni andai dal "malato" per nutrirlo e controllare che stesse bene o che fosse al sicuro e dopo poco tempo mi ci affezionai. Quando si ristabilì e fu nuovamente in grado di volare, i miei genitori mi dissero che avrei dovuto lasciarlo andare, ma io scoppiai a piangere e gli dissi che non volevo perchè amavo quella bestiola che avevo accudito con tanto amore. Allora mia madre mi venne vicino e mi disse piano in un orecchio..-
In quel momento Damon la sentì sospirare e quando la guardò in faccia potè notare i suoi splendidi occhi fissare un punto indefinito del camino e farsi lucidi a causa delle lacrime trattenute a stento, così le prese una mano con le sue e la spinse a finire il racconto.
-Mi disse : " Se ami qualcuno devi lasciarlo libero di fare le sue scelte. Questo passerino si ricorderà sempre di te e di ciò che hai fatto per lui, ma ora deve andare per la sua strada"-
Alla prima lacrima ne seguirono molte altre, poi il vampiro la strinse a se e le permise di sfogarsi sul suo petto, sperando che si sentisse al sicuro come fra le braccia di un amico o di un parente.
Aveva capito la storia e la metafora con Stefan, voleva solo dirgli che avevano fatto tutto il possibile per salvarlo, che ci erano riusciti e che non dovevano sentirsi colpevoli se poi lui aveva preferito andarsene per la sua strada.

Il mattino li trovò così, avvinghiati insieme e scossi dagli avvenimenti della giornata precedente, ancora fra le forti braccia di Morfeo che, almeno nei sogni, gli permetteva di trovare calore e conforto.
Quando Damon aprì gli occhi e sentì una mano stringergli con forza la maglia, si lasciò scappare un sorriso e si rilassò, sperando dentro di se che quella sensazione di appagamento potesse protrarsi all'infinito.
Appagamento non era proprio la parola esatta però o almeno non l'avrebbe mai usata in questo contesto così casto.
I suoi occhi caddero istintivamente sulla figura di donna che gli stava sopra, sulle sue braccia che lo circondavano, sulle sue gambe intrecciate a quelle del vampiro, sui loro bacini troppo vicini, poi risalendo, sulla sua scollatura e sulla sua gola scoperta e la vena pulsante che faceva bella mostra di se.
Damon allora potè sentire con chiarezza la sua bestia risvegliarsi, i canini allungarsi, le gengive dolergli per l'improvviso bisogno di sangue e con uno scattò si spostò dal divano lasciando che Elena ci cadesse sopra con malagrazia e aprisse gli occhi in tempo per vederlo salire di fretta le scale.
Mossa dall'istinto e da una grande curiosità lo seguì, entrando a sproposito nella sua camera e trovandolo davanti alla finestra assorto in chissà quali pensieri.
Gli si avvicinò con cautela temendo una violenta reazione da parte sua, ma si fermò presto perchè ciò che scorse nel riflesso del vetro che stava di fronte ad entrambi le suscitò una reazione di improvviso stupore; Damon se ne stava li, in piedi, fermo come una delle più belle statue greche, con gli occhi iniettati di sangue, le vene vicine in rilievo e la bocca abbastanza aperta da permetterle di mostrare i canini.
-Cosa ti è successo?-
Lo chiese con la voce ancora impastata dal sonno e a bassa quasi come se temesse la risposta o magari aveva semplicemente paura di sentire nuovamente quel nodo allo stomaco, quello che provava ogni volta che lui le diceva " vado a nutrirmi", non seppe mai il perchè, ma Elena era gelosa di tutte quelle sgualdrine che donavano al vampiro il loro sporco sangue.
Lui non rispose, si limitò a starsene zitto e fermo al suo posto, cercando di controllare le reazioni del suo corpo, ora più pericolose che mai.
Quando la doppleganger gli sfiorò il braccio per incitarlo a guardarla, lui si girò fino a darle le spalle, come se la cassettiera fosse diventata improvvisamente più interessante di lui.
-Damon guardami-
-Vattene, non sono in grado di controllarmi ora e potrei farti seriamente del male Elena-
La sua voce era roca e così profonda che il battito del cuore della ragazza aumentò ed era sicura che questo particolare non era certamente sfuggito al vampiro.
Non si lasciò scoraggiare dalle sue parole però, avanzò fino a trovarselo di fronte e gli strinse una mano con tutta la forza che aveva per incitarlo a restare e affrontarla.
-Ti ho detto di andartene!-
La sua ira era palpabile e appestava la stanza, gli era persino sfuggito un ringhio proprio come una belva feroce mostra i denti alla preda prima di azzannarla, ma Elena non aveva più paura e, cosa più importante, aveva fiducia in lui, che non era un mostro spietato e senza cuore, ma una persona piena di paure e desiderosa di conforto.
Si alzò leggermente in punta di piedi e con la bocca depose due piccoli baci sulle vene vicino agli occhi del vampiro, che scosso si ritrasse per poi fissarla con uno sguardo che nulla aveva a che fare con l'odio o la furia, ma era qualcosa di più antico e mistico, era passione e desiderio allo stato puro.
Ora davanti a lei si presentavano due scelte: sottrarsi o proseguire ciò che aveva iniziato, ma la sua aveva deciso già prima ancora che il suo cervello le suggerisse "Carpe Diem".
Elena si avvicinò a Damon continuando a tenergli la mano, con passi piccoli e lenti per non spaventarlo e, quandò riuscì a sentire il profumo della sua pelle, appoggiò le labbra sulle sue in un casto bacio, più simile a quello di un adolescente alle prime esperienze che ad una ragazza maggiorenne, ma non aveva fretta di arrivare al dunque, ormai avevano tutto il tempo che volevano per stare insieme.
Quando il vampiro si staccò da lei e fissò l'azzurro delle sue iridi nel marrone della compagna, quando il ghiaccio si mischiò al fuoco, allora ritornò a prendere possesso di quelle labbra e nulla di quello che accadde in seguito fu casto, a partire da quel bacio forte e prepotente come lui, a partire dalla sua lingua che esperta si muoveva a cercare quella di lei dando inizio ad una serie di contatti agognati per troppo tempo.
Damon la prese per la vita e stringendola la depose sull'enorme letto a baldacchino, iniziando a baciarle il collo, morderle la clavicola e continuando a scendere fino ad arrivare al solco dei seni, ancora coperti dai vestiti, dove si fermò per poi riazare il volto ed osservare quella che stava per diventare la sua donna.
Elena aveva il viso paonazzo e gli occhi appannati, già ebbra di quel piacere che avrebbe pregustato troppo lentamente a parer suo, ma sicura, tanto nella mente quanto nell'animo, di aver finalmente fatto la scelta giusta e questo lo dimostrò anche al suo "uomo" quando, con una mano, gli prese i capelli e lo riportò vicino al suo volto così da poterne ammirare ancora la bellezza e per dargli un altro bacio, sicchè potesse almeno in parte capire quanto lo desiderasse.
Allora il vampiro, che non era ritornato alla sua forma umana, anzi, continuava a dare bella mostra dei suoi canini, scese con le mani fino alla fine della maglietta della ragazza, dove trovò un lembo di pelle scoperta che potè quasi giurare di aver sentito scaldarsi al contatto con le sue mani, la prese fra le dita e iniziò a farla salire, fino a sfilargliela dalla testa.
La visione di lei, del suo splendido corpo ancora in parte coperto, ma già steso sotto di lui, lo fece eccitare maggiormente e , sebbene si fosse ripromesso di fare le cose con calma come a volerla punire di aver capito troppo tardi ciò che prova per lui, non riuscì a resistere e con una bramosia quasi animalesca le strappò in reggiseno, scaraventandolo a terra.
-Spero di non fare la stessa fine anche io-
Disse Elena, ansimando e sorridendo.
-No, la tua sarà una fine peggiore-
Non le lasciò nemmeno il tempo di controbattere, che riportò la sua bocca sul suo seno per torturalo e morderlo, facendole sentire la pressione dei canini sulla sua morbida e nivea pelle, ma si dovette fermare quando, con uno scatto inaspettato, la ragazza ribaltò le posizioni e si mise a cavalcioni sopra di lui, esibendo un' espressione imbronciata.
-Non è giusto, signor Salvatore, che lei sia l'unico a divertirsi o l'unico ad essere ancora vestito-
Iniziò allora a togliergli la sottile camicia nera, guardandolo negli occhi come se volesse sfidarlo, passò poi le sue mani sottili e piccole sopra i suoi addominali duri e feriti dalle recenti battaglie, lasciando ogni tanto piccoli baci e mordendogli i capezzoli che, proprio come quelli di Elena, svettavano dritti a causa dell'aria fredda e dell'evidente eccitazione.
Certo Damon non si aspettava che una ragazza così timida fossi anche così intraprendente a letto e per un secondo la sua mente pensò che fosse Katherine, ma scacciò quest'idea quando la vide arrossire mentre timidamente armeggiava con la cintura dei jeans e, una volta aperta, scendere lentamente  con la mano dentro di essi fino a sfiorargli il membro attraverso la stoffa delle mutande, lasciando che il vampiro si crogiolasse nelle scosse di piacere che gli stava procurando.
Damon però, che di esperienze in centosesantacinque anni ne aveva avute, non poteva lasciarla continuare altrimenti tutto il loro divertimento sarebbe andato in fumo prima del gran finale, così si rimise sopra di lei e riprese a condurre il gioco.
Sorridendole le sfilò i pantaloni, gettandoli sul pavimento insieme ai suoi e agli altri abiti che avevano fatto la loro fine precedentemente, poi le divaricò le gambe, non troppo per non farle male, ma abbastanza per riuscire a scendere e infilare la sua testa vicino al centro del piacere di Elena, abbastanza vicino per baciarle l'interno delle cosce, ma senza sfiorare la sua femminilità.
La ragazza invece stava impazzendo a causa di quei contatti negati e sospirando lo pregò di continuare, dicendogli che era pronta.
Il vampiro, con una delicatezza che non aveva precedenti, le sfilò ciò che restava dell'intimo e inserì un dito dentro di lei per accertarsi che stesse dicendo il vero e, vedendola inarcare la schiena e sentendola lasciarsi scappare un gemito, si sollevò in piedi pronto a terminare quel sogno nel miglior modo esistente.
Elena allora lo vide, nudo e pronto davanti a se, e mai prima di allora desiderò così ardentemente riceverlo dentro si se.
Damon si chinò in avanti, le sfiorò le labbra con le proprie e con un'unica spinta entrò dentro di lei, che impiegò un paio di secondi per adattarsi a quell'intrusione, tutt'altro che spiacevole, per poi iniziare a baciarlo e ad intimargli di muoversi.
Il vampiro allora aumentò le spinte cercando di non farle male, ma sembrava che alla ragazza non bastasse mai, continuava a chiedergli di dargli di più, allora, guardandola negli occhi, le disse di fidarsi e lentamente si chinò sul suo collo nudo, vi depose un bacio e affondò in esso le zanne.
Elena non capì se era per il morso, per le spinte continue e forti che riceveva, per il semplice fatto che Damon, volgarmente, la stava scopando, ma provò delle sensazioni così sublimi che, con un ultimo e profondo colpo datole dal vampiro, venne, e lui con lei,  e si accasciarono uno sull'altro sopra il letto, chiudendo gli occhi e cercando di regolarizzare il respiro.
Restarono abbracciati a guardarsi negli occhi senza dire niente per un tempo che parve infinito ad entrambi e, quando Damon sentì la mano di lei scendere ad accarezzargli il basso ventre e il suo membro che, traditore, rispose alle sue languide carezze, capì di essere realmente felice e che forse eisteva davvero una giustizia a questo mondo.
-Sai, avrei bisogno di un bagno-
-Sai, stavo pensando la stessa cosa-




Ci sono certi sguardi di donna che l'uomo amante non scambierebbe con l'intero possesso del corpo di lei.

Gabriele D'Annunzio


Angolo di Doc_
Buona sera a tutti!
Ebbene si, un'altra Shot . Credetemi non so da dove stiano uscendo, ma dopo aver visto quello spettacolo dell'episodio 3x09 e aver saputo che fino a Gennaio ci terrano a dieta mi è venuto il "brillo" di scrivere qualcosa per voi e cosa c'è meglio di una delena a rating rosso per combattere la tristezza di quel finale tagliato?
Spero che la mia storia vi sia piaciuta e vogliate lasciarmi anche solo un commento per dirmi "Guarda che il sesso non si fa così...", lo apprezzerei volentieri :)
Buona giornata a tutti splendori!
Baci Doc_ (Tams)

















   
 
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