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Autore: ribrib20    14/11/2011    3 recensioni
« Noi non potremo mai stare insieme, non capisci? »
Ma io, piccola mia, posso amarti anche se non sei come me.

Questa storia partecipa alla challange "Haiku: la bellezza della semplicità" di MarchesaVanzetta.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi è mai capitato di amare una persona, ma di non poter stare con lei?
A me si.
La conobbi una sera, quando con il mio gruppo di amici ci eravamo fermati ai piedi di un lago della zona per festeggiare la laurea di una ragazza.
Bevemmo e ballammo, fino a quando non scorsi una figura poco distante da noi, in silenzio.
Mi avvicinai incuriosito e la conobbi.

« Tutto bene? » le chiesi, per spezzare un po' il ghiaccio.
« Si. Stavo guardando il cielo. » rispose lei. E la sua voce melodiosa mi riscaldò subito il cuore.
Capii subito che quella ragazza era speciale e che in qualche modo era stato il destino a farci incontrare.
Non mi interessava chi fosse.
Sentivo solo il bisogno di sentirla parlare.
Perciò parlammo.
« Il cielo? »
« Si. E' molto bello, non trovi? Ero presa dai miei pensieri, quando ho visto sullo specchio del lago il riflesso di una stella cadente. Allora ho alzato lo sguardo, perdendomi di fronte alla bellezza di questo cielo così stellato.
« E osservando le moltitudini di stelle, contenplandone lo splendore, mi sono ritrovata a chiedermi: perché non mi sono accorta prima di quest'inno alla bellezza? Poi ho capito. Nel mio pianeta, lo stesso
cielo è coperto dalle luci artificiali degli edifici delle grandi metropoli. E le persone sono troppo impegnate a continuare con la loro frenesia, la loro routine quotidiana, per fermarsi un secondo, interrompendo la loro corsa interminabile e alzare gli occhi.
Basterebbe un secondo, per sentirsi improvvisamente sereni.
Basterebbe un attimo quasi magico, ma nessuno lo fa. E' una cosa triste, se ci pensi bene. Diamo per scontato che sulle nostre teste ci siano le stelle, le nuvole... e proprio per questo ci perdiamo la disarmante bellezza che ogni giorno - mattina e sera - veglia sulle nostre vite.»
« In effetti, non mi ero mai soffermato a guardarlo bene. Confesso di vedere realmente solo per la prima volta. »
Sentii un fruscio lieve di vesti e quando riabbassai lo sguardo incrociai i suoi occhi così particolari.
Così belli nella loro stranezza.
Così luminosi, come se lei stessa avesse catturato due stelle e le avesse tenute strette a se.
Ma ciò che mi colpì maggiormente fu il suo sorriso. Lo faceva spesso, anche con gli altri, ma quello che mi mostrò quella volta fu unico.
Così minuta, mi venne da pensare che in fondo fosse una stella caduta dal cielo e venuta qui, tra noi.
Una piccola stella che ambiva a tornare nel suo mondo.

Il suo viso, così chiaro.
Il suo sorriso, così splendente.
I suoi occhi, così luminosi.

Fu in quell'istante che mi accorsi di essere innamorato di lei.
Sì, starete pensando che è abbastanza assurdo che un ragazzo provi amore per una persona appena incontrata, ma questo fu quello che provai.
Un'emozione non definibile a parole: "Lei è quella giusta". Pensai solo questo.

Tornai in quel luogo ogni sera, nella speranza di incontrare di nuovo quella ragazza, ma non la rividi più.
E' solamente un sogno! mi dicevano i miei amici, la persona della quale parli non è stata vista da nessuno.
Possibile che fosse stata solo frutto della mia immaginazione? Eppure... eppure quella pelle diafana era così morbida sotto il tocco delle mie dita. E i capelli azzurri così morbidi.
E le sue labbra rosee così fresche... Non potevo credere che sia tutta finzione.
Incapace di crederci fino in fondo, mi fermavo sempre nello stesso punto in cui le avevo parlato.
Nel punto in cui l'ho abbracciata per la prima volta.
Mi fermavo lì e semplicemente guardavo il cielo, che nonostante gli anni passassero inesorabili, era sempre lo stesso.

Accadde un giorno come tanti. Ero uscito presto da lavoro per raggiungere quel lago isolato ed aspettare il suo arrivo, come sempre.
Ero seduto sulla riva, quando finalmente la sentii: « Ti prego, smetti di cercarmi. »
Un sussurro. Il suo.
Mi voltai, sperando di vedere ancora una volta la sua mite figura, ma ciò che mi restituirono i miei occhi
non fu altro che il nulla.
« Dove sei? » gridai allora, usando tutta l'aria della quale disponevano i miei polmoni.
Muovendo la testa a destra e a sinistra per trovarla, non mi arrendevo all'idea che quel luogo fosse in realtà deserto.
« Basta, ti prego. Il tuo amore... non ha senso. » Ancora la sua voce, quella volta vicina a me.
Spostai lo sguardo al mio fianco e finalmente la vidi: come quel lontano giorno guardava il cielo, ma non sorrideva. Al contrario mi sembrò di scorgere una sottile linea trasparente delinearle il profilo della guancia.

« Perché stai piangendo? » le chiesi allora, improvvisamente timoroso di abbracciarla.
Nonostante io ne avvertissi l'esigenza quasi vitale. Volevo stringerla a me, ma quella parte razionale che risiedeva nel mio animo, mi spingeva ad attendere paziente. Ancora una volta.
Ma andava bene così, perché per lei, avrei potuto aspettare fino alla fine dell'eternità.
« Piango perché tu non comprendi. Non capisci che non potremo mai stare assieme. »

 

Allora non capii le sue parole.
Credetti che stesse solo cercando una maniera carina per dirmi che non mi voleva.
Mi sbagliavo.
Ora sono qui a scrivere: le goccie di pioggia battono delicate sul vetro della finestra, producendo un suono che insieme mi rilassa e mi innervosisce.
So che oggi non potrò vedere il cielo stellato.
Ma so anche che dietro al cancello che separa la mia casa da quel lago, c'è uno splendido mazzo di iris che mi aspetterà per l'eternità.

 

« Noi non potremo mai stare insieme, non capisci? »
Ma io, piccola mia, posso amarti anche se non sei come me.

   
 
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